Recensione

Lego Worlds

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a cura di Gottlieb

Lego è diventato oramai un marchio capace di declinarsi in molteplici sfaccettature, riuscendo a scovare sempre quel lato unico del proprio brand che ha sempre qualcosa da raccontare. Dopo aver completamente rivisto la propria formula dal punto di vista videoludico con il lancio di Lego Dimensions anche in Italia, i mattoncini danesi si presentano sul mercato con un sandbox, Lego Worlds, che per quanto arrivi un po’ fuori tempo massimo per un genere già abbastanza saturo può donare qualche elemento innovativo e gradevole a tutti gli appassionati. 

Un debutto tardivoLego Worlds ha impiegato due anni pieni per uscire da quel mare magnum che è l’Early Access, un periodo nel quale volenti o nolenti tutti si ritrovano a ristagnare per un bel po’: la vera domanda che però ci poniamo è perché un brand così forte abbia impiegato così tanto a sbarcare in questo genere. Se d’altronde Minecraft da anni domina la scena del sandbox e la stessa Square-Enix si è presentata al ballo delle debuttanti con Dragon Quest Builders, che Lego Worlds arrivi soltanto nel 2017 risulta quasi anacronistico, perché lo fa in un modo non del tutto perfetto, con qualche macchinosità che non ci saremmo aspettati da un titolo del genere, pur avendo compiuto dei passi molto importanti in avanti dopo le iniziali premesse. 

Partiamo dal primo di questi, ossia la scelta di impostare, come fondamenta di tutta la libertà donataci, una traccia da seguire, ossia un accenno di storyline. Il nostro alter ego è infatti chiamato all’impegnativo compito di diventare un Mastro Costruttore, figura oramai nota a tutti sin dai tempi di The Lego Movie, e per farlo dovrà conquistare tutti i brick dorati, un altro elemento fin troppo noto a chi conosce l’universo dei mattoncini danesi in ambito videoludico da almeno un decennio. Per farlo sarà necessario soddisfare le richieste dei vari NPC, aiutandoli a portare a termine i loro compiti e contestualmente imparando anche tutte le meccaniche che ci serviranno, poi, per affrontare i vasti mondi messi a nostra disposizione. Se inizialmente tale meccanica ci darà una traccia da seguire, come già detto, che ci spingerà ad avere una guida nel marasma di azioni e di cose da fare, successivamente questo aiuto sparirà completamente, svanendo all’improvviso e lasciandoci da soli con le nostre uniche mani e capacità da costruttore. Una soluzione che non ci ha del tutto convinti, perché dopo averci sedotto con una modalità molto à la Dragon Quest Builders, che ha una storyline da seguire dall’inizio alla fine, ci siamo ritrovati a vagare per i vari mondi trovando pochissime missioni da soddisfare in ognuno di essi. Se quindi Lego Worlds ha pensato di inserire tale guida per aiutare i più giovani, magari a digiuno di sandbox, sbaglia nel momento in cui mette a tacere la piacevole e calda voce di Claudio Moneta, doppiatore dell’intera voce guida, confondendo quel pubblico che in origine aveva pensato di supportare. D’altronde la proceduralità, che si sposa con il concetto di immensità dei mondi presenti nel titolo, non può che portare a una pletora di scelte da compiere, che senza una linea da seguire possono donare confusione e indecisione: in vostro soccorso, però, può arrivare la modalità multiplayer, che vi farà sentire meno abbandonati di quanto possiate essere inizialmente, grazie o a un aiuto esterno, quindi in online, o grazie a un aiuto interno, pertanto offline. 

Il futuro era una nave tutta d’oro…Andando per gradi, però, partiamo dall’incipit: in Lego Worlds la nostra navicella ha subito un’avaria che ci spingerà ad atterrare con pochissima grazia su un pianeta d’emergenza, completamente sconosciuto ai nostri radar. Raggiunta la superficie saremo chiamati ai nostri primi passi, scoprendo quella progressione guida di cui vi parlavamo già sopra: con la voce del già citato e apprezzato Moneta, insomma, andremo di missione in missione a guadagnare i nostri primi mattoncini dorati, utili per far ripartire il motore della nostra navicella. In maniera del tutto ripetitiva, però, questa non ne vuol sapere di attivarsi in maniera definitiva e continuerà a costringerci ad atterraggi di fortuna continui. Il nostro apprendistato, insomma, avrà una durata di qualche pianeta, di missione in missione però riusciremo presto ad apprendere tutte quelle che sono le meccaniche base del titolo, che si differenzia dagli altri sandbox. Nel nostro menù dei comandi avremo una ghiera che ci permetterà di selezionare il tool di costruzione che ci supporterà nella nostra avventura: ogni pezzo ha una specifica funzione, che va dal classico strumento della costruzione mattoncino per mattoncino, alla modifica del paesaggio, che può essere ridisegnato a vostro piacere creando dei dislivelli, delle colline, dei baratri e così via; segue poi il gadget della pittura, utile per dare colore al nostro mondo, cambiandone l’intonazione e così via, fino a un sistema di copia e incolla, che ci permetterà di selezionare alcune strutture già create e riportarle altrove a nostro piacimento. A chiudere il sistema di tool c’è il fondamentale strumento di scoperta, intorno al quale girerà l’intera nostra avventura e che nelle prime ore di gioco si rivelerà essere la vera novità nel gameplay del nostro prodotto. Quest’ultimo, infatti, ci permetterà di registrare praticamente qualsiasi cosa troveremo sotto i nostri piedi e dinanzi ai nostri occhi, immagazzinando ogni modello in una sorta di inventario, un sussidiario illustrato, che riporta tutti i set Lego che abbiamo visto e scoperto. Una volta, quindi, scansionata una gallina, per esempio, sarà possibile riprodurne quante ne vorremo, così come per qualsiasi altro modello di mattoncini che vedremo e che riterremo opportuno ricreare: tale meccanica ci verrà incontro in tutte quelle missioni in cui qualche cowboy o altrettanti contadini ci chiederanno di rimpinguare la propria stalla, con maiali, mucche, bue, galline e così via, tutti riproducibili. Chiaramente alcuni oggetti prima di poter essere digitalizzati vi chiameranno a soddisfare determinate richieste, come per esempio dar loro da mangiare, nel caso di animali: attraverso un fumetto, quindi, ogni elemento del bestiame che incontreremo ci chiederà il suo cibo preferito, che sia una carota o una mela verde e così via. La problematica, in tale fattispecie, è che non sempre la richiesta è facile da comprendere, dato che gli oggetti sono innumerevoli e che non sempre è facile distinguere una mela da un altro oggetto. Averli tutti, in ogni caso, potrebbe essere un ottimo movente per i collezionisti, desiderosi di avere tutte le figurine del nostro album a disposizione. Capito, in ogni caso, il meccanismo verrà tutto abbastanza immediato, riuscendo ad aiutare i vari NPC in maniera abbastanza veloce. Per ottenere, poi, alcuni dei mattoncini speciali, che non potrete scoprire né selezionare in modi consuetudinari, dovrete affidarvi alla ricerca dei Guastafeste, dei mostriciattoli molto simili ai Creeper di Minecraft: non appena appariranno dal terreno dovranno essere inseguiti e acciuffati, così da poter ottenere il malloppo: tale meccanica, che all’inizio può dare un elemento nuovo e fresco al gameplay, a lungo andare diventa abbastanza inutile e fine a se stesso, dato che i mattoncini speciali non rappresentano il vero unique selling proposition della rincorsa ai Guastafeste, una meccanica basata esclusivamente sul tentativo di anticipare i loro movimenti e colpirli senza alcuna grande strategia. 

…che noi pregavamo ci portasse via, lontanoCome vi spiegavamo poc’anzi, i nostri brick dorati serviranno per riattivare la nostra navicella, che ci condurrà nei primi tre mondi che fungono da tutorial alla nostra avventura: una volta terminati questi sarà possibile lanciarsi nella vasta galassia tutta da esplorare, con dei mondi provenienti dai più disparati set Lego, caratterizzati così da habitat sempre diversi e anche da tesori nascosti, con ambientazioni sott’acqua o altre che ci spingeranno in un mondo fatto completamente di dolci e gelati. In ogni singolo mondo sarà possibile realizzare tutto ciò che vogliamo, senza alcun limite. La progressione, in ogni caso, diventerà sempre più lenta progredendo nella nostra avventura, trovandoci dinanzi a delle mini quest che non sempre riusciranno a soddisfarvi, soprattutto a fronte di richieste non sempre comprensibili. Diverse volte, per esempio, ci siamo ritrovati dinanzi a dei veri e propri momenti di blocco perché impossibilitati a comprendere cosa realmente ci veniva richiesto nei fumetti, così come la ricerca dei vari oggetti si è tramutata in un continuo cambio di pianeti, tutti da creare proceduralmente, alla ricerca dell’oggetto necessario. Tutti sistemi che hanno reso macchinosa la nostra avventura e che non ci hanno permesso di avere una linea che ci conducesse a un obiettivo preciso. Allo stesso modo la difficoltà ci è sembrata fin troppo elevata e sbilanciata per il pubblico al quale si propone Lego Worlds: recuperare alcuni mattoncini dorati sarà possibile solo difendendo gli NPC dagli attacchi da alcuni avversari, che però saranno decisamente più coriacei di noi. Se quindi perderemo la sfida e lasceremo l’NPC in balìa dei nostri nemici, che siano essi scheletri o semplici cowboy, perderemo il mattoncino dorato e anche del tempo per aspettare il respawn di quest’ultimo. A lungo andare, in ogni caso, anche la ricerca dei brick color oro diventerà abbastanza pedante e tutta la vostra avventura si ridurrà a un sandbox semplice e puro, che vi chiamerà a costruire, creare, scoprire, riproporre, senza un obiettivo reale finale da raggiungere. Inoltre attorno a noi non avremo un modo di grande fattura dal punto di vista visivo: nonostante si possa passare anche a una visuale in prima persona quando ci ritroveremo in alcuni cunicoli, che tra l’altro creeremo proprio noi scavando nel sottosuolo, la telecamera ha presentato in moltissime occasioni errori e orrori, incespicando a più riprese. Con un sistema di pop-up davvero troppo vistoso, che rende abbastanza fastidiosa l’esplorazione e la scoperta di nuovi luoghi. Un vero peccato, perché il colpo d’occhio offerto dalle scelte cromatiche e dalle rese dei vari mattoncini è davvero piacevole, così come è molto alto il livello di vivacità degli ambienti. 

– Colorato, vivace, vivo

– Immenso, potenzialmente infinito

– Pop-up, imprecisioni e tecnicamente non valido

– Una libertà spiazzante ed eccessivamente vasta

– Meccaniche di gameplay troppo farraginose

7.0

Ciò che ha reso i titoli Lego divertenti e unici nel loro genere è sicuramente l’irriverenza e la capacità di trasmettere sempre grande umorismo da parte dei loro interpreti. Stavolta l’obiettivo di Lego Worlds non era questo, bensì quello di proporre un sandbox che potesse rappresentare un’alternativa a Minecraft o comunque a tutti gli altri titoli del genere: con un’anima troppo indecisa, però, con un’iniziale visita guidata che poi si trasforma in una libertà improvvisa e ingiustificata, il titolo fallisce nell’offrire un divertimento spensierato, mettendoci dinanzi anche a una realizzazione tecnica che lascia spiazzati. Un tentativo a vuoto che, come si fa solitamente con chi indovina sempre i propri prodotti, non penalizziamo eccessivamente, perché divertirà sicuramente gli appassionati del genere, ma che nemmeno esaltiamo per resa e per completezza. Lego Worlds è un divertimento che dura per le poche prime ore e un prodotto che ci soddisfa solo nella teoria, pensando all’enorme quantità di mondi proceduralmente creabili, ma che nella pratica smorza qualsiasi entusiasmo.

Voto Recensione di Lego Worlds - Recensione


7

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