Gli inglesi (e i loro cugini americani), alla vista della copertina del gioco che ci apprestiamo a recensire, avrebbero probabilmente pensato…”here we go again”: dopo Harry Potter, Indiana Jones, Batman, Guerre Stellari e I Pirati dei Caraibi (e siamo sicuri di non averli nemmeno citati tutti), l’universo LEGO fagocita anche la trilogia fantasy più famosa di tutti i tempi, quel Signore degli Anelli che sta vivendo una seconda giovinezza dopo l’eccellente adattamento cinematografico che Peter Jackson gli ha dedicato una decennio orsono.Oltre alle versioni casalinghe, ecco quindi arrivare la versione PsVita, la cui recensione è consultabile qui, e quella per Nintendo 3DS, molto simili nei contenuti…e nelle mancanze.
Un anello per domarli tuttiCi sembra sinceramente sacrilego soffermarci sulla trama, perché crediamo (e speriamo) che siano davvero pochi coloro che non sanno di cosa si stia parlando: in un’avventura che definire epica sembra quasi riduttivo, due mezzuomini sono chiamati ad ergersi di fronte a mille difficoltà, aiutati da altri sette compagni nella battaglia senza tempo tra bene e male, tra libertà e schiavitù.Come per gli altri titoli della serie a mattoncini, Lego il Signore degli Anelli non arrischia licenze sulla trama, proponendo sì qualche sottomissione inedita (pur rispettosa dei legami tra personaggi e della cronologia narrativa), ma ricalcando pedissequamente le vicende narrate da Tolkien prima e portate su grande schermo dal regista neozelandese.Ecco quindi che al giocatore sarà concesso di impersonare tutti i 9 componenti della Compagnia dell’Anello (divisi in varie squadre) nell’arco del gioco, così che nessuno si lamenti di essere stato privato della possibilità di vestire i panni corti e sudici di Gimli piuttosto che le nobili vesti splendenti di Legolas.Niente da dire, quindi, dal punto di vista strettamente narrativo: aiutati dalle musiche originali a firma di Howard Shore, ci immergeremo in una Terra di Mezzo mai così blocchettosa, ma che, inaspettatamente (o nemmeno troppo?) saprà regalarci meno emozioni sia di quella cartacea sia di quella in celluloide.
Storia a blocchiProgredire nella modalità Storia si rivelerà tremendamente facile per quanti abbiano già giocato ad almeno uno dei titoli LEGO citati in apertura: la possibilità di prendere il controllo in tempo reale del nostro compagno di viaggio, per poterne così sfruttare peculiarità e abilità specifiche, la necessità di rompere e ricombinare costruzioni di mattoncini LEGO, una valanga di nemici dotati di un’intelligenza artificiale modesta, sezioni platform ricompensate spesso da tesori.Tutti questi ingredienti sono presenti nel titolo come lo erano nella stragrande maggioranza degli altri, e presumiamo che la cosa continuerà anche in futuro: se in senso assoluto non ci sarebbe nulla di male (molte saghe si ripetono uguali a sé stesse da tanti, troppi anni), la ripetitività e le numerose pecche a livello di programmazione azzerano quasi subito l’appeal del gioco, costringendo il giocatore a confrontarsi con routine di IA davvero primitive, tanto tra i nemici quanto tra gli amici, un sistema di controllo solo sufficientemente preciso (soprattutto quando c’è da spiccare balzi con un certo tempismo) e uno di combattimento davvero piatto, che non prevede altro che la confusa e ripetuta pressione del singolo tasto d’attacco per il novanta per cento del tempo, con l’altro dieci occupato dalla mossa speciale.Fa rabbia che moltissime delle imprecisioni siano esattamente le stesse denunciate dal collega in occasione della recensione della versione per la concorrente Sony, a testimoniare come il titolo sia stato rilasciato in maniera frettolosa con conversioni incuranti delle specifiche di ognuna delle console ospiti.A ulteriore riprova, l’effetto 3D è debole e non aggiunge nulla al gioco (leit motiv dei porting su Nintendo 3DS), e non c’è un utilizzo eclatante nemmeno di feature proprietarie come SpotPass o StreetPass: quello che porteremo a casa al momento dell’acquisto sarà una versione virtualmente identica a quella uscita per PsVita, con le stesse falle nel gameplay, lo stesso (scandaloso) livello di compressione dei dialoghi e la stessa sensazione di avere tra le mani un’occasione persa. E che occasione.Come in altre circostanze, sono soprattutto due i fattori che potrebbero spingere all’acquisto, a seconda dei gusti personali: l’ironia che pervade l’intera produzione, marchio distintivo di tutti i giochi a tema LEGO, riesce, da sola, a strappare più di un sorriso; in seconda battuta, le dinamiche molto “pick-up and play”, guadagnano in immediatezza e portabilità quanto perdono in termini di profondità e ricercatezza.Tradotto in soldoni, questo vuol dire che, nonostante le pecche evidenziate, siamo pressoché sicuri che i fan più accaniti della saga e i più giovani compreranno comunque questo Lego Il Signore degli Anelli, sicuri di trovare elementi familiari e di poter contare su personaggi amati e carismatici.Come quella sicurezza che viene da quelle vecchie pantofole che non ci decidiamo a buttare, o dal sapore del McDonald’s che è uguale in qualunque angolo del globo ci si trovi. Attenzione, però, perché questo non implica che non avremmo bisogno di un paio di ciabatte nuove.
Compresso a più non possoIl discorso di cui sopra, solo apparentemente filosofico, fotografa bene anche la situazione sul versante tecnico, che passa dal “carino andante” delle versioni Xbox 360 e PS3 allo sciatto e compresso di questa per Nintendo 3DS: i limiti sono oggettivi e non ci aspettavamo ne l’alta definizione né qualcosa che potesse scalzare Resident Evil Revelations dal trono di punto di riferimento, ma siamo sicuri che si potesse fare meglio delle texture incerte e slavate che popolano questa declinazione della Terra di Mezzo e delle animazioni fotocopia per praticamente tutte le tipologie di nemici, per non parlare dei frequenti cali di frame rate in occasione delle scene più affollate.Nel tentativo di fare del fan service a 360 gradi, poi, sono state campionate, compresse e riproposte le voci originali della trilogia, con effetti a tratti involontariamente comici e, in un certo senso, si è compressa anche la longevità generale che, pur rispettabile per un titolo portatile, risulta comunque notevolmente inferiore a quella delle controparti da salotto, ammesso poi che l’utente abbia la pazienza di imbarcarsi in una serie di fetch quest tutte troppo simili l’una all’altra.
– L’umorismo è sempre di classe
– Facile da giocare, anche in brevi sessioni
– Intelligenza artificiale a dir poco lacunosa
– La stessa zuppa riscaldata sta perdendo di sapore
– Conversione frettolosa
– Tecnicamente inadeguato
5.5
Se già si poteva questionare sulla reale necessità di un altro titolo con il prefisso LEGO, l’approssimazione dei ragazzi di TT Games nella realizzazione di questa conversione non lascia spazio a dubbi , e ci consegna un titolo assolutamente evitabile e nemmeno totalmente sufficiente.
Mal celiamo la consapevolezza che, senza la fretta dettata dalla stagione natalizia e dal lancio nelle sale del primo atto della nuova trilogia tolkeniana, e con una cura maggiore per le potenzialità delle singole piattaforme ospiti, avremmo assistito a un divertente e riuscito omaggio ad una delle più belle storie mai raccontate.
Così, invece, Warner Bros. si accontenterà di vendere lo stesso prodotto agli stessi fan della serie LEGO e a quanti cercano un regalo di Natale per i propri figli/nipoti/cuginetti.
Noi, però, non possiamo premiare questa scelta, e il voto finale riflette le nostre perplessità.
Voto Recensione di Lego Il Signore degli Anelli - Recensione