Recensione

Legend of Grimrock

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a cura di Specialized

Il Verdetto di SpazioGames

8

Legend of Grimrock può essere scaricato in versione 1.3.1 con anche l’editor di livelli da Steam, GOG, GamersGate o direttamente dal sito ufficiale del gioco
Lands of Lore, Black Crypt, Dungeon Master, Eye of the Beholder. Titoli che farebbero scendere una lacrimuccia nostalgica a qualsiasi trentacinquenne di oggi appassionato dei dungeon crawler che furono. Quattro classici del miglior RPG in prima persona che hanno impressionato anche i ragazzi di Almost Human, giovanissimo team finlandese che per il suo titolo d’esordio ha scelto proprio la formula tanto cara ad Eye of the Beholder e compagnia ruolistica. Così nasce Legend of Grimrock, autentico cult indipendente che non ci stupiremmo di vedere nei primi posti delle classifiche di fine anno tra i migliori titoli indie di questo 2012.
Quattro eroi in cerca della libertà
Un gioco di questo genere punta molto del suo fascino sul fattore nostalgia e infatti saranno soprattutto i più grandicelli ad apprezzarlo, mentre chi non ha vissuto in prima persona la stagione dei dungeon crawler tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 lo troverà un titolo ostico e fuori tempo. Dopotutto è proprio questo l’obiettivo di Almost Human e in effetti il risultato, visto con gli occhi dell’appassionato più intransigente ed esperto, è tra le cose migliori dell’anno che sta per concludersi. Messa da parte qualsiasi velleità narrativa (la trama è davvero poca cosa e l’introduzione dice praticamente tutto del gioco), Legend of Grimrock ci vede impersonare quattro eroi ingiustamente imprigionati, che per guadagnare la libertà devono attraversare indenni i tredici dungeon di Mount Grimrock. La scelta del party mette a disposizione tre classi (mago, ladro, guerriero) e quattro razze (ognuna con un bonus particolare), oltre alle classiche statistiche (forza, destrezza, intelligenza) a cui assegnare i relativi punti manualmente o automaticamente. Come i classici ai quali si ispira, anche Legend of Grimrock è ambientato interamente in segrete, prigioni e dungeon, presenta una visuale in prima persona e un sistema di movimento a “casella”. Potremo cioè spostarci solo avanti, indietro, a destra o a sinistra, senza quindi movimenti obliqui o una vera esperienza da FPS a 360 gradi come siamo ormai abituati anche in ambito ruolistico. 
Occhio alle spalle!
Sulle prime il tutto assume un andamento molto lento e macchinoso, anche a causa della gestione dell’inventario e soprattutto del sistema di rune per gli incantesimi del mago, che rimane a tutti gli effetti la trovata più debole e inutilmente scomoda del gioco. Ci vuole un po’ di pratica prima di metabolizzare al meglio i movimenti, le distanze e gli attacchi delle creature che ci attendono in questi dungeon. I combattimenti sono infatti in tempo reale e le prime volte soccomberete molto presto proprio per la difficoltà negli spostamenti, o perchè vi troverete circondati senza nemmeno accorgervene. Più si va avanti però e più il gioco offre alternative al semplice scontro frontale (come ad esempio una classica toccata e fuga), ma il livello di difficoltà rimane comunque elevato e il consiglio, otre a salvare spessissimo, è mettere davanti due guerrieri e dietro un mago e un ladro. 
Quando la nostalgia è tutto
Non bastassero i combattimenti a rendere l’esperienza di gioco parecchio “hardcore” (soprattutto dal sesto livello in poi), Legend of Grimrock propone anche diversi enigmi per sbloccare porte e passaggi. Nulla di impossibile, ma anche in questo caso bisogna avere pazienza e la stessa struttura dei livelli rischia di far perdere presto l’orientamento, non fosse altro che per un level-design poco diversificato e con molti elementi grafici che si ripetono spesso. Per fortuna la mappa fa un buon lavoro in questo senso, ma chi proprio vuole rivivere un’esperienza di altri tempi il gioco mette a disposizione una modalità senza mappa, che però non abbiamo provato se non per un’ora scarsa di gioco. Va bene fare gli eroi e tornare allo spirito di vent’anni fa, ma segnare su un foglio di carta con una matita ogni singolo movimento e tracciare una cartina dei vari livelli ci è parso francamente troppo, viste poi tutte le altre sfide insite nel gameplay. Giocare a Legend of Grimrock rappresenta comunque un’esperienza unica al giorno d’oggi. Almost Human ha infatti creato un dungeon-crawler impegnativo, longevo (mettete in conto almeno 20-25 ore), non privo di spunti tattici e con un’atmosfera impareggiabile, tra un audio quanto mai minimalista e un comparto grafico un po’ scarno e ripetitivo ma funzionale al gioco, considerando poi la natura indipendente del progetto. Dall’altro lato però, se si toglie la carica nostalgica e se per voi Dungeon Master e Eye of the Beholder non significano nulla, una simile impronta vecchio stile può rivelarsi un’arma a doppio taglio e stancare molto presto. A voi la scelta.  

– Atmosfera carica di nostalgia

– Longevo e impegnativo

– I fan di Dungeon Master lo adoreranno

– Punte di difficoltà notevoli

– Non è proprio un gioiello grafico

– Sconsigliato ai giocatori meno pazienti

8.0

Se per voi la tradizione dei dungeon crawler in prima persona di vent’anni fa non conta nulla o se siete troppo giovani per aver giocato a Dungeon Master o a Lands of Lore, Legend of Grimrock potrebbe rivelarsi un’esperienza frustrante e davvero poco gratificante. Difficile e macchinoso, il gioco di Almost Human non è infatti adatto ai giocatori poco pazienti, ma per i nostalgici di quell’epoca rappresenta un autentico gioiellino, grazie sia a un’incredibile atmosfera old-school, sia a una formula di gioco che pare non aver risentito minimamente degli ultimi due decenni di storia videoludica. Prendere o lasciare.

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