Legaia 2: Duel Saga
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a cura di Eric Lindros
Qualsiasi persona che abbia un minimo di cultura videoludica alle spalle, sa per certo che il panorama dei giochi di ruolo in stile giapponese è dominato da anni dalla saga dei Final Fantasy. E, questo lo sa anche chi non è affatto informato sui videogiochi, i best-seller subiscono molto spesso delle vere e proprie “clonazioni”, che cercano di fare successo sfruttando la scia dei loro fratelli più famosi. Il risultato è molto spesso scontato, e vede vincitore sempre e comunque il gioco originale. Talvolta però anche delle vere e proprie scopiazzature riescono a regalare all’utente qualcosa di interessante. Questo è il caso di Legaia 2: Duel Saga.
Per un pugno di artL’avventura di Legaia 2 comincia nel pacifico Nohl, minuscolo paesino autonomo dove ogni abitante si occupa del proprio sostentamento grazie alla caccia e alla pesca. Nohl ha la fortuna di ospitare un misterioso cristallo magico, l’Aqualith, fonte infinita di acqua purissima che sgorga alle pendici di un monte formando un laghetto proprio davanti al piccolo insediamento, altrimenti circondato da terra arida e deserta. Gli abitanti si organizzano in squadre per pattugliare la zona, difendendola dai piccoli e poco minacciosi mostri che abitano nelle vicinanze. Proprio durante il primo giorno di pattuglia del nostro giovane protagonista chiamato Lang, accade qualcosa di altamente spiacevole: alcuni membri del corpo di vigilanza vengono feriti gravemente da creature mostruose ben più massicce e cattive rispetto a quelle che normalmente abitano il tranquillo boschetto, e come se non bastasse appare un misterioso uomo dagli occhi dorati di nome Avalon che ruba l’Aqualith dal villaggio di Nohl e lascia Lang in fin di vita. Da qui in poi il compito del nostro giovane eroe sarà quello di fare luce sulla misteriosa razza dei mystic, alla quale egli stesso appartiene, e recuperare il cristallo magico sconfiggendo il terribile e potente Avalon. Diamoci dentro, allora!
Alla ricerca dell’Aqualith perdutoCome già accennato, Legaia 2 si “ispira” fortemente (usiamo pure un eufemismo, suvvia) alla saga dei Final Fantasy anche nel motore base del gioco. La vincente formula degli spostamenti liberi nelle varie zone di gioco con incontri dei nemici casuali fuori dalle “zone franche” come città o mappa del mondo è quindi riproposta in toto, come allo stesso modo è riproposto il party composto da tre personaggi. Ogni personaggio facente parte della misteriosa razza dei Mystic (ne ritroveremo diversi durante il gioco), ha “in dotazione” un Origin, ovvero uno spirito elementale che funge come da seconda anima. Provvisti anch’essi di punti ferita, status e livelli di esperienza, gli Origin crescono di pari passo con il loro padrone. Anche questo sa parecchio di già visto, non siete d’accordo? :-) Ma andiamo avanti.Ho sentito qualcuno affermare che l’unica novità introdotta da Legaia 2 sia il sistema di combattimenti. Secondo me ciò è decisamente sbagliato, o almeno non corrisponde interamente a verità. Vi ricordate le combo che Zell poteva eseguire in Final Fantasy 8, premendo i tasti direzionali in sequenza come accade in modo similare nei picchiaduro veri e propri? Ebbene sì, le mosse eseguibili in battaglia da Lang e compagni si eseguiranno in modo parecchio analogo a quanto appena detto. Naturalmente il sistema è maggiormente affinato e complesso, ma il concetto di base resta il medesimo. Ogni tecnica speciale viene chiamata “Art”, le varie Art possono essere apprese tramite i combattimenti stessi o apposite pergamene e si possono eseguire una dopo l’altra per ottenere combinazioni di colpi devastanti. Queste tecniche di lotta si suddividono in diversi sotto-insiemi. Le “Normal Arts”, cioè le combinazioni più basilari, arrecano poco danno al nemico ma ricaricano la barra AP Gauge, che servirà per utilizzare Art di livello superiore. Le Super Arts consumano un certo quantitativo di punti AP quando utilizzate, ma sono in grado di raddoppiare il danno che verrebbe arrecato da una Normal Art. Lo scalino successivo della gerarchia è occupato dalle Hyper Arts, tecniche più o meno letali in grado di far davvero male al malcapitato nemico di turno. Seguono poi le Variable Arts, ovvero combinazioni di più Art fatte contemporaneamente da due personaggi del party. L’ultimo stadio è rappresentato poi dalle Mystic Arts, controparte delle limit break di Final Fantasy e utilizzabili quindi solo quando si è in pericolo di vita, che renderanno possibile l’evocazione dell’Origin da parte del personaggio. Più che il divertente sistema di combattimento però, direi che quel che fa notizia è la quasi totale assenza delle magie: se si fa eccezione per Maya, adepta delle arti oscure, gli incantesimi sono presenti solo sotto forma di pergamene acquistabili nei vari negozi, ed hanno un’efficacia piuttosto limitata. Questa scelta potrebbe far un po’ storcere il naso agli appassionati dei GDR Jappo. I veri pregi che Legaia 2 riesce a mettere in mostra rispetto ai suoi rivali pesantemente più blasonati come Final Fantasy X, sono altri. Ad esempio l’interattività con gli altri membri del party, il maggior peso dell’elemento “gioco di ruolo”, o i simpatici mini-games come quello della cucina: durante particolari momenti di pausa sarà possibile cucinare piatti prelibati seguendo una fra le 60 ricette che si possono scoprire nei vari ristoranti o conversando con gli abitanti dei villaggi. Questi manicaretti ripristineranno HP e AP dei personaggi ed in qualche caso aumenteranno addirittura i parametri di abilità, forza, difesa etc. Ultima cosa, ma non di certo meno importante, è la ridotta linearità di gioco: per la gioia di chi non ama stare troppo sui binari, Legaia 2 lascia più libertà di Final Fantasy X (non che ci volesse molto), offrendo più fasi di esplorazione, di relax, e percorsi multipli. I diversi i segreti (come le classiche ultimate weapon) che si possono scoprire garantiscono anche un certo interesse in second-play.
Graficamente parlando……Legaia 2 è abbastanza deludente. Pur presentando un character design superiore ad alcuni rivali estremamente più blasonati, la realizzazione tecnica resta mediocre. Gli ambienti sono piuttosto scarni e poco vari, diventando addirittura ripetitivi quando si va parecchio avanti con il gioco. Le animazioni sono discrete ma penalizzate da una certa ripetitività e dal numero di poligoni utilizzato, che è mestamente basso soprattutto in alcuni personaggi. Le texture che ricoprono i poligoni sono slavate e poco definite, come eravamo abituati a vedere nei giochi PS2 di 2 anni fa. Le tinte che colorano il mondo di Legaia sono troppo smorte e quanto di più lontano possibile dalla vivacità, difetto che contribuisce a rendere piatte e anonime anche le ambientazioni dalle potenzialità più elevate come foreste o canyon. Più che modesti anche gli “effetti speciali” di incantesimi e amenità varie. Un vero peccato, perché questo gioco si meritava sicuramente qualcosina di più sotto il punto di vista grafico
Che dire del sonoro?…che anche in questo caso i programmatori non si sono certo sovraccaricati di lavoro. Riprendendo i canoni del pluri-citato Final Fantasy, Legaia 2 offre musiche dolci e sognanti nei momenti di tranquillità e brani ritmati che ben rendono l’idea della battaglia quando c’è da menare le mani. Anche l’idea del piccolo jingle di fine battaglia, vera e propria bandiera dei giochi di ruolo Square, è stato “preso in prestito” dai Contrail, ma con un risultato finale più modesto. Approfondendo il discorso, c’è da dire che alcune musiche nelle fasi di esplorazione sono convincenti e lasciano volare la fantasia in modo piacevole, altre però diventano presto troppo “ingombranti” e ripetitive. Gli effetti sonori sono quanto di più modesto si possa sentire su una PS2 negli ultimi due anni e svolgono il loro compito in maniera appena sufficiente. Il doppiaggio, abbandonato l’ibrido Giapponese/Inglese della versione NTSC, è ora totalmente in inglese, così come i sottotitoli. L’interpretazione dei doppiatori è discreta, ma quello che dicono i personaggi facendo le mosse speciali talvolta sfiora il ridicolo (“Watch this…take this”).
– Interattività maggiore rispetto ai rivali
– Sistema di combattimenti divertente
– Longevo e gradevole
– Tecnicamente appena sufficiente
– Trama poco originale
– Troppo palese la somiglianza con i Final Fantasy
7.5
Se non riuscite a mandare giù gli ultimi prodotti Square, o siete talmente appassionati del genere che questi ultimi non vi bastano, paventate seriamente l’acquisto di Legaia 2: Duel Saga. Nonostante evidenti limiti tecnici e un’originalità tremendamente limitata (escludendo la maggiore interattività rispetto ai videogames dello stesso filone), il gioco distribuito dalla Eidos può regalarvi diverse ore di svago e intrattenimento. Non ritroverete di certo la grafica di Final Fantasy 10 o Kingdom Hearts, come nemmeno il carisma di Sephirot o la profondità di un Secret of Mana, ma nel suo piccolo anche Legaia 2 ha qualcosa da dire, e questo qualcosa potrebbe essere musica per le vostre orecchie.
Voto Recensione di Legaia 2: Duel Saga - Recensione
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