Recensione

Largo Winch

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a cura di Disco Uno

Largo Winch è un videogioco che parte bene e finisce… non male, ma nemmeno all’altezza delle aspettative. Peccato. Nelle prime fasi di gioco il prodotto si dimostra innovativo. Il protagonista, Largo Winch, è assai carismatico (difatti è preso in prestito dal fumetto omonimo di grande successo). Il gameplay non è scontato, prevede una gestione del gioco originale. Le ambientazioni non sono prive di una sottile ironia: la vicenda si svolge nei salotti e nelle ville lussuose del jet set, abitate da ricchi uomini d’affari e immancabili pupe sexy. La sensualità insaporisce il tutto come un piacevole condimento. Oltre a ciò, Largo Winch costituisce, di per sé, una sfida alla censura: in una scena animata Largo accompagna una sua dipendente a casa. La ragazza lascia Largo in salone dicendo che va un attimo in bagno. Poi ricompare in tanga e reggiseno neri. Largo e la pupa sibaciano, si stendono sul letto, lei allarga le gambe e… Per sapere cosa succede cliccate il link alla scena hot, sotto.A memoria di Xbox-dipendente è la prima volta che un videogioco per console da casa mostra scene di sesso esplicito.Riassumendo: gameplay OK, atmosfere frizzanti, elemento-scandalo che suscita le ire della censura e l’interesse della stampa (e l’inevitabile richiamo di pubblico). Come mai, allora, Largo Winch finisce con l’essere un titoloappena sopra la sufficienza?

GameplaySemplice, le premesse non sono tutto. Come l’incipit di un libro, per quanto poetico e coinvolgente, non ne decreta la qualità letteraria fino all’ultima riga. Nel suo evolversi il titolo non mantiene fede alle aspettative. Gli enigmi sono facili, fin troppo. I dialoghi prevedono una gamma di battute per dirigere la conversazione verso varie argomentazioni. Ma alla fine l’approdo di un dialogo è sempre lo stesso quindi viene a mancare il senso di una scelta di battute. Anche la gestione del personaggio nelle fasi di combattimento è apparentemente innovativa. Largo può essere programmato secondo vari attacchi – calci in sequenza o pugni in sequenza. Ma in realtà questa modalità limita l’interazione tra videogioco e giocatore. Una voltasbloccata una modalità di attacco, il videogioco funziona da sé; insomma, i combattimenti mancano di quell’elemento “versus one to one” proprio dei picchiaduro. Questa gestione di gioco, inizialmente originale e compatibile con un avventuroso come Largo Winch dove più che l’azione conta la strategia, si perde nel corso della vicenda. Finisce con l’essere (o almeno sembrare) una scorciatoia alternativa a uno sviluppo di gioco più sottile emeno scontato.

Grafica e sonoroAnche la grafica non fa impazzire. Si capisce, giocando a Largo Winch, che il vieogioco eredita dal fumetto ironia e ambientazioni particolarmente azzeccate. La trama si svolge nei saloni lussuosi e nelle ville spaziose della ricca borghesia. Le stanze sono piene di pezzi grossi con sigaro eabito scuro accompagnati a ganze vestite con abiti scollati e spacchi vertiginosi. Tutto questo è ben evocato a livello ideale. Ma guardando attentamente i singoli elementi del panorama ci si accorge che non sono disegnati poi così bene. Pochi dettagli. Spazi ristretti (si parla di salaconferenze e si cammina lungo un corridoio; di party e ci s’imbatte in poche persone), personaggi descritti approssimativamente. Il lusso, la ricchezza, invece di un incentivo ad arricchire gli ambienti, sembra un alibi persintetizzarli al massimo, magari giustificandosi con uno stile minimalista chic. Stanze grandi e qualche quadro qua e là bastano ad evocare arredi da sfarzo estremo. Graficamente, ciò che riscatta questo gioco dall’insufficienza, è la caratterizzazione dei personaggi. Le pupe sono proprio pupe e i businessman, autentici squali d’affari con il sigaro in bocca e le pose da magnati. Insomma, l’ambientazione e i personaggi non sono curati al dettaglio, ma l’idea di ciò che sono la esprimono bene.Il sonoro è un elemento scarsamente rilevante in un titolo dove si svelano enigmi e si parla molto. Diciamo che gli sviluppatori del suono non si sono sforzati troppo. Le musiche di sottofondo sono da ascensore e la recitazionedei singoli soggetti accettabile, direi. Peccato, però che è in inglese, non rimane che leggere i sottotitoli.

Sens of humorE’ il lato forte del gioco. Largo Winch è un titolo ironico. La cosa si avverte immediatamente all’inizio, quando, nei panni del giovane e bello multimiliardario, dopo un discorso in pubblico ci aggiriamo per la sala e facciamo la conoscenza dei personaggi che ci circondano. In terrazza parliamo con una sofisticata lady inglese vestita in abito bianco con vertiginosa scollatura sulla schiena. In sala scambiamo due chiacchiere con un ricco magnate in abito scuro e sigaro in bocca. I dialoghi non annoiano. Il sistema della conversazione con battute che si possono scegliere non è affatto male. E’ un piacevole diversivo alle scene animate. Insomma, all’inizio è piacevole giocare a Largo Winch. Come detto sopra il gioco ha la rilassatezza e il glamour di una soap opera americana. Ma poi, quando ci si aspetta qualcosa di più dalla trama, ma soprattutto dal gameplay – trucchi più intriganti, Largo Winch delude. Rimase l’abbozzo di qualcosa. Peccato. Speriamo ne traggano spunto i produttori per un sequel all’altezza delle aspettative.

Personaggi ben tratteggiati caratterialmente. Anche gli ambienti ben delineano il mondo glamour e ipocrita dell’alta società

Sistema di gioco goffo nei combattimenti; enigmi non abbastanza difficili

6

Per concludere Largo Winch è un titolo ironico e diverso dagli altri. Ma se lo spunto iniziale promette bene, poi il titolo perde smalto mantenendosi sulla sufficienza

Voto Recensione di Largo Winch - Recensione


6

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