Recensione

Largo Winch

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a cura di Tyo

Le avventure grafiche sono sempre state uno dei miei generi preferiti, forse perché amante del cinema come sono, costituiscono la cosa più vicina ad un film, e alcuni lo sono davvero (Gabriel Knight 2 vi ricorda qualcosa?). Adesso le cose sono un tantino cambiate e le avventure non sono più l’oca dalle uova d’oro per le software house. Eppure sento ovunque gente che si lamenta del perché non escono quasi più avventure e di come la terza dimensione ne abbia stravolto l’essenza. Stiamo assistendo alla quasi scomparsa del genere stesso, almeno come siamo stati abituati a conoscerlo noi e tra poco assisteremo alla caduta degli ultimi capisaldi che rispondono al nome di Broken Sowrd 3 e Full Throttle 2 anch’essi convertiti per seguire le leggi del mercato.Non ci resta che aggrapparci a qualche rara, ma piacevole eccezione (Syberia vi dice nulla?).Adesso però è giusto asciugarsi le lacrime e cercare di fare un po’ di luce su questa avventura targata Ubisoft.Forse ben pochi sapranno che il protagonista della nostra storia esce direttamente dalle ruvide pagine di un fumetto e che pur essendo praticamente sconosciuto da noi, in Francia da dove proviene, ha fatto registrare vendite esorbitanti. La casa editrice capace di questa impresa è nota come Dupuis, la stessa che ha dato i natali a Lucky Luke e i Puffi (grande puuuffooooo!).La storia alla base di questa avventura, vede come protagonista il nostro giovane rampollo dell’alta finanza, un misto tra Max Payne e Luke Perry, che eredita l’impero economico del padre finendo a capo del Gruppo W. La sua vera odissea inizia però durante un ricevimento tenuto dalla sua società per finanziare un progetto umanitario e durante il quale Largo viene a conoscenza che in un laboratorio messicano legato al Gruppo W è stato prodotto illegalmente un grosso quantitativo di grano modificato geneticamente, grano che adesso è scomparso e con esso uno scienziato del laboratorio, un tale Jack Place, il principale indiziato anche della morte di due agenti della sicurezza.Potevamo noi lasciare tutto questo impunito? Ma assolutamente no! E sarà così che vedremo il nostro figo alter ego virtuale girare spavaldamente per mezzo mondo in compagnia, a volte, di alcuni suoi fidati collaboratori, sulle tracce dello scienziato scomparso, nel tentativo di fare luce su cosa e chi si nasconde dietro all’intera faccenda (ma dico io, non ti potevi sniffare la coca come fanno tutti i ricconi?).Questa sommariamente la trama alla base del gioco che prende, come tanti altri, il titolo dal nome del protagonista (Largo Winch, appunto) e che ci vedrà in prima persona impegnati in quella che da anni costituisce la base di tutte le avventure grafiche e cioè: la risoluzione di enigmi.Trattandosi di un avventura non aspettatevi, una volta avviato il gioco, di trovarvi di fronte ad un menù principale ricco di alternative; il libero arbitrio ci consentirà di scegliere esclusivamente se iniziare una nuova partita, caricarne una precedentemente salvata, accedere alle opzioni di gioco oppure visualizzare i bonus (voce in cui confluiranno tutti i filmati e i sotto-giochi che avremo modo di vedere e intraprendere nel corso della storia).Cosa faremo naturalmente noi se non iniziare una nuova avventura?…………

Giocabilità e longevitàLa tendenza degli ultimi anni è stata quella di spostarsi da una struttura in due dimensioni all’agognato asse Z capace di dare quella sensazione di profondità che rende più credibile (non sempre!) la scena di gioco. Largo Winch da questo punto di vista, segue la corrente ricreando un mondo in 3D all’interno del quale il nostro personaggio muoverà i suoi passi alla ricerca di oggetti o personaggi con i quali interagire, allo scopo di individuare nuovi indizi capaci di condurlo alla verità.Nulla di nuovo dunque sotto il profilo della struttura di gioco, che ci vedrà indaffarati nelle varie locazioni ad esaminare luoghi, dialogare con i vari personaggi, raccogliere oggetti, combinarli tra loro e utilizzarli per risolvere gli enigmi che mano a mano incontreremo lungo il cammino. Per fare questo disporremo di un sistema di controllo semplice ed intuitivo: con i tasti direzionali del joypad muoveremo Largo (in coppia con il tasto R2 per farlo correre), mentre con i pulsanti gli faremo compiere le varie azioni sopraelencate e tutto grazie ad alcuni utili indicatori posti nell’angolo in alto a destra dello schermo che di volta in volta mostreranno l’azione corrispondente alla pressione di un determinato tasto (X per usare gli oggetti, O per esaminarli e così via). Ogni volta che Largo noterà qualcosa che lo attira, girerà la testa verso l’oggetto e questo si illuminerà per sottolineare che lo sguardo è rivolto verso di esso (stile Monkey Island 4). Per quanto riguarda invece l’inventario, come al solito al suo interno troveranno posto tutti gli oggetti raccolti dove sarà possibile studiarli più a fondo o combinarli a nostro piacimento.Un avventura però pone le sue fondamenta su due elementi essenziali: la storia e i rompicapo, e si misura non solo dalla complessità degli stessi, ma anche dal modo con cui sono stati concepiti e perché no, dalla loro originalità. Purtroppo in Largo Winch, anche se la storia in un modo o nell’altro si può salvare, gli enigmi mio malgrado no.Il difetto maggiore che li affligge è l’eccessiva facilità con cui si risolvono e come se non bastasse il nostro fido PDA (nel quale vengono annotate le cose più importanti) ci verrà costantemente in aiuto indicandoci di volta in volta il prossimo passo da fare, lasciando veramente poco al caso. Credo comunque che il vero problema degli enigmi, riguardi il modo in cui sono stati concepiti e disposti, considerando che nella maggior parte dei casi si risolvono raccogliendo alcuni oggetti da utilizzare all’interno della stessa locazione in cui li abbiamo raccolti. Non capiterà infatti quasi mai di portarci appresso gli oggetti per più di due locazioni, rendendo tutto ancora più facile di quanto non lo sia già. Nel tentativo di spezzare un po’ la monotonia che, inevitabilmente, dopo un po’ emerge, la Ubisoft ha pensato di inserire alcuni sottogiochi attraverso i quali l’avventura però non trae grande giovamento e che ci vedranno impegnati in fasi di lotta a turni oppure indaffarati a vestire i panni dell’hacker con l’ausilio di un programmino attraverso il quale penetrare nelle difese informatiche per prelevare codici di accesso o informazioni di vario tipo.Tra enigmi poco pregevoli e sottogiochi sicuramente non ostici, a farne le spesse è ovviamente la longevità che non è di certo a livelli elevatissimi, pur considerando che le locazioni da visitare saranno davvero tante (circa una sessantina) e la storia è tutto sommato abbastanza lunga,ci troviamo al cospetto di un titolo che dura le sue 7/8 ore e che una volta finito difficilmente verrà rigiocato.

Grafica e sonoroPer quanto riguarda gli aspetti tecnici la Ubisoft si è saputa giocare le sue carte, riuscendo a sviluppare delle ambientazioni discretamente complesse, ben caratterizzate e con texture davvero ottime. L’avventura si svolgerà prettamente in luoghi chiusi, mentre le zone all’aperto saranno veramente poche; nella stragrande maggioranza dei casi l’utilizzo di forti colori pastello, sapientemente mixati con effetti di luci e ombre costituirà l’aspetto predominante delle varie aree.Il tutto si accosta a dei buoni modelli tridimensionali (a volte forse un po’ spigolosi) accompagnati da skin ed animazioni discrete ma capaci, insieme alla forte spinta verso la caratterizzazione degli ambienti, di appesantire eccessivamente un motore grafico non ottimo e che nelle situazioni più complesse non nasconde qualche incertezza. Un po’ altalenante è invece la valutazione degli effetti grafici, alcuni veramente buoni come i fiocchi di neve, altri un tantino più scarsi come le esplosioni. Stesso discorso per i filmati che mi sono parsi in linea di massima un po’ troppo sempliciotti, mentre l’audio esce invece a testa alta, con un parlato davvero curato e degli effetti sonori nel complesso buoni, anche se non curati in maniera maniacale. Lo stesso dicasi per le tracce audio che si comportano egregiamente rivelandosi semplici nella composizione ma per questo non invasive e capaci di rendere più coinvolgenti le varie ambientazioni di gioco.

– Aspetti tecnici curati.

– Sistema di controllo buono.

– Longevità modesta.

– Enigmi troppo semplici.

– Un po’ troppo monotono.

6

LargoWinch è uno dei tanti titoli afflitti da eccessivi alti e bassi. Se da un lato cura gli aspetti tecnici come la grafica e il sonoro, dall’altro penalizza la giocabilità e la longevità, minandone le basi con dei rompicapo davvero semplici e per cui un amante delle avventure grafiche come me si sente “inutile” a causa del minimo sforzo mentale necessario per risolverli.

La scelta di alternare l’avventura a fasi arcade è sicuramente buona, ma non riesce a spezzare la monotonia che abbraccia l’intera produzione della Ubisoft.

Anche la storia non mi sembra a volte capace di risvegliare l’attenzione, o di accendere quella curiosità che spinge il giocatore a prendere in mano il joypad per vedere come va a finire.

Non mi sento di consigliarlo ai veterani delle avventure grafiche ma forse a chi preferisce giochi non troppo impegnativi ma comunque gradevoli.

Voto Recensione di Largo Winch - Recensione


6

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