Lanterna Verde: L'ascesa dei Manhunters
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a cura di Fatum92
Visto l’aumento di pellicole cinematografiche riguardanti gli eroi dei fumetti, sembra proprio che nell’ultimo periodo i cosiddetti Supereroi siano tornati di moda. Film, serie televisive, cartoni animati, videogiochi. Il mondo dell’intrattenimento è costantemente invaso da prodotti a loro dedicati. Lanterna Verde non fa certo eccezione. Dopo le discrete gesta ammirate sul grande schermo, eccolo raggiungere anche le nostre console HD con Lanterna Verde: L’ascesa dei Manhunters.L’eterna guerra tra il bene e il maleA differenza della controparte cinematografica, il videogioco, senza preoccuparsi di spiegare al giocatore il contesto nel quale sta per immergerlo, ci proietta immediatamente nella tuta di una Lanterna Verde. Si ha quindi l’impressione di “arrivare” a storia già iniziata. L’intenzione di rendere l’opera una produzione indirizzata ai fan del fumetto è quindi chiara sin dalle prime battute. Tutti gli altri, almeno inizialmente, faticheranno a comprendere il dipanarsi del plot e a familiarizzare con i personaggi presenti, seppur pochi. Nel gioco impersoneremo Hal Jordan, il primo essere umano prescelto per unirsi al corpo delle Lanterne Verdi, protettori dell’universo. Neanche il tempo di capire cosa sta succedendo che il quartier generale delle Lanterne, la Cittadella, viene attaccata dai Manhunter, un corpo di polizia robot soggiogato da un nemico sconosciuto. Comincerà così l’ennesima lotta tra il bene e il male.L’intreccio narrativo proseguirà in modo del tutto piatto e banale, trascinandosi sterilmente fino alla scontata e affrettata conclusione. Nonostante la trama ampli quella del film, la scarsa originalità di fondo e gli esigui, oltre che poco memorabili, colpi di scena non permettono alle imprese di Hal di raggiungere vette qualitative superiori alla sufficienza. Tenendo conto del target di utenza a cui aspira, però, Lanterna Verde: L’ascesa dei Manhunters saprà sicuramente stimolare gli appassionati a proseguire nella vicenda, i quali la troveranno comunque interessante.
Verde SperanzaLa Storia ci ha insegnato che quasi la totalità dei tie in si rivelano essere operazioni principalmente commerciali, con ben poco da offrire a livello di contenuti. Ciò nonostante, ogni volta, la speranza che questa “regola” venga smentita è sempre presente. Il caso di Lanterna Verde: L’ascesa dei Manhunters è particolare. Se da una parte troviamo un plot poco convincente e alcune meccaniche di gioco acerbe o eccessivamente abusate, dall’altra è impossibile negare come il gameplay sia tutto sommato capace di divertire. Pur regalando puro e semplice svago destinato ad esaurirsi in poche ore, è indubbio come certe dinamiche si dimostrino fondamentalmente riuscite. Ma procediamo con ordine. Il titolo è un classico action in terza persona alla God of War (con telecamere fissa), in cui il giocatore deve sconfiggere ogni minaccia proseguendo in ambientazioni eccessivamente lineari, dalle quali l’elemento esplorazione è stato del tutto eliminato. La ricerca di speciali meteoriti, nascosti in luoghi distanti sì e no qualche metro dal percorso principale, rappresenta in linea di massima la libertà di movimento concessa. Come ogni action che si rispetti però, il divagare per i livelli non è sicuramente il punto cardine della produzione, incentrata piuttosto sui combattimenti contro le continue ondate di nemici da massacrare. Prendere confidenza con il sistema di controllo è un’impresa facile e intuitiva. Chiunque mastichi almeno un poco il genere non avrà alcun problema a manovrare al meglio il proprio alter-ego… o quasi. Sebbene ritroviamo un tasto per colpi veloci, uno per quelli potenti e la leva analogica destra per le schivate, una scarsa reattività del personaggio virtuale non consente di eseguire perfettamente tutte le manovre di controllo. A causa della poca fluidità e della lentezza di alcune combo, taluni passaggi potrebbero risultare un po’ macchinosi e fastidiosi. Capita spesso di venire interrotti da un colpo nemico proprio mentre ci si destreggia in una serie di mosse. Una volta imparati a conoscere i limiti di movimento della nostra Lanterna Verde, però, padroneggiare tutte le tecniche di offesa regalerà le dovute soddisfazioni. Appena avviato il gioco le abilità disponibili saranno ovviamente pochissime. Accumulando esperienza sul campo di battaglia saliremo di livello e potremo acquistare diversi nuovi potenziamenti: migliorando gli attacchi standard si potrà dar vita a mosse brevi, ma efficaci mentre sfruttando le caratteristiche uniche dell’anello, fonte dei poteri di una Lanterna, potremo brandire una spada gigante o colpire i nemici con degli enormi pugni “olografici” (o martelli, una volta portata l’abilità ad un livello superiore). Visivamente interessanti, le combo appena descritte non sono altro che i normali attacchi veloci e potenti. Per quanto agitare una spada sia divertente, alla lunga affrontare i Manhunter attuando sempre le solite due o tre manovre di attacco è insufficiente a garantire una giusta varietà d’azione. Per fortuna, il vero punto di forza risiede altrove: nei poteri. Rendendosi acquisibili ad un ritmo serratissimo, dall’inizio dell’avventura fino agli ultimi attimi, permettono al giocatore di sperimentare sempre nuovi metodi di combattimento, scongiurando in parte la noia. Essendo il vero valore del gioco faremmo un grave torto ad un potenziale fruitore se li descrivessimo, ma considerando la loro quantità non ce ne vogliate se portiamo qualche esempio. In alcune situazioni saremo costretti a rilanciare le onde di energia nemiche. Quale modo migliore per rispedirle al mittente se non quello di “evocare” una mazza da baseball? Utile anche per scagliare in aria i rivali più piccoli. Il primo potere, invece, ci consentirà di colpire bersagli lontani con veloci colpi a distanza. Con un altro ancora avremo la possibilità di controllare un robot gigante potentissimo, distruggendo così facilmente anche i Manhunter più pericolosi. Ci fermeremo qui, sappiate solo che utilizzare i poteri consumerà la carica energetica dell’anello. È quindi necessario fare attenzione a scegliere quando, e contro chi, farne uso. Sconfiggendo i nemici andremo a riempire una barra ricurva che, una volta piena, permette di entrare in uno stato di supercarica in cui è possibile usare i poteri senza subire penalità in termini di energia. Ovviamente tale effetto ha una durata limitata.Ad ogni modo, consigliamo agli esperti del genere di iniziare l’avventura scegliendo il livello di difficoltà più alto. Morire sarà comunque un evento piuttosto raro, coincidente più che altro nelle battaglie contro i boss. Purtroppo i nostri avversari dispongono di un ristretto campionario di attacchi, rendendosi quasi sempre poco impegnativi da sconfiggere. L’Intelligenza Artificiale è in linea con il resto della produzione: mediocre. Il più delle volte i nemici staranno a guardare mentre vengono presi a suon di pugni o mosse varie. Solo nei momenti più concitati, con molte unità avversarie in campo, bisognerà fare discreta attenzione. Un buon uso dei poteri permette comunque di uscire incolume da ogni circostanza. Inoltre gli scontri propongono in maniera quasi asfissiante le stesse tipologie nemiche. Le prime due ore di gioco circa basteranno a farvi comprendere a pieno tutta l’offerta ludica di Lanterna Verde: L’ascesa dei Manhunters.Tutto qui?Malgrado l’intera esperienza si possa etichettare sotto il termine “standard”, non mancheranno alcuni piacevoli diversivi volti a rendere meno opprimente il susseguirsi dei combattimenti. Come precedentemente accennato, dovremo vedercela anche con un bilanciato numero di boss di fine livello. Lo scontro con essi risulta decisamente più appassionante dei duelli normali. Difficilmente si avrà l’occasione di battersi con antagonisti dalle enormi dimensioni. In ogni caso, in linea generale, le boss-fight appaiono ben strutturate, ma perfettamente nella media per il genere di riferimento. Il vero problema è lo stesso che affligge l’intera produzione sviluppata da Double Helix Games, ovvero la mancanza totale di sequenze o situazioni che facciano gridare: “Questa devo assolutamente rigiocarmela!” L’azione procede su binari troppo classici, con combattimenti adrenalinici, ma poco spettacolari. Una volta portata a termine la prima run, la voglia di riaffrontare un livello o di ricominciare il gioco dall’inizio sarà pari a zero.Comunque sia, vi sono altri due aspetti da analizzare: gli enigmi, e alcune fasi in cui potremo sfruttare i poteri dell’anello per volare. Per i primi c’è davvero poco da dire, in quanto solitamente basteranno pochi minuti per superarli. I poteri dovranno essere utilizzati anche per questi puzzle ambientali, ma non distinguendosi in nessun modo dai classici cliché a cui siamo abituati e presentandosi sporadicamente, risulta davvero difficile tenerli in considerazione. Il secondo aspetto merita invece un maggiore approfondimento. I livelli di volo si possono contare giusto sulle dita di una mano, sono solo tre. Ciò nondimeno, il loro contributo a beneficio del gameplay è indubbiamente elevato. Queste fasi spezzano in maniera egregia il ritmo di gioco, donando maggior varietà e alleggerendo sensibilmente l’esperienza. Ciò non potrebbe comunque risultare possibile se la loro realizzazione si dimostrasse scadente. Esibirsi in rocambolesche giravolte a mezz’aria e far fuoco liberamente su tutto ciò che si muove a schermo è, fortunatamente, una sensazione soddisfacente. In questi momenti il titolo si trasforma di fatto in uno shooter aereo, molto simile ai livelli apprezzati in StarFox 64, tanto per citare un recente remake. Come accade per la volpe di Nintendo, anche in Lanterna Verde verremo teleguidati dal gioco. Potremo solamente muoverci lateralmente per schivare attacchi o ostacoli ambientali, oltre che sparare. La limitata libertà non costituisce fastidio, tenendo conto di come la buona velocità d’azione e la possibilità di “trasformarsi” in un vero e proprio aereo militare, rendano queste fasi le più scenografiche di tutto il gioco.
Due Lanterne sono meglio di unaLa storia principale, della durata di circa sette – otto ore spalmate su dieci livelli, può essere affrontata anche in compagnia di un amico. Infatti, in qualsiasi momento, basterà premere il tasto start su di un secondo controller per gettarsi nella mischia. Questa modalità cooperativa in locale risulta un ottimo modo per spassarsela con un altro giocatore. Gli scontri diverranno ancora più facili, ma complice la possibilità di combinare i poteri il divertimento aumenterà. L’azione verrà inquadrata nel suo insieme, senza divisioni di sorta dello schermo, favorendo enormemente l’immedesimazione nel proprio personaggio. Una caratteristica in più che non fa mai male, capace di regalare dello spensierato divertimento. Ideale per una leggera serata in compagnia.
Effetti specialiAndiamo adesso a sviscerare la componente tecnica del titolo. Non smentendosi neanche sotto questo aspetto, Lanterna Verde: L’ascesa dei Manhunters appare un prodotto tecnicamente discreto. Di positivo si ricordano alcuni scorci di panorama dal buon impatto scenico, con molti elementi in movimento sullo sfondo, un design di alcuni livelli per niente malvagio, una realizzazione poligonale da non buttare ed effetti grafici interessanti. La scarsità di varietà, però, si fa sentire anche sotto questo frangente. Inoltre alcune textures andrebbero riviste. Per quanto concerne il comparto audio, invece, la situazione è leggermente migliore. Le tracce audio accompagnano l’azione in maniera piuttosto anonima, ma azzeccata; pur non facendosi ricordare o apprezzare particolarmente. Si tratta di brani orecchiabili, incapaci di donare maggior carisma o di enfatizzare in modo speciale le vicende. Buoni gli effetti sonori: puliti e ben inseriti nel contesto. Nel complesso svolgono il loro compito degnamente. Infine, l’aspetto meglio riuscito: il doppiaggio. Tra le persone che hanno prestato la loro voce ai personaggi di Lanterna Verde si contano doppiatori professionisti del calibro di Claudio Moneta, la voce proprio di Hal, il protagonista. Nonostante una performance meno significativa e incisiva rispetto ad altre produzioni, il lavoro svolto da tutti i doppiatori è comunque sopra la media, se escludiamo qualche lieve calo.
– Adatto ai fan
– Buona implementazione dei poteri
– Sezioni di volo divertenti
– Immediato e semplice
– Esperienza troppo standardizzata
– Gameplay a tratti noioso
– Pochissima varietà di situazioni
– Poca personalità
– Difficoltà bassa
6.0
Lanterna Verde: L’ascesa dei Manhunters è un action vecchio stampo che si lascia tranquillamente giocare. Le idee non mancano, tuttavia solo parte di esse è stata sfruttata a dovere. Il sistema di accrescimento dei poteri e abilità è senza dubbio l’aspetto vincente del titolo targato Warner Bros. Utilizzare le peculiari caratteristiche dell’anello di una Lanterna Verde per combattere i Manhunter diverte e, in alcuni casi, risulta persino appagante. Purtroppo il gameplay ha davvero poco da offrire, tanto che una manciata di ore bastano per assaporare tutto quello che c’è da provare. Per giunta si tratta di meccaniche fin troppo stereotipate. A risollevare il tutto dalla mediocrità non bastano qualche inconsistente enigma, una boss-fight entusiasmante, finish move a base di quick-time-events o sporadiche sezioni di volo, quest’ultime comunque in grado di raggiungere efficacemente il loro intento: spezzare il ritmo spettacolarizzando l’azione. Considerando la maggioranza dei tie in, Lanterna Verde è stato fortunato: Double Helix Games ha confezionato un gioco divertente, consigliato a tutti i fan del fumetto e/o della pellicola cinematografica. Rimane comunque un peccato, perché sarebbe bastato oliare la lanterna nei punti giusti, per rendere l’avventura di Hal Jordan interessante anche per tutti gli amanti del genere; i quali, prendendo atto dell’affollamento di action presenti sul mercato, avranno di meglio da fare.
Voto Recensione di Lanterna Verde: L'ascesa dei Manhunters - Recensione
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