Lantern
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a cura di Francesco Ursino
Il vento può rappresentare un elemento fastidioso e spesso insopportabile: scompiglia i capelli, rompe gli ombrelli, fa sbattere le porte della propria casa in maniera improvvisa, e in generale molte volte se ne vorrebbe proprio fare a meno. È evidente dunque come questo elemento naturale abbia i suoi vantaggi, che per amore di brevità evitiamo di elencare; partendo, però, proprio da questo spunto possiamo cercare di approfondire la nostra conoscenza di Lantern, gioco sviluppato da Storm in a Teacup che vuole proporsi come un valido rimedio allo stress quotidiano.
Vento d’estatePer parlare del background narrativo di Lantern sembra adeguato impostare il discorso a mo’ di fiaba: c’era una volta una principessa molto triste. Nel suo regno orientaleggiante, dominato da una lieta commistione tra natura e piccoli villaggi costituiti da case umili, mancava infatti l’amore. Questa solitudine, sempre più evidente e insopportabile, aveva letteralmente tolto la vitalità e il colore non solo dal cuore della povera protagonista, ma anche dalle case, dagli alberi e dai laghi circostanti. In questo quadro di grigiore generale, ecco arrivare il rimedio tanto atteso: una umile lanterna, accesa in un villaggio lontano, sospinta dal vento fino a lambire i luoghi cari alla principessa, in grado di riportare il colore e la serenità tanto agognate. Questo semplice incipit narrativo, trasposto in termini videoludici, ci consegna una sorta di titolo esplorativo in cui dovremo controllare proprio la lanterna, cercando di ricolorare il mondo circostante grazie al nostro semplice passaggio. L’idea di fondo, in qualche modo, richiama Flower, titolo di qualche anno fa pensato per PlayStation 3, sebbene Lantern possegga elementi peculiari. Si tratta di un gioco, come anticipato in precedenza, per rilassarsi, e prendere una pausa dalle proprie attività. In questo senso, i primi istanti del gioco possono spiazzare: il giocatore, infatti, prenderà il controllo della lanterna senza avere una indicazione precisa né su cosa fare, né su quali siano le potenzialità del proprio avatar fluttuante. Fatto sta che, evidentemente, appena ci si inizierà a muovere si comprenderà come l’obiettivo primario del gioco non sia altro che quello di girovagare per i quattro scenari proposti, cercando di ricolorare il più possibile il paesaggio. Una possibile indicazione dei nostri progressi sarà data dagli obelischi, di norma posti al centro dei piccoli insediamenti a cui dovremo dar nuova vita. Nel momento in cui queste strutture saranno totalmente illuminate, infatti, partirà una breve cutscene che confermerà l’avvenuta rinascita del villaggio, festeggiata con tanto di lanterne luminose libere di librarsi nell’aria. Questa semplice meccanica di gioco, allora, viene ripetuta per tutti i quattro livelli proposti, dedicati alle quattro stagioni. L’unica indicazione data dal gioco, in effetti, riguarda le possibili abilità della lanterna che, dopo aver dipinto una certa porzione di livello, potrà godere di una sorta di velocità aumentata per qualche secondo, oppure di un boost che provvederà a colorare in maniera istantanea un’area estesa. Queste due preziose azioni sono attuabili grazie ai due grilletti del pad che, come vedremo meglio in seguito, rappresenta la periferica di controllo più adatta.
Paesaggi da colorareAbbiamo detto che l’obiettivo, in Lantern, è quello di ricolorare i paesaggi grazie al passaggio della lanterna, in grado di riportare luce e vita. Va detto però che, in effetti, parlare del titolo in termini prettamente videoludici probabilmente non sarebbe totalmente corretto. Giudicare il prodotto Storm in a Teacup come un mero videogioco, infatti, porterebbe ad un giudizio complessivo tendente al mediocre, per motivi che è facile spiegare. In termini di puro e semplice gameplay, infatti, il gioco non offre sfide ed emozioni, a meno che non ci si metta in testa di colorare totalmente i livelli (cosa in effetti non necessaria al semplice superamento degli stage), o di ottenere tutti gli achievement. In altre parole, bisogna tenere bene a mente che nel momento in cui ci si approccia a Lantern ci si sta avvicinando a un progetto non propriamente convenzionale, almeno dal punto di vista del semplice divertimento videoludico. Chi sta cercando un puzzle game capace di metterlo alla prova, perciò, si ritroverà con un’esperienza, ripetitiva ed estremamente semplice. Il titolo in questione potrebbe fare al caso proprio, invece, se si è alla ricerca della possibilità di rilassarsi in compagnia di una grafica dai colori tenui e di musiche piacevoli.In ogni caso, continuando con l’analisi dei contenuti, nel paragrafo precedente abbiamo accennato al fatto che i vari livelli presentano alcuni obelischi: questi, posti al centro di piccoli villaggi, consentono di comprendere quanta parte di paesaggio necessita di essere colorata. Dopo aver sbloccato i tre totem presenti in ognuno dei quattro scenari, allora, si aprirà il grande portone che fa strada al livello successivo, e ovviamente al finale del gioco. Oltre a questa dinamica di base che, lo ripetiamo, può anche portare a non colorare completamente i vari livelli (visto che per avere successo è necessario ridare vita ai piccoli villaggi, e non necessariamente ai punti di raccordo tra gli stessi), sono presenti delle missioni considerabili secondarie. In ogni stage, infatti, è situato un piccolo tempio, comprendente una incisione inizialmente illeggibile. Sarà solo dopo aver individuato quattro rune nascoste in ognuna delle zone esplorabili, allora, che il messaggio si disvelerà davanti ai nostri occhi, regalandoci anche dei preziosi achievement. La presenza di questi piccoli elementi da individuare aumenta in qualche modo la rigiocabilità di Lantern: nel nostro caso, ad esempio, abbiamo provveduto in una prima run a sbloccare velocemente i vari livelli, occupandoci solo di illuminare appieno totem e villaggi; questo processo, che ha coinvolto i quattro livelli presenti, ci ha impegnato per circa due ore. In seguito, siamo tornati a compiere una seconda visita, questa volta senza fretta, proprio per scovare rune e angoli da colorare. In particolare, abbiamo riservato questo trattamento al livello invernale, proprio di un’atmosfera unica.
Scende la sera, le lanterne si illuminanoUn prodotto del genere, come è normale che sia, deve sopperire all’assenza di una qualsivoglia sfida con la creazione di un’atmosfera degna di essere vissuta appieno. In questo senso, Lantern riesce sufficientemente nell’obiettivo, grazie soprattutto ad un comparto grafico peculiare. L’aspetto estetico del titolo, volutamente squadrato e in qualche modo povero sotto il profilo del conteggio poligonale, restituisce un quadro stilizzato che ben si addice all’atmosfera. Risulta ben realizzato, peraltro, il passaggio dal grigiore generale iniziale alla rinnovata vitalità data dai colori, in special modo nel già citato paesaggio invernale. È proprio in questo stage, ambientato tra villaggi nascosti in caverne buie, che il gioco pare dare il meglio di sé, visto che l’ambientazione notturna fa da contrasto in maniera ottima agli ambienti trattati dalla lanterna che, una volta risvegliati, risplendono del calore delle lampade e proprio delle altre lanterne.Va detto, poi, che il titolo è fortemente pensato per essere fruito con i visori dedicati alla realtà virtuale, ma è sicuramente godibile anche in maniera più tradizionale (così come avvenuto durante le nostre prove). In questo senso, appare gradita la possibilità di fruire del gioco anche con il mouse, sebbene l’opzione preferita rimanga il pad (da utilizzare peraltro anche nel caso si disponga di un visore). In entrambi i casi, però, abbiamo notato in alcune occasioni una certa inerzia nei movimenti che talvolta può rendere il movimento della lanterna un po’ impreciso, specie nel momento in cui è necessario superare steccati o altri elementi del paesaggio. Il gioco, va detto, ha presentato inoltre qualche problema tecnico, in relazione al già citato paesaggio invernale; in alcuni precisi frangenti, infatti, il titolo ha proposto un blocco del video che non ci ha concesso di continuare. Dopo qualche tentativo, siamo arrivati a un compromesso: diminuendo il dettaglio delle due opzioni grafiche proposte (antialiasing e qualità delle ombre), siamo infatti riusciti a portare a termine lo stage. Molto interessante, cambiando argomento, il comparto sonoro: per ogni livello, infatti, sono presenti musiche che ben si associano all’atmosfera, e capaci peraltro di mischiare in maniera affascinante i tipici suoni orientaleggianti a sfumature decisamente più moderne ed elettroniche. È un peccato, però, che lo stesso singolo tema si ripeta per l’intera durata dei vari livelli, restituendo una vaga sensazione di monotonia dopo qualche minuto. Nel complesso, però, l’accostamento tra comparti audio e video risulta sicuramente azzeccato.
HARDWARE
Requisiti minimi: Sistema operativo: Windows 7 / 8.1 / 10 Processore: Intel Core i3 (i5-2500K for VR) Memoria: 2 GB di RAM Scheda video: Standard: nVidia GeForce GTX450 / VR: nVidia GeForce GTX970 or better DirectX: Versione 9.0c Memoria: 3 GB di spazio disponibile Scheda audio: DirectX® 9.0c compatible Note aggiuntive: VR Requirements: Core i5 2500K / 8 GB RAM / nVidia GeForce GTX970 or betterRequisiti consigliati:Sistema operativo: Windows 7 / 8.1 / 10 Processore: Intel Core i5 or equivalent Memoria: 4 GB di RAM Scheda video: Standard: nVidia GeForce GTX560 or similar / VR: nVidia GeForce GTX980 or better DirectX: Versione 9.0c Memoria: 3 GB di spazio disponibile Scheda audio: DirectX® 9.0c compatible
– Esperienza visiva interessante
– Pensato per la VR, ma tranquillamente fruibile anche in maniera tradizionale
– Può regalare momenti di relax…
– …oppure di noia, per chi si aspetta un titolo esplorativo tradizionale
– Contenuto multimediale abbastanza limitato
– Qualche imprecisione tecnica
7.0
Considerato anche il prezzo non proprio eccessivo (€ 6,99), sembra giusto dire che Lantern potrebbe costituire un sufficiente investimento per tutti coloro i quali siano alla ricerca di un’esperienza multimediale piacevole ed immediata. Il titolo, infatti, si basa su meccaniche di gameplay estremamente semplici e basilari che, se fruite con il giusto approccio, possono regalare qualche momento di relax. Il gioco, peraltro, tenta di risultare appetibile grazie all’inserimento di dinamiche che dovrebbero spingere alla rigiocabilità, e può vantare un comparto tecnico che, pur senza strafare, riesce a regalare buoni scorci, sfruttando i giochi di colori e il contrasto tra ambienti bui e illuminati. Nel complesso, tenendo nuovamente conto del prezzo, e della possibilità di giocare sia tramite visori VR che in maniera tradizionale, è possibile giudicare il prodotto come discreto. Tutto ciò, lo ripetiamo, a patto di avere ben compreso la tipologia di titolo, ed il suo fine ultimo.
Voto Recensione di Lantern - Recensione
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