Come avrete sicuramente notato già
dalle recensioni dei precedenti episodi, ora come ora
Guardiani della Galassia di Telltale non sembra avere le carte in regola per affermarsi come la miglior serie di avventure grafiche firmate dalla software house.
Superati i primi tre capitoli, con diversi alti e bassi, siamo arrivati al cospetto di Who needs you?, con chiaro in mente che gli sceneggiatori devono dare una svolta agli eventi, se vogliono lasciarci con il fiato sospeso in attesa del gran finale. Ci sono riusciti? In un certo senso sì, ma non nel modo che molti si aspettavano.
A chi importa del cattivo?
Se già con i precedenti episodi era chiara la struttura narrativa scelta dal team di sviluppo, in questo quarto capitolo le cose si fanno ulteriormente manifeste: dopo aver scoperto da vicino alcuni membri dei Guardiani, questa volta è il turno di Drax, di cui possiamo scoprire il passato grazie a delle fasi di flashback giocabili, peraltro molto ben realizzati.
All’approfondimento dei protagonisti sembrava lecito attendersi l’affiancamento di un forte filone narrativo, una di quelle avventure da eroi da affrontare per salvare l’universo. Tutto questo, non ha alcuna rilevanza e passa totalmente in secondo piano in Who needs you?, nel quale la sceneggiatura principale non fa mezzo passo in avanti, mentre le sequenze si concentrano sui rapporti tra i Guardiani, sui loro trascorsi, su ciò che condividono. La parte più interessante è che proprio questo—quello che più di tutti se ne frega della lotta all’antagonista malvagio che mette in pericolo l’universo—risulta essere, ora come ora, l’episodio più riuscito della serie, con distacco.
Scoprire i Guardiani passo dopo passo è interessante ed a tratti emozionante, mentre per il momento il conflitto con quello che dovrebbe essere il grande antagonista dei nostri beniamini non è mai riuscito a decollare. Se, insomma, da un lato abbiamo una fabula relativa ai conflitti con il cattivo che non riesce a scaldare il cuore e a riempirvi di adrenalina, dall’altro abbiamo uno sviluppato intreccio dedicato ai Guardiani scritto con intelligenza e grande consapevolezza del mezzo utilizzato. In vista dell’episodio conclusivo, gli autori dovranno riuscire a far convivere in modo memorabile le due cose, portando quindi ad un gran finale che possa dare almeno un po’ di spessore al conflitto con il nemico della storia per ora abbozzato, senza dimenticare però di mantenere l’anima e le sfumature dei Guardiani che abbiamo scoperto episodio dopo episodio.
C’è da appuntare anche un altro elemento particolarmente interessante: all’interno di Who needs you?, le scelte cominciano seriamente a pesare. Se quella che sembrava fondamentale, in chiusura all’Episodio 3, potrebbe non essersi rivelata così decisiva come credevamo, vi renderete conto via via che alcune altre—che magari avete preso in leggerezza in passato, di puro istinto—potrebbero presentarvi un conto decisamente salato.
Anche in questo, abbiamo gradito la scrittura di questo quarto episodio di Guardians of the Galaxy: per la prima volta, dall’inizio della serie, si ha la sensazione di avere un peso nelle vite e nelle sorti dei protagonisti, che tra una battuta scanzonata ed una canzone rock, stanno comunque affrontando delle situazioni di rischio di cui saremo noi a doverci fare carico.
Nel complesso, insomma, la scrittura di Who needs you? mette a nudo sia il fatto che il filone della sceneggiatura che doveva essere principale non sia affatto il più brillante (e sembrano saperlo perfettamente anche gli stessi autori), sia quello che sono i protagonisti e le loro storie a spingervi davvero a tornare per il prossimo episodio. Il conflitto con il nemico è piuttosto un mero pretesto per portarci dentro la Milano a scoprire Peter e compagni—che in questo episodio più che mai vengono raccontati con quella sapienza a cui Telltale ci aveva abituati nelle sue serie più apprezzate.
Prendiamoci il tempo di vivere quest’avventura
Dopo un Episodio 3 che premeva forte sul pedale dei QTE, abbiamo apprezzato il fatto che Telltale abbia saputo gestire i ritmi del gameplay in questo Episodio 4, concedendo al giocatore un po’ di equilibrio. In questo caso, i QTE sono ridotti all’osso (e alcuni sono fin troppo punitivi), mentre vengono sfoderate diverse scene dedicate all’esplorazione. Considerando che l’intero plot del capitolo si svolge in una manciata di ambientazioni—mentre nei vecchi episodi si andava da una parte all’altra—avrete tutto il tempo di familiarizzare con atmosfere e peculiarità, con anche qualche momento di esplorazione verticale. In ogni caso, le mansioni da compiere risultano sempre estremamente basilari e lineari, anche se in molti casi sono arricchite dai dialoghi ben realizzati.
Merita sicuramente una menzione anche il sapiente uso del sonoro fatto da Telltale, capace di accompagnare le sue sequenze o di offrire suoni di contrappunto estremamente efficaci, che in alcune situazioni rendono perfettamente il clima fuori di testa della pellicola originale. All’interno di una sequenza fa capolino anche la celebre “Stone cold crazy” dei Queen, ma non vogliamo anticipare in che modo sia stata utilizzata e vi lasciamo tutto il gusto di scoprirlo.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, abbiamo notato solo qualche piccolo e sporadico rallentamento su PS4 Pro, che non mina comunque l’esperienza di gioco e che si è limitato a pochi istanti tra un dialogo e l’altro.
– Caratterizzazione dei personaggi riuscita
– Alcuni momenti nel pieno stile dei Guardiani della Galassia
– Le fasi esplorative risultano più interessanti dei QTE e qui abbondano
– Musica geniale nell’accompagnamento e nel contrappunto
– La sceneggiatura principale non si muove di un centimetro ed è completamente trascurabile
– Qualche sporadico rallentamento su PS4
Who needs you? risulta essere, ora come ora, l’episodio più brillante di Guardians of the Galaxy. Voltando letteralmente le spalle alla sceneggiatura principale che si concentra sul conflitto con gli antagonisti, questo capitolo ci parla invece intimamente dei Guardiani e dei loro rapporti, portandoci a capire ciascuno di loro come non si era mai riusciti a fare prima. In vista del finale, però, Telltale dovrà sicuramente trovare il modo di dare una spinta e una ragion d’essere anche all’eventuale scontro con la truppa dei “cattivi”—non perché si senta l’impellente necessità di approfondirli, ma per evitare che le sequenze passate a loro dedicate finiscano con il lasciare in bocca il sapore di mero filler.