Recensione

La bussola d'oro

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a cura di OrsoR@ro

Ormai è una consuetudine: dal grande schermo alla console di casa nostra, il passo è breve. E allora eccoci a commentare l’ennesimo – scusate il neologismo – “videogioco da film” dal titolo “la bussola d’oro”, che rappresenta il primo libro della trilogia “Queste oscure materie” scritta da Philip Pullman. Questa volta tocca a SEGA l’arduo compito di trasformare la realtà in texture, i protagonisti reali in un insieme di poligoni. Molto spesso, gli appassionati non guardano con favore a tali giochi, accade con frequenza che il titolo deluda le aspettative. Basti guardare al recente passato con Beowulf, tie-in attesissimo, classificato con mediocrità.

Un mondo paralleloL’avventura che andiamo ad intraprendere si svolge in un mondo parallelo al nostro, dove la fantasia e l’immaginazione prendono il sopravvento sulla realtà. Protagonista nel gioco, così come nel film da cui è tratto, è Lyra, ragazza appena dodicenne che si troverà costretta a salvare il suo amico Roger, rapito misteriosamente. Appena avviata la partita, saremo subito immersi nell’azione di gioco, trovandoci tra i ghiacci del polo nord, dove ha sede la misteriosa compagnia che rapisce i bambini. Questa scena rappresenta in realtà la fine del gioco e ciò lo si capisce quando una voce narrante – terminato il primo livello -inizierà a presentare la storia dal suo principio, portandoci temporalmente indietro di due mesi. Sarà al “Jordan college” che avvieremo il nostro cammino e da qui il gioco racconterà le avventure o disavventure della giovane protagonista, di come si sia trovata coinvolta in questa brutta situazione, degli incontri che farà durante il suo viaggio, fino ad arrivare nuovamente al polo nord; proprio da dove abbiamo iniziato.

Lyra, Pan e IorekLa bussola d’oro è principalmente un’avventura dove la nostra eroina si muove in vari ambienti, con lo scopo di raccogliere oggetti, parlare con i personaggi che incontrerà durante il suo cammino, completare diverse missioni assegnategli, riuscire a risolvere alcuni minigiochi e infine, ma molto importante, rispondere a vari quesiti, utilizzando l’aletiometro, arnese antico meglio conosciuto come: bussola d’oro. Di questo fondamentale strumento ci occuperemo successivamente in maniera più approfondita. I comandi di gioco sono pochi e semplici. Essi saranno sempre mostrati nell’interfaccia in basso a destra così che in ogni momento sappiamo quali azioni ci sono concesse. I movimenti e le capacità cambiano a seconda del personaggio che dobbiamo utilizzare in quel tratto. La scelta del personaggio non sarà nostra ma della cpu e principalmente ci troveremo a vestire i panni di Lyra, coadiuvata dal suo piccolo amico Pan o del potentissimo orso Iorek che ci aiuterà nell’ardua missione a condizione però di recuperare l’armatura sottrattagli.

Lyra non sarà quasi mai impegnata in combattimenti corpo a corpo, ma se mai dovrà sfidare qualcuno non avverrà a suon di calci e pugni, ma attraverso delle sfide in cui saremo chiamati a premere con il giusto tempismo alcuni tasti del pad. Lei è la mente del gruppo, capace con le sue parole di ingraziarsi la collaborazione di tutti. Sono proprio i dialoghi ad essere uno dei punti focali per l’intero gioco. Molto spesso ci toccherà ingannare qualcuno, magari per farci aprire una porta o per convincerlo a consegnarci un oggetto utile per la missione. Ad ogni dialogo dovremo risolvere vari minigiochi, e sarà solo attraverso questi che Lyra riuscirà a dare risposte convincenti ai nostri interlocutori, altrimenti dovremo ripetere il dialogo dall’inizio. Tutti i minigiochi si svolgono in un piccolo riquadro presente durante ogni conversazione in basso a destra. Occorrerà scansare determinati oggetti, picchiettare su altri, acchiapparne degli altri ancora, avendo a disposizione pochi secondi per farlo. Il risultato positivo di queste prove sarà valutato con un simbolo verde, che potrà passare – a causa di errori – per il giallo fino ad arrivare al rosso. Per superare il dialogo e andare avanti nel gioco ci è concesso arrivare al giallo, ma non oltre, il simbolo rosso determinerà il nostro insuccesso con la conseguenza di dover iniziare nuovamente l’approccio. Considerata la facilità di tali minigiochi, c’è anche da segnalare la loro ripetitività con l’alto rischio di rendere monotono l’intero titolo, considerato il fatto che molto si basa su tali dialoghi. Oltre tale aspetto fondamentale, Lyra sarà impegnata a scalare pareti, saltare da una piattaforma all’altra, scovare oggetti e quant’altro richiestole per giungere alla meta. Nel fare ciò si servirà del suo “daimon”. Questi sono delle incarnazioni di anime in corpi dalle fattezze animali, possono parlare e assumere le sembianze più disparate; nel nostro caso si chiama Pan. Essenzialmente sono quattro le mutazioni che useremo. La prima a forma di ermellino ci farà acquisire la possibilità di esaminare oggetti e capirne il significato. La seconda, un’aquila, grazie alla quale riusciremo a planare delicatamente. La terza un gatto, che consentirà di scattare velocemente o arrampicarci su per le pareti. Infine, il quarto, una scimmia che ci aiuterà nell’afferrare liane o appoggi per poter andare da un luogo all’altro. Queste in estrema sintesi i comandi di gioco della protagonista femminile.

Di contro, abbiamo la possibilità, in alcuni tratti, di guidare l’orso Lorek, imponente nella sua fisicità. Qui entra in campo la forza con i combattimenti in stile più classico. Tasto A per una combo di pugni ( o meglio sarebbe dire zampate), B per un attacco speciale e X per parare i colpi. Accanto a ciò si inserisce qualche presa attraverso la pressione ad un tempo di X e A quando si è in prossimità di nemici. A dire il vero tali combattimenti sono abbastanza ripetitivi e la scarsa difficoltà non aiuta a vivacizzare l’azione di gioco. Stesso discorso durante tutto il percorso di Lyra, un po’ fiacca l’azione , abbastanza “lenta”, caratterizzata da un’alta facilità. Spesso, nonostante l’apparente vastità delle aree, si cela una grande limitatezza. I percorsi da seguire sono quasi prestabiliti e non ci sarà concessa nel livello una grande libertà di esplorazione, ad eccezione della città di Touselland in cui approderemo ben presto e nella quale ci sarà concesso di girovagare un po’ di più, restando in fin dei conti una piccola cittadina abbastanza limitata.

Il mistero della bussola d’oroPerno attorno a cui ruota tutto l’emisfero magico del gioco è l’aletiometro, meglio conosciuto come la bussola d’oro. Tale arnese ha un potere immenso: è in grado di rispondere a qualsiasi genere di domanda gli venga posta. La bussola è composta da varie lancette, da 36 simboli e da infiniti significati. Si tramanda che in passato la bussola venisse accompagnata da una sorta di “libretto di istruzioni”, grazie al quale era possibile decifrare tali simboli in tutta facilità. Purtroppo la nostra Lyra viene in possesso del solo manufatto; toccherà a lei dare la giusta interpretazione a ciascuna immagine. Esse, ripetiamo, sono 36 ma ognuna può rappresentare tre diversi significati. Per riuscire a comprenderli servirà scovare nei vari livelli delle sfere luminose, oppure studiando determinati oggetti con l’aiuto del nostro “daimon”. Quando ci verrà posta una domanda avrà inizio lo strano meccanismo della bussola; ecco come funziona. Ci saranno indicate tre parole. Ognuna di essa, deve essere accoppiata ad un simbolo. Questo abbinamento avverrà automaticamente nel caso in cui conoscessimo già il significato della parola, altrimenti toccherà a noi trovare delle comunanze tra la parola indicataci e i simboli presenti sul bordo della bussola. Per fare un esempio la parola “peccato” dovrà essere associata al simbolo della mela, che però potrà avere anche altri due significati. O ancora, il termine “lavoro” dovrà essere ricondotto al simbolo dell’alveare. Queste combinazioni tra parole e simboli a volte risultano scontate, come nell’esempio della mela, altre volte è un po’ più complicato. Una volta accoppiati i tre termini ad altrettanti simboli ci verrà chiesto di verificare il risultato. Più parole avremo indovinato, più facile sarà per noi scoprire la risposta alla domanda. Infatti, il passo successivo è quello di concentrarsi, e per fare ciò occorre mantenete con lo stick analogico il cursore al centro della bussola e premere una determinata sequenza di tasti. La facilità di tale operazione dipenderà dall’esito dei nostri accoppiamenti parola/simbolo; tante più risposte giuste, tanto più facile sarà concentrarsi. Fatto ciò, saremo illuminati sulla risposta alla iniziale domanda. Questo sistema sembra non fare una piega; molto originale e coinvolgente. Non è perfettamente così. Tutto il sistema viene ad essere vanificato dal fatto che, anche non abbinando correttamente i simboli, ci sarà abbastanza facile scoprire la parola; basterà solo avere mano ferma nel tenere lo stick al centro della bussola. Perché allora scervellarsi ad accoppiare i simboli e le parole quando possiamo lo stesso avere la nostra risposta? Ai posteri l’ardua sentenza.

Ciak si gira: motore, azione!Punto debole del gioco risulta principalmente la grafica. Essa è poco particolareggiata, ed in primis i personaggi sono composti da pochi poligoni, non sufficienti per esprimere un certo realismo che le console di nuova generazione hanno dimostrato di poter raggiungere. Spesso nei dialoghi e nelle inquadrature ravvicinate si nota tale deficit, così che i personaggi del gioco poco somigliano alle controparti del film: tanto per capirci, la splendida Nicole Kidman sarà meglio apprezzarla sul grande schermo, perché qui poco o nulla rimane del suo fascino. A parte ciò, i movimenti dei protagonisti sono troppo meccanici e quasi innaturali, soprattutto durante i dialoghi, dove capiterà spesso che il nostro interlocutore si muoverà avanti e indietro con il corpo senza alcuna logica. Le cut scene tra un episodio e l’altro non sono disegnate ma tratte direttamente dal film. Da un lato ciò può anche piacere, dando un senso di realismo che manca durante il gioco, ma dall’altro è causa di lunghi caricamenti.I dialoghi sono interamente doppiati in italiano e, nonostante una buona enfasi nelle frasi, riesce male la sovrapposizione dell’audio al video. Come accaduto in altri giochi, sembra che non siano i personaggi a parlare, e questo lo si nota ancora di più in alcuni casi quando – oltre ad una scarsa sincronia nel doppiaggio – vi è la completa assenza del movimento labiale; parlare a bocca completamente chiusa è un’impresa che non riesce nemmeno ai migliori ventriloqui.

– Riproduce fedelmente il film

– Buono il sistema della bussola

– Indirizzato ad un pubblico giovane

– Grafica scarna

– Longevità limitata

– Semplice

5.5

La bussola d’oro è l’ennesimo tentativo di trasformazione da un film ad un videogioco. La trama e la storia vengono riprodotte fedelmente e il sistema della bussola è alquanto originale e molto godibile, forse doveva essere reso più difficile.

Il lato negativo è rappresentato dalla grafica, veste poco curata e non all’altezza di quanto le console di nuova generazione hanno mostrato in alcuni titoli rilevanti. Altra pecca è la longevità non particolarmente elevata. Basti pensare che i primi sei livelli (su un totale di undici) si completano in poco più di cinque ore.

In definitiva, La Bussola d’oro si è rivelato un prodotto indirizzato per un pubblico giovane pur considerando che il modo migliore per godersi questa favolosa storia resta leggere il libro.

Voto Recensione di La bussola d'oro - Recensione


5.5

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