Recensione

La Battaglia per la Terra di Mezzo

Avatar

a cura di Maxduro

Non ci sono parole per esprimere quanto ansiosamente aspettassi questo titolo, considerato che sono un grande estimatore dell’opera Tolkeniana ed un amante in generale degli strategici “real time”. Visto l’”hype” accumulatosi attorno a questa produzione targata EA Games e nota la qualità caratteristica dei prodotti videoludici della software house americana vi erano tutte le premesse per aspettarsi un capolavoro nel suo genere o come minimo un gioco che avrebbe lasciato il segno nei cuori degli appassionati. Oltre a ciò, nel corso del lungo periodo di sviluppo, i programmatori hanno insistentemente e volutamente solleticato gli appetiti ludici dei giocatori lasciando intuire che The Lord of The Ring: Battle for the Middle Earth (BFME) sarebbe stato condito da una grafica da capogiro e da implementazioni tattiche e strategiche del tutto nuove. Una delle anticipazioni più allettanti riguardava l’introduzione di comportamenti esplicitamente emozionali esibiti dalle nostre truppe, la gestione dei quali avrebbe costituito un elemento strategico mai implementato prima. Per intenderci, gli autori hanno espresso il desiderio di “impregnare di emozionalità” gli scontri campali conferendo alle unità una sorta di primitiva reazione emozionale alle differenti situazioni belliche. Si prefigurava uno scenario in cui i soldati isolati avrebbero potuto, terrorizzati, non obbedire agli ordini del giocatore quando questi li avesse superficialmente mandati ad affrontare morte certa; al contrario un battaglione serrato avrebbe mostrato quella risolutezza nell’eseguire gli ordini che deriva dalla sicurezza infusa dal gruppo. Il giocatore si sarebbe dunque trovato a gestire non già dei semplici pupazzi digitali ciecamente proni al suo volere ma delle entità con una scintilla di rudimentale coscienza del pericolo e paura della morte. Se avrete la pazienza di leggere il resto di questa recensione scoprirete se queste aspettative si siano o meno concretizzate nella versione “retail” di BFME.

BFME arriva sugli scaffali e sui nostri monitor preceduto e accompagnato da una pletora di produzioni basate sulla fortunata saga del “Signore degli Anelli”; complessivamente BFME è il migliore di tutti i videogiochi fino ad ora prodotti su questo background. Le sue caratteristiche peculiari sono una grafica ed un sonoro eccezionali, conditi da un gameplay di tutto rispetto che si snoda attraverso due lunghe campagne single player; queste sono giocabili sia nei panni dell’esercito di Mordor che in quelli dell’alleanza formata da uomini, elfi, nani e ovviamente hobbit.

Appena istallato, BFME non lascia adito a dubbi circa la qualità generale del titolo, rivelandosi immediatamente apprezzabile sia grazie alle bellissime schermate di introduzione che all’evocativo design dei menù di gioco. Lanciatisi però nella mischia e caricate le prime schermate di gioco ci si accorge immediatamente che quello appena visto costituisce la punta di un iceberg in termini di cura grafica e sonora. Una volta selezionata la fazione con la quale schierarsi, si accede ad una stupenda panoramica della terra di mezzo, una rappresentazione fedele e vitale delle mappe presenti sul libro di Tolkien. Personalmente ho perso i primi dieci minuti di gioco ad esplorare questa nuova prospettiva delle lande immaginate dal prolifico autore ricercando località a me note come il Fosso di Helm o la Contea e cercando di cogliere i rapporti topografici tra le varie regioni. Il livello di dettaglio infuso dagli autori in questa mappa, unitamente ad una serie di elementi in movimento come il fumo che fuoriesce dal monte Fato, i Nazgul che si aggirano minacciosi sulla Terra di mezzo, l’occhio di Sauron che scruta senza sosta le varie regioni, contribuiscono senza dubbio ad innalzare la sensazione di coinvolgimento emanata da BFME.Questa mappa, però, non ha solo la funzione di farci strabuzzare gli occhi, ma rappresenta attivamente i territori sui quali saremo chiamati a combattere per difendere (o distruggere) gli abitanti di queste terre. BFME presenta, infatti, l’alternanza di due fasi, una “tattica”, in cui dovremo selezionare il territorio su cui spostarci con il nostro esercito fra quelli disponibili, seguita da una fase “attiva” in cui passeremo all’azione sul territorio selezionato. La fase tattica non brilla per complessità e richiede solo che si scelga il territorio confinante da attaccare. Si potrà in genere scegliere se proseguire con il gioco selezionando un territorio chiave o potenziare il nostro esercito conquistando uno o più territori limitrofi; il controllo di queste regioni infatti permette di ottenere o punti comando, che aumentano il numero massimo di truppe schierabili in battaglia, o punti potere, necessari a sbloccare una serie di utili abilità speciali.Nella fase “attiva” di gioco, BFME si presenta come un magnificente ma tradizionale strategico in tempo reale orientato al combattimento. Una delle sue principali caratteristiche è che non dovremo preoccuparci troppo delle risorse per costituire le nostre forze. Le strutture per il rifornimento di risorse potranno essere costruite solo su locazioni prestabilite o come suggerisce il gioco “dotate di fondamenta”. Una volta completata la costruzione esse funzioneranno autonomamente fornendo una generica risorsa in maniera continua. Di conseguenza, nelle prime fasi di gioco, considerando gli slot disponibili alla costruzione, la nostra unica preoccupazione sarà quella di bilanciare il numero delle strutture produttive e quello delle strutture che, con la produzione di milizia di varia natura, consumano le risorse. In questo modo il giocatore è svincolato dalla gestione e approvigionamento e può concentrarsi sull’organizzazione della battaglia. La gestione delle truppe, un po’ come accade in Rome: Total War, si basa sull’utilizzo di battaglioni piuttosto che di singole unità. Questi ultimi vengono prodotti, come accennato, da apposite strutture che nel corso del gioco possono essere migliorate e quindi produrre unità nuove o più potenti. Gli eserciti che potremo controllare nel corso del gioco e nelle varie modalità multiplayer sono quattro: l’esercito dei cavalieri di Rohan, in grado di spezzare e travolgere le file nemiche con la furia dei cavalli da guerra; l’esercito di Gondor, specializzato invece nelle tattiche difensive; gli eserciti di Isengard e di Mordor che ci permetteranno di comandare rispettivamente i potenti Uruk-Hai e i selvaggi Orchi, ed entrambi basati sulla produzione soverchiante delle unità. Una delle caratteristiche più interessanti di BFME è che non dovremo costruire un esercito ogni volta che iniziamo una nuova missione ma ci porteremo dietro le unità accumulate e sopravvissute ai precedenti scontri. Le singole guarnigioni poi, possono aumentare di livello e potenziarsi notevolmente nel corso della partita. Questo conferisce a tutta l’esperienza di gioco un piacevole senso di continuità ed inoltre introduce un elemento strategico costituito dalla gestione dei battaglioni di differente livello. Un ruolo fondamentale sarà giocato dagli eroi, unità particolarmente potenti, anch’esse in grado di salire di livello e dotate di abilità speciali che utilizzate in maniera corretta sono in grado di rovesciare le sorti di una battaglia. Solo per fare alcuni esempi, Aragorn può curare i battaglioni vicini o richiamare l’esercito dei morti in suo soccorso. Saruman, invece, è in grado di scagliare poderose “fireball” o sbalzare folti assembramenti di nemici come fuscelli. Numerosi sono gli eroi che potremo controllare direttamente sia per lo schieramento di Mordor che per quello degli uomini liberi e in molti casi essi costituiranno una forza insostituibile nella gestione degli scontri più concitati. Una piccola pecca di BFME è quella di non aver differenziato esteticamente gli eroi in maniera da renderli facilmente riconoscibili. Nonostante ciò, un’icona rappresentante il loro volto, situata nella parte bassa dello schermo, ci consentirà di accedere ad essi rapidamente ed eventualmente tirarli fuori da situazioni pericolose o compromesse nel caso li avessimo persi di vista. BFME gestisce in maniera un po’ ambigua la sopravvivenza dei nostri eroi. In alcune sessioni di gioco, infatti, ci sarà richiesto come obiettivo (pena il game over) che nessuno di essi perisca in battaglia; in altri momenti invece il nostro Gandalf o Saruman di turno potranno soccombere senza che ciò determini il game over, e potranno successivamente essere resuscitati nella torre centrale della nostra Cittadella. Ritengo che queste apparenti incongruenze siano determinate dalla non facile necessità di miscelare agli eventi narrati da Tolkien la possibilità offertaci dal gioco (schierandosi con le forze di Mordor) di stravolgerli completamente. La scelta degli sviluppatori di non far morire Boromir nello scontro di Amun Hen o di inserire un improbabile scontro a suon di fulmini tra Gandalf e il Balrog nelle caverne di Moria, potrebbe far storcere il naso ai puristi ma va considerata come un obbligato compromesso in una simile produzione.

Da un punto di vista meramente tattico BFME si dimostra meno solido di quanto ci si potesse aspettare e la maggior parte degli scontri tende a risolversi in caotiche ammucchiate di corpi affastellati. A parte, infatti, la dirompenza della cavalleria di Rohan sulle file degli inermi fanti avversari, gli scontri campali si sviluppano secondo lo schema “moltitudine-devasta-minoranza” e non si ha quasi mai la sensazione di potere intervenire in maniera più strategica sugli scontri. È pur vero che vi è una distinzione sensibile fra le varie unità da battaglia (fanteria, cavalleria, picchieri, armi d’assedio ecc.) ognuna con i suoi punti forti e deboli; tuttavia, la limitatezza delle opzioni di controllo delle unità che impedisce di impartire ordini precisi e di gestire in maniera puntuale grossi agglomerati di truppe, rende questa distinzione non effettivamente penetrante ai fini del gameplay. Anche l’implementazione dell’”engine emozionale” risulta alla lunga un’aggiunta puramente cosmetica e, in alcune occasioni, può anche provocare una certa frustrazione. Capita, ad esempio, che interi battaglioni nel cuore di uno scontro rimangano immobili di fianco al nemico che massacra una nostra guarnigione ed è necessario impartire manualmente l’ordine di attacco. In battaglie con centinaia di unità, monitorare continuamente tutte le schermaglie può risultare particolarmente difficoltoso oltre che tedioso. Si sente la mancanza di un’opzione, presente ad esempio in Rise of Nation, che consenta di delegare all’intelligenza artificiale il controllo delle truppe in situazioni troppo affollate. Nonostante queste “defiances”, che non fanno certamente la gioia dell’amante incallito di RTS, la sensazione generale trasmessa dal gameplay di BFME è piuttosto gratificante e coinvolgente e la grandiosità estetica e sonora che accompagna gli scontri costituisce, per sé, un valido elemento di intrattenimento.

Non mi soffermerò troppo nel descrivere l’aspetto puramente estetico del titolo visto che nel corpo della recensione ho già accennato quanto esso si attesti su livelli eccellenti. Certo, cotanta altisonanza estetica si paga a caro prezzo in termini di risorse hardware necessarie e nelle situazioni di maggiore popolamento, fra esplosioni, bolidi di catapulte, corpi sbalzati, girandole di fumo e crollo di edifici, anche i computer più potenti potrebbero subire rallentamenti e mostrare il fianco a qualche scatto di troppo. Lo spettacolo offerto da BFME, però, vale senz’altro questa piccola lesione d’orgoglio. Anche il comparto audio è perfetto ed incalzante. Il gioco è completamente e ottimamente doppiato in italiano dalle voci originali dei doppiatori del film. La colonna sonora è anch’essa a livelli di produzione cinematografica e non mancherà di suscitare emozioni e sottolineare con stacchi adeguati ed ispirati lo svolgersi incalzante della trama principale.

Per finire, se dopo le 50-60 ore di gioco offerte dalle due campagne singleplayer, non vedete l’ora di tornare a guerreggiare sulla Terra di Mezzo, non vi resta che accedere alle modalità “skirmish” o multiplayer online; qui, sfruttando le mappe viste ed affrontate nel corso delle campagne si potranno organizzare scontri stuzzicanti e mettere alla prova le vostre capacità contro l’intelligenza viva di uno o più avversari in carne ed ossa. Le opzioni di gioco consentono di selezionare qualsiasi scenario e di far fronteggiare anche fazioni amiche (leggasi Gondor Vs Rohan e Mordor Vs Isengard) o qualsiasi combinazione vi aggradi fino a otto giocatori in contemporanea.

HARDWARE

Requisiti minimi:
Processore da 1,3 Ghz, 256 MB di RAM, scheda video con 32 MB, 4 GB su hard disk.

– Grafica e sonoro incantevoli

– Solido e longevo gameplay

– Piccole imperfezioni dell’IA delle truppe

– Ripetitività delle missioni secondarie

8.5

In definitiva Il Signore degli Anelli: La Battaglia per la Terra di Mezzo è un gran gioco. Longevo, immersivo, coinvolgente, visivamente ed acusticamente splendido. Non credo passerà alla storia come l’RTS più innovativo di tutti i tempi, ma è in grado di offrire ore ed ore di gameplay vario ed evocativo sia in single che in multiplayer. E’ accompagnato da una colonna sonora d’effetto e completa; è ricco di dettagli e così squisitamente curato da ricacciare in secondo piano dei piccoli difetti che in alcuni casi si collocano al limite con le volontà precise degli sviluppatori.

Voto Recensione di La Battaglia per la Terra di Mezzo - Recensione


8.5

Leggi altri articoli