I titoli LEGO sono ormai un vero e proprio fenomeno videoludico, al punto che è difficile tenere il conto delle saghe famose trasposte negli irresistibili mattoncini. L’esalogia di Star Wars gode tuttavia di un primato di assoluto rispetto, quello di aver fatto da antesignana per il fortunato sodalizio tra LEGO e videogiochi. Activision e T&T fusion hanno voluto sfruttare l’occasione inserendo l’ultima loro fatica nella line up di lancio dell’ultima console: Lego Star Wars III: The Clone Wars.
Tanto tempo fa, su una console di nuova generazioneIl gioco, come suggerisce il titolo, narra gli eventi accaduti nelle prime due stagioni del cartone di animazione. Chi di voi ha seguito la serie non avrà difficoltà a riconoscere le ambientazioni ed i fatti più importanti accaduti nella storia raccontata, senza contare naturalmente la presenza dei moltissimi protagonisti e comprimari. Come da tradizione LEGO, avremo la possibilità di scegliere tra più di 80 personaggi, non solo della serie televisiva ma anche di quella cinematografica. Ognuno avrà caratteristiche peculiari: l’uso della Forza, la possibilità di imbracciare armi pesanti, di passare tra cunicoli stretti, e via dicendo. Sempre per rimanere fedeli alla tradizione LEGO, gli sviluppatori hanno inserito in tutti i livelli diverse sezioni di “puzzle solving” dove dovremo utilizzare per l’appunto i poteri sopracitati, oltre al classico button mashing tipico delle sezioni action. Una cosa che abbiamo notato, purtroppo, è che a differenza dei capitoli per le console casalinghe, dove bisognava combinare tra loro i poteri di più personaggi per risolvere determinate situazioni, i rompicapi sono molto più semplici e il tutto si riduce al cambiare personaggio fino a trovare la giusta combinazione di abilità. In particolare, confrontandolo con l’omonimo ultimo capitolo per console di nuova generazione, il risultato è davvero impietoso portandoci a due conseguenze: il gioco risulta estremamente semplice, abbassando conseguentemente di molto il livello di sfida ed a sua volta l’età media del pubblico a cui consigliare il titolo (cosa mai successa nei titoli LEGO); inoltre una certa ripetitività nell’azione di gioco alla lunga potrebbe annoiare i giocatori più smaliziati. Il titolo ha tuttavia il merito di cercare di variare l’azione con diverse sezioni in cui dovremo pilotare una delle tante navicelle rese famose dalla saga in furiose battaglie spaziali. Purtroppo anche qui la giocabilità è stata ridotta all’osso e il tutto si ridurrà a distruggere le varie ondate di nemici o punti sensibili di astronavi giganti. Altro punto che è sempre stato a favore della saga LEGO sono i contenuti di gioco. Anche qui, come da tradizione, avremo un hub centrale di gioco (questa volta una navicella spaziale) all’interno della quale potremo muoverci liberamente. Ogni stanza rappresenterà una funzione particolare: troverete quella dedicata alla scelta della missione, quella del negozio, dove sbloccare personaggi aggiuntivi e contenuti di gioco particolari, e quella contenente l’editor di gioco, per creare personaggi personalizzati. Oltre a tutto questo sarà possibile sbloccare diversi minigiochi, come una battaglia a palle di neve e addirittura una sorta di pallavolo tra droni, i quali a conti fatti non aggiungo nessun valore particolare al titolo. Tutto quello che abbiamo descritto ha l’enorme limite che potrà essere giocato solamente in single player – minigiochi compresi. In un’era in cui esistono connessioni wireless e internet – di cui lo stesso 3DS è dotato – è inspiegabile come non sia stata inserita una modalità cooperativa, che tra l’altro è sempre stata uno dei punti di maggior forza ed interesse dei vari giochi di T&T. Per quanto vi sia la possibilità di rigiocare in modalità libera ogni livello per sbloccare e raccogliere determinati oggetti prima irraggiungibili, difficilmente troverete molta motivazione nel farlo, proprio perché in solitaria verrà meno lo stimolo di rigiocare qualcosa di già visto o fatto.
Mattoncini in 3DIl lato tecnico è quello che abbiamo maggiormente apprezzato. Sotto il profilo prettamente estetico, il titolo è realizzato decisamente bene, risultando insieme a Street Fighter uno dei migliori titoli della line up di lancio del 3DS e dando al contempo prova di quello che in futuro potremo aspettarci dall’ancora inesplorata console Nintendo. Nonostante il level design non sia di quelli più ispirati tutto quello che è costruito intorno al livello è realizzato decisamente bene, con dei modelli poligonali ben definiti e texture più che accettabili. Anche sotto il profilo audio il titolo, attingendo dall’enorme repertorio della saga, risulta soddisfacente e con temi conosciuti e orecchiabilissimi. Anche l’effetto 3D, come del resto tutte le caratteristiche della produzione, vive di alti e bassi. Nei filmati e cut scene d’intermezzo l’effetto è realizzato in maniera impeccabile, dando quell’effetto di profondità e addirittura di “uscita dallo schermo” tipico degli effetti 3D visti al cinema. Un po’ meno appariscente è l’effetto che si percepisce giocando: alcuni elementi del paesaggio ed il personaggio utilizzato sono effettivamente in 3D, tutto il resto è realizzato con il classico bidimensionale. Giocando in questo modo con le immagini, gli sviluppatori hanno tentato di ingannare gli occhi del videogiocatore, ma un buon osservatore non mancherà di notare il trucco. La sensazione generale è che a differenza di altri titoli della serie LEGO, quest’ultimo si rivolga ad un’utenza più causal, o comunque ad un’età media generalmente più bassa. Rimanendo tuttavia un titolo di lancio su una console che risulta ancora per lo più sconosciuta, il lavoro svolto dai ragazzi di T&T non è assolutamente da bocciare.
– Tecnicamente molto valido
– In alcune sezioni l’effetto 3D è realizzato ottimamente
– E’ pur sempre guerre stellari, e questo fa tanto…
– Level design a tratti elementare
– Inspiegabile assenza di una modalità cooperativa
– Troppo semplice
Lego Star Wars III: The clone Wars è un titolo che dato in mano ad un bambino o ad un giocatore alle prime armi potrebbe regalare più di una soddisfazione. Tuttavia i gamer più smaliziati o che chiedono quel qualcosa in più ad un videogioco potrebbero rimanere delusi, a causa di alcuni limiti a livello di design e giocabilità.