Recensione

LEGO Lo Hobbit

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a cura di LoreSka

Così come avviene per i celebri mattoncini in plastica, i videogiochi Lego sono fatti con lo stampino. E, di conseguenza, le recensioni dei giochi Lego si assomigliano tutte fra loro, sia per i contenuti che per il voto finale.
Lo ripetiamo tutte le volte: i titoli di TT Games sono giochi di qualità, divertenti, curati, capaci di fare delle belle parodie senza mai svilire il prodotto di partenza. E, inutile dirlo, LEGO Lo Hobbit non fa differenza. Come nel celebre gioco di costruzioni danese, LEGO Lo Hobbit non fa altro che aggiungere qualche piccolo mattoncino ai lavori preesistenti, offrendoci un esperienza all’altezza di tutti i prodotti precedenti della stessa saga e con qualche piccola ma significativa novità.
Un viaggio (in)aspettato
Lego Lo Hobbit include i due film della saga di Peter Jackson, Un Viaggio Inaspettato e La Desolazione di Smaug. Di conseguenza, la storia inizia con un prologo presso Erebor, per poi spostarsi nella Contea e iniziare la lunga avventura di Bilbo, fino all’epilogo presso la montagna, con la fuga del drago Smaug verso Pontelagolungo.
La maggior parte degli eventi principali dei film – inclusi quelli totalmente assenti nel libro di Tolkien – sono stati rappresentati in maniera parodistica nel gioco, con il consueto ottimo doppiaggio (in lingua originale) che contraddistingue le produzioni TT Games da ormai qualche anno. Alcune sequenze, invece, sono state aggiunte dagli sviluppatori per consentire di trasformare una breve scena o un aneddoto raccontato nel film in un capitolo del gioco. Nella maggior parte dei casi, il meccanismo funziona piuttosto bene e nel complesso si ha la sensazione che si sia portato rispetto al materiale originale, analogamente a quanto era avvenuto con Lego Il Signore degli Anelli.
In effetti, LEGO Lo Hobbit ha molto in comune con il precedente gioco di matrice tolkieniana, a partire dalle location che in molti casi sono state riciclate dal precedente gioco. Non vi è nulla da recriminare – si tratta pur sempre della medesima ambientazione – ma in alcuni casi le sensazioni di dejà-vu non sono state certo piacevoli. L’intera Terra di Mezzo è navigabile in free-roaming, e racchiude decine e decine di segreti e di luoghi non necessariamente legati a Lo Hobbit. Ad esempio, è possibile fare visita al porto elfico da cui Frodo lascerà la terra natia alla fine de Il Signore degli Anelli, o in alternativa si possono esplorare i luoghi della Contea legati alle scorribande di Pipino e Merry.
In ogni luogo della terra di mezzo si celano numerosissime subquest, molte delle quali basate sulla meccanica dei consumabili. Nel gioco, infatti, è possibile raccogliere svariati materiali da utilizzare sia per completare le suddette quest secondarie che in alcuni puzzle presenti nelle missioni o nelle fasi free roaming. In molti casi è sufficiente consegnare gli oggetti a un NPC, mentre in altri casi siamo chiamati a costruire un oggetto con un minigioco, che ci spinge a seguire il montaggio di una struttura a mattoncini alla quale mancano dei pezzi, da selezionare attraverso una ruota. Questa meccanica è stata presa in prestito dal videogioco di LEGO The Movie, anche se qui viene sfruttata più di frequente e con una difficoltà maggiore. Rispetto alla precedente produzione di TT Games, infatti, LEGO Lo Hobbit è visibilmente orientato a un pubblico più adulto. Nonostante la natura puerile delle gag, infatti, alcuni puzzle sono risultati più complessi del previsto: un aspetto che – considerata l’età media del pubblico di Peter Jackson – abbiamo trovato particolarmente azzeccato, sebbene il gioco si possa considerare a tutti gli effetti un titolo casual, adatto ad ogni tipologia di giocatore.
Mattone dopo mattone
Come ogni gioco della serie LEGO, anche questo episodio dedicato a Lo Hobbit è caratterizzato da una longevità davvero imponente. L’avventura principale può essere terminata in dodici ore di gioco, ma i misteri, le subquest e i puzzle nascosti sia nei livelli che nelle fasi free-roaming sono talmente tanti che il gioco può intrattenere per svariate decine di ore. Sebbene manchi ancora un film alla conclusione dell’avventura, i contenuti sono tantissimi e il gioco pullula di chicche per gli amanti della saga cinematografica. Se avete un compagno di divano con cui condividere l’avventura, poi, il divertimento raddoppia grazie al collaudatissimo split screen con la possibilità per il secondo giocatore di entrare ed uscire dal gioco in qualsiasi momento.
Dal punto di vista tecnico, la versione next-gen da noi provata è risultata davvero splendida, con ottimi effetti di illuminazione che mettono in risalto la plastica di cui sono costituiti i nostri eroi e che proiettano ombre semplicemente perfette. La musica è quella originale del film, ed è pertanto una colonna sonora epica quella che accompagna ogni istante della nostra avventura. Sulla base di questi elementi, potremmo affermare che Lo Hobbit è il titolo LEGO tecnicamente più avanzato, anche se – come prevedibile – anche questo gioco soffre del consueto immobilismo che attanaglia da parecchi anni la serie. Le piccole aggiunte, infatti, non sono sufficienti a discostare radicalmente il gioco dalle precedenti produzioni, sia in termini qualitativi che contenutistici.

– Stessa ottima qualità dei titoli LEGO

– Decine di ore di contenuti

– Tecnicamente impeccabile

– Poche novità

– Qualche contenuto riciclato da LOTR

7.5

LEGO Lo Hobbit, senza troppe sorprese, è l’ennesimo buono gioco della saga firmata TT Games. Ancora una volta e nonostante le poche novità, il gioco è stato in grado di conquistarci dopo pochi minuti e di dimostrarsi ricco di contenuti e in grado di divertire a lungo. Non sappiamo quanto questa formula potrà continuare a vivere della propria fortuna, e sinceramente speriamo a breve in un rinnovo. Eppure, se cercate un gioco capace di prendere in giro in maniera intelligente un’opera cinematografica, non troverete niente di più bello di giochi Lego. E il nuovo dedicato a Lo Hobbit non fa alcuna eccezione.

Voto Recensione di LEGO Lo Hobbit - Recensione


7.5

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