Recensione

L.A. Noire: The Complete Edition

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a cura di Ctekcop

Il Verdetto di SpazioGames

8.7

Pochi mesi fa Rockstar ha stupito l’intero mondo videoludico lanciando sulle console della corrente generazione una nuova, ma già annunciata nel lontanissimo 2004, proprietà intellettuale: L.A. Noire. Si è dimostrato un titolo di rottura, incapace di lasciare indifferente, che ha tutto sommato diviso utenti e critica. Purtroppo i 4 milioni di copie piazzate non hanno la chiusura dei battenti per gli sviluppatori australiani Team Bondi, a causa anche di molte problematiche relative agli immani tempi e sforzi di realizzazione.

A testimonianza del fatto che il mancato approdo sulla piattaforma PC di Red Dead Redemption sia effettivamente un eccezione e non la regola,  a curare la conversione ha provveduto in prima persona il team interno di Rockstar Leeds, gli stessi dei GTA portatili, tanto per intenderci. L.A. Noire giunge quindi sui nostri PC, includendo tutti i Downloadable Content usciti sinora su console, in quella che viene definita come Complete Edition. Saranno riusciti i ragazzi di Leeds a proporre una versione in grado di rendere giustizia al nostro costoso hardware, portando la stessa ventata di aria fresca?
Phelps. Agente Cole Phelps; no, non Michael il plurimedagliato
Per chi già non lo sapesse, nei panni di Cole Phelps, un veterano della seconda guerra mondiale trapiantato tra le fila della polizia, si viene catapultati nella Los Angeles di fine anni ’40 in cui sembra letteralmente impazzare la criminalità, solo apparentemente immotivata. La trama segue la carriera dell’agente di polizia, che inesorabile progredisce caso dopo caso risolto, risultando avvincente e stimolante, dato l’emergere di un filo conduttore, a partire dalla seconda metà, in grado di invogliare a proseguire nella storia con il suo intreccio di intrighi e vicissitudini dei vari personaggi. Non bisogna mai scordarsi, onde evitare spiacevoli fraintendimenti, che L.A. Noire è prima di tutto un gioco di investigazione.
Ogni caso da risolvere procede sempre attraverso diverse fasi. Si parte da una cut-scene introduttiva e successivamente ci si reca sulla scena del crimine assieme ad un collega alla ricerca di prove da assemblare per scovare il colpevole. Ogni indizio rilevante è segnalato da un segnale acustico preciso e ben integrato con la colonna sonora,  mentre si perde, nel caso in cui si giochi con la sola tastiera, la vibrazione che segnala qualche dettaglio importante, presente invece su console. Tutto viene automaticamente memorizzato nel taccuino, richiamabile in qualsiasi momento. Si procede successivamente a interrogare eventuali testimoni oculari e/o sospettati con la possibilità, se sostenuti dalle prove raccolte, di mettere in dubbio o contestare quanto dicono. Si continua così, ripetendo queste fasi, visitando nuove location e intervistando nuovi personaggi fino ad arrivare all’incriminazione di un sospettato. Ovviamente può accadere di mandare in carcere anche un povero innocente: anche in questo caso la nostra carriera proseguirà inesorabile secondo i binari che deve seguire passando per vari dipartimenti, nonostante qualche tirata d’orecchie. La valutazione finale di ogni caso, ossia un giudizio basato su stelle, invoglia purtroppo spesso a rigiocare intere sezioni anche solo per ottenerle, rendendo meno uniche e credibili certe vicende.
L’incedere non risulta mai troppo difficile, anche perché per simulare l’aumento d’esperienza del protagonista si accumuleranno degli speciali punti intuito spendibili quando ci si trova in difficoltà ricevendo sostanziosi aiuti, come la rivelazione di tutte le prove disponibili o suggerimenti nei dialoghi.
Non solo investigazione
Ovviamente L.A. Noire non si esaurisce esclusivamente in un continuo investigare ripetuto all’infinito. Vengono intervallate ad esempio delle sequenze d’azione, come combattimenti a mani nude e sparatorie o adrenalinici inseguimenti e pedinamenti in macchina, in puro stile Driver. Pur non risultando centrali nell’esperienza ludica risultano un valido diversivo in grado di spezzare quella monotonia che rischierebbe di generarsi, e che in parte si crea nella parte centrale dell’avventura.
Inoltre, ogni volta che ci si mette alla guida si può decidere di rispondere o meno alle chiamate della centrale. In caso di risposta affermativa si viene catapultati in quelle che de facto risultano delle piacevoli missioni secondarie. Queste ultime si rivelano fin troppo presto estremamente ripetitive, perdendo in fretta mordente. Il free-roaming non è infatti uno zoccolo duro su cui il gioco poggia: ancora una volta non bisogna commettere l’errore di aspettarsi ciò che L.A. Noire non è, ossia un tradizionale titolo Rockstar.
Senza dubbio gradita, e ben più di un semplice contentino per l’utenza PC, l’inclusione in questa edizione di tutti DLC rilasciati finora. Ecco quindi che grazie ai casi “Nicholson Electroplanting”, “Un Mare D’Erba”, “La Città Nuda”, “Un Piccolo Lapsus” e “La Macchina Del Console”, la longevità passa il muro delle venti ore, avvicinandosi o addirittura superando le venticinque nel caso in cui si voglia completare tutto quanto al 100%, una durata consona al tipo di gameplay.
Il sistema di controllo si adatta discretamente bene alla combo mouse e tastiera, dando comunque la possibilità di configurare i tasti a proprio piacimento, dato che ad alcuni potrebbe non piacere il layout di comandi preimpostato. È supportato anche il controller, che può essere impugnato al volo anche solo per alcuni tratti, come ad esempio le fasi di guida.
Los Angeles bella come non mai, ma con tante brutte faccie
L.A. Noire ha puntato forte sull’innovazione tecnologica: per chi non lo sapesse in fase di produzione è stata utilizzata una particolare tecnica di motion scanning facciale in grado di riprodurre a schermo ogni più piccola variazione dell’espressione del volto. Per sfruttare al meglio questa tecnologia Team Bondi si è avvalsa della collaborazione di numerosi attori, che hanno prestato il proprio volto e voce ai personaggi del gioco: se si è appassionati di serie TV americane si rivela molto divertente riconoscere suddetti attori. Aaron Staton, veterano della serie TV Mad Men, ha svolto un egregio lavoro e altrettanto il resto del cast. Il lavoro non è un mero orpello estetico ma è tremendamente integrato nel gameplay, dato che proprio grazie alle espressioni dei singoli personaggi si potrà decidere se dar loro fiducia o meno.
La grafica, già piacevole su console, ha beneficiato solo in parte del passaggio al PC. È possibile far girare il gioco in alta risoluzione ma la qualità delle texture, pur molto buona nel complesso, non è delle migliori, mostrando il fianco quando ci si avvicina a muri e altri elementi dello scenario. Los Angeles è riprodotta con cura certosina e dovizia di particolari, rendendo perfettamente l’atmosfera tipica di quegli anni. Buoni riscontri anche per il sistema di illuminazione dinamica e l’occlusione ambientale, anche se quest’ultima potrebbe dare fastidio a qualcuno per via dello sfocamento a essa legato. È supportata anche la tecnologia 3D Vision di Nvidia, in grado di donare una profondità inaspettata, seppur fastidiosa e affaticante alla lunga, in maniera similare a quando già ammirato in prodotti del calibro di The Witcher 2 o Mafia II (ovviamente d’obbligo in questo caso uno SLI di schede video di fascia alta di Nvidia).
Tra le note dolenti vi è senza dubbio una certa scarsità di scelta tra le impostazioni della qualità grafica, ridotte a sole 2 opzioni: prestazioni e qualità. La verità è che le differenze risultano difficilmente percepibili in termini visivi, con qualche ombra, gioco di luce o dettaglio in lontananza mancanti, che non inficiano l’insieme. All’abbassamento del dettaglio non corrisponde purtroppo un netto incremento prestazionale. Si può impostare l‘anti-aliasing, anche se sopratutto nel caso di schede video Ati sarà meglio farlo dal pannello dei Driver, dato che tali schede non vanno molto d’accordo con l’FXAA, il tipo di AA implementato in L.A. Noire. Sebbene i requisiti minimi siano tutto sommato nella norma è bene dotarsi di una scheda video recente e un valido processore quad-core se non si vuole incappare in improvvisi e fastidiosi cali di frame-rate.
Purtroppo duole fortemente segnalare la presenza di diversi fastidiosi bug, che sicuramente verranno risolti nelle prossime patch, la prima delle quali già uscita. Un esempio è la necessità di eseguire il gioco come amministratore, rendendo necessario fare ciò anche con programmi accessori come Steam, pena un crash all’avvio effettivo del gioco. Altre volte si tratta invece della mancata apparizione del menu principale in presenza di particolare configurazioni hardware. Quest’ultimo è un difetto molto grave che rende impossibile fruire nella maniera più assoluta del gioco: riceverà sicuramente un fix a brevissimo.
La colonna sonora è la stessa che si è già potuta apprezzare su console con brani che colgono appieno e rendono l’atmosfera della fine degli anni 40′. Eccellente il doppiaggio inglese, mentre la sottotitolatura italica da adito a qualche incomprensione in taluni frangenti, anche se bisogna ammettere che anche la versione inglese sembra affetta da questa strana sindrome. Se da un lato risulta piacevole affidare la guida della vettura al proprio collega e godersi i dialoghi senza troppe preoccupazioni, dall’altro va ammesso che durante gli interrogatori può risultare difficile cogliere le espressioni facciali, dato che viene naturale concentrarsi sui sottotitoli.
Infine segnaliamo la necessità di un’attivazione online, ormai standard, e il dover installare e registrarsi, o disporre già di un account, al Rockstar Social Club. Per fortuna ciò da accesso a svariate feature sociali, come gli obiettivi o la possibilità di consultare online lo stato dei progressi propri o altrui.

HARDWARE

Requisiti di sistema (PC)OS: Windows 7 / Windows Vista Service Pack 1 / Windows XP Service Pack 3CPU: Intel Core 2.2 GHz o AMD Dual Core 2.4GhzRAM: 2GB Spazio libero su Hard-Disk: 16GBScheda Video: NVIDIA GeForce 8600 GT 512MB o Radeon HD3000 512MB tSouno: 100% DirectX 9 Compatible

– È lo stesso inimitabile capolavoro

– Include tutti i DLC già usciti su console

– Animazioni facciali che stupiscono ora più che mai

– Supporta il 3D

– Missioni secondarie ripetitive

– Non proprio ottimizzato e qualche fastidioso bug

– Qualche piccola incongruenza

– Non fa al caso di chi si aspetta tanta azione

8.7

L.A. Noire si conferma sostanzialmente in tutto e per tutto lo stesso capolavoro che è stato su console. Si tratta di un prodotto quasi unico, di difficile inquadratura dal quale è facile rimanere delusi se ci si aspetta qualcosa di simile a GTA o Mafia. Peccato per i problemi tecnici non indifferenti che ne accompagnano il lancio: le patch arriveranno, ma al momento attuale vi consigliamo cautela nell’acquisto “a scatola chiusa”.

L’inclusione dei DLC, come il supporto al 3D rappresentano un piacevole valore aggiunto.

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