Bisogna ammetterlo: in Italia, l’industria videoludica non è mai riuscita a diffondersi e crescere al punto da poter seriamente competere con i svariati colossi rivali nel resto del mondo. Questo non significa però che l’ambiente non sia esageratamente più sviluppato anche solo a qualche passo dal Bel Paese: inutile citare i vari Crytek o CD Projekt Red, per non parlare ovviamente di Ubisoft (come sappiamo, espansa a tal punto da vantare di una sussidiaria proprio in Italia). L’azienda situata a Montreuil non è però il solo esempio francese che può venire in mente. Oltre le alpi ha infatti anche sede Ankama Games, software house resa inizialmente celebre dal successo del loro primo titolo, Dofus.
Un po’ di storia
Risalente al 2004, il MMORPG si differenziava dalla concorrenza grazie alla natura tattica del gameplay a turni, nonché per via dell’art style (dalle influenze chiaramente giapponesi): l’aspetto cartoonesco ha permesso al titolo di non sentire il peso degli anni -almeno dal punto di vista grafico-, e la volontà di non prendersi troppo sul serio ha probabilmente contribuito al formarsi di una folta schiera di fans. Ad oggi, il gioco conta più di 25 milioni di account (di cui 500.000 attivi). Un numero davvero notevole, considerando come il titolo sia rimasto per anni confinato al pubblico francese. Il successo del gioco ha generato libri e fumetti, nonché diversi spin-off: l’amore del pubblico per la tatticità del sistema di gioco portò gli sviluppatori a realizzare nel 2006 Dofus Arena, un titolo interamente incentrato sul PVP, dal combat system approfondito nonché più immediato e privo della componente rpg.
Sebbene fosse capace di riprendere l’essenza del Dofus originale, il gioco non uscì mai dalla fase beta: l’attenzione di Ankama Games si focalizzò presto sulla loro successiva creazione, Wakfu. Accompagnato da un action-adventure isometrico pubblicato da Microsoft su Xbox Live Arcade (chiamato Islands of Wakfu), Wakfu seguì le orme del predecessore -ambientato 1000 anni prima- introducendo inoltre elementi ispirati dal genere TRPG. Il prodotto raggiunse una popolarità tale da generare anche una serie cartoon, prodotta in Flash da una divisione della software house stessa. Insomma, Ankama divenne in breve una compagnia crossmediale. Lo stile chiaramente ispirato all’animazione giapponese (la serie è stata realizzata in piccola parte proprio in Giappone), atipico per un prodotto francese, contribuì probabilmente ad incrementare ulteriormente la popolarità del franchise. Vennero dunque prodotti vari fumetti, una seconda serie (Mini-Wakfu, spin-off), un gioco di carte ed un gioco in scatola, tratto a sua volta da un gioco disponibile all’interno di Wakfu e Dofus (prima che acquisisse autonomia come browser game).
Fu proprio l’idea di riadattare il gameplay del gioco da tavolo in forma digitale a dare origine a Krosmaster Arena.
Il cerchio si chiude
Il progetto venne lanciato su Kickstarter nel marzo del 2013: essenzialmente, si riprendeva il concept dietro a Dofus Arena (sintetizzare il gameplay MMO di Dofus in un gioco tattico e più immediato) tramite Krosmaster (attività presente in Wakfu), applicandolo però all’affollatissimo mondo dei giochi in scatola. La quota prestabilita venne raggiunta, ed il gioco venne realizzato. L’accoglienza del grande pubblico fu delle più miste: agli entusiasti, attirati dall’art style e compiaciuti dall’accessibilità, si affiancarono “feroci detrattori”, una schiera di gamer (no, non quelli dei videogiochi) non convinti dal ruolo troppo marcato della componente randomica, che rendeva essenzialmente il tutto troppo imprevedibile ed affidato al caso. Il gioco risultava infatti fruibile da un’utenza meno esperta, ma alla luce dei fatti, fu probabilmente nientemeno che il punto di forza della produzione. Ad oggi infatti, il gioco vanta di un punteggio di 7.2/10 su BoardGameGeek, uno di siti più rinomati (se non il più importante del web) per quanto riguarda i giochi in scatola. Una delle critiche ricorrenti a Krosmaster riguarda la somiglianza fin troppo marcata “ad un videogioco” (per quanto possa risultare scontato): fu forse questo a suggerire ad Ankama Games la loro mossa successiva, ovvero riportare l’intero concept del gioco in un formato digitale più prestigioso e curato. Così si chiuse il cerchio; nacque Krosmaster Arena, trasposizione videoludica dell’omonimo gioco in scatola tratto da un gioco a sua volta contenuto in videogioco.
Il gameplay
Krosmaster si presenta come uno strategico a turni, free to play. Lo scopo è di vincere la partita eliminando tutti i personaggi (denominati appunto krosmaster) avversari, o riducendo a zero i gradi della gloria nemici. Ma ci arriveremo.
Oscar Kass (in italiano Frè Gato, peccato che il gioco di parole non renda allo stesso modo), una sorta di Jack Skellington in versione chibi, introduce al gioco con un tutorial più che esplicativo. Imparare a giocare a Krosmaster è più facile che spiegarne le regole, il che rende le prime fasi delle partite (nella controparte in scatola) quasi ostica se si decide di affidarsi alla mole di istruzioni piuttosto che provare un match con qualcuno che ne conosce già le meccaniche. Il problema non si presenta però nella versione digitale, proprio perché provando progressivamente le regole è possibile avere un’infarinatura generale piuttosto completa nel giro di appena cinque rapidi match.
Le meccaniche basilari non sono complesse: ogni krosmaster possiede X punti movimento con cui spostarsi nelle mappe tridimensionali (divise in stile scacchiera). Se si soddisfano determinati requisiti -in base al personaggio-, è possibile attaccare l’avversario immediatamente dopo aver mosso il proprio krosmaster. Alcuni, ad esempio, attaccheranno solo se accanto alle pedine nemiche (sempre a seconda delle abilità disponibili), mentre altri potranno servirsi di attacchi a distanza di varia natura.
Ogni turno avremo a disposizione un totale di punti azione da gestire con cautela: ogni attacco richiederà una certa quantità di punti, ma sarà anche limitato dalle caratteristiche dello stesso, nonché da un eventuale tempo di ricarica. Ogni attacco infligge X danni, ma molti saranno soggetti ad abilità speciali essenziali per stabilire come procedere nella battaglia. Ad esempio, svariate mosse offensive sono associate ad un elemento (fuoco, terra, acqua, aria): alcuni nemici risulteranno dunque più o meno vulnerabili di altri in base alla natura dei propri poteri, il che contribuisce a rendere ulteriormente profondo il lato prettamente strategico dei vari match. In ogni momento sarà comunque possibile dare un’occhiata alle abilità degli avversari, in modo da evitare di essere sorpresi.
Meccaniche e bonus
Ben presto proveremo con mano sfide multiple con numerosi “eroi” in campo; il kromaster con il valore iniziativa più alto inizia il turno per primo. Ci verrà data la possibilità di modificare la posizione dei nostri personaggi prima di iniziare, sebbene la scelta sia limitata ad un numero piuttosto ridotto di caselle.
All’inizio di ogni turno è possibile attribuire ai propri kromaster bonus scelti casualmente, come maggiori punti in attacco o in difesa. Se i bonus non risultano particolarmente convenienti, è possibile convertirli nella valuta in-game utilizzabile durante le battaglie. È proprio questa costante randomica a rendere il tutto marcatamente dipendente dal caso: se da una parte le partite risultano più accessibili, dall’altra è facile intuire come la cosa sia destinata ad allontanare inesorabilmente un’utenza più competitiva.
Nonostante ciò, alcune meccaniche arricchiscono la formula, come la presenza di particolari poteri temporanei -conferiti da determinati bonus- da attribuire ai krosmaster per il turno corrente. Ad esempio, un potere permette di infliggere danni all’avversario se (trovandosi in una casella accanto a quella del proprio personaggio) tenta di allontanarsi; un secondo potere permette invece di evadere simili attacchi con facilità.
Le arene risultano poi cosparse di gettoni dorati (gli stessi ottenibili scartando i bonus del turno), valuta che se raccolta permette di acquistare le cosiddette ricompense demoniache. Raccogliere monete non sarà comunque gratuito, in quanto risulterà necessario sacrificare punti azione altresì riservati agli attacchi. Le ricompense demoniache consistono in particolari buff, armi (che talvolta sbloccano incantesimi), bonus momentanei o elementi di varia natura; andranno a riempire il determinato numero di slot dei vari personaggi.
Infine, sconfiggendo un avversario si ottiene un numero di cosiddetti gradi della gloria corrispondente al livello del krosmaster messo KO; vincendo per primi un grado della gloria, si conquisterà un cosiddetto “grado della gloria selvaggio”, che all’inizio della partita non appartiene ad alcun giocatore. Subendo sconfitte si andranno a cedere i punti, che arrivando a zero decreteranno la vittoria dell’avversario.
Modalità e microtransazioni
Oltre all’arena in cui scontrarsi con altri giocatori, il titolo permette di cimentarsi in una modalità avventura capace di intrattenere per diverse ore. È suddivisa in livelli a loro volta divisi in missioni, e risulta interessante principalmente per via della possibilità di utilizzare krosmaster unici o rari -nell’attesa di sbloccarli per il multiplayer. I krosmaster sono un po’ pokémon, un po’ campioni in stile League of Legends: è inevitabile puntare all’acchiapparli tutti, ma una rotazione di pack resi temporaneamente gratuiti potrà comunque garantire una sorta di costante freschezza nelle partite. L’intero processo dietro alla conquista dei personaggi è molto lento; la rotazione settimanale di pacchetti krosmaster smorza tuttavia la ripetitività che affliggeva la versione in scatola.
Il gioco permette di personalizzare le proprie squadre di krosmaster utilizzando i personaggi ottenuti (o momentaneamente sbloccati). Se si conquista due o più volte lo stesso krosmaster, è possibile “riciclarlo” per ottenere dei frammenti, spendibili in nuovi personaggi. Il gioco presenta uno shop in cui acquistare Krosbox (essenzialmente pacchetti con all’interno un krosmaster a caso), utili ad espandere la propria collezione. Iniziando a giocare, il titolo regala 150 krox (la valuta in-game) per acquistare il primo box. È possibile ottenere krox progredendo nella campagna o vincendo partite nell’arena; alternativamente è possibile ricorrere all’uso di denaro reale, come nella stragrande maggioranza dei free to play analoghi.
Un euro equivale all’incirca a 100 krox, ma acquistando pacchetti più redditizi è possibile ottenere svariati box ad un prezzo notevolmente scontato. I Krosbox sono poi divisi in serie (al momento tre), differenziati dai personaggi ottenibili; è anche possibile affidarsi alla fortuna optando per l’acquisto di un krosmaster del tutto casuale.
Grafica e sonoro
A livello visivo il titolo rispetta gli standard dettati da Dofus e Wakfu, che pur senza sfoggiare una grafica particolarmente all’avanguardia riescono ancor oggi a garantire un colpo d’occhio ragguardevole. È infatti l’art style a rendere il tutto davvero gradevole: oltre alla caratterizzazione tipicamente anime, Krosmaster abbraccia lo stile super deformed, richiamando in tutto e per tutto l’omonimo gioco in scatola. I modelli 3D sono infatti essenzialmente versioni animate delle statuette utilizzabili nel gioco da tavolo (nel bene e nel male), il che tutto sommato funziona, considerando l’aspetto cartoonesco della produzione.
Durante le partite, lo zoom (e di conseguenza la prospettiva) può essere aumentato o diminuito con la rotella del mouse, passando da un close-up sui personaggi all’arena vista interamente dall’alto. Allo stesso modo, tenendo premuto il tasto destro del mouse risulta possibile cambiare completamente la prospettiva dell’arena, sebbene come in molti casi analoghi non sia particolarmente consigliato (almeno, nel bel mezzo della battaglia, per evirare di “disorientarsi”).
Lodevole è poi il sonoro, nella norma per quanto riguarda effetti di incantesimi ed armi ma caratteristico per via della soundtrack. Non molte tracce si alterneranno tra menù e scontri, ma le possibilità che qualche canzoncina resti in testa anche ore dopo l’ultima sessione di gioco sono alte, siete avvertiti.
– Gameplay accessibile ai meno esperti
– Svariate ore di contenuti anche in single player
– Design dei personaggi ben caratterizzato
– Comparto visivo e sonoro gradevoli
– La componente randomica dei match terrà lontana un utenza più competitiva
– Investendo denaro risulta facile ottenere personaggi migliori
– Sbloccare consistenti quantità di krosmaster senza pagare richiede molto tempo
– Alla lunga può annoiare
Krosmaster Arena porta nuovamente su PC un concept passato dal browser game al gioco in scatola; la versione videoludica funziona tuttavia meglio – almeno nell’ottica dell’utente finale, non essendo costretto a comprare statuette fisiche per garantire varietà ad un gameplay altresì presto stantio. Non punta a fare breccia nel cuore di un’utenza esperta, ma prende per mano i novizi grazie ad un sistema di gioco accessibile, rapido e divertente. Pur non potendo competere con la varietà dei moderni Dota-like, per essere un free to play riesce sorprendentemente a regalare svariate ore di contenuti (anche in singleplayer), non solo a coloro che intendono investire denaro reale nel titolo.