Knockout Kings 2003
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a cura di Yoshi
Qualche mese fa abbiamo recensito su queste stesse pagine Rocky, titolo pugilistico per Gamecube che unisce a un’accurata ricostruzione delle atmosfere dei film un buon metodo di controllo e combattimento, fattori che gli conferiscono spessore ma anche immediatezza e giocabilità.In questa sede analizziamo Knockout Kings 2003, l’alternativa di EA al titolo avente come protagonista lo stallone italiano; il gioco propone, al contrario di Rocky, un gruppo di pugili realmente esistiti (nel presente o nel passato dell’olimpo pugilistico), un sistema di combattimento più evoluto e nuove modalità rispetta alla versione 2002.
Tanti modi per tirare cazzottiPer quanto un giocatore possa dirsi appassionato di boxe, un titolo di stampo pugilistico deve offrire una discreta varietà di competizioni per alleviare la monotonia del singolo match. A tal proposito Electronic Arts ha studiato una serie di modalità di gioco in grado di soddisfare gli utenti più esigenti: in primo luogo è possibile scendere sul ring in una singola esibizione, selezionando il pugile e l’arena tra le vaste gamme disponibili. Se si desidera invece impegnarsi in una sfida più articolata, è disponibile il torneo, una competizione ad eliminazione diretta a cui possono prendere parte fino a 8 giocatori, rendendo questa modalità la più indicata (insieme all’esibizione) per le competizioni multiplayer. Espressamente pensata per il gioco in singolo è invece l’opzione carriera: in questo caso è innanzitutto necessario creare il proprio pugile dal nulla, sfruttando l’editor, abbastanza flessibile, messo a punto da EA. È anche possibile servirsi di repliche di pugili realmente esistenti, per aumentare il coinvolgimento della sfida. Una volta plasmato il vostro novello golem, potrete dare il via alla sua carriera da pugile, rafforzando gli attributi dell’atleta con il passare delle sfide, fino ad arrivare all’incontro per la cintura di campione del mondo.Conclude la panoramica delle modalità di gioco la battaglia slugfest, sicuramente quella dalla vocazione più spiccatamente arcade. Si tratta di affrontare sul ring una serie progressiva di avversari e di stenderli al tappeto senza dover sottostare alle regole sportive della boxe. Non sono quindi presenti arbitri, cronometri o colpi proibiti; tutto è consentito pur di “massacrare” il proprio rivale. Lo stile di combattimento in questa sezione varia sensibilmente rispetto a quello più misurato delle sfide classiche. Innanzitutto è bene prestare orecchio al pubblico: a volte gli spettatori richiederanno infatti un particolare colpo, e il primo pugile che riuscirà a portarlo a segno arrecherà all’avversario il doppio dei danni. È inoltre previsto un sistema di power-up in base alla varietà di colpi effettuati: sullo schermo è infatti presente un indicatore composto da otto sezioni, corrispondenti agli altrettanti tipi di colpi indirizzabili verso l’avversario (quattro alla testa e quattro al corpo). Una volta riempito questo indicatore, portando a segno tutti i pugni del caso, è possibile usufruire di un colpo speciale, denominato Tracker Punch in grado di mettere KO l’avversario.Esistono infine i cosiddetti Special Punches, abbinati all’“indicatore del dolore”, che si riempie in base al numero di colpi inferti. Sono implementati quattro livelli di pugni speciali, tutti effettuabili tramite un’opportuna combinazione di tasti.
ControlliIl sistema di controllo messo a punto da Electronic Arts sfrutta in pratica tutti i pulsanti disponibili sul joypad Gamecube. Per quanto riguarda la leva analogica di controllo, essa assolve a due differenti funzioni, in base alla profondità di movimento a cui è sottoposta: spingendo il controllo a fondo verso una direzione, il pugile si sposterà nella medesima, tenendo sempre lo sguardo rivolto verso l’avversario e quindi procedendo in modo circolare. Con un rapido doppio movimento è possibile effettuare dei saltelli con i quali eludere più velocemente l’avversario. Se invece la pressione esercitata sulla leva è solo parziale, il movimento sarà relativo al busto del giocatore, e quindi corrisponderà all’inclinarsi lateralmente, allo schivare i colpi piegandosi all’indietro o ad abbassarsi verso l’avversario. Quest’ultimo movimento è anche quello che discrimina tra colpi portati al volto (il bersaglio di default) o al corpo (in questo caso è appunto necessario chinarsi prima di colpire).I quattro pulsanti frontali del pad corrispondono ai principali tipi di colpo effettuabili: come è intuitivo, ai tasti B e X corrispondono i ganci sinistro e destro, ovvero i colpi “laterali”. La pressione di A esegue un jab di approccio mentre con Y si porta un pugno incrociato.Se si eseguono i suddetti colpi mantenendo la pressione del tasto dorsale R la dinamica della mossa sarà modificata in modo da eseguire un montante dal basso verso l’alto, mentre al controllo L è assegnata la possibilità di bloccare gli attacchi dell’avversario.Il pulsante Z è infine necessario, in combinazione con gli altri, per i colpi speciali nella modalità slugfest.Il giudizio complessivo sul sistema di controllo è indubbiamente positivo: sicuramente è necessaria una certa pratica nei primi incontri, soprattutto a proposto della doppia funzione della leva analogica. Alcuni potrebbero obbiettare che sarebbe stato più semplice servirsi anche del complesso analogico C, invece che affidarsi ad un’unica leva. L’osservazione è sensata ma facilmente contestabile, dal momento che l’uso contemporaneo del camera control e dei pulsanti convenzionali è praticamente impossibile.
Grafica e sonoroEsteticamente parlando, il titolo EA mostra la consueta cura a cui la casa americana ci ha abituati: la riproduzione delle arene in cui è situato il ring è eccellente e dona al titolo una varietà grafica che contribuisce, seppur in modo marginale, alla longevità. La folla a bordo ring non fa invece gridare al miracolo, ma anche in questo caso la scelta di EA ci è sembrata opportuna, privilegiando nella distribuzione di poligoni e nella definizione i due protagonisti indiscussi di un titolo di box: i pugili. Questi ultimi sono ricreati con ottimo dettaglio, sia grazie all’elevato numero di strutture poligonali elementari utilizzate, sia per merito adella tecnica di “texturizzazione” dei volti di pugili reali. Anche le animazioni sono eccellenti e mai sopra le righe. Non mancano le chicche grafiche, come l’effetto sudore sui corpi degli atleti e la riproduzione di ferite e contusioni in tempo reale, espediente che, come in Rocky, segnala le zone del corpo che hanno subito più danni durante il combattimento.Passando al reparto audio, il commento vocale condivide pregi e difetti della maggior parte delle telecronache sportive nei videogiochi: buon coinvolgimento ma anche eccessiva ripetitività delle frasi. Le tracce audio, di ottima fattura come da sempre EA ci ha abituati, sono presenti essenzialmente nelle sezioni di intermezzo e presentazione.
Sistema di controllo profondo
Pugili reali
Varietà di gioco
Alla lunga può comunque stancare
7.5
Volendo trarre un giudizio definitivo su Knockout Kings 2003, non si può che fare riferimento al principale concorrente su piattaforma cubica, il più volte citato Rocky. Ebbene, non ci sentiamo di designare un vincitore assoluto: si tratta di due ottimi titoli, che possono essere acquistati in alternativa a seconda delle proprie preferenze, o anche assieme se siete appassionati di boxe. Sicuramente il titolo EA ha dalla sua la presenza di pugili reali e un sistema di controllo più profondo. Anche la grafica è leggermente superiore a quella di Rocky, e la nuova modalità Slugfest è ben implementata.
D’altro canto il titolo tratto dai film di Stallone può contare sul fascino del personaggio, su una meccanica più immediata ma comunque coinvolgente e mai superficiale e su una migliore, a mio parere, modalità carriera. La scelta finale spetta quindi a voi, sappiate in ogni caso che qualunque sia il vostro acquisto vi ritroverete fra le mani un ottimo gioco.
Voto Recensione di Knockout Kings 2003 - Recensione
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