Recensione

Kingdom Under Fire: Heroes

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a cura di Fabfab

E’ indubbio che una delle realtà più importanti degli ultimi anni nel mondo dei videogiochi si stia rivelando la Corea del Sud. Dal paese asiatico sono giunti MMORPG per PC del calibro di Lineage e Ragnarok, a cui hanno fatto seguito i primi giochi per console come “Kingdom under Fire: The Crusaders” e “Magna Carta”, entrambi rivelatisi grandi successi anche commerciali.Comprensibile dunque l’entusiasmo e le aspettative scaturite all’annuncio che il primo capitolo di KuF avrebbe avuto presto un seguito: Heroes!

Guerra fantasy“Kingdom under Fire: Heroes” è in realtà un prequel di “The Crusaders” e questa, in un’ottica da appassionato, si rivela una scelta decisamente condivisibile perchè permette di recuperare personaggi storici del primo capitolo che non avrebbero potuto presenziare ad un sequel, in quanto caduti in battaglia (e non faccio nomi per non rovinare la sorpresa a chi non abbia ancora giocato allo stupendo primo capitolo). Inoltre alcuni dei personaggi che nel primo episodio fungevano da aiutanti – tipo Ellen, Rupert, Cirith e Morene – in Heroes sono a loro volta protagonisti, mentre altri che nel sequel erano tra i personaggi controllabili, come Rupert, rivestono ruoli di comparsa. Nel gioco avremo dunque modo di approfondire le personalità e le motivazioni di alcuni dei principali protagonisti di The Crusaders! Naturalmente se questo non potrà che fare piacere agli appassionati che già conoscono il mondo fantastico di Encablossa, non significa che chi non abbia giocato al capitolo precedente possa trovarsi in difficoltà: la storia risulterà comunque perfettamente comprensibile anche a chi si avvicini per la prima volta al titolo Phantagram.

Strategia e azionePer chi non lo sapesse, “Kingdom under Fire: Heroes” é, come il suo predecessore, un riuscito mix di strategia ed azione che da un lato richiede di gestire le proprie truppe, armandole e guidandole, dall’altro permette di scendere direttamente sul campo di battaglia nei panni del leader dell’esercito stesso, menando fendenti a destra ed a manca.La componente strategica non risulta troppo complessa, ma se non altro è abbastanza approfondita da dare sempre la sensazione di avere il controllo sulle proprie truppe. Una volta cominciata la missione possiamo decidere la formazione da adottare, il percorso da seguire, se combattere o ritirarci. Si ha il pieno controllo su tutte le truppe della propria fazione, mentre gli alleati agiscono autonomamente.Le tipologie di truppe a disposizione sono abbastanza varie e si spazia dalla classica fanteria – più o meno corazzata – alla cavalleria, a mostri, elementali, arcieri e alle più svariate macchine da guerra di stampo medievale/fantasy. Il corretto utilizzo di ogni corpo d’armata in base alle sue peculiarità è essenziale per trionfare in battaglia: lanciare frecce contro avversari protetti dagli alberi così come caricare un nemico in posizione sopraelevata non sono tattiche consigliate. Il terreno riveste dunque un’importanza fondamentale e va sempre tenuto in considerazione.La mappa di gioco è celata dalla più classica delle fog of war, ma è possibile svelare la posizione dei nemici mandando degli esploratori in ricognizione.I controlli sono pochi e semplici ma avvengono in tempo reale, il che rende sempre un po’ problematico controllare per bene tutto, specie quando si scende in prima persona sul campo di battaglia. Personalmente avrei gradito la possibilità di mettere in pausa almeno quando si accede alla mappa generale per dare ordini alle varie unità.Un altro problema che si trascina dal precedente capitolo è l’impossibilità di salvare durante le missioni: specie nelle fasi più avanzate del gioco queste risultano parecchio lunghe ed impegnative e dover ricominciare da capo ogni volta che si commette un errore è davvero frustrante.Come detto, una volta impartiti gli ordini alle truppe è possibile scendere direttamente sul campo di battaglia e prendere direttamente il controllo del condottiero la cui campagna stiamo affrontando.In questo caso il gioco diventa un vero e proprio emulo di Dynasty Warriors, una vera e propria rissa virtuale con decine di personaggi su schermo. Il sistema di controllo è piuttosto elementare: ogni personaggio ha un attacco forte, uno debole ed uno speciale, oltre alla schivata, inoltre è possibile invocare l’aiuto dei propri luogotenenti che utilizzano le loro abilità speciali in nostro appoggio. Queste fasi sono molto divertenti, anche se piuttosto caotiche: si avverte in particolare l’assenza di un indicatore che aiuti a chiarire la posizione dei nemici e dei loro comandanti (abbattere i condottieri avversari disperde le loro truppe).

Dopo la battagliaAl termine di ogni scontro vittorioso (l’alternativa è ovviamente il Game Over) al giocatore vengono assegnati punti esperienza e soldi, essenziali per affrontare con successo le battaglie successive.Il livello di personalizzazione di condottieri e truppe è piuttosto soddisfacente.Con i soldi il giocatore può migliorare l’equipaggiamento sia dei soldati semplici che degli eroi.Con i punti esperienza si possono migliorare le loro abilità, aggiungendone eventualmente di nuove.E’ inoltre possibile sia cambiare il tipo di truppe utilizzate (trasformando, ad esempio, la propria fanteria leggera in quella corazzata), sia arruolare mercenari che ci affianchino.Sfortunatamente non è lasciata alcuna libertà d’azione al giocatore, che una volta preparato l’esercito non potrà fare altro che procedere lungo la strada prevista dalla trama.

TecnicaTecnicamente il gioco è quasi identico al predecessore, il che – naturalmente – non è certo un male: chi ha già giocato a “Crusaders” noterà qua e là dei miglioramenti (come ad esempio l’introduzione di una visuale più allargata, utilissima durante gli spostamenti: peccato che durante la battaglia rimanga ancora troppo vicina all’azione, generando confusione), ma in sostanza le cose da dire sono le stesse.Dunque un motore grafico spettacolare, in grado di gestire quasi senza problemi decine di unità contemporaneamente su schermo (si nota saltuariamente solo un accettabile calo di frame rate). I modelli dei personaggi sono belli e dettagliati, ispirati ad un fantasy tipicamente occidentale, alla Dungeons & Dragons, tanto per capirci.Anche la colonna sonora metal è rimasta praticamente identica.In sostanza si ha l’impressione che i ragazzi di Phantagram non abbiano puntato a migliorare sensibilmente il titolo precedente, quanto piuttosto ad offrire agli appassionati la possibilità di vivere nuove battaglie.Tra le novità più significative si segnala una migliore implementazione del Live: mentre con “The Crusaders” era possibile giocare on-line solo per due giocatori, Heroes ne supporterà fino a sei contemporaneamente (tre contro tre)! Oltre alla modalità classica di scontri tra eserciti ne sono state implementate altre più particolari, come ad esempio quella in cui dovremo difendere un castello dall’assalto dei nemici.

– Buon mix di azione e strategia

– Buon sistema di customizzazione delle truppe

– Live fino a 6 giocatori

– Sistema di controllo un po’ confusionario

– Frustrante per l’assenza di salvataggi durante le missioni

– Qualche problema con le telecamere

7.8

“Kingdom under Fire: Heroes” é più un add-on che un vero e proprio seguito. Rispetto al primo episodio c’è qualche miglioramento o aggiustamento, ma nulla di veramente significativo. Il titolo rimane comunque estremamente valido e consigliatissimo a tutti i possessori di XBox, sia a quelli che abbiano già giocato al prequel, sia a quelli che si avvicinano per la prima volta al genere. Forse la cosa che più mi ha seccato è la mancata implementazione – anche questa volta – dei salvataggi durante la missione, che genera due tipi di conseguenze: l’impossibilità di giocare se avete poco tempo (le missioni possono richiedere anche più di un’ora per essere portate a termine) e la frustrazione quando dopo una lunga sessione di gioco si viene uccisi ed occorre ricominciare tutto da capo…

Voto Recensione di Kingdom Under Fire: Heroes - Recensione


7.8

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