Recensione

Kingdom Hearts HD 1.5 2.5 Remix

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a cura di Matteo Bussani

Chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo ritrovati qui a recensire la remastered delle remastered di Kingdom Hearts. Tra l’altro nemmeno completa data la mancanza dei capitoli inclusi invece nella 2.8: ultima appendice nonchè, speriamo, chiusura del periodo di attesa spasmodica del terzo capitolo che dura oramai da più di 10 anni. 
Iniziamo senza indugiare oltre; la prima inquadratura che vogliamo dare a questa recensione parte proprio da un aspetto estremamente sottovalutato in sede di analisi ovvero il titolo, Kingdom Hearts – HD 1.5 + 2.5 Remix – , chiarissimo e perentorio, al contrario dell’intreccio narrativo che nasconde al suo interno. In tutto e per tutto una somma di ciò che abbiamo già visto nella saga con le precedenti remastered per PS3, stavolta su PS4, sempre a prezzo budget, ma con un cambio di marcia fondamentale ovvero la trasposizione del gameplay dai 30 ai 60FPS. Sui contenuti e la magia che riescono a trasmettere passerò la parola a un meraviglioso testo e video riassuntivo realizzato di recente sulle nostre pagine e che troverà compimento a breve con la seconda parte. In sede di questa recensione invece mi concederò a un’analisi, capitolo per capitolo, dello stato della realizzazione tecnica di ciascun gioco presente nella raccolta e all’effetto che fa rigiocarlo all’alba del 2017 con questa commistione di contenuti, già noti, e del rinnovato motore di gioco; questo perchè in Kingdom Hearts i 60fps fanno davvero la differenza.
Kingdom Hearts Final Mix
Penso che il capostipite della serie sia uno dei giochi più coinvolgenti di sempre, semplice ma evocativo, spesso misterioso, tanto che più se ne parla più è facile trovare ragazzi che in un modo o nell’altro sono rimasti incantati dall’universo di Sora, Pippo e Paperino, nonostante le complicazioni note nel seguire la serie durante gli anni.
Un universo che nel 2013, escluso l’effetto nostalgia enorme, con  l’uscita della collection HD 1.5 Remix riportava alla luce un sistema di combattimento tipico degli anni migliori di PS2, che alla mano però aveva il grande problema di non essere invecchiato particolarmente bene. Questo ve lo dico per esperienza, perchè l’entusiasmo che trovavo nel ripercorrere le vicende dei tre non era certamente lo stesso che vedevo nei più piccoli in famiglia, affascinati da Paperino e Pippo, ma frenati dalla legnosità del gioco. Per non parlare dell’aspetto grafico che, sì, aveva fatto il grande passo verso l’era digitale ma si era dimenticato di evolvere alcuni importanti elementi come le sprite della bocca in 2D di alcuni personaggi, su cui era difficile sorvolare. 
Ora siamo passati alla nuova generazione e, dato che l’aumento qualitativo di risoluzione e texture non poteva più intervenire a rendere nuovamente appetibile questa collection, considerato il semplice passaggio ai 1080p su PS4 e 4K su Pro, è arrivato in nostro aiuto il framerate. Appena preso in mano, il gioco aveva un altro sapore, la fluidità dei movimenti nostri e dei compagni, seppur in alcuni casi abbia messo in mostra qualche problemino con certe animazioni soprattutto dei boss, per il resto ha sciolto la nostra percezione del gameplay, che ora va a emulare, sebbene con le forze di un titolo del 2002, i canoni richiesti da un action classe 2017. Le prime fasi, dove la combo di Sora era sostanzialmente formata da tre colpi, diventano più leggere, così tutte le fasi di combattimento. Ovviamente il gioco è lo stesso di sempre, quindi l’intera struttura ludica si rifa ai modelli tipici dell’era PS2, mappe divise in piccole aree, caricamenti nascosti o meno passando fra di esse, pochi ma buoni nemici a schermo. Lo stesso discorso vale per l’aspetto grafico dove i filmati girano ancora a 30fps e presi di forza dal precedente lavoro, le texture hanno a volte un dettaglio scarsissimo, soprattutto quelle più estese, e taluni personaggi sono precocemente invecchiati, in primis i secondari con molti dettagli ancora realizzati in 2D.
Tirando le fila del discorso, nonostante tutti i difetti che continua a portarsi dietro, il gameplay rinnovato nella forma anche se non nei contenuti ha reso Kingdom Hearts Final Mix l’irrunciabile entry-point della saga.
Kingdom Hearts Chain of Memories 
Passiamo al vero seguito di Kingdom Hearts, non quello che Nomura ci ha spacciato come tale, uscito qualche anno dopo su PS2. Stiamo parlando ovviamente di Chain of Memories, titolo che bisognerebbe giocare per capire più o meno tutto della storia di Sora post-chiusura del Kingdom Hearts, a cui in alternativa vi riporto sempre il nostro video. Originariamente il titolo fece la comparsa sugli scaffali come gioco per Gameboy, il suo rifacimento su PS3 aveva previsto il passaggio al motore di gioco del primo, che ritroviamo anche in questa collection assieme ai benefici sopra citati. Il gameplay più ragionato, basato su carte e stanze, non aveva bisogno di un aumento di frequenza del gioco, e i 60FPS non hanno cambiato l’esperienza generale. In questo caso fu il precedente passaggio generazionale e il remaking completamente in HD a cambiare le carte in tavola e a rendere fruibile un titolo che non aveva avuto il bacino d’utenza che avrebbe meritato. 
Molti giocatori, infatti, si ritrovarono a non capire l’incipit d Kingdom Hearts 2 proprio in virtù di questo vizio di forma della serie, che prevedeva capitoli intermedi narrativamente fondamentali, ma ufficialmente non appartenenti alla serie canonica. 
Questo Chain of memories, all’atto pratico, risulta un passo obbligato per chiunque voglia scoprire il mondo di Kingdom Hearts e, quindi, uno dei motivi per comprare la remastered della serie, ma purtroppo offre meccaniche che , a parte qualche sfizio interessante, non hanno il giusto piglio per intrattenere davvero, indipendentemente dai fini narrativi. 
358/2 e Re:Coded
Questi due titoli hanno avuto una sorte molto simile nel momento in cui sono stati trasposti in HD, ma completamente diversa dagli altri capitoli che troviamo nella remastered. Square-Enix decise che non era il caso di investire per un remake simile a quello di Chain of Memories, e optò per riassumere le vicende dei due episodi sotto forma di grandi video. Era fondamentale che alcuni elementi narrativi come il post Kingdom Hearts 2 o il personaggio di Roxas trovassero spazio all’interno di questa collection. Si presero dunque i titoli del 2009 rispettivamente usciti per Nintendo DS e cellulare, si crearono queste clip a partire dal motore di gioco aggiornato. Il lavoro venne svolto per le prime versioni delle collection, non più recentissime, e in questa seconda versione sono stati semplicemente presi e copiati senza indugio. A malincuore ci tocca ammettere che la qualità dei video non sia all’altezza del motore di gioco ripulito, tanto che passare dall’uno all’altro potrebbe anche arrivare a infastidire il giocatore. La differenza d’impatto rispetto al resto infatti si sente, ma anche qui, la durata modesta e le rivelazioni narrative fondamentali per chiudere il cerchio ci faranno chiudere più di un occhio.
Kingdom Hearts 2 Final Mix
Il secondo capitolo della serie, anch’esso uscito su PS2, fu un gioco che riuscì a sbloccare tanti meccanismi ancora imbrigliati nel primo. Il gameplay più dinamico, le aree più vaste e i quick-time events a spezzare il ritmo (ancora quando non se n’era fatta indigestione) avevano evoluto il format rendendolo più gradevole e al passo con i tempi. Come già detto non arrivarono le risposte che cercavamo avendo finito il primo capitolo e che avremmo dovuto cercare altrove, ma ancora una volta fu facile tuffarci in questo magico mondo.
La trasposizione in HD frutto del precedente lavoro di remastering portò ad ottimi risultati, grazie a un prodotto di partenza più fresco e di un lavoro di texturing generale già buono. Oggi invece un nuovo lavoro di restyling ci ha portato una risoluzione leggermente migliorata e una rinnovata frequenza di frames (solo per quanto riguarda il gameplay non le cutscenes): il risultato è da una parte ancora più godibile, ma dall’altra mette in rilievo qua e là dei problemi inaspettati.
Ricordiamo tutti il secondo gioco: molto colorato dai tanti effetti visivi e un FOV ampio per i tempi. Anche in questa trasposizione PS4 molti effetti hanno mantenuto la loro realizzazione tramite sprites in bassa risoluzione, tanto che contro alcuni nemici, soprattutto  boss, la confusione a schermo diventa importante e difficile da evitare, se non con un button-smashing delle azioni evasive. Anche il FOV è risultato un’arma a doppio taglio abbinato ai 60FPS, e nelle scene dove la telecamera è più aperta fa comparire un senso di spaesamento, vagamente simile a quello della motion-sickness. Basta poco per abituarsi, ma rimane qualcosa che avremmo voluto evitare. Allo stesso modo il contrasto perenne fra il testo in alta risoluzione del menù delle azioni in basso a sinistra e le immagini animate a bassa risoluzione come sfondo, è sicuramente qualcosa che si poteva evitare e risolvere.
Al di là di queste situazioni, comunque limitate, il gioco è estremamente godibile e la vena sempre più action trova corrispondenza nella maggiore fluidità del gameplay così come nelle molteplici aggiunte ad esso, tra cui troviamo le fusioni e un numero di abilità di gran lunga superiore. In parole povere, Kingdom Hearts 2 Final Mix è il più attuale dei titoli presenti nella collection, ma anch’esso deve fare i conti con piccoli problemi di porting, forse i più peculiari di quelli trovati finora.
Birth By Sleep Final Mix
Il prequel di tutta la storia, o meglio, lo era prima dell’uscita di Kingdom Hearts X (presente invece nella collection HD 2.8 Remix), ci riporta anni e anni e addietro per introdurci alle vicende di Aqua, Terra e Ventus in un passato ricco di eventi e sviluppi che incessamente troveremo nei riferimenti dei capitoli cronologicamente posteriori della serie. Il gioco venne lanciato su PSP nell’ormai lontano 2010 e fu uno dei primi spin-off ad avere un buon numero di giocatori, vuoi per la diffusione della piattaforma portatile di casa Sony, vuoi per la risonanza che questi capitoli paralleli alla serie “canonica” stavano iniziando a generare. Il gameplay action-RPG con le dovute modifiche e una struttura narrativa ben impostata lo hanno reso di sicuro imperdibile per molti. Lato tecnico, il passaggio alla versione HD è stato abbastanza indolore, con il gioco che prendeva finalmente forma, andando a sostituire l’immaginazione che riempiva i poligoni sullo schermo da 480×272 della PSP .
Con i 60 FPS l’evoluzione grafica ha portato il gioco ad avere un impatto grafico simile a Kingdom Hearts 2 Final Mix, ma la scarsissima risoluzione di tanti assets originali del gioco ha fatto sì che nel passaggio il salto di qualità non fosse sempre uniforme.
Per concludere dobbiamo anche sottolineare che le versioni di Kingdom Hearts, Kingdom Hearts 2 e Kingdom Hearts Birth By Sleep incluse nelle remastered, sia quelle singole sia la HD 1.5 + 2.5 Remix, sono le Final Mix, ovvero quelle originariamente uscite in Giappone e contenenti tutte le aggiunte, tra cutscenes, boss segreti e sbloccabili. Per chi non avesse avuto modo di rigiocare i vari titoli in alta definizione, questo è sicuramente un ulteriore incentivo per tornare a viaggiare tra i mondi dei Keyblade.

– 60fps…

– Contenutisticamente massivo

– E’ Kingdom Hearts

– Prezzo budget

– … ma tutti i filmati a 30fps

– Qualche problema di vecchiaia

8.5

Kingdom Hearts – HD 1.5 + 2.5 Remix – è la collection delle collection, imperdibile per tutti quelli che non hanno ancora avuto modo di giocare alla serie, oppure che la vogliono riscoprire con il nuovo sapore offerto dai 60FPS, che in un action-RPG fanno davvero la differenza. A lato della quantità di contenuti infinita e una fluidità inedita dei vari giochi, qualche effetto non propriamente positivo del porting c’è, ma è limitato in numero e in entità.

Voto Recensione di Kingdom Hearts HD 1.5 2.5 Remix - Recensione


8.5

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