Recensione

Kingdom Hearts: Chain of Memories

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a cura di Chomog

Apriamo tutti insieme la porta del cuoreKingdom Hearts è stato uno dei titoli che più ho apprezzato tra quelli giocati per Playstation 2 (preferii optare per la versione americana per la mancata ottimizzazione della versione europea in formato Pal) ed il carisma ed i valori morali che ha saputo tener vivi in me mi fa ancor oggi giudicare quel prodotto della Squaresoft uno dei prodotti più belli che un videogiocatore possa avere.Con il ricordo di Sora, Donald e Goofy nel cuore, ho trovato sorprendentemente piacevole l’annuncio di questo spin-off per Gameboy Advance da parte della neo-nata Square-Enix, non nascondendo piccole perplessità temendo una mera operazione commerciale e non la creazione di un altro capolavoro per gli action-RPG.In questi 20 anni di passione videoludica (ho iniziato a videogiocare con l’epico Vic 20 della Commodore) ho sempre cercato di far propaganda al videogioco facendo si che il semplice aspetto da “giochetto” o “passatempo” per bambini potesse esser superato; immaginate quanto sia stato difficile far giocare un prodotto che presentava i personaggi della Disney a persone che avevano da tempo superato la ventina di anni, ma Kingdom Hearts per Playstation 2, se in un primo momento riportava quelle situazioni tipicamente cartoonesche con momenti strappa-lacrime e coccolosi, si evolveva man mano che la storia andava avanti arrivando a trattare argomentazioni più serie come la vita e la morte, il sacrificio ed il dovere; assistevamo ad una crescita del personaggio che dalle prime schermate di gioco non avremo mai pensato di vedere.

Sulle tracce del reChain of Memories propone una cosmesi grafica che segue l’evolversi di questa saga che abbiamo potuto ben apprezzare nei pochi, ma qualitativamente buoni, filmati rilasciati da Square-Enix per il secondo episodio che uscirà su Playstation 2.Tutto viene presentato in forma più matura, iniziando dal logo del gioco realizzato con tonalità più dark (ultimamente va di moda quest’approccio per i seguiti, basti vedere Ubisoft con il suo Prince of Persia 2 per tutti i sistemi) fino ai personaggi, dagli scenari alle cut scene nel gioco.Questo piccolo capolavoro videoludico, dopo aver dato la possibilità di scegliere quale tra i tre livelli di luminosità impiegare per visualizzare al meglio l’immagine, inizierà a coinvolgerci con un suggestivo filmato (si avete letto bene signori, un filmato, realizzato con lo stesso motore grafico di Kingdom Hearts ma downsamplato, cioè qualitativamente buono ma non perfetto) che riprenderà quello con il quale si chiudeva il primo episodio per il 128bit della Sony. Il filmato, tanto per chiarire i dubbi di chi era rimasto incredulo nel vederlo rilasciato sul web da Square-Enix, è proprio quello diffuso al tempo dalla casa giapponese; non possiamo quindi che fare un elogio per i programmatori del gioco che sono riusciti a riempire come si deve questa cartuccia per GBA da 128mbits.Arrivati nel castello di Oblivion (la quasi totalità della trama si svilupperà infatti in esso) incapperemo nella carismatica realizzazione bidimensionale del titolo vero e proprio, con visuale isometrica e dai colori dalle tonalità pastello con fantastici giochi di luce tra le parti più illuminate e quelle più in ombra. I personaggi, sempre in 2d, presentano dimensioni rilevanti ed ammirevole è la loro realizzazione che non fa in alcun modo rimpiangere la tridimensionalità passata.Durante i combattimenti assisteremo ad una vera e propria invasione di sprite che volano, saltano, combattono senza alcuna incertezza per l’hardware del nostro fido Gameboy Advance. Unica pecca che abbiamo riscontrato è stato nel numero di animazioni per ogni character: avremmo infatti preferito trovare movenze più fluide mentre invece i personaggi, seppur perfetti nella loro ottimale realizzazione statica, sembrano quasi scattare durante le loro azioni.Particolare menzione meritano le schermate dei menù e gli avatar dei personaggi splenidamente animati durante i dialoghi: divertentissimo è vedere Donald (Paperino) cambiare espressione ed arrabbiarsi nel classico modo visto nelle produzioni Disney. Questo aspetto, che potrebbe sembrare secondario, dona un tocco di classe in più ad una produzione che, seppur sviluppata per un mercato minore quale quello del videoludo portatile, non è certo secondaria per importanza né, soprattutto, per qualità.E’ piacevole visitare durante le memorie i luoghi già visti come Traverse Town, Agrabah, Neverland, Atlantica o la città di Hallowen; ritroveremo anche i nemici che avevamo imparato ad amare/odiare, con le loro caratteristiche di difesa ed attacco, tanto da poterli sconfiggere utilizzando le stesse tecniche del titolo per Ps2, facendoci affiancare anche da Aladino, dalla Bestia o da Jack del mondo di Hallowen.Un migliorato sistema di combattimento, ancora in tempo reale ma con un approccio più strategico, renderà meno criticabile questa sezione del gioco: le battaglie avvengono incappando in nemici nelle ambientazioni principali per poi esser immediatamente catapultati nell’azione tra furiosi scontri all’ultimo spell.

Il card-game made in Square-Enix?E’ di moda ultimamente che ogni software house che si rispetti proponga in campo videoludico una sua interpretazione dei giochi di carte alla Magic: abbiamo potuto giocare a titoli di alto livello qualitativo come Yu–Gi–Oh! di Konami o il recente Duel Masters di Atari e Metal Gear Solid Acid proporrà su PSP una sua originale interpretazione di questa categoria. Lo stesso si può dire di Chain of Memories: nel castello di Oblivion, infatti, tutto è regolato dalle magiche carte che verranno utilizzate in primis durante le battaglie, attribuendo a Sora bonus di attacco o difesa, la possibilità di lanciare incantesimi più o meno potenti, di utilizzare mosse speciali già conosciute (come il Blitz o il Sonic Blade) o di evocare gli elementali.Mentre stiamo combattendo potremo impiegare fino a tre carte nello stesso tempo per acquisire vantaggi sugli avversari, ma il loro uso non si limita solo a questo: alcune in particolare ci daranno accesso a misteriose e segrete locazioni dove potremo portare avanti le sub-quest del gioco che, seppur brevi, donano quel tocco magico in più e ripagano il videogiocatore con items segreti a volte utilissimi.Per curarci vi saranno anche gli oggetti come le pozioni, mentre nel comparto magico ritroviamo tutto il vecchio libro di magia di Squaresoft fatto di Fire, Fira, Firaga ed il resto delle magie in tripletta.Orecchiabilissimo il sonoro che riprende e ripropone buone rivisitazioni delle musiche originali dei luoghi e dei personaggi ormai tanto cari al giocatore di RPG. Ottimi anche gli effetti sonori e le voci digitalizzate presenti, mentre si sente la mancanza di quelle che narravano la storia nell’episodio per la console Sony dando l’impressione di trovarsi realmente a guardare un film della Disney.Per completare questo action-RPG di egregia fattura abbiamo impiegato circa 25 ore di gioco, tempo che è trascorso piacevolissimamente alla continua ricerca dei segreti mancanti e delle carte più ambite.

– Graficamente ben realizzato

– Combattimenti migliorati

– Grande carisma

– Situazioni già viste nell’episodio Ps2

– Animazioni da migliorare

– Voci narrative assenti

8.5

Square-Enix ci ha presentato il miglior action-RPG per Gameboy Advance riproponendo le idee iniziali apprezzate in Kingdom Hearts per Ps2.

Tralasciando alcuni difetti, come le animazioni che rientrano nella sola sufficienza o le voci narrative assenti (ma forse qui vogliamo troppo dal piccolo GBA), fa piacere rivisitare i luoghi e rivedere personaggi tanto cari al videogiocatore quanto all’amante della Disney, pur essendo questo Chain of Memories un titolo da giocare fra i due del passato e del futuro per la console Sony.

Un acquisto consigliato per tutti coloro alla ricerca di un capolavoro per il portatile a 32bit della grande N.

Voto Recensione di Kingdom Hearts: Chain of Memories - Recensione


8.5

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