Sono passati più di dieci anni da quando la serie Kingdom Hearts irruppe sulla scena videoludica. Perché di irruzione si trattò: era strano, quasi incredibile che due mondi apparentemente così lontani come quello di Disney e di Final Fantasy si incontrassero in una maniera tanto dirompente. Eppure, l’esperimento poté dichiararsi riuscito, e Kingdom Hearts divenne una serie amatissima da un pubblico cross-generazionale. In una parola: un successo.
Di acqua ne è passata sotto i ponti da allora, e i crossover videoludici bizzarri non sono più così rari. Pertanto, di fronte ad un panorama in cui questo genere di esperimenti non è più così “sperimentale”, è lecito chiedersi quanto e come sia invecchiato il gioco che ha dato origine a tutto. L’occasione si è presentata con Kingdom Hearts 1.5 HD Remix, collection contenente le versioni restaurate del primo gioco, di Kingdom Hearts Re: Chain of Memories e di Kingdom Hearts 358/2 Days.
Il peso degli anni
Kingdom Hearts, per molti versi, è invecchiato male. Prendete in mano una copia del gioco originale per PS2, vi ritroverete davanti a un gioco ben al di sotto degli standard a cui siamo abituati: la telecamera è altamente imprecisa e si controlla con i pulsanti posteriori del pad (!), le sezioni platform sono una vera spina nel fianco e il sistema di lock-on ci fa perdere le staffe.
Gli sviluppatori erano al corrente di questi problemi, ed è per questo che hanno deciso di mettere mano al materiale di partenza. Ad aggravare il tutto, gli asset originali di Kingdom Hearts sono andati perduti, e gli sviluppatori hanno dovuto ricorrere a complesse operazioni di ingegneria inversa per recuperare il gioco e modificarlo.
Il risultato è una vera e propria versione 1.5 del gioco, come Square Enix ama chiamare questo prodotto, in quanto presenta alcune piccole ma significative differenze con il titolo del 2002. In primo luogo, la telecamera è stata resa semiautomatica. Non funziona in maniera perfetta, ma ora è controllabile in maniera molto più intuitiva con lo stick destro. Le evocazioni hanno un menù dedicato, e non è più necessario muoversi all’interno del menù magia per attivarle, risparmiando tempo prezioso in battaglia. Inoltre, è stato introdotto un nuovo livello di difficoltà più bilanciato, che risolve in parte la difficoltà un po’ altalenante del gioco originale. Ciononostante, Kingdom Hearts 1.5 HD Remix soffre ancora di qualche momento di difficoltà inutilmente elevato, per poi abbassarsi spudoratamente durante le boss fight.
Alta definizione o upscaling?
Uno dei gravi problemi di tutte le conversioni in HD dei grandi classici è dato dalla grafica, che spesso è poco più di una grande operazione di upscaling, anziché di un vero restauro in alta definizione. Kingdom Hearts 1.5 HD Remix non è totalmente privo di questo problema. I modelli dei personaggi sono stati migliorati, in quanto i vecchi asset sono stati sostituiti con quelli ben più definiti di Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance, sebbene tale makeover non sia stato applicato a tutti i modelli presenti nel gioco. Si può dunque notare una certa differenza qualitativa tra i vari NPC, e alcune animazioni – specie facciali – mostrano la loro età.
Le texture sono, nel complesso, molto più definite e omogenee, e salvo qualche orribile texture 2D inserita per rappresentare un oggetto tridimensionale, contribuiscono a creare quell’atmosfera magica che caratterizza i giochi di questa saga.
Un altro problema del gioco originale era caratterizzato dalla musica, fin troppo ripetitiva. Sfortunatamente la colonna sonora è stata mantenuta, e di conseguenza ci ritroveremo ad essere bombardati da motivetti in loop che farebbero perdere la pazienza anche al più ascetico dei giocatori.
La magia è ancora viva
Kingdom Hearts, nonostante non sia invecchiato bene da un punto di vista strettamente tecnico, è ancora oggi una storia straordinariamente bella, immersa in un’atmosfera unica. La prima volta che i due mondi Disney e Square Enix si incontrano, l’emozione è ancora fortissima. Ritrovarsi ad affrontare le ombre, mentre gli “squack” di Paperino echeggiano nel livello, è davvero splendido, e in alcuni casi ci siamo ritrovati a sorridere di fronte a delle gag di matrice disneyana particolarmente ben azzeccate.
Il doppiaggio in inglese resta di buona fattura, il mixage dell’audio è perfetto e la conversione in surround è avvolgente, sebbene gli sviluppatori non si siano sforzati per creare un’ambiente sonoro più credibile. Ottima la traduzione in italiano, anche se la scelta di mantenere un carattere della famiglia Comic Sans per i sottotitoli non fa altro che aggiungere del fastidioso vecchiume all’aspetto grafico del gioco.
– Storia affascinante
– Atmosfera magica
– Poche ma buone migliorie
– Tanti contenuti
– Conversione grafica poco incisiva
– Ha ancora molti problemi dell’originale
– Sottotitoli in Comic Sans… davvero… in Comic Sans!
Nonostante le ottime idee messe in campo per svecchiare i controlli e la grafica, la conversione in HD di questo classico non è perfetta e il gioco in certi frangenti mostra ancora la sua età. Dall’altro lato, gli sviluppatori non hanno mortificato il gioco, mantenendone i tempi e il gameplay che lo resero uno dei migliori titoli dello scorso decennio. In breve, Kingdom Hearts è ancora un grande gioco, e il valore complessivo del pacchetto che include anche due spin-off è certamente molto elevato. Con l’arrivo di Kingdom Hearts 3 – che probabilmente avverrà nel corso del prossimo anno – questa è un’occasione imperdibile per riscoprire una splendida serie.