Recensione

Kingdom

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a cura di FireZdragon

Mentre la gente là fuori continua a discutere di quanto siano importanti i 60 frame per secondo e i 1080p, ogni giorno che passa il mercato PC regala perle di rara bellezza che fanno dei due parametri appena citati semplici noccioline. E se vi dicessimo che è possibile creare buone esperienze di gioco sfruttando semplicemente tre pulsanti della vostra tastiera? Questo è quello che i ragazzi islandesi di Licorice e gli olandesi di Noio hanno provato a fare con Kingdom, un indie game difficile da inquadrare in un singolo genere ma che prende da una moltitudine di tipologie di gioco elementi chiave, fondendoli insieme e proponendo qualcosa di indubbiamente originale.

Tre tasti per la felicitàQuella di Kingdom non sarà una recensione particolarmente lunga. La storia può riassumersi in una sola riga: in un mondo fantastico, impersonerete un sovrano che dovrà ricostruire il regno e portare la pace nelle sue terre, fine.Il titolo presenta una struttura procedurale dove la costruzione dello scenario intorno a voi, così come i vessilli e addirittura il sesso del protagonista vengono generati casualmente ad ogni nuova partita. Prese le redini del destriero che vi accompagnerà fedelmente in questa avventura potrete iniziare a esplorare la foresta in cui verrete catapultati, scegliendo unicamente se proseguire verso destra o verso sinistra, in maniera assolutamente indifferente.Appena raggiunto il primo falò vi verranno donati dei dobloni d’oro che in Kingdom non rappresentano null’altro che una valuta da utilizzare per reclutare genti sotto il vostro stendardo e costruire edifici, palizzate protettive ed equipaggiamento.Si poteva forse fare un pochino di più, pur tenendo bene a mente l’identità del progetto, per quanto riguarda la varietà delle scelte iniziali e, soprattutto, delle prime fasi di gioco, identiche tra loro nonostante la casualità intrinseca della produzione.Le azioni da compiere nei primi venti minuti di gameplay sono pressoché sempre le medesime: accendete il falò, costruite solide mura alle estremità del vostro accampamento e iniziate a girovagare per i boschi arruolando sperduti cittadini, niente di più e niente di meno.Non esiste infatti una gestione della popolazione, né tanto meno è possibile assegnare ai sudditi ruoli precisi o comandarli direttamente, saranno gli automatismi dell’IA a guidare ogni loro singolo passo, e saltuariamente non in maniera molto furba.Il vostro scopo insomma è quello di rinforzare il più possibile i vostri possedimenti ed espanderli ai limiti del bosco, superando temibili notti in cui demoni malvagi e desiderosi di mettere le mani sul vostro bottino attaccheranno continuamente il forte. Il gioco da puro gestionale si trasforma in un tower defense, mentre il giocatore tiene le dita incrociate sperando che i prodi arcieri piazzati sulle mura abbiano una buona mira. Il ciclo si ripeterà così fino a che non arriverete a fronteggiare con il vostro esercito i portali incantati o fino a quando la vostra corona non cadrà nelle mani nemiche, evento che segnerà il game over e la perdita di tutti i vostri progressi.Una sola vita e un solo salvataggio caratterizzano così un titolo dalle meccaniche semplicissime ma molto, molto complesso da completare e che vi saprà tenere impegnati per una buona decina di ore almeno prima che il senso di dejavù inizi a divenire un po’ troppo pesante.

Una casualità poco marcataGli elementi che vi permettono di avanzare nella costruzione del vostro forte e che vi garantiscono bonus, sparsi come dicevamo in maniera randomica all’interno della foresta, non sono poi molti e riducono il fattore rigiocabilità già dopo una manciata di partite. Sarebbe stato necessario, a nostro modo di vedere, ampliare le opzioni di costruzione, aumentare da subito il numero di edifici disponibili, così come lasciare al giocatore la scelta di dove piazzarne le fondamenta piuttosto che costringerlo a selezionare spot predefiniti. Ottime idee insomma che dovevano però essere ampliate e studiate meglio. Nonostante questo passo falso il gioco vi terrà incollati allo schermo, con quello stimolo che solo i titoli così difficili e punitivi sono capaci di offrire. Il ritmo di gioco, inoltre, è molto lento con le monete fornite a cicli regolari che consentono di effettuare solo poche mosse durante ogni giornata, una soluzione ottima per dare peso alle vostre scelte ma che spesso lascia il giocatore in balia degli eventi, senza che questo possa fare nulla di divertente o concreto per lunghi periodi di tempo.Lo stile grafico, indubbiamente, aiuta ad elevare il titolo sopra la media del genere con una grafica in pixel art e una atmosfera davvero riuscita. La cura per il più piccolo dettaglio dimostra la passione che gli sviluppatori hanno profuso nella loro creatura, con i riflessi del fiume che contorna il paesaggio realizzati in maniera eccelsa. I colori, le nuvole e il meteo variabile poi, così come l’alternarsi delle stagioni, fanno di Kingdom un vero e proprio gioiellino dal punta di vista visivo, con un accompagnamento sonoro che mostra picchi di elevata qualità.Su Steam potrete portarvi a casa il titolo con circa dieci euro, un prezzo leggermente eccessivo per gli standard attuali ma giustificato dall’originalità e dalla cura di questa piccola perla indipendente.

– Atmosfera strabiliante

– Ottima Pixel Art

– Tante Idee originali

– IA non prarticolarmente sveglia

– La rigiocabilità non è così elevata

– Poca varietà di scelte

7.5

Kingdom non è perfetto, l’IA poteva essere gestita meglio e le opzioni di gioco potevano essere più numerose e più varie, ma l’idea di fondo e la realizzazione tecnica vanno sicuramente premiate. Non abbiamo ovviamente tra le mani un gioco per tutti, quanto piuttosto uno strategico che risulta essere un ottimo passatempo per le serate invernali che stanno per arrivare. Spegnete le luci, indossate le cuffie e tentate di sopravvivere il più a lungo possibile. L’atmosfera di Kingdom farà il resto.

Voto Recensione di Kingdom - Recensione


7.5

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