Killzone Liberation
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a cura di Darkzibo
Chi conosce Killzone apparso su Ps2 qualche tempo fa, saprà sicuramente di cosa andiamo parlando in questo articolo. Parliamoci chiaro, l’episodio uscito su Ps2 non è stato un gioco memorabile come le aspettative avrebbero potuto lasciar intendere ma, piuttosto, un buon FPS dotato di quel carisma necessario utile a rafforzare la sua presenza sulla console Sony. Nonostante ciò, la società giapponese non si è arresa e ha deciso di portare il suo titolo su PSP e, in seguito, su Ps3.
Un po’ di notizie dal fronteLa storia, con una sorta di colpo di scena studiato, vede l’evolversi di quanto accaduto su Ps2: se in quel caso avreste dovuto difendere il vostro pianeta dagli Helgast, in questa occasione sono loro a passare alla prospettiva di difesa, dato che i vostri alter ego virtuali saranno pronti a attaccare per l’ultima volta il pianeta degli acerrimi oppositori e porre fine alla loro egemonia. La prima cosa che si nota e si è notata dalle immagini circolate prima dell’uscita di Killzone Liberation, è il cambio di prospettiva: se l’episodio per Ps2 era uno sparatutto con visuale in prima persona, in Liberation tutto cambia portando il punto di vista dall’alto. Se i programmatori di Guerrilla hanno cambiato questa caratteristica, non hanno, però, cambiato l’atmosfera seria e crepuscolare che ha definito il primo episodio. I richiami ambientali e simbolici alle Grandi Guerre ci sono tutti: i fossati del fronte, la somiglianza delle divise degli Helgost con quelle dei soldati tedeschi del secondo conflitto mondiale, la loro artiglieria, lo stesso simbolo dei vostri oppositori che ricorda un riadattamento della svastica e altre caratteristiche verranno ritrovate all’interno del gioco, riproposte secondo l’idea futuristica dei programmatori. Tutte le missioni si svolgono all’interno di questo mondo dove il gusto post atomico si unisce al classico paesaggio delle Guerre Mondiali, disorientando, con stile, il giocatore.Killzone Liberation gode di un sistema di puntamento assistito, che permette di mirare automaticamente i nemici, la cui energia rimanente apparirà sopra di loro per indicarci quanto manca alla loro dipartita. Prima di ogni missione avrete la possibilità di acquistare armi e equipaggiarle; la cosa non è per niente limitativa dato che, durante lo svolgersi di un livello, avrete la possibilità di scambiare il vostro arsenale con un altro presente nei bauli sparsi qua e là. Oltre ai suddetti bauli troverete anche alcune casse che contengono upgrade, kit medici, munizioni, bombe e fumogeni. La meccanica di ogni missione risulta, però, piuttosto simile: oltre a sistemare esplosivi, aprire porte, raggiungere altre zone, salvare ostaggi e uccidere nemici, poco altro viene lasciato fare al giocatore. Si tratta pur sempre di uno sparatutto, ma la nuova dimensione data a Killzone Liberation rispetto al predecessore avrebbe sicuramente guadagnato in longevità e perso in monotonia se ci fossero state idee diverse e varie a accompagnare il tutto. Alla fine di ogni livello, come accade nella maggior parte dei videogiochi, troverete un boss, di solito grosso e cattivo che però cadrà seguendo una certa astuzia e non sparando all’impazzata sperando di abbatterlo. Potrete sempre usufruire di anfratti e muri diroccati per proteggervi dal fuoco nemico, abbassarvi per colpire meglio e lanciare grante e fumogeni per infliggere e disorientare i soldati. Alcuni livelli si distinguono per due elementi: il primo prevede l’impiego di altri compagni di squadra, l’altro di guidare veicoli armati. Tra i vostri compagni troverete, all’inizio, Rico specialista in esplosivi e Luger abile nell’arrampicarsi sulle pareti e creando nuovi passaggi. Il vostro alter ego virtuale potrà dare ordini e formulare una tattica, anche se non con pochi problemi. Succede, infatti, che a volte i vostri compagni di squadra diventino dei veri ostacoli per la vostra deambulazione, piantandosi di fronte al nostro personaggio, impossibilitandone, se non dopo aver fatto alcune mosse con l’analogico il transito. I veicoli, impiegati in quattro missioni sulle sedici totali, sono carriarmati, hovercraft e jetpack, particolarmente utile per volare di rilievo in rilevo in una missione dove ci sono baratri senza fondo e in cui il rischio di cadere è elevato. Se questo mezzo viene impiegato da un solo soldato, l’hovercraft può raccogliere un secondo componente della vostra squadra e i compiti saranno suddivisi in guida e attacco.
Il multiplayer e onlineIn materia di multiplayer si trovano i grandi classici del tipo: Deathmatch in solo o in gruppo, Cattura della bandiera ma anche il modo Attacco. In quest’ultimo modo la vostra squadra partirà da una base e dovrà entrare in quella nemica per distruggere un determinato oggetto, che di solito è rappresentato da un’antenna radiofonica, proteggendo anche la vostra base. Viene impiegata anche l’iterazione con internet, dal sito www.killzone.com, per scaricare upgrade, skin per i personaggi. Si possono, altresì, inviare i propri punteggi per competere con gli altri giocatori.
Cosa si vedeCome detto sopra, la visuale non è più soggettiva, ma dall’alto. Questo però non deve far pensare che i programmatori si siano applicati di meno. Partendo dall’analisi dei movimenti dei personaggi, noterete come tutti sono naturali, articolati e come l’effetto delle esplosioni contorca i corpi in stile Half Life 2. durante i filmati (non in cg ma realizzati con la grafica del gioco), potrete però vedere come alcune texture siano poco curate, quasi sfocate, così come i volti dei personaggi. Ben fatto l’effetto delle lenti dei caschi nemici, così come le esplosioni e l’effetto del fumo che si diffonde. Quando le troverete, ponete un occhio alle pozze: mai vista un’acqua meglio realizzata su una console portatile ! Le ambientazioni, in puro stile post atomico, sono curatissime, ricche di particolari, di edifici semi distrutti, angoscianti, di piccole strutture degradate e di colline: il tutto sembra ripetersi in un po’ tutte le missioni. Le distruzioni pre stabilite degli ambienti da parte degli esplosivi sono irreali e l’idea che sia qualcosa di palesemente ‘preparato prima’ può far storcere il naso. Qualche bug è rappresentato dalla postazione che assumono, in diverse occasioni, i vostri compagni di squadra, che di fatto tendono a ostruirvi il passaggio e da alcune imperfezioni grafiche come lo sfarfallio di qualche poligono e conseguenti buchi. Il comparto sonoro, rappresentato da spari e esplosioni, compie degnamente il suo lavoro anche se non esalta appieno l’hardware di PSP, mentre il doppiaggio in italiano è ben realizzato, con dialoghi che sembrano copiati dai più classici film d’azione. La colonna sonora è praticamente appena accennata e senza fondamentali acustiche degne di nota.
– La nuova prospettiva funziona
– Tante armi
– Sistema di puntamento agevole
– Le missioni sui veicoli
– Pessima IA dei compagni
– Poco longevo
– Telecamera non sempre precisa
7.2
La nuova dimensione di Killzone riesce a conquistare, almeno inizialmente, l’acquirente. Forse chi ha già giocato alla versione per Ps2 avrà delle difficoltà a rivedere i proprio eroi in questa visuale dall’alto, però sappiate che il gioco, in fin dei conti se la cava. Ci sono alcuni difetti, come la scarsa longevità, un sistema online non ancora ben calibrato, alcuni bug di fondo, ma se foste degli appassionati della saga non dovreste perdere Killzone Liberation, perché nonostante tutto, lo spirito resta il medesimo di quanto vinto sulla console maggiore di casa Sony. Purtroppo il gioco non riesce a sfondare e questa è colpa anche dell’eccessiva semplicità di alcuni enigmi e della superficialità della trama che non riesce a immergere appieno il giocatore. Peccato perché, con un po’ più di attenzione, a quest’ora avremmo potuto parlare di killer application. Provaci ancora, Sony !
Voto Recensione di Killzone Liberation - Recensione
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