Il mare dei multiplayer arena è pieno di pesci. Ce n’è per tutti i gusti: in singolo o a squadre, a visuale isometrica o in prima persona, ultimamente parecchi hero based. Insomma, quali che siamo i vostri gusti non farete fatica a trovare qualcosa di adatto alle vostre esigenze. Molti di questi titoli inoltre si offrono sul mercato come free to play, anche se in troppi casi risulta necessario mettere mano al portafogli per poter godere di un’esperienza gratificante. Di recente uscito in esclusiva per gli utenti PS Plus, e a breve disponibile gratuitamente per tutti i possessori di PS4, arriva Kill Strain, ultimo lavoro dei ragazzi di Sony San Diego. Il titolo propone una formula asimmetrica, che vede due squadre da quattro umani fronteggiarsi e una coppia di mutanti a fare da elemento di disturbo nello scontro. Anche se coraggioso e intrigante il sistema non può dirsi perfetto, e soffre di alcune criticità legate soprattutto al bilanciamento.
Tutti contro tutti
Come detto poco sopra la formula asimmetrica di Kill Strain prevede battaglie tra due squadre di mercenari umani e una coppia (almeno all’inizio) di mutanti. Gli eroi attualmente disponibili sono dieci mentre i mutanti solo tre. Dopo aver portato a termine il tutorial ci viene concesso di spendere i primi gold guadagnati per acquistare un singolo mercenario tra tre disponibili, e un unico mutante obbligatorio. Ogni personaggio giocabile dispone di due abilità: una skill di movimento e un attacco ultimate; purtroppo nessuno spicca per personalità e l’esperienza, pad alla mano, risulta poco diversificata. Durante i match tutto ruota intorno alla diffusione della strain da parte dei mutanti, i quali sono in grado di infestare il terreno attraverso lo spargimento di una sorta di infezione. Questa rende più forti e veloci i mutanti, consentendogli inoltre di rigenerare la salute e divenire invisibili, mentre danneggia gli umani che ci finiscono sopra. Ognuna delle tre squadre ha una base che se distrutta assegna la vittoria direttamente al team del giocatore autore del last hit. Mentre ci si sparacchia l’un l’altro, spesso in situazioni piuttosto confusionarie, i giocatori nei panni degli umani devono stare bene attenti a non farsi ammazzare nei pressi della strain. Se ciò dovesse malauguratamente accadere, un mutante potrebbe acchiappare il malcapitato e trascinarlo sull’infezione, trasformandolo permanentemente in un suo simile fino alla fine della partita. Si rende palese dopo solo pochi match come questa meccanica, per quanto interessante, sbilanci completamente la partita. Basta infatti un solo membro del team poco attento a dare un pesante vantaggio ai mutanti, i quali già in tre possono causare enormi danni e spargere la piaga con un’efficienza spaventosa. I mercenari possono però fruire di un potenziamento dato da un’armatura meccanica, ottenibile attraverso la raccolta di fiale ARCC nella fabbrica specifica e il successivo deposito nella drop zone. Se le centrali di produzione sono una per squadra però la drop zone è singola e diventa facilmente teatro di furibondi scontri per il suo utilizzo. In poche parole gli umani fanno la spola tra la fabbrica e la drop zone, sconfiggendo le zone di strain sulla mappa e uccidendosi tra loro, i mutanti invece creano più disturbo possibile, intralciando i loro nemici nell’ottenimento delle armature MEC e diffondendo il più possibile la piaga durante il tempo libero.
Bella idea… ma solo sulla carta
Per quanto il gioco sia forte di una formula asimmetrica tutto sommato fresca, dobbiamo però segnalare come il titolo abbia parecchi punti deboli. Partiamo con le pecche a livello di gameplay, quelle che inficiano effettivamente sul gioco. Chi si dedica ai titoli a squadre sa bene quanto il coordinamento e la cooperazione siano fondamentali: un piccolo errore, un solo mutante in più (e un conseguente membro del team in meno) pesa tantissimo sull’esito del match. In aggiunta a questo, essere trasformato in mutante, soprattutto nelle fasi finali del match, significa quasi sempre andare a finire nella squadra che sta per vincere, e ciò ammazza un po’ lo spirito competitivo. “Che cosa mi importa di essere ucciso se tanto vado a finire nel team vincente?”, potreste chiedervi.
Inoltre chiunque distrugga una base si aggiudica la partita, ma non in modo chiaro o soddisfacente: compare semplicemente una scritta che ci informa che tal giocatore ha distrutto la base avversaria. Se per esempio la squadra blu passa tre quarti della partita a combattere l’infezione, raggiunge il cuore del covo dei mutanti e lo riduce quasi alla distruzione, la vittoria potrebbe benissimo essergli sottratta da un membro a caso del team avversario che all’ultimo momento gli soffia il last hit. Inoltre i MEC ottenibili dagli umani risultano molto più efficaci contro la strain che contro le torrette che difendono le basi mercenarie, portando quindi nella maggior parte dei casi i due team a fare a gara a chi riesce a sterminare per primo i poveri mutanti. Ai mostri, di contro, basta resistere fino allo scadere dei venti minuti di partita per vincere automaticamente, anche senza aver distrutto nessuna base. La formula è quindi confusionaria, poco rifinita e decisamente inadatta ad un ambiente competitivo. Se dobbiamo spezzare una lancia a favore, lo facciamo però sul versante accessibilità: il titolo infatti risulta di semplice approccio, adatto anche a chi non ha dimestichezza con un cooperativo/competitivo a squadre, e che vuole farsi un po’ le ossa senza tirar fuori un singolo euro.
Free to play, but it’s better if you pay
Chiariamolo subito: il gioco è gratis ma si parte con un pg solo, per farmarne un altro servono dalle quattro alle sei ore di gioco, e c’è una singola mappa con una sola modalità. Ora, noi non sappiamo quanto siete perseveranti, ma potete star certi che se non avete intenzione di aprire il portafogli per comprarvi i nuovi eroi, o almeno i boost per velocizzare l’accumulo di gold e exp, la faccenda si fa lunga e tediosa. Per racimolare qualche moneta in più potete dedicarvi alle missioni giornaliere, che però non vengono sempre aggiornate tempestivamente. La frustrazione sale anche a causa del matchmaking imperfetto che a volte fa partire squadre con un giocatore in meno, una penalizzazione gravissima che speriamo venga arginata all’arrivo di una community più florida al momento del rilascio per tutti gli utenti PlayStation. Sul versante tecnico il titolo non strabilia, ma almeno garantisce un’esperienza di gioco fluida, inficiata solo saltuariamente da qualche singhiozzo dei server. Scordatevi però gli eroi carismatici in stile Blizzard: i personaggi di Kill Strain hanno poca personalità e la loro conta poligonale risulta ancor meno degna di nota rispetto al carisma. La cosa peggiore è che anche le abilità si somigliano un po’ tutte, andando ad influire sull’utilità del personaggio ma senza modificare più di tanto il gameplay. Tirando le somme Kill Strain non si rivela altro che una goccia nello sconfinato mare dei giochi free to play, senza quell’appeal o quel colpo di genio in grado di renderlo una scelta preferenziale rispetto a tanti altri giochi migliori e che non richiedono ore ed ore di farm per disporre di un roster dignitoso con cui giocare. Se volete provarlo è gratis, ma non aspettatevi nulla di strabiliante o rimarrete pesantemente delusi.
– Formula di gioco coraggiosa…
– Free to play…
– … Ma pesantemente sbilanciata e inadatta ad un ambiente competitivo
– … Ma se non aprite il portafogli impiegherete molto ad avere tutti gli eroi
– Una sola mappa
– Matchmaking ballerino
Kill Strain propone una formula stuzzicante e originale, ma al di là dell’idea che sembra buona sulla carta, tutto il resto è un mezzo disastro. Una sola modalità (sbilanciata), una sola mappa e tantissime ore necessarie a sbloccare i personaggi, rendono il gioco non solo noioso da approcciare, ma rivelano anche l’inconsistenza della gratuità dell’offerta. Scaricatelo e giocate qualche partita per rendervi conto di come non solo le partite abbiano un andamento molto casuale, ma anche la loro conclusione non sia ben chiara. Siamo certi che, anche a costo zero, in giro troverete di molto meglio con cui occupare le torride giornate estive di questo periodo.