Recensione

Kid Icarus

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a cura di Mugo

Il mito di Icaro fa parte della cultura comune: il figlio del grande inventore Dedalo che per scappare dal Re di Creta Minosse costruì delle ali di piume e cera per sè e per il giovane primogenito, per poi vederlo librarsi troppo vicino al sole e rovinare a terra una volta scioltasi la cera.Un mito che è poi riassumibile nel detto popolare “chi si accontenta gode”, avrebbe fatto meglio Icaro ad accontentarsi di volare ad un’altitudine media, invece di esagerare e pagarne duramente le conseguenze. Dicevamo che è un mito conosciuto, e leggendo il titolo di questo famoso gioco si potrebbe pensare che Icaro c’entri qualcosa, almeno lontanamente…

Un angioletto contro MedusaInvece no, Kid Icarus (classe 1986, anno della release per Famicom) ha sì a che vedere con la mitologia dell’antica Grecia, ma la reinterpreta a proprio piacimento, infatti oltre a qualche nome non c’è molto altro. Impersoneremo il giovane angelo Pit, e dovremo riportare la luce che la malefica Medusa (che qui è deputata al ruolo di dea delle tenebre) ha allontanato dal regno degli angeli, per fare questo affronteremo armati di arco e frecce una serie di livelli che hanno come caratteristica principale quella dello scrolling verticale. Infatti il più delle volte il nostro viaggio procederà dal basso verso l’alto più che da sinistra a destra , e dovremo ricorre a tutta la nostra abilità di platformer combinata con ottimi riflessi per superare le distanze maggiori ed insieme difenderci dai nemici che si frapporranno tra noi e la vittoria.Il level design di Kid Icarus è molto particolare, a tratti caotico, può capitare di ritrovarsi spaesati in paesaggi che in fin dei conti sembrano un po’ tutti uguali. Certo, da un titolo di più di vent’anni fa non possiamo aspettarci chissà quali miracoli, però basti pensare che il titolo a cui viene associato più spesso, il suo coetaneo Metroid, sfoggia scenografie e planimetrie ben più indovinate. Forse è anche per questo che tutti conoscono la saga della bella cacciatrice di taglie, e molti meno hanno avuto occasione di guidare il giovane Pit contro Medusa. Comunque superato qualche possibile attimo di smarrimento si ritrova sempre la via di casa, è soprattutto si ottiene l’agognata password a fine livello. Password? Quanto tempo è che non si giocava a qualcosa con le passwords? A meno che non siate retrogamers incalliti devono essere passati parecchi anni dall’ultima volta che avete dovuto inserire una di quelle assurde sequenze alfanumeriche che davano la sensazione di non perdere i progressi fatti nel gioco. Se siete nostalgici del passato ci pensa la Virtual Console a farvi contenti, infatti il sistema di parole d’ordine è rimasto invariato, o quasi… Purtroppo, ed inspiegabilmente, a Nintendo hanno deciso di non permettere quei cheats che ci permettevano di avere vita infinita, invincibilità, pozioni infinite e tutte quelle belle cose che davano una mano in caso di livello insuperabile, quindi il sistema di passwords sarà valido solo per arrivare rapidamente allo stage desiderato e proseguire nell’avventura con tutti i potenziamenti.Dal punto di vista audio non c’è molto da dire, la colonna sonora è senza infamia e senza lode, basta non ascoltarla per ore di fila e non vi darà noia.

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Dopo il primo capitolo, nel 1991 viene rilasciato un sequel per GameBoy, dopo il quale per il giovane Pit arriva il buio. Buio che, dopo tante richieste dei fan, viene diradato dall’annuncio della sua presenza nell’imminente ed attesissimo Super Smash Bros. Brawl. E’ un peccato che non venga riproposta un’avventura dedicata all’angioletto in bianco, dato che il titolo originale è stato messo in ombra dalla presenza di Metroid, facendo si che molti giocatori lo abbiano perso. Se siete tra questi è arrivata l’occasione di recuperare, sempre che abbiate voglia di affrontare un gameplay ormai datato.

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