Recensione

Kengo Master of Bushido

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a cura di Ryuken

I samurai, devo essere sincero, mi hanno sempre affascinato, ricordo che quando ero uno scolaretto, in una rete nazionale, trasmettevano una serie televisiva che vedeva come protagonista un certo Itthò Hogami (si scriverà così? Bho!), samurai tutto di un pezzo il quale girovagava, per tutto il Giappone, insieme al figlioletto rompiscatole; sì ma che centra (vi chiederete voi) questo con l’adrenalina, i combattimenti, ecc. ecc. accennati nell’intro? Centra e come! Il simpatico Itthò (si fa per dire, non l’ho mai visto sorridere nemmeno una volta in cento e passa puntate) nel suo peregrinare si ritrovava spesso e volentieri a combattere con una marea di samurai nemici che lo sfidavano ad un ritmo impressionante (circa venti combattimenti ad episodio!!), il tutto avveniva nel piu’ classico stile medievale nipponico, e cioè, secondo le ferree regole del codice d’onore, impartite a tutti i guerrieri: il Bushido.Lasciando da parte Hogami e suo figlio; questo KMOB segue un concept, di gioco, che ha visto i natali sulla piccola Psone, infatti molti fra voi, cari lettori (slurp!!), ricorderanno la serie di Bushido Blade, che vanta ancora tanti aficionado sulla scatoletta grigia, composta di due episodi nei quali al comando di un guerriero giapponese medievale avevate il compito di sconfiggerne altri nella maniera piu’ pulita possibile, al fine di sviluppare al meglio le caratteristiche fisiche e di combattimento del vostro “omino”.A questo punto vi starete chiedendo: ” Cosa vuol dire nella maniera piu’ pulita possibile? Ci si doveva, forse, lavare piu’ e piu’ volte?” No! Niente di tutto ciò, il nostro dovere era quello, pena la perdita del combattimento con disonore annesso, di colpire l’avversario solo quando questo era in piedi, ed in guardia e mai alle spalle.Fondamentalmente anche KMOB è la stessa cosa, riservando però, al giocatore, uno svolgimento dell’azione e un’evoluzione, della caratteristiche, del combattente che seguono dei binari leggermente differenti rispetto ai due episodi che l’hanno preceduto. Vediamo, per quanto mi è possibile fare, di illuminarvi. In principio la scelta sarà ristretta a soli tre aspiranti samurai, scelto il vostro potrete iniziare l’addestramento. Le scuole tra cui scegliere sono otto ognuna con metodi di insegnamento differenti dalle altre: c’è chi predilige una tecnica veloce e spettacolare fatta di grandi sequenze di colpi a discapito della precisione, c’è chi, viceversa, insegna una tecnica piu’ precisa, lenta e meno spettacolare e ancora chi v’inizierà ad un metodo di combattimento che prevede l’uso della Katana ad una sola mano oppure a due.E’ palese il fatto che a seconda della vostra preferenza e dell’addestramento specifico cui sarete sottoposti dalla scuola prescelta, i parametri basali del combattente (forza, agilità, potenza, concentrazione, ecc.) si svilupperanno in maniera differente, infatti, i maestri di queste otto accademie di Kenjutsu prediligeranno, per i loro allievi, determinate esercitazioni a discapito di altre. Entrare a far parte di un Dojo non è facile, sarete chiamati a sostenere, per così dire, una prova d’ammissione che prevede lo scontro contro cinque neo-samurai, superato questo sarete finalmente iniziati dal maestro in persona all’arte della spada. Le prove da sostenere per ottenere l’attestato di samurai sono quelle che un po’ tutti abbiamo visto, almeno una volta, nei film targati Hong Kong anni ‘70-’80, vale a dire: la meditazione Zen, quella sotto una cascata di acqua gelida, il taglio delle canne di bambù e lo spegnimento di un cerchio di candele con un sol colpo di spada. L’ultimissima prova che dovrete sostenere per essere definitivamente dichiarati dei samurai, dal semsei, sarà quella di sconfiggere in combattimento il suo allievo prediletto che, evidentemente, non siete voi; superato l’ultimo scoglio sarete liberi di andare in giro per il Giappone feudale a sfidare i maestri delle altre discipline “spadaiole”, che vi hanno respinto, perché non credevano nelle vostre capacità, oppure che avete, di vostra volontà, snobbato. Prima di affrontare uno di questi, dovrete vedervela prima con i loro allievi di modo che il vostro potenziale avversario possa valutare le vostre effettive potenzialità e di conseguenza accettare la sfida; che voi vinciate o perdiate alla fine degli scontri avrete acquisito nuove abilità tipiche della scuola sfidata, in caso di vittoria vi porterete a casa anche la Katana dell’avversario: piu’ spade vincerete maggiori saranno le vostre possibilità di effettuare mosse speciali, visto che queste ultime sono strettamente correlate ad ogni arma. Sconfitte tutte le scuole sarete chiamati a partecipare al torneo imperiale nel quale vi aspettano delle vere e proprie macchine da guerra; probabilmente la prima volta che vi parteciperete sarete inesorabilmente fatti a fatte, poco male poiché potrete sempre potenziare il vostro guerriero grazie all’allenamento specifico e tramite le sfide alle altre scuole, ripetibili virtualmente all’infinito fino a che non avrete portato ai massimi livelli le singole peculiarità del vostro personaggio. Essendo KMOB un gioco interamente in 3D ho trovato all’inizio difficoltoso gestire i combattimenti: a volte mi è capitato di non riuscire a posizionare il mio samurai nella maniera ottimale rispetto all’avversario ritrovandomi a roteare la Katana, a vuoto, come un’idiota, la cosa ad ogni modo non valeva solo per il sottoscritto ma anche per il personaggio gestito dalla CPU; fatta l’abitudine al sistema di controllo, piuttosto semplice (un tasto per l’attacco, uno per la parata e uno per la schivata), giocare al prodotto è un vero piacere poichè l’atmosfera dei duelli è quanto di piu’ realistico mi sia capitato di vedere ed uno scontro può venire risolto, solamente (se siete in gamba), tramite due colpi ben assestati (come accade nella realtà). Ultima cosa riguardante i combattimenti: sullo schermo oltre alla barra dell’energia dovrete far caso anche a quella del “Ki” o energia spirituale, posta in basso nello schermo, essa rende efficace o meno, a seconda della sua carica, la difesa, in parata, ai colpi dei samurai nemici, questa inoltre quando è al massimo vi permette di effettuare una mega-mossa che varia a seconda della spada che utilizzate nello scontro.La fattura tecnica rispecchia in pieno lo spirito Zen del gioco (a parte l’incredibile presentazione), in altre parole, tutto è ridotto all’essenziale, i vari Dojo pur essendo riprodotti in maniera impeccabile, eccezion fatta per i pavimenti che luccicano troppo, non offrono nulla di particolarmente spettacolare: come animazioni di altri personaggi, esagitati nel tifare, sullo sfondo o cose del genere, i guerrieri, durante i combattimenti, sono animati in maniera egregia e le loro movenze sono veramente realistiche, la nota maggiormente negativa riguardante la grafica vede come prim’attori i filmati di intermezzo nei quali i personaggi che parlano lo fanno senza il benchè minimo movimento delle labbra! Anche il sonoro è essenziale ponendo, giustamente a parer mio, l’enfasi sullo stridere delle lame che cozzano, sugli urli di battaglia e di dolore dei guerrieri e sui suoni, tipo il cinguettio degli uccelli, che offre la natura circostante. Giocabilità e longevità sono direttamente proporzionali ai vostri gusti, mi spiego meglio, se state cercando un picchiaduro alla Tekken o alla Samurai Spirits girate tranquillamente al largo da questo prodotto mentre se apprezzate le simulazioni intrise di tanta atmosfera, la valutazione dei parametri appena citati salgono letteralmente alle stelle.

8.0

KMOB non essendo un gioco di stampo arcade, ma una vera e propria simulazione di combattimento all’arma bianca risulta piu’ adatto ai giocatori maggiormente navigati i quali, in esso, potranno trovare ore e ore di puro divertimento e sfida; ai novelli possessori di Ps2 consiglio il gioco solo se sono veramente appassionati e incuriositi dalle vicende del Giappone medioevale e dell’oriente in genere.

Voto Recensione di Kengo Master of Bushido - Recensione


8

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