Recensione

Katamari Damacy

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a cura di Knock Out

Secondo il Pascoli, ogni uomo è poeta se riesce a dare spazio al fanciullino che è in lui: il bambino è il più grande poeta in assoluto. In un suo scritto famoso, “Il fanciullino”, Pascoli definisce chiaramente la sua poetica. La poesia non è “logos”, cioè razionalità, ma consiste in una capacità di stupore tutta infantile e in una disposizione all’irrazionale che permangono dentro l’uomo anche quando si è lontani dall’infanzia.Ho pensato e ripensato a come iniziare questa recensione, ma non ho trovato modo migliore che farlo riassumendo in poche righe uno dei concetti chiave di uno dei più grandi letterati italiani.In un panorama di giochi sempre più copie fasulle dei gloriosi stereotipi che hanno visto la luce in tempi passati, questo Katamari Damacy diviene baluardo di un settore che esprime attualmente solo troppo raramente le sue enormi potenzialità, troppo raramente la mente umana è svincolata dagli interessi economici.

In una parola: unico!Senza continuare a calcare la mano su questo prologo dalle pieghe noiose e moralistiche, passiamo a parlare di un gioco che racconta spensieratezza e simpatia.Il prodotto della Namco emerge per la sua essenzialità, nato da congetture tanto elementari quanto geniali. Subito mi è venuto da pensare a quanto questo gioco sia diverso, anomalo, originale, spiazzante!Tutto comincia quando uno strano individuo in calzamaglia blu e viola (leggasi: Ousama, re del Cosmo) ci incarica di ricostruire il firmamento della cui distruzione è l’incauto artefice.Il nostro alter ego virtuale sarà il verdepisellico Ouji, figlio del re Ousama; armati di una palla dalle incredibili capacità adesive, il nostro compito sarà quello di agglomerare il maggior numero di oggetti possibile, al fine di far aumentare il diametro della sfera fino alla misura richiesta. Nostri nemici saranno il tempo, che varierà in relazione alla dimensione richiesta, spigoli, strettoie e gli oggetti ancora troppo grandi per rimanere vittime del nostro incedere barbaro. Da puntine di disegno a banane, da cesti di vimini a zolle continentali, da farfalle a esche da pesca, da sandali infradito a peluche erranti per il giardino di casa, questi e altri innumerevoli oggetti, catalogati ordinatamente sul pianeta adibito alla gestione dei nostri progressi, tappezzeranno la nostra palla. Tutto il sapore orientale si avverte nelle animazioni con personaggi dall’aspetto cubitale simili a dei lego, nelle musiche dal periodare ritmato e snervante come solo le canzoni del sol levante sanno essere, nell’irresistibile fascino della demenzialità che marchia a fuoco Ouji, sia nell’esultanza in caso di missione portata a buon termine, sia nel pianto dell’insuccesso sotto la pioggia e i pesanti rimproveri con cui verremo sentenziati da sua altezza regale.Il sistema di controllo è uno dei più semplici mai studiati: le direzioni imposte alla palla, infatti, saranno dettate dai movimenti combinati delle due levette analogiche, e in aggiunta ci sarà la possibilità di allargare il campo visivo premendo il tasto R1.Un gioco apparentemente illogico, ma che richiede un minimo di strategia per ultimare nel migliore dei modi la missione: bisognerà infatti dare priorità agli oggetti di piccola pezzatura, procedendo per gradi, non riducendo le capacità adesive, e facendo rimanere la palla sempre facilmente governabile.Al termine di ogni stage il re provvederà a trasformare la nostra oramai irriconoscibile palla in una stella. Inoltre il nostro cammino verso la ricostruzione del cielo stellato verrà scandito da missioni speciali in cui, ad esempio, dovremo ricostruire una particolare costellazione, o cercare l’esemplare richiesto nelle sue massime dimensioni.Altra importante opzione di gioco è la possibilità di divertirsi in multiplayer, sfidando un amico: allo scadere del tempo colui che avrà catturato selvaggiamente più oggetti, donde un diametro più ampio, disseminati nell’arena comune, sarà il vincitore.

Tecnicamente parlando…Nell’essenzialità del complesso, l’unico “virtuosismo” tecnico si riscontra nella fisica abbastanza curata della palla, in quanto questa diverrà più difficile da controllare quando ingloberemo oggetti che superano di gran lunga il diametro della sfera, alterandone le dinamiche di movimento e persino la sua inerzia varierà con l’aumentare delle dimensioni.Il gioco presenta una veste grafica povera ed essenziale, gli oggetti sono poco curati, sebbene abbozzino un ritratto abbastanza fedele delle loro controparti reali.I corpi si compenetrano allegramente, in un’orgia di textures sfarfallanti. L’impatto visivo è sicuramente quanto di più modesto si possa immaginare per una console di questa generazione; ma Katamari Damacy non è certamente quel tipo di gioco che ha bisogno di rifarsi il trucco, per apparire e far emergere la sua forza.Il comparto sonoro, contrariamente, è di rara bellezza.Dietro l’effetto ventosa che accompagna l’attaccamento dei vari oggetti, si fondono le grida d’antologia delle persone investite, il gracchiare delle rane, i miagolii dei gatti…A far da cornice, dei sottotemi musicali pop squisitamente nipponici, una su tutte quella che accompagna il video introduttivo, a cui va l’oscar dell’ilarità.

LongevitàKatamari non riesce a distinguersi dalla media delle produzioni attuali, per una longevità esageratamente bassa, solo una manciata di ore divideranno il filmato iniziale dagli indecifrabili titoli di coda: magari una varietà di gioco un po’ più ampia avrebbe lasciato più spazio ad una rigiocabilità, che seppur sempre gradevole non si lascia preferire a nuove esperienze di gioco.Particolare merito va però dato all’implementazione del multiplayer, che ne fa aumentare sensibilmente la durata.

– Estremamente divertente

– Grande sonoro

– Innovativo

– Grafica ai minimi termini

– Poco longevo

8.5

Katamari è un videogioco puro e candido come non se ne vedevano da molto tempo, che qualche minuto dopo aver inserito il dvd nellla PS2 sbaraglia le ipotesi di un gioco idiota tipicamente giapponese; paradossalmente questo è un prodotto che fa della demenzialità il suo cavallo di battaglia, insieme ad un gameplay coraggioso ed innovativo. Katamari è il gioco che non ti aspetti, una perla rara, che ha in se la primigenia vitalità infantile del percuotere e del cozzare, un invito e un suggerimento a chi cerca un modo stravagante di distruggere divertendosi.

Katamari Damcy, tuttavia, riesce a farsi odiare nel suo essere maledettamente corto, rotolando via lasciando il sapore dolceamaro del capolavoro sfiorato.

Voto Recensione di Katamari Damacy - Recensione


8.5

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