Recensione

Jotun

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a cura di Francesco Ursino

Nel suo piccolo, Jotun è un titolo che ha già saputo far parlare di sé: si tratta di un progetto creato da otto persone, riunite sotto il nome di Thunder Lotus Games, che è stato capace di raccogliere circa 64,000 dollari canadesi grazie a una campagna su Kickstarter. Superata la trafila di Steam Greenlight, allora, il gioco è approdato in versione completa su Steam, e noi lo abbiamo analizzato con una certa curiosità. Vediamo cosa ne è uscito fuori.

Thora armata di asciaJotun è un action adventure che ci metterà nei panni di Thora, guerriera vichinga che incontrerà la morte nella breve cutscene introduttiva. Di ritorno da una battaglia, infatti, l’eroina armata di ascia bipenne verrà sorpresa da una tempesta, che affonderà la nave su cui si trovavano lei e i suoi compagni. Prima di arrivare al Valhalla, ovvero il noto luogo di riposo dei guerrieri nordici, però, Thora dovrà passare dalle forche del Ginnungagap, l’abisso ultraterreno in cui le anime vaganti devono guadagnarsi i favori degli Dei. Per fare ciò, si dovranno sconfiggere i cinque Jotun, ovvero i cinque guardiani delle varie aree di cui si compone il Ginnungagap. Si tratta, in qualche modo, di una specie di purgatorio composto da diverse aree, che il giocatore dovrà percorrere in lungo e in largo per cercare di trovare la sua personale redenzione.Come è possibile comprendere, allora, Jotun, prima di essere un videogioco, rappresenta una buona occasione per approfondire i temi della mitologia nordica; il titolo, in questo senso, propone ad esempio un doppiaggio in islandese (fortunatamente con sottotitoli in italiano), e propone alcune tra le figure più importanti della tradizione come Ymir, Loki, Thor, e così via. Alcune di queste ci verranno in soccorso, e ci aiuteranno donandoci poteri specifici, mentre altre ci saranno nemiche, e sarà nostro compito sconfiggerle.

Il peso della redenzioneJotun è un titolo che, volendo essere sintetici, propone due attività principali: in un particolare momento, infatti, si dovrà esplorare l’ambiente in cui ci si trova con l’obiettivo di trovare alcune rune, mentre nel resto del tempo ci si troverà impegnati a sconfiggere i temibili Jotun. Possiamo dire che entrambe le sfide proposte brillano in certi elementi, ma lasciano anche qualche perplessità. Parlare delle fasi di esplorazione, a questo proposito, ci permette anche di analizzare meglio il modo in cui Jotun sceglie di raccontarci la sua storia: il titolo sarà abbastanza avaro di informazioni, non tanto sui particolari mitologici che compongono il mondo del Ginnungagap, tanto sugli obiettivi che si dovranno raggiungere. Il più delle volte ci si ritroverà a vagare per i regni senza sapere bene dove andare o cosa aspettarsi, e il tutto risulta ancora più disorientante perché spesso non si avranno neanche dei nemici da sconfiggere. L’obiettivo dell’esplorazione, infatti, sarebbe quello di trovare delle rune capaci di dimostrare agli dei il nostro valore, ma in alcuni casi, difatti, la sensazione sarà quella di girare un po’ a vuoto, nella speranza di imboccare la via capace di portarci a qualcosa di interessante. Questa impressione viene se si vuole amplificata dal fatto ognuna delle cinque aree visitabili, poi, sarà composta in buona sostanza da stage in cui sarà possibile esplorare l’ambiente, di modo da trovare rune e potenziamenti per Thora, e da un livello dedicato esclusivamente allo scontro con gli Jotun.Questi alti e bassi del ritmo di gioco rappresentano una seccatura non da poco, specialmente se si considera che, quando tutti i pezzi vanno al loro posto, l’esperienza action di Jotun è sicuramente soddisfacente; Thora, infatti, inizialmente potrà contare solo sulla propria ascia, che avrà un attacco pesante e uno più leggero, e sulla propria agilità, che le permetterà di scattare e schivare gli attacchi. In seguito, però, la nostra potrà contare sulle abilità conferitegli da alcune figure mitologiche, e dunque verrà introdotta la possibilità di rigenerare la propria salute, o di lanciare la propria ascia, o ancora di sprigionare potenti scariche elettriche.Nel momento in cui si riuscirà a capire dove andare e cosa fare, in ogni caso, ci si dovrà scontrare con i possenti Jotun. Questo secondo momento di gioco ci ha lasciato con sensazioni contraddittorie; da una parte abbiamo gradito la difficoltà medio-alta delle sfide, mentre dall’altra non abbiamo fatto a meno di notare che la sfida proposta risulta un po’ ingiusta verso il giocatore. Ci spieghiamo meglio: abbiamo detto che la difficoltà sarà sempre elevata, soprattutto perché si dovrà capire in che modo attaccare i vari Jotun, che dal canto loro rappresentano dei tipici boss di fine livello. Questo significa che questi particolari nemici seguiranno dei pattern di attacco precisi e ripetitivi, intervallati da fasi in cui sarà possibile colpire. Fare ciò, però, non sarà cosa semplice, considerata la lentezza dei nostri attacchi, che dunque dovranno essere calcolati al millimetro. Tutta questa perizia richiesta porta, come prevedibile, a una dose massiccia di fallimenti, necessari per comprendere come sconfiggere gli avversari. La frustrazione, dunque, sarà compagno fedele del giocatore di Jotun.

Nessuna fatica è inutileNon lasciate che la fine del paragrafo precedente vi tragga in inganno: Jotun è un action ampiamente discreto, molto valido sul piano puramente culturale, che però propone alcuni fastidiosi tempi morti, e alcuni momenti frustranti. Lo stile artistico del gioco, in ogni caso, è veramente delizioso: quella che abbiamo davanti è una realizzazione bidimensionale di pregio, disegnata a mano, e che riesce a disegnare scenari sempre suggestivi. Il gioco in qualche modo “sa” di poter contare su una grafica del genere, e non manca di sottolinearne la bellezza, grazie a una telecamera che provvederà ad allontanarsi da Thora, per mostrare il panorama circostante.Particolarmente positiva, a nostro giudizio, è la realizzazione soprattutto delle figure mitologiche più importanti, che appaiono spesso imponenti e affascinanti; un po’ criptico, invece, il level design, non tanto per la progettazione dei livelli in sé, tanto per le scarse informazioni date al giocatore, che come dicevamo prima alle volte non saprà dove andare e cosa fare.Veramente originale e suggestiva, poi, la scelta di proporre un doppiaggio integrale in islandese, che riesce più di ogni altro elemento a dare la giusta dimensione “mitologica” al tutto. La possibilità di selezionare i sottotitoli italiani, ci ripetiamo, consente a tutti di poter godere di questa affascinante avventura.

HARDWARE

OS: Microsoft® Windows® 7 Processore: 1.8 GHz Memoria RAM: 4 GBScheda grafica: DirectX 10-compatible con almeno 256 MB di memoriaDirectX: Version 10 Spazio su HDD: 8 GB

– Importante valore artistico e culturale

– Esperienza action complessivamente valida

– Sfida dalla difficoltà impegnativa…

– …per non dire frustrante, almeno a tratti

– Alti e bassi nel ritmo di gioco

7.0

Jotun è un titolo sicuramente valido e discreto, che però avrebbe potuto ambire a giudizi ancora più lusinghieri. L’esperienza action, infatti, è generalmente valida, ma presenta dei momenti dal ritmo assai basso, cui si accompagna anche una certa dose di frustrazione durante gli scontri principali. A tutto ciò, in ogni caso, fa da contraltare un comparto tecnico spesso delizioso, e che regala scenari suggestivi e affascinanti. Il titolo Thunder Lotus Games, dunque, non è esente da difetti, ma saprà regalare un discreto intrattenimento agli appassionati di titoli action, oltre che una nuova visuale sulla mitologia nordica in genere.

Voto Recensione di Jotun - Recensione


7

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