Il Verdetto di SpazioGames
Di tanto in tanto fa sempre bene rivedere vecchie conoscenze, soprattutto se a queste sono legati ricordi piacevoli. Per quanto riguarda la serie di Jagged Alliance, di sicuro molti dei giocatori più nostalgici devono aver avuto un sussulto alla notizia che un remake del secondo capitolo era in lavorazione presso gli studi di BitComposer. Questa volta gli sviluppatori hanno deciso di correre il rischio e tentare di modificare alcuni degli elementi portanti del classico in questione, rendendolo più conforme agli standard odierni. Senza perderci in ulteriori chiacchiere passiamo quindi ad analizzare cosa c’è di giusto e di sbagliato in Jagged Alliance: Back in Action.
Soffiando via la polvereCome abbiamo anticipato qualche riga prima, Jagged Alliance: Back in Action altri non è che il remake del secondo capitolo della serie con espansioni annesse. Decidendo di riprendere un titolo vecchio più di dieci anni, i ragazzi del team di sviluppo hanno dovuto cambiare molti elementi non solo grafici ma anche di effettivo gameplay, lasciando intatta la storia e alcune meccaniche classiche della serie. Torniamo quindi ad Arulco, paese dominato dalla malvagia regina Deidranna, la quale, dopo aver fatto sospendere ogni tipo di assemblea democratica, ha deciso di usare il pugno di ferro e di sottomettere la popolazione locale con le forze armate. In questo scenario Enrico Chivaldori, ex-marito della spietata Deidranna, decide di passare all’azione e assoldare una squadra di mercenari per liberare Arulco con l’aiuto del movimento ribelle. Come avrete intuito, saremo noi stessi a guidare il team assoldato da Chivaldori, tentando di liberare il paese una zona alla volta spostandoci sulla cartina e vagando alla ricerca dei cattivi. Fin da subito il giocatore è chiamato a comporre una squadra di mercenari per scendere sul campo di battaglia. A causa di un budget limitato, all’inizio sarà possibile assoldare pochi mercs, motivo per cui bisognerà prestare attenzione alle caratteristiche di ciascun candidato. Di sicuro in battaglia sarà utile una persona con grandi qualità mediche, qualcuno in grado di colpire i bersagli dalla lunga distanza e qualcun altro capace di cavarsela nei combattimenti ravvicinati. Fa piacere vedere come nei primi momenti di gioco, in particolare nel menu e nelle schermate di selezione, il nuovo Back in Action sia molto fedele al capitolo originale, magari semplificato con layout più moderni, ma palesemente devoto allo stile del suo predecessore. Oltre ai mercenari da assoldare, molte linee di dialogo sono identiche a quelle originali, mentre rattrista vedere come il voice acting sia cambiato in peggio. Le interpretazioni dei personaggi risultano poco credibili e spesso fastidiosamente inverosimili, difetti che non appartenevano affatto a jagged alliance 2. Se dal punto di vista stilistico non cambia nulla, il gameplay presenta invece numerose novità che probabilmente non piaceranno ai vecchi fan della serie.
Con gli anni la nebbia scompareIl cambiamento principale di Jagged Alliance: Back in Action, oltre alle tre dimensioni di cui parleremo più avanti, è che il gioco non è più turn-based come in passato, ma invece completamente in real-time e quindi più action. Questa caratteristica farà sicuramente arricciare il naso a molti nostalgici dei vecchi capitoli, ma fortunatamente la nuova modalità denominata “Plan & Go” fa in modo che l’aspetto strategico del gioco resti ancora in primo piano. Questo sistema permette infatti, in qualsiasi momento sul campo di battaglia, di fermare l’azione premendo la barra spaziatrice e decidere con tutta calma la strategia da utilizzare. Sarà possibile impartire ordini ad ogni singolo elemento della squadra, scegliendo addirittura il numero di colpi da sparare o l’ordine cronologico delle azioni collettive. Ad esempio possiamo far correre un soldato fino ad una determinata posizione e farlo sdraiare a terra, mentre a un altro elemento della squadra ordiniamo di attendere che il primo abbia finito prima di fargli sparare esattamente sei colpi alla testa del nemico. Impostare un’azione di questo genere è davvero semplice e con più giocatori sul campo di battaglia le possibilità strategiche sono numerose e interessanti. Giocare Back in Action in questo senso è completamente diverso da giocare jagged alliance 2, ma per quanto la mela sia caduta lontana dall’albero bisogna riconoscere che il “Plan & Go” è una trovata davvero interessante. Un’altra scelta che farà storcere il naso ai nostalgici è la totale assenza della fog of war: fin dal momento in cui si scende sul campo di battaglia è infatti possibile visualizzare tutti i nemici presenti, anche quelli nascosti all’interno degli edifici. Anche questo aspetto allontana il nuovo titolo dall’originale, dove al contrario i nemici venivano visualizzati su schermo solo una volta entrati nel campo visivo dei nostri mercenari e viceversa. Questo non è necessariamente un difetto, ma viste le differenze abissali con il gameplay di jagged alliance 2 viene naturale chiedersi perché il gioco sia stato proposto come remake. Per quanto riguarda il resto, in Back in Action sarà ancora possibile trovare medikit, armi, munizioni e quant’altro vagando per la mappa di gioco ed esplorando gli edifici presenti. I mercs individueranno la presenza di oggetti soltanto una volta che questi si troveranno all’interno del loro campo visivo. Allo stesso modo un nemico sarà in grado di dare l’allarme solo se i nostri personaggi si trovano all’interno del loro raggio di veduta. In questo senso sarebbe stato interessante se si fossero aperte situazioni di gioco stealth, ma nonostante la presenza dell’equipaggiamento necessario a far fuori i nemici senza farsi notare, per un motivo o per un altro farlo sarà sempre impossibile. Per l’appunto in molti casi, pur strisciando lentamente alle spalle di un malcapitato, questo intuirà la nostra presenza quasi come fosse dotato dei poteri dell’Uomo Ragno. Da segnalare, oltre a qualche imprecisione nella lettura degli input, è anche la pessima intelligenza artificiale di nemici e mercenari: capita spesso che le tattiche messe in atto dai nemici siano davvero poco furbe, oppure, peggio ancora, che questi si blocchino per diverso tempo prima di decidere chi di loro deve scendere per primo utilizzando una scala. Il titolo va invece premiato per la grande abbondanza di armi, attachment e pezzi d’equipaggiamento presenti. La personalizzazione dei mercenari è molto varia ma anche dinamica, vista la continua usura di vestiti, oggetti e armi, che potranno poi essere riparate o sostituite al momento opportuno. Per quanto riguarda la longevità, per terminare il gioco al cento per cento saranno necessarie sicuramente più di dieci ore, viste anche alcune sezioni caratterizzate da un alto livello di sfida in cui decine di nemici sapranno darvi molto filo da torcere.
I mercenari in 3DPer quanto riguarda il comparto grafico, Jagged Alliance: Back in Action utilizza una visuale isometrica dall’alto in tre dimensioni. E’ quindi possibile ruotare la telecamera attorno al mercenario selezionato, ma anche avvicinarla fino a notare i dettagli dello scenario. Seppure non faccia gridare al miracolo, visivamente il gioco è ricco di dettagli e quasi tutte le animazioni sono realizzate con cura. Gli ambienti, sia interni che esterni, saranno sempre piacevoli da osservare, il che è un buon punto a favore visti gli svariati tipi di scenario presenti. Abbiamo notato solo qualche compenetrazione poligonale, soprattutto tra i mercenari e alcuni oggetti dell’ambiente.
– Sistema Plan & Go interessante
– Buon comparto grafico
– C’è poco di Jagged Alliance 2
– Intelligenza artificiale da rivedere
– Doppiaggio spesso ridicolo
6.5
Per quanto possa essere un discreto titolo strategico/tattico, Jagged Alliance: Back in Action è quasi completamente diverso da Jagged Alliance 2. Gli incontri con i nemici non sono più a turni, ma abbiamo al contrario un’impostazione real-time affiancata dal nuovo sistema Plan & Go. Grazie a quest’ultimo è possibile pianificare le prossime azioni dei mercenari che controlliamo, caratteristica che spinge a riflettere e studiare il campo di battaglia come ci si aspetta da un titolo di questo genere. D’altra parte, a causa della ridicola intelligenza artificiale, di problemi nella lettura dell’input e di una generale inferiorità rispetto al capitolo cui si ispira, Back in Action resta un titolo che passa la sufficienza, ma non di molto. Non è però da escludere, vista la presenza di alcune buone idee, che questo non possa essere il punto di partenza per un reboot della serie. Staremo a vedere.