Recensione

Jade Cocoon 2

Avatar

a cura di Massimo

I giochi basati sull’allevamento e il combattimento dei mostri sono stati sempre considerati tipiche esperienze di gioco più adatte al mondo delle console portatili come il GBA piuttosto che a quelle da casa. Poi, con la realizzazione di titoli del genere anche per le macchine da divertimento casalinghe, come il N64 ed i suoi Pokèmon, ci si è resi conto che la realtà era ben diversa, e che titoli come i sopra citati Pokèmon potevano tranquillamente essere amati anche da chi di solito giocava in casa. Così, per soddisfare la richiesta dei propri utenti, specie in Giappone dove questo genere va molto di moda (JC2 ha venduto ad ora la bellezza di 400.000 copie), nel 1999 la Sony decise di pubblicare Jade Cocoon, un gioco carino e nulla più, ma affascinante per certi versi. Non fu un successo enorme, ma quelli che lo hanno giocato possono dire che il titolo Genki valeva…

Un pò di storiaLa storia alla base dell’avventura ha inizio alcuni secoli dopo la fine degli eventi del primo episodio (non per niente si chiama The Story of Tamamayu 2), rilasciato nell’inverno del 1999 sulla PlayStation, da cui ha ereditato lo stesso universo in cui è ambientata la storia (d’altronde è stato sviluppato dallo stesso team di creatori del primo episodio). In questo secondo capitolo, infatti, prenderemo il controllo di Kahu, un ragazzo molto giovane che sogna di diventare un valente Cocoon Master come il padre, nel difficilissimo tentativo di emulare le gesta del suo predecessore liberando la Forest Minions ed il suo villaggio dalle Forze del Male. Forze del Male che ancora una volta sono rappresentate da un potente parassita mortale, chiamato Kalma. Così, con l’obiettivo di individuare e recuperare Quattro potenti Sfere magiche, Kahu deve avventurarsi con il suo amico fairy, Nico, nella foresta, dove dovrà anche occuparsi della cattura di particolari creature rappresentanti ognuno un elemento specifico, che sono vento, terra, fuoco e acqua, che dovranno aiutarlo nel compiere la propria missione e a combattere gli scagnozzi dell’Entità. Nella fase iniziale della sua e nostra avventura, quindi, lo scopo principale del giocatore sarà quella di ottenere una sorta di licenza per cacciare e allevare, la cosidetta Beast Hunter License, che poi è in realtà il solito espediente utilizzato dai programmatori per farvi imparare con facilità l’uso dei comandi di gioco senza annoiarvi troppo con i canonici menù e sottomenù. Così, dopo una breve introduzione filmata in Cell Shading, ci ritroviamo immersi subito o quasi alla guida del buon Kahu, alle prese con il suo desiderio-necessità di acquisire le giuste licenze, e con le ricerche all’interno della foresta. Come avrete certamente notato la trama alla base del gioco non è propriamente originale, anzi, sa quasi di “clone” della precedente storia, e non serve più di tanto se non a inserire le vostre azioni in un determinato contesto logico per il punto focale del gioco. Insomma, quasi una scusa per giustificare l’impostazione di gioco stesso: insomma, se siete alla ricerca di un avventura epica, non la troverete in JC 2. Kahu, dovrà quindi affrontare le quattro foreste a tema elementale, dicevo, e cercare le Sfere dei Cocoon Master, prima che Kalma soggioghi la Terra.

GameplayJade Cocoon 2 non è un gioco che vale la pena di giocare per la sua trama, piuttosto semplice e lineare, ma sopprattutto per la sua impostazione, che prevede ovviamente la raccolta dei monsters per il mondo dove vive Kahu, il loro allenamento ed infine, una volta fatti crescere, la loro lotta attraverso decine di arene dove sfidarsi a duello. Alla base dell’avvincente ricerca delle quattro Sfere vi è infatti un unico sistema di combattimento, grazie al quale il giocatore può catturare centinaia di creature, rinchiudendole dentro speciali contenitori e addestrarle a diventare le sue armi più temibili. Ci sono più di 200 specie differenti di mostri che possono essere catturati e “mischiati” per generare più di miliardo di combinazioni possibili di creature ! O così almeno recita la confezione, visto che non ho avuto il tempo per contarli tutti… Ciascuna della specie differente ha una base elementale particolare che la rende diversa dalle altre aldilà dell’aspetto fisico, e cioè fuoco, vento, acqua, e terra, ed ogni base elementale offre una caratteristica distinta in battaglia. Per esempio, l’Acqua è utile per proteggersi dalle Magie, l’elemento Terra protegge da attacchi fisici, Fuoco e Vento sono invece utili per gli attacchi. Fondendo fra loro le varie razze se ne possono ottenere di nuove che hanno magari caratteristiche di altri elementi di segno opposto (creatura di Fuoco con attacchi d’Acqua!), oppure molto più potenti. Il sistema di battaglia ruota attorno a tutte queste specie, ed alle varie tipologie elementali migliorate o fatte imparare con l’allevamento, con Kahu posizionato al centro di una griglia circolare da dove, semplicemente ruotando il cerchio con i tasti del Pad, L1 ed R1, può evocare le sue creature (fino ad otto, il loro numero è determinato dal suo livello experienza) più adatte a quel determinato tipo di attacco o difesa e farle combattere. Tre delle otto creature, quelle che si trovano nella parte anteriore del cerchio, sono quelle che combatteranno, così, quando scegliete di attaccare, gli attacchi saranno fatti secondo le abilità dei vostri tre monsters nella fila anteriore. Questo vi permetterà di pianificare delle autentiche strategie, in quanto, avendo perlappunto la bellezza di otto creature in battaglia, a seconda della caratteristiche del vostro avversario potrete decidere di portare con voi nell’arena una serie di mostri piuttosto che un altra, e posizionarli nella griglia nel modo più utile. Per cui, se il nemico basa molti dei suoi attacchi sugli elementi Fuoco, potrebbe essere opportuno portare con se creature abili a respingere questo tipo di attacchi, e altre specializzate nell’uso di Magie Elemento Acqua. La griglia ha quattro lati elementali e ciascuno può sostenere tre creature divine, con quella posta al centro che necessita di avere un’abilità elementale simile (o comunque adattabile) a quella del suo vicino e a quelli dei lati a lui adiacenti. Pensando alla varietà enorme di monsters presenti nel gioco, ed alle diverse abilità che potrete avere a disposizione durante gli scontri grazie alle numerose opzioni a disposizione (con gli otto punti e quattro tipi elementali), potete certamente intuire quando sia profondo e appagante, strategicamente parlando, il sistema di battaglia di questo titolo. Per quanto concerne la fase esplorativa invece, le cose sono parecchio diverse. I livelli sono piuttosti ripetitivi e la storia, come detto, va avanti in modo lineare. Considerate però che in questo genere di giochi di solito l’aspetto esplorativo ha solo un importanza strategica, atta al ritrovamento di item e creature e nulla più.

Grafica & Audio Sulla grafica c’è poco da dire: Jade Cocoon 2 ha un engine fra i migliori mai realizzati su PS2. Non spinge l’hardware della macchinetta Sony ai suoi limiti, non muove miliardi dei poligoni, non utilizza mirabolanti effetti speciali, mip-mapping o texture esagerate, ma è molto bella, pulita e dettagliata, oserei dire quasi artistica, perchè a me ha ricordato a tratti certi disegni presenti negli Art Book di autori nipponici. Il design dei mostri e dei personaggi, infatti, è ottimo e non poteva essere altrimenti visto che sono stati realizzati dal maestro Katsuya Kondo, l’artista responsabile dei disegni sui characters della principessa Mononoke, nonchè allievo di Hayao Miyazaki, conosciuto ai più per essere l’artista che ha realizzato uno dei manga più belli della storia dei fumetti: Nausicaa. Il tutto mostrato sullo schermo, come detto, in modo molto pulito. Tutti i personaggi, mostri ed elementi di contorno, come scenari ed effetti luce, sono parecchio colorati e piacevoli da guardare. In linea con il genere di gioco. Ottime le scene di intermezzo che si fondono perfettamente con l’engine alla base del titolo Genki. La nota dolente semmai è sulla varietà degli scenari stessi, praticamente minima e limitata a pochi ambienti. Una volta che avete visto i primi livelli li avrete visti tutti… E’ vero, ci sono delle differenze fra un livello e l’altro, ma si tratta solo di alcune varianti secondarie, più un cambiamento di colori o di effetti di luce che di elementi scenici effettivi. Comunque, ad un Rpg- Allevatore di Mostri non si può e non si deve necessariamente chiedere varietà di ambientazioni… La colonna sonora di Jade Cocoon 2, realizzata da Kimitaka Matsumae, è piuttosto ben realizzata, carina e piacevole da ascoltare anche se difetta probabilmente di varietà e caratteristiche adatte alle varie fasi di gioco. La musica di battaglia, per esempio, non da la giusta enfasi all’evento, come invece dovrebbe. Diverso invece il discorso relativo al doppiaggio. Le voci infati, sono realizzate abbastanza bene e danno perfettamente l’idea del personaggio, caratterizzandolo a dovere più di quanto faccia, come detto, la colonna sonora nelle varie fasi di gioco. Le voci di Kahu e Nico sembrano prese direttamente da un Anime e sono fra le migliori mai “apparse” (udite) in un videogioco.

Grafica pulita e colorata

Ottima longevità grazie al completo sistema di battaglia e alla straordinaria quantità di creature e combinazioni possibili

Ottimo audio con musiche carine e doppiaggi da Oscar

Poca varietà di scenari

Aspetto avventuroso poco interessante

Trama semplice

7

Jade Cocoon 2 non è il solito gioco di ruolo. Il titolo Genki si presenta come un interessante connubio fra un RPG e un Allevatore di Mostri. Sarebbe proprio il caso di dire “quando i Pokèmon incontrano FF”. L’aspetto più interessante infatti del gioco, la cosidetta molla che vi spingerà a giocarlo e rigiocarlo, è proprio la sua pecurialità, la possibilità cioè di catturare, allevare, crescere e far combattere delle creature, di vederle sviluppare, di personalizzarle scegliendo fra le mille varianti che può offrire la possibilità di mescolare le razze, le magie, etc, nonchè l’enormità di esserini catturabili. Se lo giocate come un normale Gioco di Ruolo lo finirete in poco più di venti, trenta ore, ma se lo apprezzerete per quello che realmente è, allora la longevità si attesta su livelli notevoli. Insomma, JC 2 prende il concetto di base del primo episodio (e dei Pokèmon) e lo espande all’infinito (si fa per dire) ottenendo quello che si può definire un ottima variante ai canonici Rpg.

Voto Recensione di Jade Cocoon 2 - Recensione


7

Leggi altri articoli