Recensione

Iron Sky: Invasion

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a cura di Specialized

Il Verdetto di SpazioGames

5

Se c’è una regola d’oro che abbiamo imparato in tutti questi anni, è di non fidarsi mai dei tie-in. I titoli tratti dai blockbuster hollywoodiani si rivelano infatti deludenti e inconsistenti nove volte su dieci, ma se a ispirare un videogioco è addirittura Iron Sky, un trash-movie di serie Z diretto da un regista finlandese (tale Timo Vuorensola), finanziato in parte tramite crowd-funding e scritto senza nè capo nè coda, le aspettative per il rispettivo tie-in non possono che essere ancora più basse.
Ma i nazisti non erano scomparsi?
Iron Sky: Invasion è stato però sviluppato da Reality Pump, team polacco attivo da oltre 15 anni che ultimamente ha sfornato l’ottimo GdR Two Worlds II e si appresta a uscire con altri titoli interessanti, tra cui l’action-survival Sacrilegium (una sorta di Alan Wake al femminile). Non il proprio il primo team che passa per strada insomma e in effetti, una volta installato e fatto partire, Iron Sky: Invasion si presenta bene, con filmati in Full Motion Video e attori in carne e ossa che introducono l’esile trama del gioco (in pratica la stessa del film). Alla fine della Seconda Guerra Mondiale alcuni gerarchi nazisti sono riusciti a fuggire sulla Luna e da qui, dopo oltre settant’anni di progetti e vari piani di conquista, progettano di invadere la terra e di instaurarvi il tanto agognato Reich planetario. Non hanno però fatto i conti con le forze terrestri tra cui USA, India e Giappone, che scoperto il diabolico e demenziale piano dei seguaci del “baffetto”, schierano a difesa della Terra tutto il loro arsenale spaziale. 
Il Wing Commander del 2012?
Iron Sky: Invasion non si basa su una classica trama da seguire missione dopo missione, ma mette a disposizione una mappa stellare che corrisponde bene o male alla distanza tra la Terra e la Luna. Possiamo così decidere in ogni momento in quale settore spostarci e quale missione compiere, senza quindi seguire un ordine prestabilito e alternando così classici dogfighting in stile Wing Commander, missioni di scorta o momenti di pausa in cui attraccare in una base per rifornimenti, riparazioni e upgrade delle nostre navi. La volontà di Reality Pump è quella di unire un sistema di combattimento in stile arcade con alcuni elementi tattico-strategici più profondi, ma il bersaglio del team polacco non è stato centrato a dovere. Da un lato i combattimenti nello spazio, pur richiedendo una certa capacità di controllo tra scudi, motori, mira e dosaggio della velocità (consigliamo caldamente di giocare con un pad per Xbox 360), hanno poco mordente e se si escludono gli immensi Zeppelin nazisti, che richiedono una notevole potenza di fuoco per essere distrutti, il resto dei mezzi nemici non propone un livello di sfida particolarmente elevato. 
L’arcade “tattico” che non ti aspetti
La varietà delle navi spaziali e degli armamenti è invece discreta e gli upgrade, ottenibili anche dai relitti delle navi nemiche distrutte, non sono pochi, sebbene non si abbia quasi mai la sensazione di potenziare in modo davvero efficace il proprio mezzo spaziale. Anche per questo, dopo qualche ora trascorsa tra combattimenti e le noiosissime missioni di scorta, Iron Sky: Invasion inizia a mostrare tutti i suoi limiti sia sul versante arcade (i dogfighting sono troppo piatti), sia su quello più tattico, dove solo la gestione energetica delle navi riesce a proporre qualcosa di profondo e interessante. Difficile quindi consigliare questo gioco ai fan dell’uno o dell’altro genere, anche se vista la penuria odierna di titoli simili, e senza per forza andare a rivangare i classici degli anni ’90, la proposta di Reality Pump potrebbe comunque trovare qualche sparuto estimatore. Anche l’engine Grace 2, evoluzione del motore grafico già utilizzato in Two Worlds II, propone cose buone e meno buone; i modelli delle navi sono ben dettagliati e piuttosto originali, ma per il resto l’ambiente di gioco risulta abbastanza povero e anonimo e senza particolari tocchi di classe (si vedano ad esempio i lens-flare o le esplosioni). Da sottolineare infine l’assenza del multiplayer; non che il gioco in singolo sia breve (8-10 ore sono comunque assicurate), ma l’aggiunta di sfide online tra nazisti e difensori terrestri avrebbe potuto dare parecchio carisma in più a questo scialbo tie-in. 

– Filmati in FMV divertenti

– Discreta varietà di armamenti e navi spaziali

– Non manca qualche piacevole tocco grafico…

– …ma si poteva fare molto di più

– Missioni con poco mordente e piuttosto piatte

– Manca il multiplayer

– Gli aspetti tattici sono poco influenti

5.0

Con un comparto grafico migliore, l’aggiunta del multiplayer e un ritmo meno blando e soporifero, Iron Sky: Invasion avrebbe meritato una piena sufficienza, ma così com’è la nuova fatica di Reality Pump ci ha lasciati insoddisfatti. Nè carne nè pesce verrebbe da dire vedendo la doppia natura del gameplay arcade-tattico e in effetti, non brillando in nessuno dei due comparti, il gioco fa fatica ad appassionare, anche se i tocchi demenziali portati dai filmati introduttivi aggiungono un po’ di pepe al tutto. Alla fine è quasi meglio il gioco del film, ma vista la qualità di quest’ultimo non ci voleva poi tanto.

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