Recensione

International Cue Club

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a cura di Upe

Provare un gioco sul biliardo ha suscitato in me rimembranze di spensierata gioventù. Ricordo con piacere piovigginose giornate trascorse in fumose sale, alla fredda luce dei neon che illuminano il panno verde. Giornate nelle quali, in barba alle lezioni scolastiche (si dice bigiare o fare sega) ed in compagnia di amici di pari “lignaggio”, ci si trovava di fronte alla bisca per interminabili ore all’insegna della “steccata” liberatoria. Quanti bei momenti ho passato, tra risate e prese per i fondelli, tra arrabbiature ed esborsi monetari: chi perde paga!Ora, a distanza di qualche anno e con maggiore sale nella zucca (ci credereste?), l’idea di riprovare quelle emozioni mi fa rizzare i capelli in testa. E non fate allusioni, certo che ho ancora i miei capelli… forse qualcuno bianco, non lo nego, ma tutti presenti al loro posto. Dicevo, quindi, che il rivedere un tavolo e delle stecche suscita in me flashback piacevoli. Ma il riviverli virtualmente sarà la stessa cosa? Scopriamolo insieme!

Il Signor quindici palle!Anche il cinema ha trattato l’argomento, in particolare l’attore e regista Francesco Nuti, il quale non hai mai nascosto la sua passione per questo “sport”. Ricordiamo tra le sue opere: Il signor quindici palle e Io, Chiara e lo Scuro. Bisogna concordare che, per certi versi, il biliardo ha dalla sua un innegabile fascino. La geometria riveste ruolo di primaria importanza in questo gioco, alla quale si aggiungono fattori non meno importanti: una dose innata di classe e molto, molto allenamento. Elementi imprescindibili tra loro e necessari per padroneggiare gli “elementi”. La visione proposta dalla Midas riesce in parte nella trasposizione, proponendo un prodotto di approccio immediato ma, purtroppo, non esente da pecche. Le modalità a disposizione comprendono quasi tutte le varianti previste, almeno per quello che ricordo, escludendo forse alcune proposte tipicamente nostrane. Non scadiamo in polemiche, sappiate però che esistono altre “discipline” legate allo specifico settore. Troviamo quindi la Carambola, ossia quella che si svolge su tavoli senza buche, con sei opzioni: 4 bilie, 3 bilie, gioco di sponda, 4 bilie classico, gioco libero ed esercitazione. Non mi dilungo oltre nel tentativo di spiegare le regole, tanto le trovate esplicate per ogni singola scelta. Per quel che riguarda invece la parte con le palle numerate e le buche, abbiamo: palla 8, palla 9, Bowliards (dove vige la regola del punteggio come nelle partite di bowling), rotazione, 14.1 gioco continuo, Basic ed esercitazione. Stesso discorso di sopra circa le regole. Queste sono le modalità previste e nelle quali si può scegliere se affrontare il computer o un avversario umano. Se si decide di sfidare la cpu sappiate, ma penso che possa essere immaginabile, che è possibile variare alcuni parametri della A.I., quali ad esempio la concentrazione o grado di abilità. Per il single player, oltre a quanto elencato sopra, ci sono anche la sfida nel Torneo e i Puzzle. Il primo si articola su otto partite comprendenti solamente le opzioni “buca”. I secondi propongono un approccio inconsueto, in particolare per la conformazione dei tavoli, i quali assumono forme veramente particolari: a croce, esagonali, ad elica, a trifoglio… e chi più ne ha più ne metta. Nello specifico si tratta di imbucare un dato numero di bilie entro un limitato numero di colpi, prestabiliti a priori. Un diversivo certamente interessante, ma sicuramente un palliativo teso ad allungare il brodo. Facendo un piccolo passo indietro, relativamente alle opportunità offerte, vi sarete certo resi conto della presenza della scritta esercitazione. Bene, si tratta di un bell’esempio di spiegazioni extra manuale, dove vengono esplicate tutte le tecniche. Si parte dal come bisogna colpire la palla, dove colpirla per ottenere un certo effetto, nonché vengono mostrate tutte le traiettorie ideali per realizzare colpi esteticamente sorprendenti. Insomma, un vero e proprio manuale del perfetto billiards-man.

Impara l’arte e mettila da parteOttenuta la completa panoramica su quanto viene offerto dalle opzioni, non resta che calarci nelle tipiche atmosfere delle sale da biliardo e prendere “in mano” la stecca. Anche in questo caso ogni fraintendimento tenetevelo per voi!L’approccio al gioco, in virtù di un sistema di controllo molto intuitivo e ben impostato, risulta immediato. Padroneggiare con i tasti utilizzabili, nonché con gli indicatori presenti su schermo, è veramente cosa di pochi minuti. Ancor più se, da bravi e diligenti “scolaretti”, vi siete dati pena di seguire i consigli presenti, come detto, nella esercitazione. La parte grafica approntata per l’occasione rende bene l’idea del tavolo e del locale dove quest’ultimo è posizionato, anche se poco ci importa (alla fine) di quello che sta intorno. Il tratto usato è molto spartano, con texure non sempre vivide e convincenti, e completamente poligonale. La scelta appare azzeccata, consente cioè di poter gestire nel miglior modo la visuale dell’area di gioco, dalla ripresa a filo tavola fino ad un’ipotetica (nella realtà) vista dall’alto. Quest’ultima, in particolare, permette di pianificare egregiamente ogni nostro colpo e di calcolare quasi perfettamente le possibili variabili e angolature del tiro in preparazione. Il comportamento delle bilie rispetta quasi sempre le leggi della fisica… almeno per quanto concerne la virtualità. Mi spiego meglio: traiettorie, rimbalzi, sponde ed effetti, vengono proposti in una sorta di “aria sterile”, ossia senza le interferenze (se pur minime) constatabili in una partita reale. Infatti, se si giocasse su di un vero panno verde, i disturbi sarebbero molteplici: usura della stoffa, sporcizia presente, cedimenti delle sponde dovuti ad eccessiva battitura, con particolare riguardo agli angoli delle buche. Tutta una serie di piccole imperfezioni che producono, a seconda del loro grado, intromissioni alla traiettoria perfetta. Ecco, ciò non avviene. Ma forse è un male? Dipende, soprattutto da cosa si cerca in una “simulazione”. Un esempio di “fisicità” balorda si nota sulle palle veloci, dove si assiste ad un letterale scivolamento non molto bello da vedere. In poche parole una rappresentazione “troppo perfetta”, e come tale non propriamente corrispondente al vero.Per la parte sonora si ascoltano effetti sicuramente convincenti, sia per i contatti tra le palle che per quelli tra quest’ultime e le sponde. L’accompagnamento musicale si avvale di un limitato numero di brani, in tutto dieci, proposti in sequenza casuale e con alcuni momenti di silenzio totale, che tendono ad essere invadenti.

– Approccio immediato

– Controlli semplici

– Buona l’idea dei “puzzle”

– Simulazione delle leggi delle fisica non sempre coerente

– Musiche invadenti

– Troppo facile

– Non molto longevo

5.5

International Cue Club affronta il mondo del biliardo in modo non troppo convincente. Usa una rappresentazione della realtà troppo vera… tanto da essere finta. Un approccio decisamente semplicistico allo sport in questione, guidato ed indirizzato su binari di assoluta facilità. Un bene per chi non conosce il biliardo, grave mancanza per chi, di contro, cerca una seria sfida alle sue capacità balistico-sportive. Ne consegue, purtroppo, una scarsa longevità dovuta proprio alla semplicità di esecuzione e padronanza dei colpi.

Voto Recensione di International Cue Club - Recensione


5.5

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