Negli ultimi anni ha cominciato a diffondersi sempre più un sotto-genere denominato walking-simulator, in cui il fulcro del gioco consiste semplicemente nel muoversi all’interno di esso per scoprirne la storia, spesso raccontata frammentariamente e attraverso espedienti narrativi che richiedono l’esplorazione di ogni anfratto del mondo di gioco. Innerspace, in un certo senso, si pone sul solco di questa vera e propria nicchia videoludica, dandoci però il controllo di una navicella. Siete pronti a scoprire la storia degli Antichi e dell’Inverso?
La scomparsa del mondo antico
La storia di Innerspace si apre negli ultimi giorni di vita del mondo conosciuto come Inverso. Esso era stato un tempo abitato da una civiltà, semplicemente conosciuta con il nome di Antichi. Come ci viene raccontato, gli Antichi hanno prosperato nel mondo per lungo tempo, ma la loro pace non era destinata a durare. Degli esseri conosciuti come semidei hanno portato distruzione, prosciugando l’universo e causando la fine della loro esistenza. Gli Antichi tentarono di fuggire, ma fallirono nel tentativo: così, adesso, dell’Inverso non rimangono che le vestigia di un antico splendore. E’ questo l’incipit narrativo di Innerspace: nei panni di una navicella chiamata Cartografo, riceveremo da un archeologo il compito di viaggiare nel mondo di gioco per raccogliere reperti del mondo che fu e ricostruirne la storia. Scopriremo, passo dopo passo, chi erano gli Antichi, chi erano i semidei e cosa successe al loro mondo.
Dal punto di vista tecnico, gli sviluppatori hanno scelto di puntare su una tecnica cel-shading che dà vita perfettamente ad un’ispirata direzione artistica: Innerspace è un tripudio di colori vivaci e sgargianti, che contrastano armoniosamente con il tono post-apocalittico della storia narrata, costituendo uno dei veri punti forte della produzione. Le ambientazioni di Innerspace trasmettono una sensazione di calma atemporale, come se stessimo vivendo un lungo sogno: complice anche la colonna sonora, che nel suo essere minimale riesce ad accompagnare perfettamente in questo viaggio onirico alla fine del tempo.
Il viaggio di un esploratore solitario
Come abbiamo già accennato, Innerspace altro non è che il viaggio del solitario Cartografo alla ricerca dei segreti che l’Inverso custodisce. Controllare il Cartografo è estremamente intuitivo, e dopo un breve tutorial saremo già liberi di esplorare l’Inverso, diviso in sei sezioni. Per procedere attraverso di esse ci sarà richiesto di raccogliere delle sfere di Vento (la forma di energia principale dell’Inverso) e degli artefatti che ci andranno a raccontare la storia del mondo e dei suoi abitanti. Occasionalmente dovremo anche risolvere dei semplici enigmi o affrontare dei nemici, ma in generale saranno ben poche le difficoltà concrete che si presenteranno durante l’esplorazione, complice il fatto di essere quasi completamente immortali. Durante la nostra avventura potremo potenziare il nostro Cartografo, donandogli nuove abilità, come la possibilità di avventurarsi negli abissi marini, la prima aggiunta che andremo ad incontrare. Tolte queste sporadiche distrazioni, il fulcro del gioco consiste essenzialmente nell’esplorazione: passeremo la maggior parte del nostro tempo librandoci nei cieli o sprofondando nelle acque dell’Inverso, alla ricerca di sfere di Vento o di artefatti e reliquie da aggiungere alla nostra collezione. Questo rende Innerspace un gioco difficilmente consigliabile a tutti, ma soltanto a chi cerca un’esperienza rilassata, uno svago che dia la possibilità di liberare la mente per esplorare ed assaporare mondi fantastici e surreali. Per tutti gli altri, però, Innerspace potrebbe essere una fonte di tedio già dopo la prima manciata di ore di gioco, complice anche la completa mancanza di una mappa o di un modo per tenere traccia dei propri movimenti. La scelta degli sviluppatori di inserire pochi indizi su dove andare e cosa fare, unita alla completa mancanza di qualsiasi punto di riferimento sullo schermo, rende Innerspace davvero apprezzabile solo per chi considera l’esplorazione un fine in se stessa e non ha paura decine di minuti prima di rendersi conto di non aver fatto alcun progresso nella storia del gioco.