Recensione

Infernal

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a cura di SAH

Nel corso degli anni serie come Metal Gear Solid e Resident Evil hanno ottenuto un enorme consenso popolare e numerosi estimatori anche tra i colleghi sviluppatori che, senza tanti scrupoli, hanno tentato di replicare il successo dei capolavori di Konami e Capcom con imitazioni più o meno scadenti. Tra le tante software house annoveriamo anche Playlogic che, prima con la mediocre serie Gorky e successivamente con il più convincente Aurora Watching, hanno tentato di cavalcare l’onda del successo ottenendo però pochi consensi. Terminati gli esperimenti a breve termine, gli sviluppatori polacchi si sono messi al lavoro su un progetto ambizioso che ha richiesto quasi tre anni di sviluppo per essere portato a termine: è finalmente giunto il momento di capire se Infernal sarà in grado di rivalutare la credibilità dei suoi sviluppatori ed insidiare l’olimpo dei migliori action-game.

Il lebile confine tra il bene e il maleLa trama che fa da sfondo alle vicende di Ryan Lennox è tuttaltro che banale: dopo essere stato declassato dalle forze del Paradiso, Ryan viene assoldato direttamente dall’ Inferno con lo scopo di combattere il bene e l’ Etherlight, la società segreta di angeli per cui lavorarava prima. Nel corso della sua avventura… Dopo un primo livello che funge da tutorial e spiega in modo abbastanza puntuale le meccaniche di gioco, l’azione si sposta in una cittadina non meglio definita, molto probabilmente al confine tra Austria e Germania, che nelle fattezze ricorda più che vagamente il castello di Resident Evil 4. Sempre in contatto con un demone che svolge la funzione di intermediario per conto dell’ Abyss( ovvero l’Etherlight infernale), Ryan apprenderà gradualmente di non essere solo in grado di sparare, ma di poter utilizzare anche alcuni simpatici poteri demoniaci come il teletrasporto che renderà possibile spostamenti, anche se per pochi secondi, da un punto ad un’altro permettendo così di attivare console altrimenti inacessibili o superare telecamere troppo attente, come la visione demoniaca che permetterà di rivelare codici segreti e fonti di energia e mana invisibili ad un occhio umano oppure come la levitazione che permetterà di spostare anche gli oggetti. Esistono anche altri piccoli vantaggi come la possibilità di effettuare un colpo demoniaco potenziato in grado di piegare qualunque tipo di guardia provi a mettervi il bastone fra le ruote. Ogni volta che Ryan utilizza uno dei suoi poteri consumerà la già citata mana che, proprio come l’energia, potrà essere riacquisita in due modi: posizionandosi in zone pregne di oscurità e malvagità le due barre cominceranno a salire progressivamente mentre per velocizzare le cose basterà stendere un nemico e tramite la pressione del tasto predefinito, risucchiargli l’anima. Quello che colpisce maggiormente è la semplicità con la quale è possibile gestire tutti i poteri in ogni singola situazione di gioco con la pressione di pochissimi tasti.

Licenza di peccareOltre al titolo gli sviluppatori hanno modificato pesantemente anche alcune impostazioni della giocabilità: inizialmente il gameplay doveva avvicinarsi più allo stile stealth di Gorky Zero con un campionario di attacchi corpo a corpo. Alla fine si è optato per una decisione che, con il senno di poi, non possiamo fare altro che condividere: ad alternare i numerosi scontri a fuoco sono stati aggiunti numerosi enigmi che premiano più il cervello che la rapidità d’azione. Inizialmente il giocatore potrebbe trovarsi in difficoltà nel superare una particolare sezione ma basterà fermarsi a riflettere per qualche istante (e il gioco lo consente dato che spesso gli enigmi vengono posti dopo un acceso combattimento) per trovare la soluzione. Il nostro consiglio è di non contare solo sui poteri demoniaci ma semplicemente di guardarsi intorno alla ricerca di un’entrata nascosta o di un elemento interattivo da utilizzare. Come anticipato il vero fulcro dell’azione si basa sui combattimenti a fuoco: Ryan dispone di un ricco arsenale composto da una decina di armi circa e ognuna contraddistinta da un potenziamento demoniaco differente. L’ intelligenza artificiale però rimane il vero cavallo di battaglia del gioco e possiamo affermare con assoluta certezza che nessun gioco, dai tempi di FEAR. ci aveva così favorevolmente impressionati: i nemici, a seconda del fatto che si trovino da soli o in gruppo agiscono in modi differenti. Nel primo caso tenteranno di scappare cercando riparo in qualche angolo poco illuminato in attesa di qualche rinforzo. Quando si trovano in gruppo invece comunicheranno continuamente la posizione del giocatore via radio e si muoveranno con cautela per accerchiarlo magari coadiuvati dal fuoco di copertura. Se presi alla sprovvista impiegheranno qualche frazione di secondo in più per reagire e cercheranno di salvare la pelle piuttosto che di rispondere al fuoco. In poche parole ogni combattimento, anche un semplice uno contro uno potrebbe rivelarsi letale se affrontato non con la dovuta attenzione. Stranamente i boss si dimostrano eccessivamente scriptati rispetto ai soldati semplici rendendo piuttosto molto più agevole il compito del signor Lennox.

Better Reign in Hell than serve in HeavenI difetti di Infernal sono ben pochi e nella maggior parte dei casi si rivelano essere sviste causate da una revisione troppo affrettata del gioco. Per fare un’esempio citiamo l’assenza del salvataggio automatico nel corso della missione: pur essendo libero di salvare quando e dove vuole, il giocatore preso dalla concitazione del titolo potrebbe scordarsi di salvare per poi perire in uno scontro particolarmente ostico e pertanto sarebbe costretto a rifare l’intero livello fin dal suo inizio. Considerando che la lunghezza media di ciascuna sezione di gioco si attesta sulla mezzora abbondante è lecito attendersi una patch che risolva questo fastidioso problema. Un’altra sciocchezza sulla quale si poteva porre una maggiore attenzione riguarda il fastidioso problema della compenetrazione dei corpi che in Infernal si ripresenta in tutto il suo orrore. Ma in fondo l’unico vero problema del gioco imputabile a Playlogic consiste nella estrema linearità del titolo. Pur presentando ambienti piuttosto vasti ed enigmi ben congegnati esisterà sempre un solo percorso e una sola soluzione. Un vero peccato..Il motore grafico, realizzato interamente dagli sviluppatori polacchi, si dimostra molto solido nella resa grafica soprattutto per quanto riguarda i riflessi dell’acqua e la rappresentazione dei volti dei personaggi principali e non. Si poteva fare sicuramente qualcosa di più nella realizzazione degli elementi di contorno soprattutto per quelli controllati dal motore fisico della AGEIA e pertanto parte integrante dell’azione. Il comparto sonoro supera l’eccellenza con un doppiaggio tutto in inglese estremamente coinvolgente sia per quanto riguarda i dialoghi tra Ryan e l’ Abyss sia negli scambi di informazioni via radio tra i soldati.

HARDWARE

Abbiamo testato Infernal su questo computer:

Windows XP con SP2Pentium 4 HT da 3,2 Ghz1 gb di RAM X600Pro da 256mb

ottenendo un frame-rate costante a 1024×768 di risoluzione con dettagli medio-alti anche nelle situazioni più animate . Per farlo girare basterà:

Microsoft Windows 2000 (Service Pack 4) / XP (Service Pack 2) / Microsoft Vista Pentium 4 1.7 GHz or Athlon XP 2100+512 MB di RAM128 MB ATI Radeon 9600 o 128 MB Nvidia GeForce FX 5950 2 GB di spazio libero

– estremamente divertente

– giusto mix tra azione ed enigmi

– IA eccezionale

– lineare

– intenso ma breve

– alcuni enigmi frustranti

7.0

Che sorpresa questo Infernal! Dopo oltre due anni di silenzioso sviluppo, Playlogic ha sfornato un titolo esaltante che appassionerà il giocatore dal primo istante di gioco fino ai titoli di coda. Grazie al sapiente bilanciamento tra combattimenti ed enigmi e all’ eccellente gestione dell’intelligenza artificiale dei nemici, Infernal guadagna una profondità di gioco che va oltre qualunque action game attualmente in commercio e lo candida, fin da adesso, al titolo di rivelazione dell’anno. Gli unici veri difetti imputabili al prodotto Metropolis sono da ricercarsi in una struttura troppo lineare che conseguentemente mina la longevità che si attesta sulla decina d’ore.

Voto Recensione di Infernal - Recensione


7

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