Recensione

In questo angolo di mondo, la guerra dagli occhi di una ragazza d'Hiroshima

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a cura di DjPralla

Nonostante la cultura giapponese attuale sia per lo più rivolta verso il futuro con un piglio certe volte fin troppo sfrenato, molti autori sanno ancora l’importanza di guardarsi indietro e riscoprire quella che è stata la storia recente del paese. In questo senso nell’animazione giapponese possono trovare spazio sia opere dall’accento contemporaneo come il recente mangia record Your Name, oppure risvolti futuristici come invece il tanto atteso ultimo capitolo del rifacimento cinematografico di Evangelion, ma anche chicche d’arte come ad esempio il sottovalutato La storia della principessa spendente. A proposito di quest’ultimo, il 19 e 20 settembre arriverà nelle sale italiane un altro film di ricostruzione storica, con il titolo In questo angolo di mondo.
Non svegliatemi da questo sogno
Tratto dall’omonimo manga di Fumiyo Kono, In questo angolo di mondo vuole raccontare la vita di una bambina e poi donna nel corso della seconda guerra mondiale. La protagonista è infatti Suzu, che vedremo fare le prime esperienze di vita in quel di Hiroshima, per poi seguirla nel fiorire della sua giovinezza in quel di Kure, una vicina cittadina dove trova posto un importante porto militare. Una premessa semplice, che segue le vicende di una ragazza molto semplice che lascia scorrere la propria vita nelle mani degli altri, ma che vede la sua esistenza travolta e rivoltata dall’incombere della minaccia statunitense. La prima parte del film viene interamente dedicata all’infanzia di Suzu, con stacchi particolarmente serrati per il tipo di racconto, in modo tale da raccontare in brevissimo tempo una storia che avrebbe richiesto un ben più ampio approfondimento di quelli che sono i personaggi che la costellano, ma soprattutto dell’ambientazione, specie per un pubblico non abituato a questo setting. La storia entra nel vivo dal momento del trasferimento di Suzu a Kure e qui è possibile iniziare ad entrare in stretta empatica con la protagonista che quasi improvvisamente si ritrova nel ruolo di moglie e donna di casa, che difficilmente riesce a collidere con il suo spirito creativo e il suo essere costantemente con la testa fra le nuvole. Nonostante tutto, il suo piacere più grande resta sempre quello del disegno e in diversi frangenti la pellicola unisce la rappresentazione del mondo reale con le interpretazioni di Suzu, andando così a creare scene quasi da animazione sperimentale che trascendono i canoni classici e danno un tocco in più al film. 
Dai fiori al fuoco
Con il passare del tempo e con l’intensificarsi dei bombardamenti americani, la vita di Suzu viene cambiata di continuo, con situazioni sempre più drammatiche che la porteranno al limite. Se nelle prime fasi gli eventi bruschi vengono sdrammatizzati da una risata o una battuta che cambia il mood della situazione, quando le cose iniziano a farsi veramente complicate riderci su e ringraziare quello per quello che è rimasto diventa sempre più anacronistico, fino al punto che diventa, citando la definizione che da lei stessa, “come un disegno fatto con la sinistra”, proprio a simboleggiare una situazione sbagliata sin dal principio. Senza entrare troppo nel dettaglio della trama, le vicende seguono molto da vicino i cambiamenti nella vita di Suzu, che passa dall’essere la ragazzina svampita ad una donna pronta a tutto per difendere la propria casa e i famigliari, tanto da esplodere di rabbia all’annuncio della resa che ha così vanificato tutti gli sforzi intrapresi e le sofferenze patite. L’evoluzione di quella che viene pure sempre disegnata come una bambina è quanto mai forzata dalla situazione incresciosa che si sta verificando in Giappone, ma il film cerca di ridimensionarsi sempre attorno a lei anche in sfiziose scene in cui i suoi pensieri fermano tutto il resto per concentrarsi su di una ricetta o sulla cucitura di un abito. Nonostante si tratti comunque del Giappone precedente all’occupazione statunitense, e quindi di un paese in cui la figura della donna era ancora ben lontana dalla vera e propria emancipazione, il film mostra le due vie che una donna potesse percorrere al tempo, ossia quella più tradizionale in cui viene trascinata Suzu e quella più moderna ci si cimenta Keiko; in un modo o nell’altro la guerra finirà per distruggere tutto ad entrambe che si troveranno a combattere assieme per la sopravvivenza.

– Storia molto commuovente

– Racconto fuori dall’ordinario odierno

– Stilisticamente unico

– Montaggio frenetico nella prima parte

– Fatica a mettere ordine tra i tanti personaggi

8

In questo angolo di mondo è una pellicola che racconta la seconda guerra mondiale dal punto di vista di una ragazza giapponese il cui unici interessi il disegno e la famiglia verranno messi a repentaglio dai bombardamenti. Una storia particolarmente commuovente che cerca in tutti i modi di metterci nei panni della protagonista, tanto dal ritrovarsi in un mondo estraneo una volta usciti dalla sala.

Voto Recensione di In questo angolo di mondo, la guerra dagli occhi di una ragazza d'Hiroshima - Recensione


8

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