Recensione

Impossible Mission

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a cura di Fabfab

Con quasi trent’anni di storia alle spalle, il videogioco può ormai considerarsi come una realtà pienamente consolidata nel panorama dell’intrattenimento contemporaneo, al di là dei perduranti pregiudizi che lo accompagnano. Testimone di una storia sempre più importante e vissuta è il fenomeno del retrogaming, grazie al quale migliaia di appassionati vecchi e nuovi scoprono per la prima volta, oppure riassaporano a decine di anni di distanza, capolavori del passato.Si tratta di un business diffuso ed importante, specie per i produttori, perché con l’impiego di investimenti minimi possono proporre compilation di titoli storici che fanno la felicità degli appassionati e stimolano la curiosità dei novellini. Può capitare, però, che alcuni produttori si facciano prendere la mano ed arrivino a proporre non una compilation, ma un unico, singolo gioco, identico alla versione di vent’anni fa ma venduto a prezzo pieno, come si trattasse dell’ultima novità. Indovinate a quale titolo mi riferisco…

Impossible Mission: vent’anni dopoIl gioco è un classico Epyx Games del 1984 che fece furore sullo storico Commodore. Nei panni dell’agente speciale 4125 dovremo sventare i piani del folle dottor Elvin Atombender, che intende distruggere il mondo grazie alle sue armi di distruzione di massa. Per farlo il protagonista dovrà, entro un limite di tempo prestabilito, esplorare le varie stanze di cui si compone la base del cattivo e recuperare i 36 pezzi di puzzle abilmente nascosti, con i quali potrà accedere al sistema del folle scienziato e bloccare l’attacco imminente. Il limite temporale non va preso alla leggera, considerando che ci sono penalità in termini di tempo sottratto ogni volta che il personaggio muore.Impossible Mission mescola sapientemente puzzle ed azione per regalare al giocatore un’esperienza di gioco varia e divertente. L’utente deve esplorare varie stanze, ognuna delle quali contiene piattaforme, elevatori, pezzi d’arredo in cui rovistare e letali robot a guardia del tutto. Non potendo contare su armi o attacchi speciali, il nostro agente speciale avrà dalla sua unicamente un poderoso salto, oltre alla materia grigia ed ai riflessi dell’utente che lo impersona. Il bello, poi, è che la disposizione delle componenti in ogni stanza è generato casualmente e pertanto varia ad ogni nuova partita!Ogni stanza rappresenta un vero e proprio rompicapo, perché occorre ingegnarsi per arrivare a perquisire i vari mobili evitando le guardie e gli altri pericoli (come pozzi senza fondo) presenti sul posto. Per fortuna periodicamente è possibile ricorrere anche a soluzioni alternative: all’interno della base, infatti, sono presenti tutta una serie di computer in grado di influenzare direttamente le varie stanze: accedendovi sarà possibile disattivare temporaneamente i guardiani, oppure risistemare le piattaforme mobili. Per utilizzarli è però necessario aver recuperato la chiave d’accesso, oppure superare un minigame musicale.

Vecchio e nuovoIl gioco propostoci dai programmatori di System 3 è sostanzialmente lo stesso di 23 anni fa, semplicemente rinnovato nella grafica ma non nel gameplay (ed addirittura è presente anche la vecchia, storica versione).Una volta inserita la cartuccia ed acceso il DS, la prima cosa che ci viene chiesta è di scegliere se giocare nella modalità Classica (grafica del C64), in quella Moderna (con grafica rinnovata) o nell’insensata Mista (fondali rinnovati ma sprite del personaggio ripreso direttamente dalla vecchia versione). Scegliendo la versione Moderna è possibile anche decidere quale tra i tre nuovi protagonisti – un uomo ed una donna vestiti in stile Matrix ed un cyborg – impersonare: peccato che, al di là dell’estetica, siano praticamente identici. Al di là di questo non è che la nuova versione stupisca: per quanto superiore a quella di un C64 (e ci mancherebbe) siamo comunque dalle parti di un GameBoy Advance, non si segnalano particolari tocchi di classe, niente di tridimensionale ed anche il pennino ed il touch screen vengono sfruttati il minimo indispensabile.Insomma, si tratta sostanzialmente dello stesso gioco del 1984 e paradossalmente la versione Classica risulta più giocabile e precisa della nuova…

– Divertente e frustrante come vent’anni fa…

– …ma rimane pur sempre un gioco di metà anni ’80

– Gameplay giurassico

– Scarsa longevità

5.5

Non sono mai stato un retrogamer, ma confesso che non mi dispiace ogni tanto rigiocare qualche vecchio classico del passato, non fosse altro che per risvegliare ricordi di un tempo ormai decisamente lontano (sigh). Però prendere un titolo vecchio di oltre vent’anni e riproporlo pedissequamente, senza significative aggiunte, e non all’interno di una qualche compilation mi sembra un’operazione francamente rischiosa, considerando che oggigiorno ci sono numerosi canali per sfruttare la nostalgia dei videogiocatori, come i servizi on-line delle console di nuova generazione. Insomma, il gioco non ha perso di fascino nemmeno dopo così tanti anni, ma si tratta pur sempre di archeologia videoludica…

Voto Recensione di Impossible Mission - Recensione


5.5

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