Recensione

Impossible Mission

Avatar

a cura di Star Platinum

Il ritorno di Impossibile Mission potrebbe inizialmente rappresentare un omaggio, rispettoso e interessante, al gioco per antonomasia prodotto per personal computer nel lontano 1984 e divenuto celebre per la pregevole versione apparsa su Commodore 64 e programmata da Dennis Caswell. La cosa più straordinaria e incredibile di questa edizione, tuttavia, è il fatto che sia riuscita in pochi minuti a distruggere una delle colonne del mondo videoludico. Per la prima volta, infatti, basta tremendamente poco per rendersi conto che le cose non funzionano come dovrebbero.

Destroy him, my robotsL’intera vicenda è identica a quella originale apparsa su computer e ruota attorno al destino dell’agente segreto chiamato in codice 4125, cui sarà affidato ancora una volta il compito di sventare i pazzi piani criminali del malvagio Dott. Elvin, il solito scienziato con manie di grandezza intenzionato a vendicarsi nei confronti dell’umanità che non ha saputo cogliere il suo genio creativo. In sole sei ore reali dovrete muovervi all’interno di numerosi livelli, nel tentativo di recuperare dei pezzi ottenuti i quali sarete in grado di agire su un decodificatore universale ed ottenere il codice in grado di fermare definitivamente il conto alla rovescia verso il lancio di pericolosissime armi nucleari e conseguente distruzione dell’intero pianeta. Se la trama potrebbe apparire anche piacevole ed interessante, stessa cosa non può dirsi della meccanica di gioco, che purtroppo nel corso degli anni non si è minimamente evoluta né ha subito sostanziali miglioramenti che possano in qualche modo giustificarne un reale motivo d’interesse se confrontato con gli standard attuali del mondo videoludico. Impossibile Mission è rimasto il solito mix di piattaforme e puzzle da risolvere vecchio stile, in cui sarà di fondamentale importanza controllare ogni oggetto presente nei livelli stando bene attenti a non essere localizzati dai numerosi robot sentinella che saranno sulle vostre tracce, senza correre il rischio di restare intrappolati senza via di fuga. Occasionalmente avrete possibilità d’interagire con dei computer in grado di fermare temporaneamente i vostri inseguitori per concedervi alcuni secondi di pausa da sfruttare in modo saggio, dedicandovi all’analisi dello stage per l’individuazione del percorso più sicuro da seguire.

La difficoltà nel nullaAnche se la struttura di gioco non risulterà mai estremamente complessa, una delle caratteristiche più particolari consiste nel fatto che a differenza di quanto accade in produzioni attuali il giocatore non avrà a disposizione né vite né una barra corrispondente all’energia vitale, ma solo un unico parametro di riferimento da tenere sotto controllo: lo scorrere del tempo reale come unico e imprescindibile limite alla buona riuscita della missione. Per tutto il gioco vi potrà sicuramente capitare di commettere degli errori o di essere catturati, ma ciò non porterà mai alla fatidica schermata del game over quanto piuttosto si tradurrà in una penalizzazione in termini di tempo, costringendovi a dover subire delle vere e proprie soste di alcuni minuti, interrompendo quindi la partita in corso. Questa scelta risulta piuttosto azzeccata se si considera che agendo in questo modo si costringe obbligatoriamente il giocatore a commettere meno errori possibili per poter riuscire a completare tutti i livelli, ma inserita in un contesto decisamente poco interessante non riesce a poter essere apprezzata ed anzi risulta più frustrante che altro. Questo perché per quanto la ricerca e risoluzione di ogni puzzle sia tutto sommato gradevole, in realtà non capiterà mai di trovarsi in situazioni estremamente interessanti e coinvolgenti, con la conseguenza che ogni sessione vi proporrà sostanzialmente le stesse problematiche da affrontare, robot dall’intelligenza artificiale alquanto discutibile ed elementare e poco altro se non per qualche variazione a livello di elementi e oggetti utilizzabili durante il cammino.

Tecnica elementare applicataRisulta molto difficile commentare questo titolo dal punto di vista tecnico in quanto sotto ogni aspetto il gioco delude le aspettative a causa di una realizzazione molto (troppo) datata che risulta assolutamente fuori dagli attuali standard e per questo di difficile valutazione. La definizione di ambientazioni e degli elementi in esse contenuti è ridotta ai minimi termini, così come le animazioni del protagonista e l’utilizzo di una palette grafica che appare povera di colori e priva di qualsiasi sfumatura o dettaglio che possa suscitare un minimo d’attenzione. Il sonoro, per quanto sempre insufficiente, riesce a sollevarsi leggermente dalla mediocre qualità generale non tanto per reali meriti, ma beneficiando di un fattore nostalgico che non può far ricordare la prima storica apparizione di questo titolo. Il sistema di controllo, per quanto possa apparire incredibile vista la semplicità delle azioni effettuabili, è spesso impreciso e vi richiederà un’attenzione snervante se non vorrete ritrovarvi a gambe all’aria dopo ogni salto per qualche pixel mal calcolato. L’idea del tempo da sfruttare non è cattiva e nemmeno il tentativo di riproporre questo titolo sarebbe stato male accolto –se fosse stato supportato almeno da una rivisitazione in chiave tecnica- però proporre questo unico gioco senza il minimo contenuto aggiuntivo o l’inserimento in un contesto di collection assieme ad altri appare del tutto ingiustificato, considerato il prezzo che dovrete sborsare per potervelo portare a casa e una longevità molto scarsa. Ancora una volta ci si trova a dover rimpiangere il passato a causa di scelte commerciali che difficilmente possono trovare un positivo riscontro nei giocatori, che a differenza di quanto credano certe software house sono molto più esperti e competenti di quel che si possa pensare.

– Impossible Mission è un gioco storico…

– …ma il concept ormai è datato

– Longevità ridicola

– Tecnicamente improponibile

4.0

Pur avvicinandosi a Impossible Mission con tutta la stima e nostalgia per ciò che ha rappresentato durante gli anni ottanta, risulta impossibile non rimanere delusi dalla qualità del gioco. Se avessero scelto di utilizzare il brand arricchendolo e migliorandolo a livello tecnico e di gameplay avrebbero forse rischiato ma con dei risultati piuttosto che dirigersi verso una strada apparentemente più semplice ma che non riesce a mostrare nemmeno un piccolo spiraglio di luce. Forse più di ogni altra volta il voto complessivo vale più di ogni altro commento, che non riuscirebbe a restituire onore al primo vero episodio della serie. Non ci sono altre parole e quelle che ci sono sarebbero tristi. Non compratelo e lasciate riposare in pace un mito del passato.

Voto Recensione di Impossible Mission - Recensione


4

Leggi altri articoli