Recensione

Il Testamento di Sherlock Holmes

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a cura di Nitro

Il genere delle avventure grafiche investigative è sicuramente uno di quelli che si ama o si odia, non esistono vie di mezzo. Sono spesso pochi coloro i quali riescono a giungere alla fine del gioco armati di buona volontà, e questi appartengono principalmente alla cerchia di giocatori vecchia scuola che sono cresciuti con prodotti di questo tipo, mentre i neofiti già davanti alle prime difficoltà preferiscono abbandonare il titolo poiché poco immediato. Grazie a un codice review giunto in redazione abbiamo potuto provare con mano Il Testamento di Sherlock Holmes, ultima fatica di Frogwares e Focus Home Interactive che non ha mancato di stupirci, nel bene e nel male.

Elementare, mio caro WatsonLa storia si apre in una mansarda con il ritrovamento da parte di tre ragazzini di un vecchio libro che attira la loro attenzione. Questo altro non è che il diario di John H. Watson, assistente del mitico Sherlock Holmes creato dalla mente di Sir Arthur Conan Doyle, in cui ha trascritto tutte le sue riflessioni, sentimenti, paure e stranezze incontrate durante i casi analizzati nella brillante carriera del detective più famoso del mondo. La narrazione avviene dunque tramite una sorta di flashback che ripercorre quanto avvenuto nel quartiere di Whitechapel della Londra del 1898.Dopo la brillante risoluzione di un caso che ha visto il ritrovamento di una collana samoana data per rubata, Sherlock Holmes viene accusato di aver sostituito il gioiello con un falso prima di restituirlo al legittimo proprietario. Il Globe Explorer, giornale locale, prende subito d’assalto l’investigatore per mezzo di un giornalista freelance che non perde l’occasione di diffamarlo in tutte le maniere possibili, screditando anche il suo operato passato e mettendo in luce stranezze varie per fortificare la propria tesi. Le autorità di Scotland Yard si catapultano subito nell’ufficio di Holmes per chiedere delucidazioni, ma questi non pare particolarmente scosso dall’accaduto, anzi, liquida con poche parole l’ispettore Baynes e si precipita subito su un altro luogo del delitto, noncurante delle accuse che gravano su di lui. Lo svolgimento della storia e dell’implicazione di Holmes nel furto della collana si dipanerà in un’avvincente trama e imprevisti colpi di scena, il tutto condito e riportato accuratamente da Watson, acuto osservatore che, come già accennato, rifletterà sugli avvenimenti e non mancherà talvolta di mostrare ammirazione e al contempo timore verso il proprio compagno di indagine, sia per la sua sfrontatezza e coraggio sia per il comportamento ambiguo più volte assunto.

Un nuovo modo di intendere il sapereCome già osservato nella nostra recente anteprima, il gameplay del titolo ci vede prendere controllo di Sherlock Holmes e del dottor Watson durante l’analisi delle scene del delitto. Potremo utilizzare sia la telecamera in prima persona sia quella in terza persona, anche se, in quest’ultimo caso, il movimento risulta particolarmente difficile poiché caratterizzato da animazioni e meccaniche davvero molto legnose che vi faranno subito prediligere il primo tipo di visuale offerta.Gli ambienti presenti sono esplorabili liberamente, e si possono analizzare gli elementi lì presenti così da poter raccogliere importanti informazioni da utilizzare per giungere a una conclusione e sapere dove andare a parare successivamente. Oltre a ciò, il titolo offre degli enigmi da risolvere talvolta molto ardui, che metteranno sicuramente a dura prova gli amanti del genere, mentre i meno avvezzi si troveranno spesso spiazzati e pervasi da un sentimento di acuta frustrazione, anche perché il sistema di aiuti presente nel titolo non sempre si rivela utile. A tal proposito, attivandolo siamo stati più volte condotti verso porte che conducevano a zone totalmente inaccessibili e non utili alla risoluzione del caso o a oggetti precedentemente analizzati e ormai superflui.
Una volta acquisite le informazioni richieste dal menu di gioco si potranno fare le deduzioni necessarie scegliendo liberamente tra delle varianti offerte dal sistema che porteranno a conclusioni multiple, delle quali però solamente una sarà quella corretta. Per poter riuscire al meglio occorrerà seguire con molta attenzione i dialoghi e carpire quante più informazioni possibili onde evitare un incedere a tentoni, cosa che comunque potrà facilmente capitare dato che alcune volte potreste rimanere totalmente imbambolati in una sezione di gioco e obbligati a procedere a casaccio finché non giungerete ad una via risolutiva. Questo perché, a differenza della produzione targata Team Bondi, non sarà possibile sbagliare o condannare la persona errata. Nonostante tutto, però, riuscire a trovare il vero colpevole o scoprire dettagli riguardo i fatti in esame dopo svariate peripezie riesce a regalare un senso di appagamento e soddisfazione che sicuramente spingono a procedere. Ricordatevi però di salvare: come riportato già nella primissima schermata di gioco, il titolo non dispone di una funzione di autosalvataggio e occorrerà abituarsi sin da subito a effettuare la procedura almeno ogni ora, così da scongiurare uscite sbadate specialmente dopo aver superato una sezione particolarmente complessa e dispendiosa in termini di tempo.Ognuno dei due personaggi giocherà un ruolo chiave se controllato dal giocatore, ma quando verranno guidati dalla CPU vi assicuriamo che la loro utilità sarà pari a quella del maggiordomo di Lara Croft nei vecchi Tomb Raider: Ci seguiranno come amebe senza agire o rendersi utili in alcun modo, proferendo sempre le stesse frasi e bloccandosi talvolta in angoli dello scenario o continuando a camminare a vuoto impedendoci sovente il passaggio da porte o stretti corridoi.

Metodo assiomatico e concetti primitiviSe da una parte troviamo una buona trama che, come già detto, offrirà alcuni colpi di scena, dall’altra riscontriamo un comparto tecnico realizzato in maniera superficiale. La modellazione poligonale dei protagonisti e degli altri personaggi principali è ben curata, mentre non si può dire lo stesso per alcuni elementi dello scenario. L’aliasing è piuttosto ridotto, ma non si possono non citare i frequenti cali di frame rate riscontrabili già tramite il semplice movimento della telecamera, con picchi di 60 FPS e minimi che scendono sotto la soglia accettabile dei 24/30 FPS. Data oltretutto la qualità complessiva piuttosto scadente delle texture non riusciamo a spiegarci come l’engine proprietario non sappia reggere tale carico di lavoro. La pulizia grafica negli scenari è infine poco curata: basta guardare il cielo in sezioni all’aperto per rendersi conto della presenza di artefatti grafici ed effetti luminosi realizzati in una pessima maniera.Il doppiaggio in inglese è di buona fattura, così come la traduzione in italiano nei sottotitoli, e nonostante il labiale sia basato sul dialogo in lingua francese non abbiamo notato particolari episodi di mancata sincronia audio/video. Segnaliamo in ultima istanza, oltre al già citato mancato autosave, l’impossibilità di muoversi nei menu iniziali di gioco mediante le frecce del d-pad.

– Enigmi ostici

– Trama più che discreta

– Personaggi carismatici

– Salvataggio automatico inesistente

– Talvolta frustrante

– Tecnicamente non convince

6.5

Il Testamento di Sherlock Holmes è un titolo riuscito a metà. La trama offerta riuscirà a catturare gli amanti delle avventure grafiche, ma gameplay non mancherà di annoiare i neofiti del genere spingendoli a poderosi ragequit dopo ore e ore di permanenza in situazioni di stallo. A ciò si aggiunge una componente tecnica piuttosto scarna, che mostra debolezze e imperfezioni oramai non tollerabili.

Voto Recensione di Il Testamento di Sherlock Holmes - Recensione


6.5

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