Il Signore degli Anelli: La Terza Era
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a cura di Fabfab
Finalmente, finalmente qualcuno ci ha pensato! Da quando la trilogia cinematografica di Jackson ha riportato in auge l’opera di Tolkien, sugli schermi delle nostre console abbiamo visto avventure e beat’em up dedicate al Signore degli Anelli ma nessuno (a parte la Vivendi per GBA, peraltro con pessimi risultati) aveva ancora intuito che, forse, il modo migliore di rendere la fantastica saga in un videogioco fosse un gdr.Ci ha pensato, finalmente, la EA che, dopo l’uscita dell’ultimo film, ha dovuto ingegnarsi per trovare nuovi modi di far fruttare i diritti ancora in suo possesso e costati fior di dollaroni: per nostra fortuna, sembra comunque che la politica di qualità inaugurata dalla casa americana negli ultimi tempi non sia venuta meno.
Gli altri eroi dell’anelloCome detto, dunque, questo Il Signore degli Anelli – La Terza Era è un gioco di ruolo che più tradizionale non si può: infatti l’intuizione di EA e del team Redwood si è limitata a decidere il genere, il resto è stato preso di peso da “Final Fantasy X”!Al comando di un party che dai due iniziali giungerà a comprenderà fino a 6 personaggi, vi troverete ad agire nello stesso periodo e nelle medesime locazioni (ma non solo, ce ne saranno di inedite) rese indimenticabili dalla pellicola di Jackson. I protagonisti del gioco sono personaggi del tutto inventati, non presenti né nell’opera di Tolkien né nei film di Jackson, ma ricalcano, a grandi linee, i personaggi cui siamo tanto affezionati: Berethor è un soldato Gondor molto simile a Boromir, Idrial un’elfa di Lothlorien che ricorda non poco Galadriel, Elegost un ramingo del nord che pare la versione stropicciata di Aragorn, il nano Hadhod è la fotocopia di Gimli, Morwain una donna di Rohan ed Eaoden un Cavaliere del Mark (niente Hobbit o Stregoni, purtroppo).La storia comincia con Berethor che arriva nei pressi di Gran Burrone con l’incarico di raggiungere e scortare Boromir: uno sfortunato incontro ravvicinato con i Nazgul, tuttavia, rischia di porre prematuramente termine alla sua missione e il gondoriano si salva solo grazie all’intervento di Idrial, guerriera al servizio di Galadriel. Da quel momento i due, ed i compagni che a loro si uniranno, si mettono sulle tracce della Compagnia dell’Anello, seguendone da vicino il percorso e finendo per giocare un ruolo importante nella guerra contro Sauron; il fatto, poi, di agire negli stessi tempi e luoghi in cui opera la ben nota Compagnia farà si che talvolta si finisca con l’incrociare alcuni degli eroi che ne fanno parte e perfino di combattere fianco a fianco con loro.La narrazione procede in modo piuttosto particolare: da un lato, infatti, avremo diversi filmati in cg che ci illustrano le vicende quotidiane del nostro gruppo di personaggi, dagli scambi di minacce con i nemici alle discussioni tra compagni, magari seduti attorno ad un romantico falò, dall’altro c’è una quantità spropositata di filmati tratti dalla saga cinematografica. Questi ultimi sono per lo più veri e propri collage di immagini sempre accompagnati dalla voce narrante di Gandalf ed assemblati in base agli eventi che devono descrivere: questi camei cinematografici vanno raccolti e riprodotti dal giocatore ed illustrano cosa sta succedendo nella Terra di Mezzo, descrivono razze, luoghi od avvenimenti, oppure forniscono indicazioni sulla missione o i nostri compagni. L’idea è carina, ma a volte i filmati sembrano un troppo impersonali, specie quando illustrano le vicende della compagnia (quella del gioco, non quella dell’Anello) senza (per ovvie ragioni) mostrare nessuna immagine dei suoi membri. La cosa strana è che queste sequenze vengono utilizzate anche per narrare storia e personalità dei nostri compagni quando si sarebbe ottenuto un risultato senz’altro migliore con i filmati in cg: finisce così che apprenderemo qualcosa su di loro attraverso queste descrizioni generiche, mentre in concreto le interazioni tra i vari membri sono minime, a tutto discapito del coinvolgimento. Insomma, la sensazione è quella che abbiano voluto abusare delle sequenze cinematografiche per soddisfare gli appassionati, trascurando parecchio la sceneggiatura del prodotto che presenta colpi di scena e svolte inaspettate, ma tutte liquidate troppo in fretta, con pochi dialoghi e nessun approfondimento psicologico.
Battaglia nella Terra di MezzoIl gameplay è preso di peso da “Final Fantasy X”, anche se risulta assai semplificato rispetto all’originale. La storia, dunque, è molto lineare, il mondo è diviso in tanti livelli liberamente esplorabili e i combattimenti sono semi-casuali: vediamo di analizzare tutti questi aspetti in maniera più specifica.I vari livelli di gioco, ispirati a quanto visto nei tre film (alcuni luoghi ne sono l’esatta riproposizione), sono piuttosto ampi e liberamente esplorabili; all’inizio di ognuno di essi ci vengono assegnate automaticamente delle quest, alcune da completarsi obbligatoriamente per proseguire, altre facoltative ma utili per racimolare nuovo equipaggiamento. In realtà la differenza tra i due tipi di quest è davvero minima perchè per completare le facoltative è sufficiente esplorare con attenzione tutto l’ambiente prima di proseguire. Durante le fasi esplorative, naturalmente, non vedremo muoversi tutti e sei i protagonisti, ma controlleremo uno solo di essi, che rappresenta virtualmente la compagnia: il bello è che a differenza di tutti i FF, questa volta potremo scegliere liberamente quale dei sei eroi utilizzare come avatar virtuale! Potrà sembrarvi una sciocchezza, ma personalmente l’ho apprezzato molto.Nel mondo della Terza Era non ci sono, purtroppo, molte possibilità di interazione, nessuna città brulicante di vita, niente png con cui chiacchierare, nessun negozio in cui acquistare equipaggiamento: tutti gli oggetti si trovano nei forzieri sparsi per il mondo (ed ogni oggetto può essere utilizzato unicamente dal personaggio cui è destinato, salvo poche eccezioni) e i filmati partono in automatico quando si raggiunge il punto previsto (a parte le descrizioni di Gandalf). In qualsiasi momento potrete tornare in uno dei luoghi visitati in precedenza, ma visto che le quest le completerete tutte al primo passaggio, l’opzione risulta di scarsa utilità.Al di là dell’esplorazione, l’altro elemento importante del gioco sono i combattimenti che ho volutamente definito semi-casuali: come in FF, infatti, i nemici non si vedono e la battaglia comincia all’improvviso, ma a differenza del titolo Square-Enix, ne La Terza Era saremo in grado di capire quando stiamo per essere attaccati. Un apposito indicatore, infatti, segnala quando la probabilità di un incontro casuale è alta, oppure quando possiamo starcene tranquilli: gli incontri, infatti, non avvengono ovunque, ma solo in certi punti prestabiliti (in genere all’approssimarsi degli scrigni o dell’obiettivo di missione) o in determinate zone, mentre la maggior parte dell’area di gioco sarà tranquillamente esplorabile senza il timore di brutti incontri. Da notare che gli incontri aumentano esponenzialmente con l’approssimarsi della fine del giocoCome in FF quando si entra in combattimento si viene trasportati in un’apposita schermata, dove gli assalti vengono effettuati seguendo i classici turni: il giocatore non potrà mai schierare in battaglia più di tre personaggi (a parte gli ospiti speciali che saltuariamente ci affiancano), ma può richiamare in ogni momento uno di quelli rimasti nelle retrovie per sostituire uno di quelli in campo. I comandi sono classici, si può attaccare, usare un colpo speciale, fare ricorso alla magia o alle abilità del personaggio, utilizzare gli oggetti dell’inventario o ritirarsi. Ogni combattente è dotato di Punti Ferita e di Punti Abilità, che si consumano ogni qual volta usi qualunque tecnica che non sia l’attacco di base: la particolarità del titolo è che PF e PA si rigenerano in buona misura al termine di ogni combattimento, quindi si può fare abbondante ricorso alle tecniche speciali durante ogni battaglia, visto che non bisogna preoccuparsi di conservare i punti per quella successiva. Molto carina, in alcuni scontri, l’introduzione di due diversi livelli di gioco: può capitare, ad esempio, di essere assaliti da un’orda di orchetti in cui alcuni ci affrontano corpo a corpo mentre altri ci bersagliano di frecce dall’alto e possono essere abbattuti solo con armi da distanza o da incantesimi.Naturalmente ad ogni vittoria ci vengono assegnati dei punti esperienza che servono per aumentare di livello (in verità si passa di livello con frequenza impressionante, ogni 2 o 3 battaglie circa, al punto che non rischierete mai di non essere abbastanza forti per l’avversario che state per affrontare) e diventare più potenti, potenziando le nostre caratteristiche fisiche e spirituali (spetta al giocatore scegliere quali rafforzare con i punti guadagnati). Inoltre più utilizzeremo in battaglia le varie tecniche speciali, maggiori saranno i punti accumulati per sbloccarne di nuove e più potenti: il gioco adotta uno schema ramificato delle abilità per cui da quelle di base si dipanano più strade, spettando al giocatore scegliere quale abilità acquisire e a quale rinunciare. Ogni personaggio ed ogni razza ha abilità e capacità magiche differenti, anche se alcune tendono a equivalersi.Il gioco prevede anche un’inedita Modalità Malvagia che permette di giocare dalla parte dei cattivi, ma chi sperava di potersi schierare dalla parte di Sauron farà bene ad abbandonare subito le sue illusioni: semplicemente al termine di ogni capitolo si rende disponibile la possibilità di riaffrontare alcune (poche) delle battaglie sostenute, affrontandole comandando non gli eroi, ma i nemici. Se si esce vincitori da questa serie di scontri, si verrà ricompensati con oggetti più o meno utili per il nostro party ufficiale, tutto qui!
La Terra di MezzoChe i programmatori della EA ci sapessero fare nel riprodurre le ambientazioni immaginate da Tolkien e ricreate da Jackson lo si era già visto nei precedenti titoli ispirati alla saga: posso quindi confermare che visivamente questo La Terza Era è la migliore visione videoludica della Terra di Mezzo mai realizzata. Nel gioco ritroverete tutte le ambientazioni già viste nella trilogia cinematografica, opportunamente ampliate in modo da poter coerentemente esplorarle e passare da una terra all’altra, dalla foresta dei Troll al monte Caradhras, da Moria a Lothlorien, da Isengard al Mark e così via: il coinvolgimento ed il senso di immersione nel fantastico che ne deriva è indescrivibile, personalmente mi sono commosso più volte nel visitare gli stessi luoghi visti nel film. E’ vero che alcune textures non sono proprio di qualità elevatissima e che ogni tanto il frame rate cala vistosamente (più nella versione PS2 che in quella XBox), ma probabilmente sarete troppo occupati ad ammirare la maestosità dei paesaggi o la bellezza degli effetti speciali che accompagnano attacchi e magie per farci caso.I personaggi sono realistici e realizzati coerentemente con quanto visto al cinema; i loro modelli poligonali sono estremamente dettagliati, ma le loro movenze (realizzate evidentemente col motion-capture), belle e realistiche durante le sequenze di intermezzo ed i combattimenti, risultano invece un poco legnose nelle fasi esplorative. Il bello è che tutto l’equipaggiamento trovato ed indossato, viene immediatamente a modificare l’aspetto dei protagonisti, rendendo molto divertente il cercare e fare indossare vestiti, armature, elmi, diademi, bracciali e così via. Molto convincente anche la riproduzione della maggior parte degli avversari, molto fedeli all’originale cinematografico anche se con qualche rara eccezione, come i poco ispirati goblin di Moria.Per quanto riguarda l’audio, già basterebbe dire che è stata utilizzata la meravigliosa colonna sonora di Hans Zimmer, ma c’è di più: una volta tanto anche la localizzazione in italiano (non solo i sottotitoli ma anche il parlato) è di buon livello. Le voci dei protagonisti sono inedite ma convincenti (a parte quella di Berethor, malamente storpiata dal doppiatore), tutti i personaggi del film, a partire da Gandalf, hanno le loro voci originali e l’unica caduta di tono si registra nel doppiaggio di alcuni nemici: se a questo aggiungiamo un ottimo campionamento sonoro, sia nelle fasi di esplorazione che durante i combattimenti, è difficile trovare veri difetti sotto questo aspetto. Purtroppo il discorso fatto non vale per la versione GameCube che, unica delle tre, non è stata nè doppiata nè sottotitolata in italiano! Misteri della distribuzione…Certo che a giocare a questo La Terza Era a schermo intero e godendo del doppiaggio in italiano, ci si rende conto di quanto sia importante, per la fruibilità di un videogioco, svolgere un buon lavoro di localizzazione e di quanto danno abbiano causato le pessime conversioni di prodotti come Final Fantasy, Kingdom Hearts, Star Ocean…La longevità, infine, è piuttosto elevata per quel che riguarda le ore necessarie per portare a termine il gioco (una trentina se si vuole terminarlo al 100%), ma risente di un’eccessiva semplificazione del gameplay: la linearità della storia limita l’esplorazione delle ambientazioni, i combattimenti sono piuttosto facili (salvo alcuni boss), nonostante la previsione di ben tre livelli di difficoltà, e le cose da fare, a parte combattere ed aprire scrigni non sono poi molte.Concludo ricordando che è prevista anche un’inedita modalità a 2 che permette ad un secondo giocatore di prendere parte alle battaglie controllando tre dei sei personaggi del party: un’aggiunta francamente piuttosto inutile!
– Il miglior gioco dedicato al Signore degli Anelli
– L’ambientazione della Terra di Mezzo riprodotta alla perfezione
– Divertente, epico, longevo
– Fin troppo semplificato
– Il gioco non offre nulla di veramente innovativo
– L’abuso di sequenze cinematografiche và a discapito della trama
8.5
La Terza Era è semplicemente il miglior gioco dedicato al mondo del Signore degli Anelli mai realizzato! I ragazzi di Redwood Shores hanno preso il gameplay di “Final Fantasy X”, l’hanno un poco modificato (e semplificato) e lo hanno utilizzato per riprodurre il mondo immaginato da Tolkien e già ricreato da Jackson: il prodotto finale può dirsi pienamente riuscito, pur se non privo di difetti, primo tra tutti l’eccessiva semplificazione del tutto, pensata probabilmente per facilitare la vita a chi si avvicini per la prima volta ad un gdr attirato dal brand del prodotto, ma che finisce inevitabilmente per scontentare gli appassionanti del genere, che non troveranno una sfida degna di questo nome. La poca originalità e la generale facilità sono, assieme ad una trama ricca di buoni spunti ma mal sceneggiata, gli unici difetti riscontrabili in un prodotto che risulterà essere un vero e proprio sogno ad occhi aperti per gli appassionati della saga: gli altri valutino attentamente pro e contro e decidano di conseguenza!
Voto Recensione di Il Signore degli Anelli: La Terza Era - Recensione
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