Recensione

Il Signore degli Anelli: La Conquista

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a cura di ViKtor

Tra tutte le licenze con cui EA ha arricchito il suo carnet, non c’è dubbio che quella legata al Signore degli Anelli sia allo stesso molto onerosa, ma anche una delle più redditizie.Per continuare a spremere la gallina dalle uova d’oro arriva un altro titolo (stavolta curato dai Pandemic) di cui, onestamente, non sentivamo proprio la mancanza: La Conquista. Scopriamo insieme cosa ha da offrirci la versione PC.

Un’arma per ghermirliDopo una lunga installazione, ci troveremo di fronte a un classico hack’n’slash che non presenta particolari innovazioni o motivi di interesse. ISDA: La Conquista, inoltre, tradisce subito un’impostazione studiata essenzialmente per console e che mal si addice al classico combinato mouse e tastiera. Proprio per questo l’eventuale mancanza di un pad si fa sentire, nonostante il gameplay sia ridotto all’osso in favore dell’immediatezza.Il problmea di fondo, infatti, risiede nelle scomode combinazione di tasti da premere quando si vorranno sfruttare i colpi speciali o le combo più articolate. Se non altro, il gameplay non offre nulla più di questo: con il tasto sinistro del mouse si effettua un attacco normale, con quello centrale e con il destro due affondi più potenti; combinando il tutto con CTRL o MAIUSC, invece, diamo vita ad un paio di attacchi molto spettacolari ed efficaci, fondamentali quando ci troveremo circondati dagli orchetti.Questa semplicità comporta porta vantaggi e svantaggi. Innegabilmente il gameplay si sposa perfettamente alle quattro classi selezionabili durante l’avventura: che scegliate il guerriero (una sorta di Aragorn armato solo di spada), l’arciere, il mago o l’esploratore, concentrandovi sulla stessa combinazione di movimenti riuscirete a sfruttare pienamente ogni loro caratteristica.D’altro canto, però, il rischio ripetitività è dietro l’angolo: chi non è un aficionado delle lande tolkeniane difficilmente troverà gli stimoli per continuare l’avventura dopo i primi livelli di gioco, quando capirà che il tutto si riduce ad avanzare per eliminare orde di nemici e l’immancabile boss di turno. Analizzando i personaggi, inoltre, noteremo che la varietà iniziale non aiuta affatto: vi ritroverete ad usare per l’80% della campagna il guerriero, l’unico veramente efficace, mentre relegherete l’esploratore a piccole comparse vista la sua natura orientata all’infiltrazione furtiva, peculiarità davvero insensata e fuori luogo in un hack’n’slash di questo tipo. L’arciere, dal canto suo, sarà utilizzato in alcuni frangenti, ma solo quando dovrete abbattere qualche nemico da lontano, mentre il mago è troppo macchinoso e lento, nonché debole negli scontriPutroppo ISDA: La Conquista perde colpi proprio dove avrebbe voluto stupire: le basi per costruire un ottimo gioco d’azione c’erano tutte, ma crollano alla prova sul campo di battaglia, inficiate da un gameplay troppo semplicistico e dalla cattiva caratterizzazione delle classi selezionabili.

Insieme verso MordorA salvare Gandalf e soci fortunatamente non dovrà nuovamente intervenire il buon Barbalbero, ma ci pensano le modalità multiplayer introdotte dai Pandemic.Oltre ai consueti Deathmatch, Team Deathmatch e Conquista (l’obiettivo qui è ottenere il controllo di aree strategiche), grande importanza riveste la possibilità di affrontare le due campagne (una del bene e una, indovinate un po’, del male) in co-op sia in rete locale che attraverso i server di EA Nation.La modalità cooperativa è il miglior modo per immergersi davvero nelle atmosfere di libro e film, riprodotte molto bene come era lecito attendersi. Che tentiate di attraversare le Miniere di Moria o siate nei dintorni di Gran Burrone, l’ambiente è impregnato della stessa magia e sensazione di pericolo che le parole di Tolkien ci hanno trasmesso e non sarà difficile scorgere qualche particolare identico a ciò che abbiamo visto nei film. Magra consolazione, certo, ma se non altro può spingere i veri appassionati a completare le campagne e scoprire le molte licenze sulla trama che Pandemic si è concessa. E, a conti fatti, permette al titolo di salvarsi dagli artigli dell’Oscuro Signore e raggiungere una risicata e amara sufficienza.

Pillole tecnicheIn un titolo del genere la fluidità dell’azione riveste un ruolo fondamentale, quindi preparatevi a sacrificare qualche dettaglio sull’altare della giocabilità, a meno di avere un Pc molto performante. Il motore grafico, a dire la verità, offre scenari puliti e gradevoliu, ma non offre nulla di straordinario: il problema sono le unità sullo schermo, che spesso raggiungono un numero molto elevato e appesantiscono notevolmente il carico sulla GPU. Fondamentale è dunque una scheda video di fascia medio/alta con almeno 256 MB di Ram senza la quale si è costretti ad abbassare drasticamente risoluzione e dettaglio.Sul fronte del sonoro, invece, nulla da dire: sia gli effetti che le voci fuori campo si sposano perfettamente con le atmosfere tolkeniane, contribuendo a salvare ISDA: La Conquista da un triste passaggio inosservato sugli scaffali dei nostri negozi preferiti.

HARDWARE

Requisiti Minimi:Processore: Dual CoreScheda grafica: 256 MB (Nvidia 7800 o superiore)Ram: 1 GBSpazio su disco: 6 GB

MULTIPLAYER

1-16 giocatori e co-op tramite EA Nation

– Ottime atmosfere

– Immediato

– Gameplay troppo banale

– Quattro classi mal implementate

– Presto ripetitivo

6.3

Solo l’Aragorn più incallito che è in voi può spingervi all’acquisto de Il Signore degli Anelli: La Conquista. Ciò che troverete, infatti, sarà un hack’n’slash piuttosto banale e poco approfondito, che si salva grazie all’immediatezza e alle solite ottime atmosfere del film. Di fatto, però, questa è l’unica freccia che il gioco ha al suo arco, perché il resto è tutto troppo limitato.

Tra il gameplay semplicistico e lo scorrere degli eventi alquanto noioso, i veri appassionati si trascineranno stancamente fino alla fine, magari condividendo l’avventura, mentre per gli altri il consiglio è di volgere l’attenzione altrove: qui davvero non possono passare, parola di Gandalf.

Voto Recensione di Il Signore degli Anelli: La Conquista - Recensione


6.3

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