Recensione

Il Regno del Fuoco

Avatar

a cura di Noldor

Londra. Un antico potere è stato risvegliato. Sono furbi, sono forti, e dalle loro fauci scaturiscono le fiamme: benvenuti nel Regno del Fuoco.

La tramaQuesto action game, tratto dall’omonimo film, ha una trama che, per quanto spettacolare possa essere nella versione cinematografica, è di per sè alquanto banale, e riprende un po’ quella di Jurassic Park: antiche uova vengono scoperte, i cuccioli portati alla luce, e quando crescono si incazzano e spaccano tutto. Ma alla fine, nei giochi d’azione la trama non serve troppo, se il gioco è valido. Se il gioco è valido…

Che tipo di gioco è?Sostanzialmente, si tratta di uno sparatutto a scorrimento visto dall’ alto, umani contro draghi, e dopo un certo numero di missioni, anche viceversa. Nota di merito va al fatto che non guidiamo un unico alter ego, come nella stragrande maggioranza dei giochi di questo tipo, ma guidiamo una squadra di uomini che corrono in fila indiana e sparano all’unisono, coprendo lo schermo di gioco di proiettili. Scopo della loro vita: distruggere tutti i draghi del circondario.

Grafica, sonoro e compagnia bellaIl gioco è strutturato a missioni, e si vede un certo impegno nel rendere codeste abbastanza varie e diversificate, con obiettivi sempre diversi e l’utilizzo di mezzi di trasporto quali carrarmati, carri antincendio e così via. La grafica, invece, è scarna e poco definita: il primo impatto è suggestivo, con scenari devastati alla Mad Max, ma è ripetitivo e poco curato, così come il sonoro. Ci troviamo nella condizione di girare in lungo e largo per la mappa, seguendo la bussola, sparando a qualsiasi cosa ci sia in movimento (seguendo la regola “se è un amico, non si fa niente, quindi tutto ciò che muore è nemico”) – ma tanto poco spesso rischieremo di sbagliarci, in quanto in questo gioco ci sono solo uomini e draghi.Per quanto riguarda la giocabilità, il sistema di controllo è intuitivo e fa il suo dovere, anche se il gameplay è monotono e gli effetti sonori non aiutano: mal campionati e anch’essi ripetitivi. Poi, questi draghi che letteralmente esplodono sotto i colpi dei mitra, sono veramente poco realistici, e non rendono la maestosità tipica dei draghi, ma anzi scoppiano come palloncini toccati da un ago.Il sistema di salvataggio è il vetusto basato sulle password, e quindi bisogna armarsi di penna e foglietto per poter recuperare l’ultima missione. Questo è un ulteriore ostacolo alla piacevolezza del gioco, in quanto dopo 2-3 missioni smetterete di segnarvi le password, e dopo 5-6 finirà per stancarvi e accantonerete l’amato Gba per fare altro, o per giocare a qualcosa di più coinvolgente; perchè alla fine, raccogliere fieno, spegnere incendi e far scoppiare draghi, in uno scenario sempre uguale, non è il massimo dei piaceri neppure per il più accanito dei fan del film.

– se vi piacciono i draghi e gli scenari desolati…

– ricorda un po’ Cannon Fodder, in versione brutta

– mal realizzato

– effetti sonori irritanti

– noioso

4.7

Una licenza decisamente sfruttata male. Buona l’idea (nessun altro tipo di gioco sarebbe stato realizzabile con questo background), ma realizzata male, con la sensazione che sia stato impacchettato frettolosamente. Senza dubbio, potete spendere meglio i vostri soldi in altri titoli.

Voto Recensione di Il Regno del Fuoco - Recensione


4.7

Leggi altri articoli