Recensione

Il Padrino: the Don's Edition

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a cura di Raiden

Come resistere al Padrino? Come cercare di sfuggire al fascino italo-americano del “Don” per eccellenza, che tanto ha significato per la cultura cinematografica di tutti i tempi? Impossibile non inchinarsi di fronte ad una delle più belle e quanto mai veritiere trilogie di sempre. Impossibile non ammirare la cura per i dettagli, l’amore per la narrazione delle vicende principali che in maniera sublime si intrecciano ai retroscena secondari. Un’impresa, quella di Francis Ford Coppola, portata a termine brillantemente. Solo Coppola infatti è riuscito, in modo audace, a trasporre su grande schermo la sceneggiatura ideata interamente dal grande Mario Puzo e a farla diventare un cult, un fenomeno di costume, un simbolo di un’epoca, un documentario fedele e mai banale, fuori dagli stereotipi e dai luoghi comuni in cui sarebbe stato facile incappare e perdersi inesorabilmente.Dopo questa piacevole e quanto mai doverosa “considerazione a margine” sull’opera dell’ottimo Coppola, ci accingiamo a recensire il gioco ispirato proprio alla trilogia del film “Il Padrino”. Abbiamo già avuto modo di provare le versioni per PS2, Xbox, Wii, Xbox 360, PC e PSP, e adesso tocca alla PS3 entrare in scena.

La Famiglia, prima di tutto…Saremo chiamati a mandare avanti gli affari della famiglia Corleone in una affascinante e oggettivamente meravigliosa New York anni ’40/’50 (scusate, sono molto sensibile alla moda, agli usi e costumi di quell’epoca). All’interno della “Grande Mela” sono ricostruiti i quartieri delle più importanti famiglie mafiose, presenti anche nel film, ovvero i Corleone in primis, importantissimi per la storia del gioco ma inizialmente deboli poiché riescono a malapena a controllare il solo quartiere di Little Italy, e gli acerrimi nemici Tattaglia, Stracci, Sollozzo, Barzini e Barresi (ne sto dimenticando qualcuno?).Inizialmente saremo coinvolti in una sorta di prologo, che potremo anche saltare (il nostro consiglio è comunque quello di giocare anche questa prima parte al fine di comprendere meglio la trama, ad ogni modo scorrevole e piacevole da seguire) in cui impersoneremo uno degli uomini di fiducia di Don Corleone, coinvolto prima in un’esplosione di un locale e poi crivellato da numerosi colpi di mitragliatrice da alcuni membri di una famiglia rivale. Una volta morti (ebbene si, non possiamo in alcun modo cambiare il corso degli eventi, non in questa circostanza, dobbiamo accettare il triste destino e morire per forza), faremo la conoscenza del figlio del malcapitato, un fanciullo innocente che, tra una lacrima e l’altra, sembra ansioso di voler vendicare la morte del padre. Qui interviene Il grande Don Corleone che, pieno d’esperienza e con un’aria rassicurante, ordina al pargoletto di trattenere la rabbia, poiché un giorno, forse non lontano, avrebbe avuto la possibilità di vendicarsi giustamente dell’efferata morte del padre.Da qui ha inizio la storia vera e propria e si comincia finalmente a fare sul serio. Sono trascorsi alcuni anni dall’omicidio descritto nel prologo e dovremo impersonare il ragazzino rimasto orfano del padre, ormai cresciuto e divenuto un bel giovanotto. Potremo inizialmente personalizzare la nostra controparte virtuale grazie al MobFace, una sorta di editor molto simile a quello visto già in Fight Night Round 3 per esempio o altri giochi sportivi della EASports. Dopo aver deciso se controllare un personaggio baffuto o imberbe, ossuto o robusto, con i capelli biondi o moro ecc, faremo la conoscenza di Luca Brasi, il mitico Brasi, inviato da Don Corleone a istruirci su come picchiare i banditi delle famiglie rivali e su come iniziarci al mondo della criminalità organizzata. Il gioco si basa su una serie di episodi tratti dal film e riprodotti fedelmente. Tutta la storia è incentrata sul fatto che noi, con il nostro personaggio, saremo come “infiltrati” all’interno del film, e da qui, anche se minimamente, chiamati a cambiare il corso degli eventi. Per meglio intenderci, è come se il film scorresse all’interno del gioco come nella controparte cinematografica ma, all’interno delle scene salienti del film, saremo presenti anche noi. Una trovata davvero brillante e quanto mai audace e rischiosa quella di EA, che propone al giocatore una “full-immersion” all’interno del capolavoro di Coppola e Puzo, una partecipazione nel corso degli eventi del film, riprodotti davvero in maniera fedele. Per fare un esempio, quando il Padrino deciderà di aiutarci durante una lite con dei teppistelli inviando il buon Brasi, lo farà proprio durante il matrimonio di sua figlia Connie, come accade nel film, solo che qui a chiedere il favore sarà nostra madre che, preoccupata per il nostro futuro e per la cattiva strada che abbiamo deciso di intraprendere, si rivolgerà con aria pietosa al Padrino, il quale accetterà di esaudire il desiderio della donna inviando proprio il fido Luca. E così via nel corso del gioco, saremo presenti alla sparatoria contro il Don e toccherà a noi accompagnarlo in ospedale; aiuteremo Michael Corleone (nel film impersonato da Al Pacino) a far fuori Sollozzo e il capo della polizia corrotto; ci troveremo a scortare l’irrequieto Santino”Sonny” Corleone (nel film è James Caan) prima che questi venga crivellato dalla banda rivale; proprio noi, con l’aiuto di Rocco, uno degli esecutori della famiglia del Don, dovremo minacciare Woltz, il produttore cinematografico, facendogli trovare la testa del povero cavallo Karthoum dentro il letto al suo risveglio. Il titolo di EA è anche ricco di missioni secondarie che saremo chiamati a portare a termine molto spesso: omicidi su commissione, far saltare in aria edifici di clan rivali, lotte armate tra famiglie, furti, estorsioni, racket, protezioni ai commercianti dietro adeguato pagamento (il famoso “pizzo”) e chi più ne ha più ne metta. Un “free-roaming” in totale libertà d’azione (o quasi). Potremo ovviamente “comportarci male” (come se ciò che già facciamo fosse “comportarsi bene”) e venir meno in qualunque momento al nostro codice d’onore, tramortendo i passanti alla ricerca di qualche spicciolo, facendo saltare per aria vetture di onesti cittadini o rubando le stesse a qualche persona per strada; ma potremo anche decidere di seguire la “retta via” e prendercela solo con chi se lo meriti davvero, evitando così di scatenare le ire della polizia locale inutilmente. A proposito delle forze dell’ordine: proprio come nel film queste sono facilmente corruttibili e non di rado ci capiterà di dover “ungere” un capo della polizia nel tentativo di entrare nelle sue grazie. Per portare a termine tale obiettivo avremo bisogno di una bella somma di denaro e di tanto savoir-faire. Nel corso delle nostre peripezie inoltre, potremo disporre di alcuni appartamenti che potremo ora conquistare confiscandoli ad una cosca rivale, ora acquistare onestamente, e solo in questi rifugi sarà possibile salvare il gioco. Prima di ogni caricamento potremo decidere se modificare il nostro aspetto fisico o se acquistare nuovi abiti, poiché sarà possibile ricorrere all’editor prima dell’inizio di ogni partita. I produttori inoltre, ci offrono la possibilità di collegarci al server di EA e inviare le nostre statistiche di gioco via Internet, in modo da confrontarle con quelle di altri giocatori e visualizzare il proprio punteggio.

E’ un lavoro sporco……ma qualcuno deve pur farlo, e in questo caso, come non mai, il crimine paga, è proprio il caso di dirlo. Lasciando da parte inutili e quanto mai fuori luogo buonismi, perbenismi e bigottismi, iniziamo col precisare che il Padrino si rifà ad una storia inventata e che non vuole essere in alcun modo fonte di ispirazione per nessuno. E’ chiaro che il gioco è sicuramente rivolto ad un pubblico adulto che sappia apprezzare una buona trasposizione videoludica di un capolavoro dell’arte cinematografica.Proseguiamo con la valutazione del gioco e descriviamone adesso gli aspetti tecnici e puramente ludici.Il gameplay della versione PS3 de Il Padrino è lo stesso di quella per PS2. Non cambia assolutamente nulla, se non l’implementazione del sensore di movimento, utile solo in alcune mosse, come l’afferrare e lo scaraventare a terra i nemici. La giocabilità si attesta comunque su buoni livelli poiché il Padrino è un gioco decisamente facile da controllare e, per quanto sia rimasto sostanzialmente old gen in tutti i suoi aspetti (compresa la veste grafica) i controlli sono piuttosto immediati ed intuitivi anche se non si può fare a meno di sottolineare qualche problema di telecamere. La grafica, come accennato, merita a stento la sufficienza e spieghiamo subito perché: i volti sono ben realizzati, anzi, fa quasi un certo effetto vedere la bella faccia del grandissimo Marlon Brando e di tutti gli altri attori che nel film impersonavano i figli e i coprotagonisti e antagonisti del Padrino ma, a parte questo elemento e qualche effetto di luce apprezzabile non si vede molto altro. Il motore grafico e fisico è decisamente old gen, da Ps2, si direbbe, con il solo vantaggio di essere stato “tirato a lucido” per l’occasione ed implementato per la visualizzazione in HD a 720p, ma nulla di più. I poligoni sanno di già visto, anzi, sulle Old Gen, titoli come Final Fantasy XII (o già anche il X), Silent Hill 2 e 3 e Metal Gear Solid 3, tanto per citarne alcuni, offrivano strutture più complesse. Non vogliamo però soffermarci troppo sull’aspetto grafico né proseguire con ulteriori paragoni poiché vi basti sapere, come già detto, che il gioco è, in sostanza, lo stesso che già esiste per PS2, solo leggermente rispolverato e rimesso a nuovo. Sforzo minimo dunque e delusione per i possessori per le macchine di nuova generazione.Il reparto sonoro non è affatto male. Tutto è realizzato discretamente, dalle musiche originali del film ai suoni ambientali, dalle voci dei passanti ai dialoghi dei personaggi principali. E’ brutto però, specie per un siciliano come me, sentire il protagonista che si sforza, non riuscendoci mai, di riprodurre l’accento siculo. Perché mai tra l’altro, un personaggio come il ragazzo che noi saremo chiamati ad impersonare, dovrebbe conoscere il siciliano essendo nato e cresciuto in America? E perchè mai alla divisione italiana di EA non hanno assunto un doppiatore che fosse più bravo o che perlomeno fosse capace di parlare con accento siculo-americano? Fa tristezza sentire un personaggio che parli un esagerato, forzato ed enfatizzato accento siciliano per nulla realistico (al solo sentire “Corshleone” mi vengono i brividi), specie per chi siciliano lo è da una vita. Dopo questa parentesi personale, lungi dal voler intaccare anche solo minimamente il buon lavoro svolto da EA, proseguiamo con la valutazione della longevità del titolo.Come anticipato, il gioco consta di una serie di missioni principali, utili all’evoluzione della trama e alcune missioni secondarie, molto ben realizzate anche se forse un po’ troppo simili tra loro. Se vogliamo per esempio prendere possesso di un locale o sventare un racket di un clan rivale, le locazioni saranno sempre troppo simili l’una all’altra, sia che ci troviamo in un negozio di fiori che dal panettiere dietro l’angolo. E’ come se stessimo giocando sempre nello “stesso livello” ma con intenti ogni volta diversi. Ci sarebbe voluta più varietà nelle locazioni delle missioni secondarie, troppo simili e alla lunga noiose.L’IA dei personaggi non giocanti (NPC) e dei protagonisti non è proprio il massimo e soffre della “sindrome da old gen” dalla quale è afflitta anche la grafica. Spesso la polizia desisterà senza motivo apparente dall’inseguirci e così anche i membri dei clan rivali. Oppure ancora, pur vedendo una macchina che sta per esplodere, difficilmente i nostri avversari si metteranno al riparo, rimanendo molto più di frequente coinvolti nell’esplosione, con nostro sommo gaudio.

– E’ bello scorrazzare nella New York degli anni Quaranta

– Ci sono tutti i personaggi principali del film

– Colonna sonora originale del film

– Grafica decisamente obsoleta

– Doppiaggio in italiano non irresistibile (meglio giocarlo in lingua originale)

7.2

Il Padrino riesce a ricreare la struggente atmosfera del film di Coppola e del romanzo di Puzo, rendendoci partecipi di una trama davvero affascinante e che rispecchia in maniera affatto banale la controparte cinematografica. Facendo passare in secondo piano l’aspetto puramente visivo del gioco, ancora troppo legato alle macchine della scorsa generazione, possiamo godere di un titolo piacevole e che si lascia giocare. Siete pronti ad armarvi della giusta dose di cattiveria e di un buon mitra? Il Padrino allora è il gioco giusto per voi, ma attenti a non calarvi troppo nella parte!

Voto Recensione di Il Padrino: the Don's Edition - Recensione


7.2

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