Recensione

IL-2 Sturmovik: Forgotten Battles

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a cura di pWi

nVidia o Futuremark? I simulatori di volo sono fra i giochi più ricorrenti nei nostri monitor? E’ questo il dibattito sul quale si sono scontrate le due società appena menzionate allorquando l’ultimo benchmark di Futuremark, il 3D Mark 2003, proponeva come test iniziale proprio un simulatore di volo. nVidia, che aveva messo su una tesi per screditare il benchmark in questione, citò tra gli elementi contrari proprio il fatto che i simulatori di volo ricoprono solo una ristrettissima fascia di mercato. E’ vero? Beh, probabilmente possiamo rispondere si se consideriamo quanti ne sono usciti negli ultimi anni. Difatti, il numero di questi è veramente bassissimo e, se dobbiamo restringere il campo ancora di più prendendo di mira solo i grandi capolavori, troviamo solamente quel IL-2 Sturmovik, che non è altri se non il predecessore del gioco che ci accingiamo ad esaminare. Se, però, consideriamo il passato possiamo più facilmente trovare dei titoli che hanno fatto la storia: come dimenticare, infatti, giochi del calibro di EuroFighter 2000, Falcon 4.0, F-22 Air Dominance Fighter o la serie dei Flight Simulator della Microsoft? Detto questo, una domanda sorge spontanea, come mai questo calo? Perché i simulatori di volo non vendono più? La realtà è che si è sempre trattato di giochi estremamente complessi e, quindi, dedicati a pochi eletti. In un’epoca dove i giochi che la fanno da padroni sono quelli convertiti dalle console e in un’epoca dove nessuna software house può permettersi di sbagliare un colpo è evidente che i progetti più complessi e, quindi, rischiosi restino accantonati. Tuttavia, tutti questi discorsi non erano presenti nelle teste dei ragazzi della Maddox che con questo Forgotten Battles vogliono riprendersi tutti gli allori che già aveva regalato loro lo stupendo IL-2 Sturmovik. Gioco che possiamo tranquillamente definire come il miglior simulatore di volo attualmente sul mercato PC.

Le battaglie dimenticate IL-2 Sturmovik: Forgotten Battles si ambienta nel secondo conflitto mondiale. Le missioni che intraprenderemo si svolgono, infatti, in un periodo che va dal 1941 al 1944 e si ambientano per lo più nell’Europa orientale. La prima grande novità rispetto al primo IL-2 Sturmovik è la presenza di altre due campagne, quella finlandese e quella ungherese. Tuttavia, dobbiamo fare una diversificazione tra i due differenti tipi di campagne presenti nel gioco per capire bene come funziona il gioco in generale. Una di queste è la modalità a missioni. In questa potremo scegliere con che nazione schierarci tra le cinque disponibili: URSS, Germania, Finlandia, Ungheria e USA. Completando, per ogni nazione, una missione se ne sbloccheranno altre fino a completare la campagna. Tuttavia, non è doveroso svolgerle in successione, ma possiamo anche saltare da una campagna all’altra, in quanto il simulatore ci lascia assolutamente liberi su che tipo di gioco scegliere. Per quanto riguarda invece la modalità “pilot career” le cose cambiano leggermente. La campagna così diventa dinamica e subentrano molte feature che vedremo meglio tra poco. Per il momento vi basti sapere che saremo soggetti ad una trama, a degli ordini da parte dei nostri superiori che vanno rispettati alla lettera e alla possibilità di far carriera all’interno della guerra, in modo da ricoprire ruoli via via sempre più delicati. Altra novità rispetto al primo episodio della serie è, inoltre, la possibilità di registrare il replay delle nostre gesta e di vederlo in un secondo momento. Il tutto avviene comodamente con l’interfaccia del gioco stesso. E’ anche possibile riprodurre le tracce online in modo da farle vedere agli amici. Infine, è stata introdotta anche la possibilità di poter personalizzare il nostro aereo con livree già pronte o disegnate da noi stessi.

Perfettamente realistico IL-2 Sturmovik: Forgotten Battles comprende 89 velivoli pilotabili e altri 49 modelli non pilotabili. Tra questi troviamo i FW-190D, i Me-262A-1a, i He-111H-6, gli Hurricane, i La-7, i P-40M, i P-47D27 e molti altri. Capirete bene che in tutto questo i programmatori della Maddox hanno pensato, prima di tutto, di curare la componente del realismo del gioco. Infatti, Forgotten Battles risulta assolutamente curato in ogni piccolo dettaglio. La conformazione degli aerei, i cockpit, i rumori che ogni aereo produce, gli elementi a terra quali navi e carri sono tutti mutuati perfettamente dalla realtà storica, sia per quello che riguarda la loro conformazione fisica sia per quelle che sono le loro caratteristiche. Infatti, ogni aereo che piloteremo avrà un comportamento suo e, inoltre, alcuni aerei saranno specializzati in determinati tipi di compiti, alcuni in altri. Ad esempio, alcuni sono più adatti a voli ricognizione, altri a inseguimenti veloci, altri per i bombardamenti e così via. Come dicevamo prima, inoltre, ogni aereo va pilotato in maniera diversa: infatti, potrà capitare di trovare aerei più agili, più veloci, che più facilmente si riconducono in posizione di stallo e così via. Insomma, per chiudere questo punto, l’attenzione per la ricostruzione storica è veramente massima e, quindi, da questo punto di vista non c’è che essere assolutamente entusiasti per il lavoro svolto.Tra le tante caratteristiche di Forgotten Battles, una che merita un particolare approfondimento è la gestione dei motori, che oltretutto è stata notevolmente ampliata rispetto al suo predecessore. In pratica, se si imposta il gioco alla difficoltà più alta, è possibile controllare tutti i motori del nostro aereo. Innanzitutto, è possibile controllare la potenza massima tramite il comando manetta. Si può arrivate alla potenza necessaria per i combattimenti (100%), ma anche alla potenza di emergenza (110%) anche se quest’ultima mette in crisi più di un aereo. Alcuni aerei, inoltre, montano speciali impianti che permettono al motore di erogare ulteriore potenza per brevi intervalli di tempo. Tra questi impianti troviamo il sistema di iniezione di acqua-metanolo, quello di iniezione di protossido d’azoto in alta quota e quello per l’iniezione d’acqua per raffreddare il motore. Insomma, in alcuni casi quando eccediamo con la potenza, ci viene in soccorso uno di questi sistemi in modo da non mandare in tilt l’aereo. Andando avanti nel nostro discorso sulla gestione dei motori, aggiungiamo che molti motori sono dotati di compressori volumetrici. La maggior parte di questi sono automatici, ma alcuni si attivano manualmente. Questo comporta che in alcuni aerei bisognerà regolare la marcia del compressore in base alla quota. Molti compressori hanno comunque solo due stadi per cui è sufficiente cambiare marcia quando si superano i 2500 metri di quota. Oltre al motore, su alcuni aerei, potremo controllare anche la ricchezza della miscela e il radiatore. Nel primo caso è doveroso farlo nel momento del decollo o per simulare la potenza di emergenza. Per quanto riguarda, invece, il controllo del radiatore si tratta di una novità assoluta di Forgotten Battles. Sostanzialmente, è possibile gestirlo tramite cinque posizioni dei flabelli di raffreddamento e delle alette del radiatore stesso, al fine di avere il massimo controllo della situazione. Non manca inoltre il controllo manuale dell’elica, anche questo notevolmente ampliato rispetto al predecessore. Di tipi di eliche ne incontreremo tanti: si va dall’elica fissa all’elica a passo variabile, da quella a velocità costante a quella aeromeccanica. Ognuna di queste andrà gestita in un particolare modo. Insomma, se da una parte è vero che i programmatori hanno puntato moltissimo su questi aspetti è anche vero che il gioco, in termini di difficoltà, è assolutamente scalabile. Selezionando, infatti, il livello di difficoltà più facile sarà possibile controllare il proprio aereo senza badare a quanto abbiamo detto fin’ora e, quindi, non sarà necessaria una laurea in aerodinamica applicata (ma esiste?!?). Ovviamente, però, tutto questo sarà gradito a mani basse da tutti gli appassionati del genere che troveranno proprio in questo aspetto le novità più salienti rispetto al primo IL-2 Sturmovik.Ma fino a questo punto abbiamo parlato solo in termini generali di Forgotten Battles, vediamo adesso quali sono le sensazioni allorché ci troviamo a bordo del nostro velivolo e siamo soli in un cielo governato da forze nemiche. La prima sensazione è che il nostro aereo non è certo un ritrovato della tecnologia e, per questo, non sarà certo invulnerabile. Compiere una manovra sbagliata e trovarsi troppo vicino al fuoco nemico senza prendere le giuste precauzioni, vorrà dire ritrovarsi spiaccicati a terra. E’ possibile, comunque, in questi casi paracadutarsi dall’aereo in modo da far andare comunque avanti la campagna, anche se perderemo inesorabilmente il nostro mezzo. Controllare il nostro aereo non sarà comunque certo facile, soprattutto durante le prime partite e, inoltre, questo dipenderà anche dalle caratteristiche dell’aereo stesso. La capacità di adattarsi il più velocemente possibile all’aereo in cui ci troviamo è uno degli elementi più fortemente richiesti dal gioco. In ogni caso, una volta essere riusciti ad avere la padronanza assoluta del mezzo potremo iniziare a cercare di portare a compimento le missioni che ci sono state assegnate. Queste, devo dire, non sono molto varie e nella stragrande maggioranza dei casi saremo chiamati ad abbattere degli aerei. Il canovaccio potrà cambiare solo quando ci viene chiesto di eliminare determinati elementi a terra o quando dobbiamo bombardare un determinato avamposto. In quest’ultima circostanza dovremo stare particolarmente attenti ad un’infinità di fattori. Per centrare bene il bersaglio dovremo curare alla perfezione l’altezza alla quale dovremo stare al momento del bombardamento, la nostra velocità e l’esatta posizione rispetto all’elemento da bombardare. Insomma, dovremo controllare veramente tanti elementi e saltare da un elemento all’altro dell’equipaggio, che sarà ovviamente più numeroso sugli aerei adatti al bombardamento. Tornando alle missioni nelle quali saremo chiamati a distruggere altri aerei, devo dire che sono quelle che ho apprezzato di più, essenzialmente perché riescono a dare un altissimo grado di appagamento. Riuscire a posizionarsi in una posizione adatta all’abbattimento di un aereo nemico è veramente difficile. In queste circostanze dovremo stare attenti alla nostra velocità in proporzione a quella del nostro nemico. Essere troppo veloci implicherà superarlo e, ovviamente, il rovesciarsi delle posizioni, mentre non essendo abbastanza veloci si rischia di non raggiungerlo mai. Inoltre, bisognerà prestare molta attenzione anche al tipo di strategia che il nostro avversario vuole intraprendere. Spesso, infatti, i nemici volano bassi in modo da portarci ad impattare con gli elementi a terra. Ad ogni modo, una volta che il nostro avversario è sul mirino il tutto è un gioco di grandissima precisione. E’ assolutamente sconsigliato sparare a raffica, ciò comporta solo un notevole consumo di munizioni e scarsissima possibilità di prendere il nostro bersaglio. Dovremo, invece, agire proprio di precisione in modo da essere assolutamente sicuri di prendere il nostro obiettivo. Insomma, abbattere un aereo è il mettere insieme tutti questi parametri e questo, vi garantisco, dà tantissimo appagamento. La prima volta che sono riuscito ad abbatterne uno neanche ci credevo, solo le statistiche a fine partita me lo hanno confermato: ma vi assicuro sono momenti unici, che pochi altri giochi riescono a regalare.Un fattore su cui ancora dobbiamo soffermarci è il livello di intelligenza artificiale, altro elemento particolarmente curato in questo seguito. Adesso i nemici sono molto più determinati in volo e riescono a compiere delle strategie in grado di metterci in seria difficoltà. Inoltre, adesso è possibile essere colpiti anche dalla contraerea a terra o trovare sbarrata la strada da palloni aerostatici e da dirigibili. Un elemento che invece è rimasto immutato rispetto al predecessore, ma che rimane comunque molto importante, è la possibilità di impartire ordini ai propri compagni di plotone o di richiedere aiuto. Il fatto di poter dare determinati ordini dipenderà essenzialmente dal grado che ricopriamo (che potremo scegliere all’inizio della partita). Tra i tanti ordini che potremo dare ritroviamo il pattugliare una determinata zona, lo scortarci o l’aiutarci in un momento nel quale, magari, siamo attorniati da forze nemiche. La cosa bizzarra è che se siamo nelle forze ungheresi gli ordini sono scritti in ungherese, se siamo in quelle finlandesi in finlandese e così via, con grandissima confusione nel trovare l’ordine giusto. Altra cosa da sottolineare sono gli effetti delle battaglie. Infatti, nella modalità campagna dinamica (o pilot career), l’aver abbattuto un particolare tipo di aereo comporterà il fatto che sarà molto meno probabile ritrovarselo in seguito.Concludiamo questo paragrafo spendendo due paroline anche sui tipi di telecamere adottabili. Non manca, ovviamente, quella nel cockpit, che è assolutamente l’inquadratura dalla quale è più facile gestire il proprio aereo e l’unica in grado di poterci fare mirare correttamente i nemici. Ci sarà, inoltre, una telecamera mobile alle spalle dell’aereo e una fissa che inquadra l’aereo nel suo cammino. Entrambe si possono roteare tramite il mouse ma capirete bene che sono praticamente inutilizzabili per gestire al meglio l’aereo. E’ invece più funzionale l’ultima telecamera che abbiamo a disposizione: questa è sempre alle spalle dell’aereo ma rimane fissa. Ad ogni modo, queste telecamere sono utili per individuare l’esatta posizione degli altri velivoli impegnati nel conflitto, che vengono evidenziati con una scritta che riporta il tipo di aereo e il nome in codice del pilota.

Grafica, sonoro e purtroppo bug Il motore grafico di Forgotten Battles non è molto diverso da quello del primo IL-2 Sturmovik. Ad ogni modo, questo riesce a gestire un numero piuttosto elevato di poligoni per quello che riguarda la conformazione di aerei e di elementi a terra. Purtroppo, però, il terreno non ha montagne o comunque dei rialzi, ma al massimo qualche fiume. Sono, d’altra parte, straordinari gli effetti di illuminazione come il lans flare o quelli generati dal tramonto (alcune foto dovrebbero confermarlo). Purtroppo, abbiamo però riscontrato alcuni bug che portavano alla sovrapposizione di alcuni poligoni quando questa non era richiesta, cosa che ci ha dato non pochi fastidi. Quello che abbiamo notato, inoltre, è che il gioco necessiti di moltissima RAM. Questo comporta che i caricamenti sono veramente lunghi e che anche nelle partite vere e proprie si riscontri qualche rallentamento di troppo. D’altra parte, anche nei requisiti hardware ufficiali sono richiesti, come consigliati, ben 512 di RAM. Per quello che riguarda il sonoro, anche da questo punto di vista siamo su buoni livelli, soprattutto per via del fatto che ogni aereo produce dei propri suoni, creando così una diversificazione veramente elevatissima tra i vari aerei. Ottimo anche il suono direzionale, disponibile anche in surround. Anche qui però abbiamo riscontrato dei bug, soprattutto perché in alcuni momenti non venivano riprodotti i suoni generati dai motori del nostro aereo. Altri bug li abbiamo riscontrati anche in fase di lancio del gioco, allorquando capitava che il programma non riconoscesse la presenza delle nostre periferiche di puntamento. Per concludere, vi segnaliamo che la recensione è stata effettuata sulla versione italiana del gioco, che è disponibile con manuale in italiano ma con il software interamente in inglese.

-Accurato in ogni dettaglio

-Appagante

-Il migliore simulatore di volo per PC

-Qualche bug di troppo

-Non adatto a tutti

-Poche innovazioni rispetto al predecessore

8

Forgotten Battles conferma assolutamente la posizione di leader per quanto riguarda i simulatori di volo che aveva già conquistato il suo predecessore. Tra gli elementi che ci hanno convinto di più non possiamo non annoverare l’elevatissimo grado di accuratezza che i ragazzi della Maddox hanno messo nel realizzare anche i minimi dettagli del gioco. E’ così che Forgotten Battles risulta realistico in ogni suo elemento. Il livello di simulazione è altrettanto elevato e le emozioni che si hanno quando si riesce a distruggere un aereo nemico sono veramente elevatissime. Tuttavia, ci sono anche degli elementi che ci hanno convinto poco. Innanzitutto, il numero di innovazioni forse non è sufficiente per poter definire Forgotten Battles un seguito vero e proprio. Le vere innovazioni sono, infatti, solamente nella gestione dei motori e nell’introduzione della campagna dinamica. Inoltre, abbiamo riscontrato un numero veramente elevatissimo di bug, cosa assolutamente intollerabile in un programma che ha comunque già due anni di vita. Esclusi questi elementi, però, Forgotten Battles è un acquisto consigliatissimo per tutti gli appassionati del genere e per chi ha amato il suo predecessore. E’ meno consigliato, però, per chi non cerca un gioco dove le componenti che vengono maggiormente richieste sono la precisione e la pazienza.

Voto Recensione di IL-2 Sturmovik: Forgotten Battles - Recensione


8

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