Recensione

I casi perduti di Sherlock Holmes

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a cura di ViKtor

Il fascino scaturito dall’immortale Sherlock Holmes è sempre grande, in qualunque forma si presenti. Nel caso di un’avventura grafica per PC, lo è ancora di più.

Osservazione e deduzioneChi pensa di trovarsi di fronte ad un’avventura grafica tipica, di quelle punta e clicca con enigmi da risolvere e luoghi da esplorare, rimarrà spiazzato: I casi perduti di Sherlock Holmes basa il proprio gameplay su qualcosa di diverso, una collezione di mini-giochi di logica e memoria a tempo.Procedendo di capitolo in capitolo noterete una forte schematicità: che vi troviate di fronte ad un omicidio, ad un furto o a qualsiasi altro tipo di crimine, il detective frutto della penna di Conan Doyle farà tesoro del suo celeberrimo metodo scientifico per arrivare alla soluzione del caso.Il primo passo sarà analizzare il luogo reputato più significativo per le indagini e scovare indizi tramite il classico gioco delle “differenze”: nella parte alta dello schermo vedremo l’ambientazione com’è adesso, mentre nella parte bassa un’istantanea di com’era al momento del delitto.Terminata questa fase, Sherlock Holmes stilerà un elenco di possibili indiziati, a seconda degli oggetti trovati, completando così il lavoro di deduzione e iniziando quello di osservazione.Per noi giocatori la differenza non sarà in realtà così marcata. Ciò che ci aspetta, infatti, sono altri due mini-giochi puramente di osservazione, utili a restringere il cerchio tra i personaggi sotto accusa. Il primo ci chiederà di fare un po’ di ordine e classificarli in base a caratteristiche fisiche o segni particolari, mentre nel secondo scoveremo il colpevole analizzando un suo oggetto personale.L’unica vera difficoltà in un gameplay così lineare è rappresentata dal timer: per completare il caso avrete 25 minuti effettivi, da giostrarvi come meglio credete sui vari mini-giochi. Nel caso in cui vi doveste bloccare di fronte a qualche ostacolo, potrete sempre chiedere aiuto al vostro fido Watson, che vi darà una spintarella a costo però di qualche secondo del vostro prezioso tempo.I casi da risolvere sono in tutto 16 e garantiscono una longevità accettabile, grazie anche ad una curva di crescita della difficoltà tollerante e a qualche sporadica variazione del gameplay. In mezzo ad alcuni enigmi principali, infatti, saremo chiamati a risolverne altri inerenti all’azione in corso, come anagrammi o crittogrammi, per poi riportare subito l’attenzione all’obiettivo principale.Ciò che appare palese fin dai primi istanti di gioco, però, è come Sherlock Holmes questa volta abbia deciso di concedere la sua astuzia ad indagini piuttosto semplici. C’è veramente poco spazio per l’immaginazione e l’interpretazione: non pensate di stare ore a spaccarvi il cervello su qualche enigma o dialogo perché I casi perduti di Sherlock Holmes è, innanzitutto, un titolo essenziale e senza pretese, orientato chiaramente al casual-gamer.

Un giallo illustrato (male)La consueta finestra sulla tecnica putroppo non risolleva le sorti dell’avventura di Jo Wood. Un’altalenante grafica in 2D passa dal rappresentare bene ed in modo dettagliato alcuni ambienti di gioco al rendere quasi inguardabili il protagonista ed il fido Watson. I detective, “inquadrati” durante alcuni scambi di battute tra un enigma e l’altro, sono obbiettivamente mal modellati e privi di qualsiasi animazione che non sia un robotico movimento della bocca. Un po’ troppo poco.Sufficiente invece il sonoro, caratterizzato dalle voci in perfetto londinese (sottotitolate in italiano) dei protagonisti.

HARDWARE

Requisiti minimiProcessore: Pentium III 800 MhzRam: 256 MBScheda video: 32 MB Ram, Directx 7.0

Requisiti consigliatiProcessore: Pentium III 1000 MhzRam: 512 MBScheda video: 64 MB Ram, Directx 7.0

MULTIPLAYER

Assente

– 16 casi da risolvere

– Immediato e spensierato…

– …anche troppo, i puristi delle avventure non lo apprezzeranno

– Tecnicamente arretrato

6.0

I casi perduti di Sherlock Holmes è un prodotto atipico nel suo genere. La scelta di puntare su una serie di minigiochi sequenziali, anziché affidarsi al consolidato sistema di enigmi ed esplorazione punta e clicca, lo rende più appetibile a un pubblico di casual gamer piuttosto che agli esperti e navigati risolutori di avventure. Ciò non toglie che gli appassionati del grande detective di Baker Street possano dargli una possibilità, spinti magari più dal prezzo budget che dalla qualità di un’avventura davvero elementare, anche per Watson.

Voto Recensione di I casi perduti di Sherlock Holmes - Recensione


6

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