Recensione

I Simpson: il videogioco

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a cura di OrsoR@ro

Il fenomeno psico-sociologico chiamato “Simpson” nasce negli anni 80 nella terra a stelle e strisce dall’estro e dalla penna di Matt Groening. Non ci volle molto ad intuire il futuro che la famigliola gialla avrebbe avuto negli anni a venire e, dopo essere stato esportato in tutti i paesi del mondo, tra cui il nostro, dopo essere approdato anche sul grande schermo con il recente “Simpson – il film”, eccoci ancora una volta a parlare di Homer, Bart e compagnia bella: questa volta si tratta di un videogioco, prodotto e sviluppato per quasi tutte le console al momento presenti sul mercato. Ad Electronic Arts, l’arduo compito di sfruttare al meglio la licenza concessa. Scopriamo insieme se – nella versione per Nintendo ds – ci riesce.

D’oh! Quale inizio migliore per questo gioco, se non una bella scena di Homer in mutande, sdraiato sull’ormai famosissimo divano di casa Simpson? E’ proprio così che prende avvio la nostra avventura. Il gioco prevede 16 miniepisodi che si svolgono naturalmente a Springfield. Le “missioni”, se così mi è concesso definirle, sono le più svariate, spesso non collegate tra di loro, ma hanno comunque come obiettivo quello di risolvere una situazione piuttosto complicata: dal liberare la cittadina da un attacco alieno, all’invadere la fabbrica di gas nocivi del signor Burns; insomma tutti i componenti della famiglia Simpson, si trasformeranno in super eroi, dotati di particolari poteri che li aiuteranno nei loro compiti. L’ironia tipica dei nostri beniamini viene portata quasi all’estremo anche in questo gioco. Ogni episodio ha sullo sfondo un film famoso, o un videogioco da sbeffeggiare. È cosi che “Batman Begins” diventa ad esempio Bartman Begins; nulla viene risparmiato, perfino il grande capolavoro chiamato “Zelda” verrà “simpsonizzato”. Uno degli episodi più belli, del quale conviene parlare, è quello in cui Marge si ritroverà a combattere contro il sindaco Quimby, colpevole di aver indetto il “Grand Theft Scratchy day”, giornata in cui è concesso fermare le auto per strada e intimare al loro conduttore di scendere, tutto in pieno stile GTA.

Definire il genere del gioco è alquanto difficile. In “the Simpson game” si mescolano tratti di puro platform, a sequenze in pieno stile “picchiaduro a scorrimento 2d”, creando l’impressione di un classico gioco retrogame. Ogni singolo episodio, vede impegnati più membri della famiglia contemporaneamente. Potremo, infatti, trovare Homer a far coppia con Bartolomeo (sì, per chi non lo sapesse il nome completo di Bart è proprio Bartolomeo), oppure ancora Lisa con Marge e Maggie; insomma l’universo Simpson c’è tutto, ogni personaggio della serie trova posto in questo videogioco, finanche ad arrivare a Grattachecca e Fichetto. I comandi di gioco e la dinamica dello stesso sono alquanto semplici, ed è forse questa una delle ragioni che a primo impatto potrebbero far pensare a un gioco non riuscito. Il d-pad muove il personaggio, il tasto B lo fa saltare, e gli altri tasti servono a utilizzare le tecniche proprio di ciascun personaggio. A proposito di questi, dobbiamo dire che si alterneranno in ogni livello in maniera obbligatoria. Cioè, non saremo noi a decidere quale eroe utilizzare, ma sarà la cpu a selezionare chi dovrà compiere quella frazione di gioco, anche perché saranno solo i poteri di quel dato simpson a consentirci di avanzare alla porzione di livello successiva. È una sorta di co-operazione tra i protagonisti, sarà per esempio soltanto Homer a poter premere dei pulsanti per aprire cancelli, e sarà solo Bart ad esempio a poter azionare leve per mettere in moto alcune piattaforme; insomma ogni personaggio ha la propria funzione e sarà solo grazie all’unione delle forze che si riuscirà a superare gli ostacoli. Il gioco si snoda sia in orizzontale sia in verticale e del resto i due schermi del ds aiutano molto a livello di vastità spaziale. La mobilità dei personaggi non è perfetta, soffre di una certa pesantezza, ed è soprattutto nei combattimenti che doveva essere evitata. Se questo problema può essere giustificato in Homer – a causa del suo fisico non perfettamente longilineo – non può altrettanto essere scusato negli altri personaggi. I combattimenti corpo a corpo con i numerosi nemici che ci si parano di fronte in ogni livello non sono ben fatti, e come detto i movimenti sembrano troppo meccanici, quasi guidati da fili per burattini. Per fortuna il concept di gioco non si esaurisce qui, anzi, i combattimenti non rappresentano l’essenza precipua del gioco. Ogni livello contiene anche dei minigiochi, o dei puzzle molto semplici da risolvere, i quali ricordano anch’essi alcune glorie dei retrogame. Così ad esempio Bart si troverà ad eliminare alieni come in “Space invaders” o ad attraversare fiumi come nel primo e classico “frog”. La longevità del gioco non è eccellente. Ogni livello in sé non corto, ma il totale di 16 non ci terrà occupati per molto, soprattutto per la facilità di alcuni passaggi e per una completa assenza di I.A., ricordando che anche i nostri nemici si muovono come burattini durante i combattimenti e che basta scostarsi di pochissimo dalla loro visuale affinché ci lascino in pace senza attaccarci. L’uso del pennino è limitato ad alcune particolari azioni collegate soprattutto con i poteri dei vari personaggi, oppure è utilizzato nel menù iniziale quando ci viene concesso di “giochicchiare” con Homer, potendolo inboccare con ogni tipo di alimento, fargli la barba o altre simpatiche operazioni, insomma una sorta di tamagotchi, o meglio “tamaghomer”!

I personaggiPer creare un buon gioco sui Simpson, occorre la presenza di tutti i personaggi che ne fanno parte, è ovvio. Questo è quanto avviene pienamente nel gioco. I protagonisti, com’è facile aspettarsi, sono: Homer, Marge, Lisa, Bart e alle volte anche la piccola Maggie. Tutti gli altri trovano un ruolo diverso: alcuni li avremo come nemici, altri invece come cooperanti, specie quando Marge sfrutta il potere di cui andiamo subito a parlare. Questa dispone di un megafono tramite il quale riesce ad “ipnotizzare” gli altri abitanti della cittadina e fargli compiere determinate azioni: sarà possibile mandarli a combattere in prima linea o utilizzarli per spostare determinati oggetti. Il potere di Homer è invece alquanto diverso; questi sarà in grado di fagocitare qualsiasi cosa e dopo averlo fatto, di gonfiarsi come una palla e travolgere tutto ciò che gli si para contro, oppure ancora di alzarsi in volo per brevi tratti. Il nostro Bart invece sarà in possesso della sua inseparabile fiondo, grazie alla quale sarà in grado di colpire nemici, ma anche pulsanti situati a grandi distanze o bersagli specifici per attivare porte o piattaforme, o ancora sarà capace di utilizzare un rampino per arrampicarsi. Lisa è dotata invece di una forza sovraumana, rappresentata dalla “mano di Buddha” grazie alla quale potrà spostare massi enormi, autovetture o qualsiasi cosa si pari davanti il nostro cammino. La piccola Maggie avrà un ruolo particolare: intrufolarsi in piccole insenature e attivare comandi particolari che consentiranno al nostro personaggio di proseguire nel livello. Tutti per uno, uno per tutti!

Grafica & SonoroIl disegno del gioco è alquanto semplice, i personaggi ridotti ai minimi termini senza grossi particolari. Nonostante ciò, rispecchiano le loro controparti “reali”, par don, “video reali”. Le ambientazioni non seguono un filo logico, cosi che potremo ritrovarci in mezzo a boschi, a palazzi o ancora tra lo spazio. A proposito dei background forse ci si poteva aspettare di più, essi a volte appaiono scarni e lo sfondo molto spesso è colorato in unica tinta, con tutti oggetti statici. Nonostante questi piccoli difetti, tutto è in linea con lo stile del cartone animato e non dispiace affatto osservare una Springfild “pastellossa” e vivace. L’aspetto visivo viene innalzato dalle meravigliose cut scene , simili a dei miniepisodi, tanto che verrebbe da desiderare – per il futuro – delle cartucce per Ds contenenti nuovi episodi della serie.

I dialoghi sono tanti, il copione davvero folto, circa 8000 righe di dialoghi. Le voci sono quelle originali della serie animata, e perfettamente sincronizzate. Durante il gioco, ogni personaggio si lascerà scappare insulti ai nemici, specialmente Bart, anche se spesso queste frasi sono sempre le stesse e potrebbero alla lunga stancare. Il linguaggio non risparmia nemmeno le parolacce, puntualmente bippate. La musica di sottofondo inziziale è certamente quella originale. Nonostante le caratteristiche hardware del ds, il sonoro è ben fatto, per cui audio e video vengono promossi.

Tante ciambelle

Cut scene all’altezza

Dialoghi eccellenti

Presenti tutti i personaggi della serie

Mobilità personaggi scarsa

Poco longevo, 16 livelli

Sfondo paesaggi scarno

Si..emh..dunque..D’OH!

7.0

Per capire la sostanza del gioco è importante non fermarsi ai primi livelli, ma assaporarlo un pò di più. Il voto potrebbe sembrare a prima vista un po’ eccessivo ma viene sicuramente giustificato dalle ottime scene animate che precedono e seguono ogni livello. Esse fanno così da cornice ad un gioco tutto sommato godibile, che si lascia giocare nonostante i tanti piccoli difetti evidenziati sia sul versante grafico, sia sulla limitatezza nei combattimenti corpo a corpo. Rispetto a tutti i precedenti tentativi di creare un vero gioco sui Simpson, EA, è quella che si è avvicinata di più, per non dire che quasi vi è riuscita. Manca ancora qualcosina, almeno per questa versione DS, e quel “qualcosa” è una migliore giocabilità e scioltezza dei personaggi. Non lo definiremo di certo il gioco dell’anno, ma per gli appassionati della serie non potrà mancare questo titolo in bacheca, anche se forse la scelta potrebbe ricadere sulle altre piattaforme, dove forse si avrà un maggiore controllo dei personaggi. Tutti a mangiar ciambelle adesso!

Voto Recensione di I Simpson: il videogioco - Recensione


7

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