Recensione

I Griffin - Il videogioco

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a cura di Darkzibo

Da quando i Simpson sono entrati nella storia della televisione italiana, il mondo dei cartoni animati ha subito un’inversione di rotta: non più robot invincibili, bambini, buoni sentimenti felici e contenti (Gem Boy docet) ma famiglie composte da personaggi da antologia pronte a prendere in giro gli usi e costumi americani. Se i Simpson però, con il passare del tempo, hanno affievolito la loro verve, un’altra famiglia, molto più politicamente scorretta si è fatta strada: i Griffin che, per la prima volta, approdano nel mondo dei videogiochi.

Solo sesso e violenza in tvLa storia del gioco sui Griffin vede come protagonista iniziale il piccolo ma cervellotico Stewie (nei livelli successivi si vestiranno i panni di tutta la famiglia) che dovrà affrontare il suo perfido alter ego che vuole conquistare il mondo. Sin dall’inizio noterete come tutto il cartone animato sia fedelmente riprodotto e ci siano alcune chicche come la scimmia nascosta nell’armadio del fratello di Stewie, Chris, che comparirà ogni qualvolta ci gireremo minacciando il corpulento ragazzo. Nel nostro percorso dovremo raccogliere i potenziatori della nostra arma, risolvere enigmi, prendere controllo della mente degli altri personaggi affinché facciano per noi le commissioni più difficili dovute alle nostre dimensioni (il piccolo psicopatico di casa Griffin non può aprire le porte, non raggiungendone il pomello). Sostanzialmente il gioco può essere identificato come un misto di platform 3D e altri generi come un accenno di sparattutto e sezioni stealth. In alcuni casi sarete chiamati a trovare oggetti posti in luoghi difficilmente raggiungibili senza un minimo di abilità manuale e in altri dovrete superare alcune zone senza farvi scoprire, in una sorta di stealth semplificato. Purtroppo proprio nel reparto controllo si riscontrano i primi difetti: non avendo la possibilità di roteare la telecamera a proprio piacimento e con un analogico piuttosto impreciso e comandi che riscontrano un piccolo ritardo tra pressione e azione. L’imprecisione, suo malgrado, è un neo non indifferente dato che in molte occasioni la precisione potrebbe essere decisiva riguardo la vostra permanenza nel gioco: per esempio nell’ospedale dovremo passare sopra lettini e cadaveri che galleggiano in una pozza d’acqua elettrizzata da un defibrillatore. Naturalmente, nel caso cadiate in acqua, perdereste energia e, a causa dell’imprecisione, questo evento è più che probabile. Quindi ci troviamo di fronte a un gioco parzialmente difficile ma non per la sua natura o complicatezza degli enigmi, ma per un errore nella calibratura del sistema di comando il che, se permettete, è davvero grave. Altra pecca consiste nella i.a. dei nemici, che risultano rintronati, attaccandovi con una foga assurda, disordinata e priva di una strategia, ma facilmente eliminabili dalla vostra pistola a razzi. Altra pecca è rappresentata dal fatto che quando un nemico vi spara, difficilmente potrete evitare i colpi e questo è riconducibile alla imprecisione nei comandi.

Sottile comicitàAnche se avrete sicuramente notato molti difetti, la cattiveria presente nel cartone animato è riproposta fedelmente all’interno di questo gioco. Scritte irriverenti, insulti alle varie classi sociali, battute di dubbio gusto, parolacce, rispecchiano chiaramente ciò che si è visto negli episodi animati. Alcuni esempi sono quelli visti nell’ospedale dove manifesti incollati al muro invitano al suicidio, dove Stewie balzando sulla pancia di alcune donne incinte, ne farà uscire bambini dal volto noto (Quagmire e Cleveland) o missili per sfondare alcune zone. Vi accorgerete anche dello scherno posto per alcuni luoghi comuni come l’omosessualità delle carceri, il razzismo e l’alcolismo. Forse un po’ eccessivo, però di sicuro impatto, questo linguaggio diretto, irriverente e politicamente scorretto, ha portato il gioco a essere vietato ai minori di diciotto anni. Strano per un cartone animato che veniva programmato nel primo pomeriggio.

Nel cartone animatoA livello grafico, ci troviamo di fronte a una grafica in cell shading che rende bene l’idea della serie animata e riproduce fedelmente personaggi e ambientazioni. I personaggi sono, per l’appunto, ben caratterizzati con espressioni variabili e atteggiamenti divertenti. Per la verità non sono composti da molti poligoni, ma le texture colorate riescono a sopperire a tale perdita. I personaggi sono tutti presenti, compresa la Morte, il già citato Quagmire, Cleveland, Joe e il resto dei pazzi scatenati cittadini di Quahog. Gli ambienti, da casa Griffin agli altri edifici di Quahog, sono ben ricreati con forti marcature nei contorni ma con colori che altro non fanno se non appagare l’occhio. Purtroppo bisogna notare la presenza di qualche bug di troppo come lo sprofondamento del personaggio in alcuni muri e alcuni poligoni di troppo. La telecamera è fissa, rendendo difficile alcune sezioni platform e stealth. Il sonoro è ben curato con doppiaggi credibili in lingua in originale, con uno Stewie dal tipico accento britannico (a differenza degli altri personaggi spiccatamente americani). Ci sarebbe piaciuto l’incomparabile doppiaggio italiano e Peter che dice: ‘Oh cacchio, Lois !”. Le musiche sono ben rimasterizzate e pulite, capaci di far assaporare lo spirito delle puntate. Non aspettatevi una colonna sonora epica ma qualcosa capace di adattarsi al contesto in cui viene inserita.La longevità resta in stretto contatto con la giocabilità: essendo quest’ultima davvero pessima, non so in quanti resisteranno alla voglia di spegnere la console. Forse i fan più accaniti saranno portati a proseguire, ma gli altri dimenticheranno in fretta questo gioco.

– Tutti i Griffin al vostro comando

– Uguale al cartone animato

– Irriverente

– Giocabilità di bassa lega

– Forse un po’ troppo irriverente

5.5

Il tentativo di riproporre lo spirito della serie animata della famiglia Griffin in un videogioco è stato un successo a metà: da una parte il lato tecnico risulta quanto di più vicino ci possa essere al cartone animato. Da un’altra parte, la giocabilità e il gioco in sé lascia intendere come i ragazzi di High Voltage Soft. abbiano penalizzato il gameplay per favorire l’estetica. Questa miscela, utilizzata da moltissimi tie-in, può andare bene per i veri appassionati del cartone animato, ma rischia di perdere punti sui videogiocatori più esperti.

Il gioco in sé non raggiunge la sufficienza, nonostante sia notevole lo sforzo dei programmatori di riproporre per intero tutto l’universo dei Griffin. Certo, gli appassionati possono aggiungere tranquillamente un punto, ma penso che anche loro, a breve termine, abbandoneranno l’UMD.

Un’occasione mancata per High Voltage, vediamo se le critiche serviranno a migliorarne il probabile seguito.

Voto Recensione di I Griffin - Il videogioco - Recensione


5.5

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