I Cavalieri dello Zodiaco: Il Santuario
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a cura di Fabfab
Prima ancora che cominciate a leggere questo articolo, occorre fare un’essenziale premessa: “I Cavalieri dello Zodiaco – Il Santuario” é un tie-in nel senso più classico del termine. In quanto tale il gioco è rivolto esclusivamente agli appassionati della serie, al punto che la narrazione parte dalle fasi finali della prima serie e nessuno dei personaggi viene introdotto: si presume, giustamente, che l’acquirente conosca già quello che è accaduto in precedenza, e perchè i Cavalieri di Bronzo e quelli d’Oro si stanno affrontando. C’è un breve riassunto iniziale, è vero, ma è giusto sufficiente a rinfrescare la memoria agli appassionati, e non basta di certo a far comprendere gli accadimenti ad un totale estraneo. Dunque se non conoscete o non siete appassionati dei Cavalieri dello Zodiaco (o Saint Seiya, se preferite), lasciate pure stare questo gioco perchè di certo non fa per voi. Gli altri proseguano pure nella lettura…
In nome di AtenaLa storia é nota, ma vediamo di ripassarla brevemente.Da tempi immemorabili la dea Atena si reincarna periodicamente sulla terra per preservarla dalle mire di altre ambiziose divinità: la sede del suo potere alberga nel Grande Tempio di Grecia, un’antica e diroccata struttura nascosta tra le montagne elleniche, abitata da combattenti dalle sorprendenti capacità noti come i Cavalieri di Atena. Questi si dividono in tre diverse categorie, distinguendosi in base all’armatura indossata: ci sono i Cavalieri di Bronzo, i più deboli, quelli d’Argento e quelli d’Oro, i più possenti fra tutti.Durante l’ultima reincarnazione, tuttavia, qualcosa non è andato come doveva: la vita della bimba destinata a diventare l’incarnazione terrena della dea Atena viene infatti minacciata dallo stesso Gran Sacerdote, il malefico Arles, deciso ad assurgere al ruolo di divinità egli stesso.Salvata in extremis, la dea ritornerà al grande Tempio tredici anni dopo, per riprenderne il possesso e spodestare Arles, ma per farlo dovrà superare l’ostacolo rappresentato dai dodici Cavalieri d’Oro. Nella sua missione la ragazza è aiutata da cinque valorosi Cavalieri di Bronzo, tra i pochi ad aver intuito il tradimento di Arles: questi sono i cavalieri di Pegasus, del Dragone, del Cigno, di Andromeda e della Fenice. L’impresa, già difficile di suo, diventa disperata quando un sicario colpisce Atena con una freccia incantata: entro dodici ore questa priverà la dea della vita e l’unico che possa salvarla è lo stesso Arles.Comincia così la disperata lotta contro il tempo dei cinque protagonisti, che devono superare le dodici Case dello Zodiaco per giungere finalmente al Grande Tempio ed al suo sacerdote…
Il Grande TempioIl gioco ripropone proprio quest’ultima fase dello scontro, quando i cinque cavalieri di Atena devono superare le dodici case per salvare la loro dea. Nella modalità principale del gioco, che è le Dodici Case (praticamente la modalità Storia), nei panni dei cinque protagonisti il giocatore dovrà rivivere le vicende del cartone animato. Ogni scontro è presentato come una versione abbreviata dei relativi episodi televisivi e dunque ci sono cut-scenes (realizzate con la grafica di gioco) con molti dialoghi prima e dopo, che riassumono i momenti salienti. Gli unici momenti in cui viene richiesto l’intervento del giocatore è durante gli spostamenti da una casa all’altra, quando verremo assaliti dai debolissimi soldati del Grande Tempio in quello che è una sorta di breve picchiaduro a scorrimento. Una volta entrati in una delle case, invece, dovremo vedercela col relativo custode: volendo rimanere fedele all’anime, il gioco non permette all’utente di decidere quale cavaliere utilizzare, ma li assegna automaticamente a seconda dell’avversario. Dunque Pegasus se la vedrà con il Toro, Andromeda con Gemini, Sirio con il cavaliere del Cancro, Crystal con Scorpio e così via: sono state naturalmente previste anche le apparizioni a sorpresa di Phoenix! Invero l’esperienza di gioco è troppo frammentaria, visto che i combattimenti rappresentano nulla più di una breve parentesi tra un dialogo e l’altro, ma gli appassionati apprezzeranno comunque, almeno la prima volta: se non altro le cut-scenes sono tutte skippabili.Visto che occorre un tempo maggiore alla media dei picchiaduro ad incontri per completare tutti i combattimenti della corsa al Grande Tempio, il gioco consente di salvare dopo ogni battaglia vinta, così come di ripartire dall’ultimo combattimento dopo ogni sconfitta subita.Una volta terminata l’avventura sarà comunque possibile cimentarvisi di nuovo approfittando delle strade alternative che si saranno sbloccate: queste mostrano alcuni retroscena inediti della serie (con scontri tipo Mu contro DeathMask, Pegasus contro Phoenix, Sirio contro Douko…) che nulla aggiungono alla trama ma servono unicamente a sbloccare gran parte dei personaggi segreti.Terminata anche la seconda corsa, si sbloccherà una seconda modalità, la Grande Sacerdote, che mette il giocatore nei panni di Arles, intento a fermare la corsa di Pegasus & co. schierandogli contro i vari Cavalieri, comprese le versioni malvagie di quelli di Bronzo. Per ogni scontro Arles guadagna esperienza e nuovi poteri, in modo da equilibrare scontri inizialmente molto frustranti (i “buoni” sono nettamente più forti di qualunque avversario), sempre che abbiate la pazienza di potenziarvi a dovere ripetendo all’infinito scontri sempre uguali.
I Santi di GreciaOltre alla modalità di gioco principale, precedentemente descritta, ed all’immancabile modalità versus, qui rinominata Guerra Galattica, purtroppo non c’è molto altro: solo l’interessante Vacanza Zodiacale (non chiedetemi perchè si chiama così, non ne ho idea), una sezione interamente dedicata agli extra e le cui voci vanno sbloccate vincendo gli scontri, nella quale troverete tutto lo scibile sulla serie dei Saint Seiya (il titolo originale dei Cavalieri dello Zodiaco), vale a dire schede dei personaggi, musiche e persino informazioni su cards e giocattoli. Una vera manna per gli appassionati, ma che non aggiunge nulla alla giocabilità (in fondo le stesse cose si possono trovare tranquillamente in internet). Dunque una delle pecche maggiori del gioco risiede proprio nella sua longevità: portare a termine le varie modalità non richiede più di un paio d’ore (nonostante i tre livelli di difficoltà) e dopo l’unica cosa che resta da fare è sfidare gli amici oppure migliorare le proprie prestazioni per sbloccare i vari bonus, un po’ poco per invogliare i videogiocatori.Il titolo offre un discreto numero di personaggi: oltre ai cinque protagonisti ed ai dodici Cavalieri d’Oro (con Gemini in doppia versione), é possibile sbloccare Pegasus con l’armatura del Sagittario, la versione giovane di Douko della Bilancia, il cavaliere d’argento Eris della Lucertola, l’istruttrice di Pegasus Castalia, la bellicosa Tisifone ed i tre Cavalieri d’Acciaio (francamente tra i personaggi meno riusciti dell’intera saga). Purtroppo questi si differenziano assai poco tra loro (salvo alcuni che risultano più forti degli altri, tipo Andromeda), visto che a parte l’aspetto ed i colpi speciali non c’é differenza nell’utilizzare un combattente piuttosto che l’altro.Proprio la superficialità del gameplay rappresenta il limite maggiore del prodotto. Si combatte in piccole arene delimitate da muri invisibili e per nulla interattive, con un set di mosse davvero troppo limitato: tre tipi di attacco (debole, forte e speciale), una presa, la parata (quasi inutile visto che può venire facilmente elusa) e la schivata. Le combo a disposizione sono assai poche e si effettuano sempre nello stesso modo, indipendentemente dal cavaliere usato.Quel che ne risulta sono combattimenti assai limitati e molto prevedibili e, quel che è peggio, i colpi base finiscono col risultare più efficaci di quelli speciali, al punto che vi basterà utilizzare quasi sempre il solo tasto X per vincere. Per utilizzare le tecniche speciali, corrispondenti ai colpi più famosi dei relativi personaggi, occorre riempire un’apposita barra (subendo colpi o espandendo il proprio cosmo), quindi caricare e scagliare il colpo finale contro l’avversario, che con il giusto tempismo avrà comunque un’opportunità per evitarlo: in questi casi prevarrà chi tra giocatore e cpu sarà più veloce a smanettare i tasti. Dopo l’entusiasmo iniziale, finirete però per utilizzarli contro quei nemici che per essere abbattuti richiedono proprio la tecnica finale.
I cavalieri dello zodiaco?Vediamo ora di analizzare le fedeltà del videogioco rispetto al prodotto originale.Cominciamo dal comparto grafico: sebbene il motore grafico del gioco sia tutt’altro che entusiasmante, bisogna dire che le arene di gioco e le cut-scenes ricreano in maniera convincente le situazioni del cartone animato. I personaggi, modellati in 3D, sono molto fedeli alle loro controparti reali, nonostante finiscano inevitabilmente per ricordare dei bambolotti: in particolare sono realizzate molto bene le armature, fedeli a quelle originali e ricche di riflessi ed effetti speciali. E se le tecniche di combattimento normali si risolvono nei classici calci o pugni, quelle speciali riproducono fedelmente le movenze del colpo visto in televisione, con tanto di animazione dedicata. L’interattività con gli scenari è praticamente nulla, se si esclude il crollo di alcune colonne, e nelle situazioni di affollamento si assiste anche a qualche lieve rallentamento. In conclusione possiamo comunque sostenere che, nonostante un comparto grafico datato, l’atmosfera del cartone animato originale è riproposta abbastanza fedelmente.Lo stesso però non può dirsi del comparto audio. Innanzitutto la versione Pal non gode del bellissimo doppiaggio italiano dell’epoca, mancanza non da poco considerando che rappresentava uno degli elementi di maggior fascino della serie. Come linguaggio audio è possibile scegliere solo tra francese e giapponese, opportunamente sottotitolati in italiano, pur se con qualche imprecisione.Altra grave mancanza è rappresentata dalla colonna sonora originale della serie: la soundtrack del gioco la ricorda più o meno apertamente, ma non è la stessa. Rispetto alla versione giapponese è stata anche eliminata la sigla di apertura “Pegasus fantasy”, un taglio francamente incomprensibile. Resta da aggiungere che l’adattamento italiano è stato fatto basandosi sulla serie televisiva e non sul manga: il che significa che dovremo sorbirci chicche come Pegasus cavaliere di Pegasus e simili. E’ chiaro dunque che da appassionato della serie non possa definirmi propriamente soddisfatto, sebbene rimanga la gioia per il fatto che un titolo simile sia stato portato in Italia: l’adattamento avrebbe potuto e dovuto essere più curato.
– L’atmosfera della serie c’è tutta
– Longevità troppo breve
– Mancano musiche originali e doppiaggio italiano
– Gameplay troppo limitato
5.5
Senza starci a girare troppo attorno, “I Cavalieri dello Zodiaco – Il Santuario” é un mediocre picchiaduro che ha una minima valenza solo agli occhi degli appassionati (e faccio comunque presente che in questi stessi giorni è uscito un certo Tekken 5): solo questi potrebbero chiudere un occhio di fronte ai tanti problemi e godersi appieno quel poco che il titolo Bandai ha da offrire. Rimangono comunque dei “ma”: innanzitutto la localizzazione occidentale del gioco lo ha privato delle musiche originali e pure della versione digitalizzata della sigla iniziale, e non devo certo spiegare io quanto sia grave una simile mancanza agli occhi di un fan! In secondo luogo la longevità appare decisamente troppo limitata, in poche ore si sblocca tutto, anche se è probabile che ci si stanchi prima.
Insomma, un gioco già limitato di suo e ulteriormente penalizzato da una localizzazione italiana che non convince del tutto.
Voto Recensione di I Cavalieri dello Zodiaco: Il Santuario - Recensione
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