Recensione

Hydrophobia - Versione Pure

Avatar

a cura di andymonza

Hydrophobia, già recensito sulle nostre pagine circa due mesi fa, non aveva soddisfatto il folto pubblico dell’Xbox Live Arcade tradendo buona parte delle promesse fatte in fase di sviluppo. A diverse settimane dal rilascio, dopo aver raccolto centinaia di e-mail e post sui forum della delusissima utenza, i ragazzi di Dark Energy Digitals rilasciano una patch correttiva tanto modesta nelle dimensioni (circa 4 megabyte) quanto ricca nei contenuti. La lunga lista di cambiamenti rilasciata contestualmente all’aggiornamento va a toccare la maggior parte dei punti negativi su cui si era basata la nostra bocciatura, motivo per cui diamo a Hydrophobia una seconda chance: dato che tutti gli utenti che già possiedono il gioco riceveranno questo aggiornamento (noto come versione Pure) gratuitamente al prossimo avvio, così come coloro che acquisteranno il gioco ex novo (al più conveniente prezzo di 800 Microsoft Points, circa 10 euro), ci sembra corretto accompagnare questa operazione senza precedenti in ambito arcade con una nuova recensione. Il vecchio testo (raggiungibile qui) non verrà cancellato, ma troverete in apice una nota che rinvia a questa nuova analisi. Vediamo insieme se gli aggiornamenti hanno ridato nuova linfa alle buone idee di Hydrophobia.

Trappola in alto mareCon un incipit che strizza l’occhio a disaster movie della domenica come Poseidon, Deep Rising e Blu Profondo, Hydrophobia mostra da subito il pregio di non voler tediare eccessivamente il giocatore, limitando le sequenze filmate in favore di una narrazione che si intreccerà al gameplay. Altra caratteristica ad emergere sin dai primi istanti è il rapporto della protagonista con Scott, suo diretto superiore ed amico; grazie ad un microfono i due rimarranno in contatto per tutta l’avventura, e ben presto la voce del buffo capo-ingegnere diventerà gradita e familiare alle orecchie del giocatore, anche grazie all’esilarante accento irlandese. Da queste premesse parte un’avventura che mischia elementi provenienti dai generi più disparati, offrendo ampie dosi di platforming, un po’ d’azione e risoluzione di semplici enigmi, il tutto condito da un’atmosfera decisamente survival. L’agilissima Kate potrà infatti contare su un numero molto limitato di armi, e si troverà spesso a dover sfruttare al meglio l’ambiente e le sue conoscenze ingegneristiche per fronteggiare i nemici. Questi ultimi, per contro, si presentano armati di tutto punto e motivati come solo un terrorista sa essere: noti coll’altisonante nome di Neo-Malthusiani, faranno di tutto per sabotare la Queen of the World, un’immensa nave da crociera che ospita l’ultima felice comunità umana staccatasi dal continente per non soffrire le carestie dovute alla scarsità di cibo.La principale particolarità del gameplay di Hydrophobia è la massiccia presenza dell’acqua all’interno degli angusti livelli, penetrata in seguito ai ripetuti sabotaggi. Essa potrà rappresentare tanto un ostacolo quanto un vantaggio, a seconda delle diverse situazioni: vi capiterà di attraversare corridoi e trombe d’ascensore completamente immersi, con la conseguente necessità di gestire adeguatamente le limitate riserve d’ossigeno, oppure volgere l’elemento contro i nemici, magari sfondando una parete di vetro e travolgendo qualche malcapitato. Il design dei livelli è stato naturalmente studiato per enfatizzare queste possibilità, così come l’utilizzo dell’unica arma a disposizione di Kate, una pistola in grado di incamerare diversi tipi di munizioni. Si comincerà con i proiettili stordenti, ottimi per sfondare vetrate, incendiare fughe di gas o semplicemente spedire qualche nemico sott’acqua, per poi ottenere accesso a cartucce letali, come i proiettili standard, e quelle esplosivi. La scarsità con cui queste munizioni speciali si renderanno disponibili conferma l’influenza survival del gameplay, costringendo il giocatore a metterle da parte per le occasioni davvero importanti. Il disperato tentativo di salvataggio di Kate renderà spesso necessario lo sblocco di porte sigillate dal sistema di sicurezza della nave, ovviamente nelle mani dei terroristi: in queste occasioni entrerà in gioco il MAVI, un tablet olografico richiamabile alla pressione del D-Pad. Grazie a questo dispositivo sarà possibile rintracciare le chiavi di sblocco di alcune porte, seguendo una precisa sequenza di tracce invisibili ad occhio nudo. Per quanto la meccanica funzioni durante la prima parte dell’avventura, da un certo punto in avanti comincerà a sembrare scontata e riproposta con eccessiva frequenza. Più interessante la possibilità di hackerare le telecamere di sorveglianza bene in vista nei livelli, grazie alle quali aprire passaggi bloccati o risolvere enigmi ambientali. Di obbiettivo in obbiettivo l’avventura di Kate procederà grazie alla costante guida di Scott, trascinando il giocatore nel dedalo di corridoi e cunicoli della Queen of the World: nonostante il massiccio aggiornamento, di cui tratteremo diffusamente più avanti, risolva una buona parte dei problemi legati alla giocabilità, alcuni difetti intrinseci di Hydrophobia sono rimasti intatti, tra cui un design dei livelli a volte eccessivamente lineare e ripetitivo, enigmi ambientali fin troppo scontati, senza dimenticare il contraddittorio più palese, che vede la protagonista attraversare senza conseguenze ampie zone allagate nonostante sia afflitta da una grave forma d’idrofobia. Una serie di ingenuità che intaccano in parte la godibilità di un titolo altrimenti originale, chiari segnali di una certa immaturità da parte degli sviluppatori: come opera prima rappresenta senza dubbio un buon punto di partenza, ma dagli annunciati seguiti è lecito aspettarsi molti passi in avanti.

Versione PureVeniamo alla ragione di questa seconda recensione, ovvero il massiccio aggiornamento noto come “versione Pure”, rilasciato in forma del tutto gratuita dagli sviluppatori in seguito alle molte critiche ricevute dal pubblico e dalla stampa specializzata. La lista degli aggiustamenti apportati è molto lunga, e non tutti ci sono sembrati rilevanti. I più apprezzabili sono senza dubbio quelli legati alla telecamera ed ai controlli di movimento: la prima tende a creare molti meno problemi, anche se qualche tentennamento non mancherà, i secondi permettono finalmente di affrontare le sezioni platforming senza imprecare ad ogni piè sospinto, grazie ad una reattività decisamente migliorata. Note positive anche per il sistema di copertura, ora affidato alla pressione del tasto B, molto più flessibile nel concedere gli spostamenti da un nascondiglio all’altro. La mappa di gioco, disponibile sia in due che in tre dimensioni, presenta icone più chiare ed una legenda sempre visibile. Ancora più gradito è il segnalatore in sovrimpressione che indica costantemente la posizione del prossimo obbiettivo: non più erratico come in precedenza, rappresenta ora una guida valida per evitare di smarrirsi nel labirinto di corridoi dell’immensa nave. Oltre a quello classico di colore giallo, che indica genericamente l’area da raggiungere, gli sviluppatori si sono preoccupati di aggiungerne alcuni di colore violetto per indicare le porte sigillate ancora da sbloccare, utilissimi per mantenere traccia dei progressi. Anche in acqua le cose sono migliorate: i controlli relativi al nuoto risultano molto più naturali grazie alla rimozione del tasto per la torsione a 180 gradi, poco efficace e confusionaria, ed alle rinnovate animazioni che rendono le movenze di Kate molto più realistiche. Il combattimento non presenta grandissime differenze, se non la gradita possibilità di estrarre l’arma automaticamente alla pressione del grilletto sinistro, senza la fastidiosa necessità di entrare in modalità fuoco come in passato. Ultimo, ma non meno importante, l’indicatore dell’ossigeno residuo quando ci si trova sott’acqua, renderà possibile gestire con molta più consapevolezza le fasi di immersione. Piccole revisioni anche per il sistema di controllo, con il tasto A dedicato al salto e B alla copertura attiva, una soluzione che abbiamo trovato molto più intuitiva rispetto alla precedente.

Comparto TecnicoLa vera star di Hydrophobia è senza dubbio l’Hydroengine, un middleware sviluppato dagli stessi Dark Energy Digital in grado di simulare realisticamente la dinamica dei fluidi. Per quanto gli effettivi utilizzi a livello di gameplay lascino tutto sommato a desiderare, in sé la tecnica restituisce un look ed un comportamento realistico alle imponenti masse d’acqua. Anche qui la speranza è che in futuro le caratteristiche di questo gingillo possano essere meglio sfruttate. L’engine poligonale fa un discreto lavoro nel riprodurre le realistiche ambientazioni, accompagnate da un design nel complesso piacevole: peccato solo per i modelli dei nemici, ripetuti all’infinito. Meno gradevoli le musiche, spesso caratterizzate da sonorità piatte e banali. Nota di merito invece per il doppiaggio in inglese, in grado di caratterizzare a dovere i vari attori della vicenda, accompagnato da sottotitoli ben tradotti.

– La versione Pure risolve molti problemi

– Alcune idee originali

– Mix di stili interessante

– Personaggi carismatici

– Livelli a volte lineari

– Dinamica dei fluidi non sempre sfruttata

7.0

Per quanto pretendere un titolo giocabile fosse nei diritti di tutti gli utenti sin dal lancio di Hydrophobia, il gesto dei ragazzi di Dark Energy Digital rimane senza precedenti perlomeno in ambito arcade, e rivela il sincero amore che gli sviluppatori provano per la loro creatura: grazie al massiccio aggiornamento gratuito, a beneficio sia di coloro che possiedono già il gioco sia dei futuri acquirenti, il titolo ha davvero cambiato faccia, offrendo una giocabilità accettabile che rende finalmente godibili le buone idee ed il gameplay derivativo ma originale. I difetti intrinsechi, legati al design dei livelli ed alla generale ripetitività, rimangono tali, eppure a seguito dell’update Hydrophobia è un titolo caldamente consigliabile a tutti coloro in cerca di un’esperienza diversa dal solito, in grado di mettere in campo una tecnologia innovativa e diverse idee interessanti, al prezzo di una diffusa ingenuità nel design. Di certo, gli sforzi profusi nella produzione di questo titolo fanno ben sperare per i seguiti, che salvo cambi di direzione o ritardi dovrebbero presto essere annunciati. Ricordiamo infine che il prezzo è stato abbassato a soli 800 Microsoft Points (circa 10 euro) e che la versione demo gratuita permette ora di attraversare una porzione del primo livello molto più vasta, fattori che rendono l’offerta ancora più appetibile.

Voto Recensione di Hydrophobia - Versione Pure - Recensione


7

Leggi altri articoli