Recensione

Hoshigami

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a cura di OrsoR@ro

I giochi RPG strategici hanno invaso ormai tutte le console e da tempo anche la piccola portatile Nintendo propone titoli del genere: primo fra tutti, capostipite incontrastato, Final Fantasy Tactics. Hoshigami è un remake di un titolo apparso nel 2001 per Playstation e, godendo allora di un discreto successo, è tuttora un titolo ricercato dai collezionisti più accaniti. Un mondo epico ci attende, consci però della lontananza dal suddetto FF; tante ore di gioco per uno dei titoli più difficili di sempre. A titolo informativo c’è da notare che sulle copertine PAL del gioco appaia a grossi caratteri il nome “Hoshigami” e null’altro, ma il titolo è meglio conosciuto come “Hoshigami remix” o ancora come “Hoshigami ruining blue earth”.

StoriaIl regno di Nightweld è sotto attacco e per tentare di respingere questa dura invasione il comandante Reuperl convoca presso di sè, al castello di Aus, due giovani mercenari, le cui gesta eroiche sono conosciute all’interno del regno. Fazz, protagonista della storia insieme al suo fidato amico Leimrey, decide di fornire il suo aiuto per due semplicissimi motivi. Il primo è che essi sono dei soldati mercenari, il secondo è ben più importante: la città di Dissoal, luogo in cui si trova Tinn, amica d’infanzia di Fazz, sta per essere distrutta. I due giovani iniziano allora la dura battaglia, guidando sul campo una folta schiera di soldati. Ben presto la dura realtà viene a galla: il loro esercito è ben poca cosa rispetto al nemico e Tinn viene rapita; la sua città rasa al suolo. Il comandante dell’esercito imperiale valaimiano Blackthorn, artefice di questa distruzione, ha in mente piani ben più ampi e diabolici, ossia quelli di risvegliare vecchi spiriti diabolici, così che il nostro Fazz si trova a combattere contro un nemico piuttosto difficile da distruggere…il passato! Una storia dunque antica, talmente antica da essere divenuta ormai leggenda.

Rap Guage Shoot action & CoinfeigmHoshigami è uno strategico a turni. Il concept che sta alla base dei combattimenti in tal genere di giochi è ormai conosciuto dalla gran parte dei videogiocatori. E’ una sorta di partita a scacchi, dove ogni giocatore aspetta il proprio turno per poter organizzare le proprie “pedine” sulla scacchiera e lanciare così l’attacco per sfondare il muro nemico, con la sola differenza che, in un partita di scacchi si muove un solo pezzo per ogni turno, qui invece si muovono tutti i soldati presenti in battaglia. In ogni arena saremo a capo di un esercito di 8 uomini. Questi possono essere distinti in due categorie: maghi e guerrieri. I primi avranno a disposizione attacchi a distanza in grado di sottrarre vita a tutti i personaggi nemici, i secondi invece, prediligeranno gli attacchi corpo a corpo utilizzando vari tipi di armi tra le quali: asce, spade o lance. Le fasi iniziali di ogni battaglia sono quasi sempre spese nel posizionamento dei personaggi sulle varie caselle che compongono ogni arena, dovendo perciò immaginare il campo di battaglia come un grosso quadrato a sua volta suddiviso in tanti quadratini più piccoli.

Gli elementi più importanti del combattimento in hoshigami sono tre: Il sistema “RAP Gauge”, lo “shoot attack” e il “Coinfeigm”; ed è di questi che conviene anzitutto parlare. Il primo rappresenta il centro di ogni combattimento. In ciascuno turno, ogni nostro personaggio avrà a disposizione una certa quantità di Rap, rappresentata da una barra posizionata in alto a sinistra. Le mosse che possiamo svolgere dipendono sostanzialmente da tale barretta, che definiamo come la vitalità propria di ciascun uomo. Ogni qualvolta ci si sposta da una casella all’altra, utilizziamo RAP e lo stesso quando sferriamo un attacco. Così, se dobbiamo raggiungere un nemico posizionato al polo estremo rispetto al nostro, sfrutteremo tutto il RAP concessoci cosi ché non potremo più attaccarlo e saremo costretti a passar turno, guidando un altro personaggio o cedendo la mano direttamente all’avversario. Se al contrario saremo già accanto al nostro rivale, potremo concentrarci esclusivamente sugli attacchi, risparmiando magari un po’ di vitalità per allontanarci dopo il nostro assalto. Prima di passare il turno è importante preoccuparci del posizionamento del nostro soldato. Ogni quadrato ci darà la possibilità di volgerci verso uno dei quattro punti cardinali, nord ,sud ,est e ovest. Naturalmente tale posizione non dovrà essere fatta casualmente ma avrà lo specifico scopo di proteggerci – per quanto possibile – dall’attacco nemico. Subendo un attacco frontale saremo in grado di incassare i colpi riducendo al minimo i danni; qualora invece fossimo assaliti lateralmente o peggio ancora da dietro, il danno subito sarà enorme. Questo sistema di combattimento basato sul RAP ha importanza anche sul versante della difesa. Tanto più ne avremo consumato nel nostro turno, tanto più indifesi saremo agli attacchi nemici; occorrerà quindi far attenzione anche a questo lato quando decidiamo di attaccare e non disperdere il nostro RAP quando magari non ve ne è bisogno: un po’ di strategia è proprio quello che serve.

Altro elemento presente in Hoshigami è lo Shoot action. In alcuni casi concentrando la nostra potenza, potremo dar vita a questo attacco particolare, grazie al quale raggiungeremo un duplice obiettivo. Il primo, quello di danneggiare il nostro avversario, il secondo quello di allontanarlo scagliandolo lontano così che al prossimo turno avrà da fare un po’ di strada prima di raggiungerci disperdendo parte della sua vitalità. C’è da aggiungere che le armi a nostra disposizione permetteranno attacchi differenti. Alcuni disporranno di spade talmente lunghe da consentirci un attacco anche se ci troviamo a distanza di due o più caselle dal nemico, altre invece essendo più corte ci consentiranno l’attacco solo ove fossimo incollati al nemico. Accanto alle armi “corpo a corpo” si innestano anche gli archi che consentiranno di mirare a lunghe distanze. Infine, ma non per questo meno importante, è il sistema delle coinfeigm. Esse sono delle magie sviluppate attraverso l’uso di artefatti dalla forma di moneta (per l’appunto “coin”feigm). L’utilizzo di queste non è semplice ed intuitivo, ma è subordinato all’acquisto di tali monete che possono essere trovate nei negozi sparsi per la città. Lo sviluppo di tali colpi amplia notevolmente la difficoltà in quanto è macchinoso tanto quasi da sfiancarci prima di raggiungere un buon livello di magia che sia davvero efficiente.

Questa meccanica di gioco risulta gravata dalla difficoltà del titolo, mal calibrata. Anche il livello “easy”, quello più semplice, darà del filo da torcere ai videogiocatori anche più esperti, e comunque in generale Hoshigami è ben lontano dal regalarci quel feeling proprio di FF Tactics. Anche gli attacchi sono mal calibrati, e alle volte capiterà di togliere o vedersi tolta gran parte dell’energia con un singolo attacco. Oltre a ciò una pecca è data dalla grafica, non pienamente soddisfacente, ma di questo ci occuperemo a breve. La longevità del titolo invece è poderosa, constando di almeno 40/50 ore di gioco. I lunghi dialoghi presenti nel gioco potrebbero però stancarci soprattutto se non si ha familiarità con l’inglese. Il titolo, infatti, non è stato localizzato in italiano e anche nella versione PAL dovremo accontentarci della lingua inglese. L’inconveniente è dietro l’angolo, basta non capire qualcosa, saltare qualche pezzettino di storia, che subito potremo trovarci spiazzati non sapendo dove andare o cosa fare.

Old-style direte voi? Beh sì ma un po’ troppo! A primo impatto ci accolgono dei menù spogli, poco caratterizzati e poco piacevoli. Ogni schermata che precede l’inizio del gioco, così come anche i dialoghi, appare su uno sfondo in unica tinta blu con le parole scritte in bianco. Old style direte voi? Beh sì ma un po’ troppo! Stesso discorso vale per i personaggi completamente in 2D, che riproducono molto fedelmente quelli di Hoshigami uscito nel 2001 per Playstation, ma che necessitavano in questa nuova trasposizione di qualche particolare in più, di contorni più definiti per evitare uno spiacevole effetto sgranamento che si nota durante l’avventura. Accanto a ciò si innesta il 3D dell’ambiente e delle arene. Il tutto è dominato da colori grigi e cupi che da un lato rendono perfettamente le atmosfere e le sensazioni di un regno sotto attacco, ma che potevano magari godere di qualche poligono in più.

– La longevità si attesta sulle 50 ore

– Buono il sistema del RAP Gauge

– Menù inguardabili

– Graficamente migliorabile

– Mancata localizzazione in italiano

– Troppo complesso

6.0

L’idea del “RAP Gauge” spinge Hoshigami verso la sufficienza; è tutto il resto che rema un po’ contro facendolo arrestare così alla soglia del “sei”. L’idea dell’acquisto potrebbe balzare in mente agli appassionati del genere, considerando anche il basso costo a cui può essere facilmente reperito il gioco. Gli strategici a turni sono un genere particolare, non attirano di certo la massa di videogiocatori, ma anche quando così fosse le scelte alternative a questo Hoshigami ci sono: una fra tutti Final Fantasy Tactics. Buona la longevità, peccato non sia accompagnato da un livello di difficoltà ben calibrato e da una completa localizzazione italiana, che avrebbe reso certamente più godibile un titolo di difficile comprensione.

Voto Recensione di Hoshigami - Recensione


6

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