Recensione

Homeworld 2

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a cura di pWi

Il primo RTS spaziale Molti di voi ricorderanno certamente con grande ammirazione quello che fu letteralmente il primo strategico in tempo reale (o RTS come amano definirli gli anglofoni) ad ambientazione spaziale, vale a dire Homeworld. Quel grande capolavoro dell’allora misconosciuta Relic Entertainment segnò una vera e propria epoca per l’intero genere degli RTS. Non solo fu il primo ad introdurre un’ambientazione completamente nuova e, ovviamente, ci riferiamo allo spazio, ma introdusse anche la possibilità di giocare in tre dimensioni e di sfruttare attivamente anche la terza delle dimensioni stesse. Insomma, un titolo estremamente innovativo, ben congegnato, divertentissimo e ambizioso: in una parola, come dicevamo prima, un capolavoro. Dopo quel grande titolo, Relic ci riprova con Homeworld: Cataclysm, ottima espansione di Homeworld che riscosse molti plausi anche dalla stampa specializzata. A questo punto Relic viene ingaggiata addirittura da Microsoft e questo la porta al lavoro su un nuovo interessantissimo progetto, quell’Impossible Creatures che è stato rilasciato nei primi mesi del 2003. Certo non si ripeté il successo di Homeworld, ma Impossible Creatures rimane senz’altro un gioco molto interessante e comunque, ancora una volta, estremamente originale. In ogni caso, Homeworld ritorna dopo quattro anni di assenza in tutto il suo splendore, ma in questi anni come è cambiato il panorama degli strategici spaziali? Di titoli buoni se ne sono visti molti e fra questi ci va di ricordare soprattutto Haegemonia e O.R.B., con il primo senz’altro un gradino più in alto. Dicevamo che si tratta di buoni titoli, ma per raggiungere il successo di Homeworld ci vuole ben altro. E quel “ben altro” potete tranquillamente sostituirlo con Homeworld 2. Vediamo come hanno lavorato i ragazzi della Relic questa volta.

Un universo senza pace La serie Homeworld ha da sempre puntato su quel senso del suggestivo che ha farcito la saga di nuovi sapori e di nuove emozioni. Per ricreare il tutto i ragazzi della Relic si sono sforzati di costruire trame che hanno dell’epico e dell’eroico e che, ovviamente, sono calate nello spazio più profondo. Le popolazioni più vicine al mitologico e le imprese più eroiche sono quindi i cardini della trama del primo Homeworld così come lo sono di quella del suo successore. Alla fine del primo gioco della serie, infatti, eravamo riusciti a condurre il popolo degli Hiigarian nella loro casa, dopo tanti anni di guerra con quello che è il popolo loro nemico, i temibili Vaygr. Tuttavia, adesso, la guerra ritorna e i Vaygr non si arrendono, minacciando nuovamente il popolo degli Hiigarian che, ancora una volta, dovremo guidare nella strada per la libertà. Noi dovremo impersonare un carismatico generale donna, Karan S’Jet, e condurre così le forze belliche degli Hiigarian nella nuova guerra. In questo percorso ci imbatteremo nuovamente nelle tante forme di vita che costituiscono l’universo di Homeworld scontrandoci, così, con profezie, credenze e quant’altro possa popolare un mondo mitologico come quello di Homeworld. Inoltre, in ogni missione dovremo proteggere la nostra Mothership (letteralmente Nave Madre) e il suo preziosissimo cuore: l’Hyperspace Core. Quest’ultimo, come sempre, sarà fondamentale per gli spostamenti nello spazio e perderlo significherebbe restare indifesi nelle mani del nemico. Ma certamente, quello che più ci interessa di Homeworld 2 è il funzionamento degli equilibri strategici che il nuovo gioco della Relic ci offre, per cui lanciamoci in questo interminabile secondo viaggio.

Mission successful L’elemento che ha da sempre contraddistinto la saga di Homeworld è la possibilità di sfruttare attivamente anche la terza dimensione. Questo vuol dire che le varie unità non si sposteranno, come nella tradizione RTS, solamente latitudinalmente, ma sarà possibile sfruttare anche la longitudine. E’ facile comprendere che, quindi, la complessità nella gestione del tutto aumenta sensibilmente e che quindi è indispensabile un’ottima interfaccia, in modo da non mandare al manicomio il povero giocatore. Se vogliamo, il primo Homeworld non si comportava benissimo da questo punto di vista, per quanto restava comunque un palmo sopra rispetto alle altre produzioni del genere che precedentemente abbiamo citato. E, quindi, il primo ostacolo da superare per i ragazzi della Relic è senz’altro questo. Infatti, proprio sull’interfaccia e sulla giocabilità in generale i programmatori di Homeworld 2 hanno prestato la maggior parte delle loro attenzioni, creando un sistema completamente nuovo e, lo diciamo da subito, estremamente più funzionale. Lo spostamento delle unità avviene tramite il tasto destro del mouse: noi indichiamo il punto dove vogliamo che si rechino e queste eseguono gli ordini. Ma per sfruttare la terza dimensione è necessario usare anche il sinistro e stabilire l’altezza alla quale vogliamo indirizzare le nostre unità. Come sempre, inoltre, c’è anche la mappa in due dimensioni che ci consente di avere una visione d’insieme di quello che ci circonda e, in particolare, della collocazione delle unità amiche e nemiche. La modalità 2D si raggiunge tramite la barra spaziatrice. Questa mostra, inoltre, anche il campo di azione che hanno le nostre unità: tramite, infatti, un cerchio blu che le avvolge possiamo percepire immediatamente la zona di spazio che possono controllare. Entro questa zona vedono gli spostamenti delle navi nemiche e quindi si accorgono di eventuali attacchi a sorpresa. Ad ogni modo, la modalità 2D non è fondamentale come negli altri giochi del genere, nel quale il 3D era solo un orpello grafico o quasi. Le nostre scelte vanno intraprese sempre nell’interfaccia tridimensionale e il 2D dovrà essere utilizzato solo per i lunghi spostamenti. Ad ogni modo, fino a qui non troviamo niente di nuovo ma solo conferme nel sistema di giocabilità già utilizzato nel predecessore. Le novità consistono nella nuova barra e nei nuovi menu per la costruzione delle varie unità. La barra adesso è collocata in basso alla schermata principale e, tramite questa, avremo il controllo dell’intera nostra flotta. Nella parte superiore vengono riportati i gruppi che abbiamo creato, più in basso a sinistra le varie azioni che può compiere l’unità selezionata e a destra la composizione del gruppo che è correntemente selezionato. Vi sono anche alcuni utili menù a tendina che ci permettono di selezionare la flotta, la formazione delle nostre unità e che tipo di atteggiamento assumere nei confronti delle unità nemiche. Quest’ultimo può essere passivo, aggressivo o difensivo: nel primo caso le nostre unità, allorché avvisteranno unità avversarie, non assumeranno nessun atteggiamento, nel secondo le attaccheranno, nel terzo penseranno soprattutto a salvare la pelle. Sempre nella barra, sulla destra, vi sono infine i pulsanti per la costruzione, la ricerca e il lancio delle unità ancorate alla Mothership. Premendo il primo si aprirà un nuovo comodissimo menù (anche se forse un po’ invadente nel senso che riempie buona parte della schermata di gioco) che ci permetterà di selezionare le unità che vogliamo costruire divise per la tipologia alla quale appartengono. In effetti, avremo diversi tipi di unità nel gioco: si va dai fighter alle fregate, dai carrier alle capital ship, dalle unità per la raccolta delle risorse alle corvette e così via. Per ognuna di queste tipologie vi è un numero massimo di unità che possiamo costruire: una volta raggiuntolo ci viene segnalato che non possiamo eccedere ulteriormente e la produzione dell’unità in eccesso viene interrotta. La costruzione delle unità può essere svolta, oltre che dalla Mothership, anche da altre strutture speciali, le capital ship. Queste possono essere carrier o shipyard. Ognuna delle strutture per la produzione di unità ha due code. Una di queste è occupata dalla fase di produzione delle unità, l’altra per la costruzione di edifici che forniscono nuovi servizi alla struttura che li contiene. In pratica, ad esempio, per realizzare delle corvette è necessario avere l’edificio relativo sulla propria struttura adibita alla costruzione. Questo fornisce una nuova componente strategica. Infatti, allorché decidiamo di attaccare una capital ship nemica, possiamo scegliere di distruggere prima uno di questi edifici in modo di arrestare la costruzione del tipo di unità associato a quel determinato edificio. Passiamo, più velocemente, i menù relativi alla ricerca e al lancio perché questi sono molto più intuitivi. Per quanto riguarda la ricerca potremo procedere all’aggiornamento di diverse componenti per diversi tipi di unità. Ognuna di queste, infatti, ha dei parametri relativi alla velocità di spostamento, alla resistenza, alla potenza e alla precisione di fuoco. Questi possono essere singolarmente upgradati tramite alcune ricerche presenti proprio in questo menù dell’interfaccia. Ci sono anche altri tipi di ricerche che consentiranno di sbloccare determinati tipi di navi, come ad esempio i potentissimi defender. Come abbiamo detto, il menù di lancio ci consente, infine, di ordinare alle unità ancorate alla Mothership di lasciare quest’ultima e di agire in maniera individuale. Insomma, per concludere l’analisi di questo aspetto del gioco diciamo che i miglioramenti sono sostanziali e per la prima volta in un gioco del genere, nel quale impostare un’interfaccia veramente agevole è molto difficile, siamo molto vicini alla perfezione. Controllare le unità è infatti molto immediato, come lo è anche avere una visione d’insieme del tutto e considerata la frenesia che il gioco impone questo è assolutamente fondamentale. Ma la componente principale di Homeworld 2, come dovrebbe essere in tutti gli RTS degni di questo nome, riguarda i rapporti tra le varie unità e, quindi, la gestione di queste ultime. Come sempre sarà fondamentale decidere quali unità attaccano determinati obiettivi in base ai parametri che prima abbiamo accennato e che riguardano la loro velocità, la loro resistenza e la loro potenza di fuoco e in base a quale tipo di unità o di struttura dobbiamo attaccare. Fra le unità disponibili abbiamo interceptor, veloci ma poco potenti; bomber, efficaci contro le capital ship; corvette, precise e letali con le fregate di assalto; mover, resistentissimi e fondamentali per accedere in determinate aree radioattive; fregate, lentissime ed imponenti ma potentissime; le capital ship che, come abbiamo detto, possono produrre nuove unità ma anche difendersi con potentissime armi. Insomma, vi è una varietà veramente ampissima e saper gestire il tutto al meglio è fondamentale per poter sopravvivere agli attacchi nemici. Ad esempio, se dobbiamo attaccare delle fregate di assalto nemiche e attorno a queste vi sono degli interceptor sempre appartenenti al nemico dovremo utilizzare, a nostra volta, degli squadroni di interceptor o delle corvette per far fuori gli interceptor avversari e inserire dietro a loro delle fregate o degli bomber per far fuori nel minor tempo possibile le fregate nemiche. Di queste situazioni se ne verificheranno in continuazione e fare le scelte giuste, lo ripetiamo, è di primaria importanza, forse ancor di più rispetto agli altri giochi del genere. In alcune missioni, inoltre, sarà fondamentale sfruttare tutte le strutture di costruzione possibili per sfornare unità in continuazione e quindi i carrier diventano, ancora una volta, molto importanti. Costruirli è un’operazione più lunga rispetto a quelle richieste per la fabbricazione delle altre unità, ma il loro apporto saprà ricompensare i nostri sforzi in fase di realizzazione. I carrier si possono anche spostare e possono seguire quindi le nostre unità di assalto in mezzo alla battaglia per dar loro supporto non solo in fase di fuoco, ma anche per fornire sempre nuove unità nel vivo della battaglia. Insomma, la presenza di nuovi tipi di unità e la maggior importanza che adesso ricoprono le varie capital ship costituiscono gli elementi più innovativi nella struttura di gioco di Homeworld 2 rispetto al suo predecessore. Non possiamo, però, concludere il discorso relativo alle unità senza citare quelle necessarie per la raccolta delle risorse. Queste ultime sono assolutamente fondamentali, proprio come ci ha abituato la tradizione RTS. Le risorse sono disponibili solo su alcuni degli asteroidi che formano lo spazio che ci circonda. Questi sono indicati in rosso nella mappa 2D e vanno raggiunti immediatamente dai nostri collettori di risorsa e sfruttati fino all’ultimo. Ognuno di questi contiene veramente pochissime risorse e quindi non possiamo permetterci che i nostri avversari sfruttino più di noi la raccolta delle risorse. Diventa quindi fondamentale impadronirsi della maggior parte degli asteroidi pieni di risorse e proteggerli dagli attacchi nemici. Altra unità fondamentale, in questo contesto, è quella delle raffinerie mobili. Senza di esse, infatti, i collettori di risorse sono costretti a fare da spola tra le risorse stesse e la Mothership: piazzando, invece, vicino di esse una raffineria mobile i collettori depositeranno le risorse in essa e immediatamente verrà aggiornato il nostro conto in RU, vale a dire l’unità di misura nella quale viene accreditato il numero di risorse disponibili. Ultima fonte di risorse sono i rottami che alcune unità particolarmente imponenti (come, ad esempio, le capital ship) lasciano una volta che vengono distrutte. Bisogna prestare molta attenzione anche a questo tipo di risorse perché possono verificarsi fondamentali in alcune circostanze e anche perché il computer non dà a queste molta attenzione.Altro elemento positivo da annoverare nel già ricco bagaglio di questo Homeworld 2 è la grande varietà di missioni che affronteremo. Di queste ve ne sono 15 nella modalità single player: numero che sembra abbastanza esiguo ma che va riconsiderato pensando che ogni missione ha dei sotto-obiettivi e che, comunque, richiederà almeno un’ora nella migliore delle circostanze per poter essere portata a termine. Tra le tante missioni, ci potrà essere richiesto di proteggere ad oltranza la Mothership dagli attacchi nemici, di distruggere determinati avamposti nemici per poter condurre la Mothership in un determinato luogo, di sfruttare delle coltri di sabbia per non farci notare dai nemici e di distruggere così determinati sistemi di allerta, di distruggere avamposti di particolari razze estinte ricreando dei campi di energia e così via. Insomma, una gran bella varietà considerando anche che per ogni missione potremo impostare tante strategie diverse. Ad ogni modo, ognuna di queste è estremamente frenetica e, a volte, è necessario svolgere anche più combattimenti contemporaneamente anche in posti della mappa lontanissimi tra loro. Un’altra cosa molto importante da considerare è che, esattamente come nel primo Homeworld, la flotta che abbiamo costruito rimarrà nella missione successiva in modo da non obbligarci ad eseguire sempre le stesse operazioni ad inizio missione. Questo comporterà che ogni singola unità nella nostra flotta ha una sua considerevole importanza e spesso è fondamentale proteggerle per impedire di ritrovarci, magari, nella missione successiva senza la potenza di fuoco necessaria. Ad esempio, questo mi è capitato nella quarta missione di gioco, probabilmente una delle più complesse in assoluto, nella quale senza potenza di fuoco sono dovuto ricorrere ad un espediente per far soldi e costruire le unità che mi servivano per uscire da quella situazione di stallo. Oltre alle missioni single player di cui abbiamo fatto riferimento e che costituiscono la vera e propria campagna principale, dobbiamo annoverare le partire skirmish contro il computer e la modalità multiplayer disponibile tramite il servizio GameSpy Arcade inserito nella stessa interfaccia di gioco. A questo punto, però, dobbiamo parlare anche di intelligenza artificiale. Diciamo subito che anche qui, rispetto al predecessore, i passi in avanti sono sensibilissimi e più di una volta le scelte del computer ci sorprenderanno. Questi, infatti, sfrutta al massimo e al meglio secondo le varie situazioni le risorse che ha a disposizione e se ne procura di nuove se gli serviranno. Inoltre, il suo comportamento si conformerà alle nostre scelte e sarà determinato in proporzione alla nostra bravura. Insomma, da questo punto di vista Homeworld 2 ci ha sensibilmente colpito soprattutto per il riuscire a trovare sempre le giuste soluzioni in base alle nostre mosse. Ad ogni modo, il gioco risulta estremamente più difficile rispetto al predecessore per una precisa scelta dei programmatori che, addirittura, hanno deciso di non inserire livelli di difficoltà ma di fornirne solamente uno. Questo può rendere il gioco adatto solo ai giocatori più esperti nel genere al quale appartiene ma, in ogni caso, non risulta mai frustrante e, anche quando si è perso e si è ricostretti a ripetere la missione, si ricomincia con piacere.

Anche la grafica ha la sua importanza Il motore grafico di Homeworld 2 è completamente nuovo rispetto a quello del predecessore ed è ovviamente completamente in tre dimensioni. Il tutto regala un impatto di prim’ordine fornendo un buon numero di poligoni, texture molto più realistiche che in precedenza e soprattutto effetti di luce estremamente azzeccati. Premettendo che esplosioni, fumo, scie e compagnia bella non possono verificarsi nello spazio per via della mancanza di ossigeno, gli effetti che li ricostruiscono sono veramente molto belli da vedere. Soprattutto le esplosioni e il conseguente effetto di accecamento ci hanno colpito in particolar modo. Ad ogni modo, da questo punto di vista, si poteva fare ancora meglio, in quanto potevano esserci più poligoni per le varie unità (visto che non ne sono richiesti per altro) e si potevano utilizzare degli sfondi più appropriati per lo spazio che ci circonda. Infatti, a volte, vi saranno dei rottami sullo sfondo che ci paiono malamente disegnati e poco azzeccati. Comunque, per quanto abbiamo detto prima, la grafica resta senz’altro su buoni livelli. Per quanto riguarda il settore audio anche qui ci sono alti e bassi, per quanto rimangono sempre i primi in maggioranza. Gli effetti sonori sono veramente ben realizzati e sfruttano un ottimo sistema audio multidirezionale. Molto azzeccate sono anche le risposte dei vari uomini in seguito ai nostri comandi che danno al tutto un carisma ancora più elevato. Non ci hanno completamente convinto, invece, le musiche che costituiscono la colonna sonora che, come molti di voi ricorderanno, era assolutamente eccezionale nel primo Homeworld. Qui le musiche sono meno suggestive e più votate all’orientale: non dico che sono scadenti, ma che comunque non raggiungono la perfezione stilistica di quelle del primo episodio. Per finire, diciamo che abbiamo effettuato questa recensione sulla versione inglese del gioco ma che, entro la fine di settembre, sarà disponibile la versione completamente localizzata in italiano.

HARDWARE

Pentium III 800 o equivalente, 256 MB RAM, scheda video con almeno 32 MB di RAM, 1,6 GB su hard disk, 16X CD-ROM, scheda audio Windows compatibile.

MULTIPLAYER

E’ possibile sfruttare il supporto multiplayer di Homeworld 2 tramite GameSpy Arcade, il quale è direttamente inserito nell’interfaccia di gioco. E’ possibile, inoltre, raggiungere la partita giusta in base alla propria abilità, grazie alla presenza di diverse stanze ognuna dedicata ad una determinata fascia di giocatori.

– Suggestivo

– Ottima giocabilità

– Accurato in ogni particolare

– Non è particolarmente innovativo rispetto al predecessore

8.7

Homeworld 2 si inserisce indubbiamente in quella ristretta lista d’elite che racchiude i migliori RTS attualmente disponibili sul mercato. Inoltre, conferma il ruolo di miglior RTS spaziale che il suo predecessore aveva altrettanto meritatamente ricoperto per tanti anni. E’ vero che di rivoluzioni non se ne notano neanche con il cannocchiale, ma le piccole migliorie in ogni settore e, soprattutto, un’interfaccia di gioco questa volta veramente funzionale garantiscono della qualità di questo Homeworld 2. Altri elementi che ci hanno convinto sono la straordinaria intelligenza artificiale del computer che risponde prontamente alle nostre decisioni, la grande varietà delle missioni e la diversificazione di scelte strategiche che il gioco ci mette a disposizione. Se a questo aggiungiamo che il tutto è veramente molto frenetico e che i tempi morti sono praticamente ridotti al minimo, ci accorgiamo che la prima frase di questo commento non sia assolutamente fuori luogo, anzi… Per concludere, non posso quindi che consigliare questo gioco a tutti quanti hanno amato il predecessore e, più in generale, a tutti gli appassionati di RTS.

Voto Recensione di Homeworld 2 - Recensione


8.7

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