Arrivato in punta di piedi su PSN e in uscita su Steam nei prossimi mesi, Hidden Dragon Legend è un action in 2.5D sviluppato da MegaFun e distribuito dalla cinese Oasis Games, che nel suo catalogo non vanta esattamente dei pezzi da novanta. Sedotti dai primi trailer, che alla lontana (molto alla lontana) ricordavano alcuni elementi presenti in Onimusha e Shinobi, abbiamo deciso di dargli una chance.
Che qualcosa non andasse per il verso giusto, lo avevamo capito sin dalle prime fasi, da quando dellle animazioni scomposte hanno iniziato a farci dubitare della qualità del titolo. Avanzando, il quadro che ne è venuto fuori si è rivelato ben peggiore di quanto ci si potesse prospettare, perché Hidden Dragon Legend ha suo malgrado tutti quei problemi che un action tecnico non dovrebbe mai avere.
Crouchin’ Tiger
Ambientato nella Cina imperiale, Hidden Dragon Legend parte da una premessa tanto semplice quanto poco originale: il protagonista rinviene e si ritrova smarrito e senza memoria, e quando viene salvato da due abitanti del posto, che vengono poi improvvisamente assassinati da un clan di killer, resta invischiato in una faida legata a doppio filo al suo destino. Questa “fazione oscura” lo ha infatti avvelenato e gli ha lanciato contro una sorta d’incantesimo per dei non meglio specificati scopi malvagi, motivo per cui ai motivi nobili della sua vendetta se ne aggiungeranno altri più personali, fino ad arrivare alla resa dei conti che sopraggiunge in circa una decina di ore.
Diciamo “circa” perché nonostante le vostre abilità e la durata effettiva di gioco, è facile che possiate incappare in una malsana dose di frustrazione dovuta a problemi che non derivano affatto dalla vostra inadeguatezza; sono piuttosto diretta conseguenza di grossolani errori di programmazione, bug e glitch, una pessima gestione di alcune fasi calcolate in maniera a dir poco approssimativa.
Prendiamo come esempio le fasi – per fortuna poche – in cui sarete costretti a scappare via mentre una generica minaccia vi rincorre e la schermata che da dietro sta per inglobarvi non vi lascia alcun margine d’errore. Non ci sarebbe nulla di male in una difficoltà così poco indulgente, se tutto funzionasse alla perfezione; invece anche eseguendo correttamente dei salti o doppi salti è possibile che il vostro personaggio rimanga incastrato in mezzo a un pontile di legno che si sgretola, o che la fisica v’inganni al punto da riconsiderare le traiettorie da coprire in relazione al vostro peso, alla velocità di movimento e ad altre variabili che in Hidden Dragon Legend appaiono poco aderenti alla realtà. Questi calcoli approssimativi degli sviluppatori inficiano in maniera pesante la godibilità del titolo, che appare più come un prodotto in accesso anticipato che avrebbe bisogno di una corposa revisione prima di presentarsi sul mercato in condizioni ottimali.
Hidden Dragon Legend riesce a mescolare queste sezioni con momenti in cui dovrete risolvere dei puzzle e altri, vero cuore del gioco, il cui dovrete menare le mani. Il vostro alter ego dovrà dunque affrontare una buona varietà di nemici e farli fuori con manovre audaci e abilità di combattimento acrobatiche, usando a proprio vantaggio uno skill tree che consente di migliorare le proprie capacità e offrire un più ampio ventaglio di mosse e combo a disposizione.
Ciò che tenta di fare Hidden Dragon Legend, almeno nelle intenzioni, è davvero buono; il problema sta tutto nell’esecuzione molto goffa che rovina gran parte del divertimento. Nelle prime 2-3 ore potreste trovare il gioco piacevole, perché i nemici sono ancora piuttosto deboli e con attacchi basilari e gestibili, ma i campanelli d’allarme si presentano già dai primi combattimenti e sono destinati a diventare problemi evidenti quando la difficoltà crescerà.
Fight for your life
Oltre a un sistema di combo basato principalmente su attacco debole e attacco potente, potrete usare dei kunai per contrastare i nemici distanti e, in alternativa, utilizzare circa quattro “super” che dovrebbero facilitarvi il compito quando vi ritroverete soverchiati e con poche possibilità di avere la meglio. In realtà non è proprio così, perché sebbene possiate usare con precisione e diligenza il tasto adibito alla schivata, trovarsi in dei corridoi sbarrati ad ogni lotta significa avere uno spazio di manovra davvero limitato; inoltre, nonostante possiate variare le vostre mosse ed esibirvi in combo aree, a mezz’aria o per terra, verrà sempre il momento di misurarsi col nemico più grande di tutti: un profondo senso di disagio causato dall’inadeguatezza del combat system. È lento, poco reattivo, le animazioni sono incredibilmente rigide e la latenza tra una mossa e l’altra vi lascia scoperti per una finestra temporale in cui di fatto dovrete improvvisare e sperare per il meglio. E questo è un male, quando si parla di un action che vorrebbe essere tecnico e spingere i giocatori ad avere grande precisione. A ciò dovrete aggiungere delle incomprensibili variabili che vi faranno lanciare il pad per aria e vi dimostreranno che il gioco non si sta esattamente comportando in maniera corretta con voi. Qualche esempio? A un certo punto vi troverete su una specie di ascensore semovente coi due lati esterni che danno su un baratro: essere colpiti da un nemico significa volare via e ricominciare tutta la sezione da capo, senza possibilità di evitare la catastrofe. Ecco, adesso immaginate cosa possa significare superare tutte le ondate previste per poi farsi sconfiggere dall’ultima, quella in cui non solo sarà difficile vincere in condizioni normali, ma ancora più arduo evitare dei colpi semplici. E questo, badate bene, è solo uno dei brutti scherzi che il gioco vi tirerà, perché il colmo della frustrazione, come già detto, lo raggiungerete quando nonostante tutti gli sforzi profusi si metteranno in mezzo pure i bug e i glitch, presenti in maniera copiosa. Questi hanno un peso anche nella realizzazione tecnica, che a tratti è buona ma non da osannare, soprattutto se si considera lo stacco netto che noterete tra il piano di gioco e alcuni sfondi. La modellazione poligonale dei personaggi è buona ma non esaltante, ma vedere quei movimenti rapidi e innaturali potrebbe in effetti farvi venire quel mezzo sorrisetto compassionevole che si riserva a chi tenta di fare qualcosa che non è alla sua portata.
Eppure Hidden Dragon Legend non sarebbe male, al di là di questi drammi di programmazione. È un gioco con una più che discreta profondità del sistema di combattimento, ha una storia scontata ma tutto sommato ben costruita e raccontata, e persino i puzzle non sono poi così malvagi (pur rimanendo classici e con poche varianti rispetto ai più conosciuti metroidvania).
Il punto, fondamentalmente, è che Hidden Dragon Legend prova a strafare, a tentare di essere ciò che non può permettersi di essere per via di un budget troppo risicato, che ha un peso non da poco quando le ambizioni devono giocoforza scontrarsi contro il muro della praticità.
Prova a raccontare una storia con lunghi filmati, ma le animazioni sguaiate e il labiale assente e il doppiaggio insufficiente ne minano la credibilità; prova a mettere a dura prova il giocatore con battaglie varie e a soddisfarlo con un sistema di combattimento elaborato, ma la realizzazione è scadente e imprecisa e incappa nei più banali errori che un action simile non può permettersi di fare; tenta di variare la formula con sezioni che possano spezzare il ritmo e dare più respiro al sistema di gioco, ma le rende dei gravi impedimenti per il corretto avanzamento e anelare la loro fine sembra quasi essere una preghiera che verrà ascoltata con eccessiva reticenza.
– Buona varietà
– Trama narrata discretamente
– Combat system vario…
– … ma mal concepito per un action che vorrebbe essere tecnico
– Gameplay problematico e mal calcolato
– Frustrante al di là delle vostre effettive abilità
Hidden Dragon Legend vuole fare più di quanto può effettivamente permettersi: i problemi di budget, dei grossolani errori di programmazione e la mancanza di bug checking prima della pubblicazione lo hanno reso un titolo insufficiente. Nonostante alcune buone trovate e una struttura di base che funziona e ha una sua solidità di fondo, ciò che è stato costruito sopra è traballante ed evidenzia delle problematiche che vi faranno suonare i primi campanelli d’allarme durante le prime ore, per poi portarvi alla frustrazione quando la difficoltà diverrà più elevata.